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Assaltatori. Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero
Assaltatori. Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero
Assaltatori. Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero
E-book359 pagine5 ore

Assaltatori. Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero

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Info su questo ebook

C'è chi ha messo la sua vita al servizio del mantenimento della pace e dell'ordine fra i sistemi stellari.
C'è chi ha scelto di sfrecciare da un pianeta all'altro per prendere quello che gli spetta.
Storie vissute in velocità a bordo di fenomenali vascelli al confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero.

- UNA GIORNATA

Ventiquattrore su una nave stellare da combattimento. Uno spaccato di vita quotidiana alle prese con turni di guardia, corsi di addestramento, esercitazioni e... sentimenti.
(Racconto inedito)

- PRIMA MISSIONE

In una fascia di spazio neutrale, al confine con un temibile pianeta isolazionista, un vascello mercantile è fermo per riparazioni. Il suo portellone da sbarco sta per essere abbattuto.
Jay, Indio, Smasher, Helar e Wolfeye sono pronti a entrare in azione e a raccontarti la loro avventura. Sono la Brutus 3, la squadra di Assaltatori capitanata da Lidya "Wolfeye" Taallher. Questa è la loro prima missione.
Romanzo inedito

- TRIATHLON

Preparazione, coraggio, nervi saldi, forza, concentrazione, resistenza. È quanto viene richiesto al tenente Lidya "Wolfeye" Taallher per superare questa sfida ad alto rischio. Vietato fallire.

- SERGENTE JAY

Il sergente Jessica "Jay" Tilvari non vede l'ora di indossare la propria uniforme modulare da combattimento. Riuscirà a dimostrare al Corpo degli Assaltatori di esserne ancora degna?

Tutti i "prequel" del romanzo "Anomalia" raccolti in un unico volume. Contiene un romanzo e un racconto entrambi inediti.
Il viaggio nello Star Cluster Zero - Ammasso Stellare Zero continua!

LinguaItaliano
Data di uscita5 lug 2019
ISBN9780463833780
Assaltatori. Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero
Autore

Nicola Marco Camedda

Nicola ama scrivere romanzi e racconti ambientati in sistemi stellari situati in luoghi ed epoche a noi ancora sconosciuti. Storie popolate da donne e uomini impegnati a sopravvivere in mondi dove umanità, tecnologia e progresso si intrecciano fra loro in spirali dai confini sempre più labili.È ideatore e autore della saga “Star Cluster Zero” – una space opera ricca di azione e avventura, con salde radici nella Fantascienza classica, capace di esplorare tematiche e suggestioni assolutamente attuali.Nicola loves writing novels and short stories set in star systems located in places and times still unknown to us. Stories populated by women and men committed to surviving in worlds where humanity, technology and progress intertwine with each other in spirals with increasingly blurred borders.He is the creator and author of the "Star Cluster Zero" saga - a space opera full of action and adventure, with firm roots in classic science fiction, capable of exploring absolutely current themes and suggestions.

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    Anteprima del libro

    Assaltatori. Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero - Nicola Marco Camedda

    ASSALTATORI

    Storie di coraggio nell'Ammasso Stellare Zero

    Star Cluster Zero – Ammasso Stellare Zero

    Raccolta Prequel Anomalia

    Copyright © 2019 Nicola Marco Camedda

    © Tutti i diritti riservati all’autore.

    Nicola Marco Camedda è l’autore di quest’opera.

    Quest’opera è coperta da copyright, ne è perciò vietata la modifica, duplicazione, ripubblicazione, trasmissione, anche parziale, senza previa autorizzazione dell’autore.

    I fatti e i personaggi rappresentati in questa pubblicazione sono frutto dell’immaginazione e della libera espressione artistica dell’autore. Ogni riferimento a fatti, persone, nomi o luoghi reali è puramente casuale.

    Copertina: © 2019 Nicola Marco Camedda

    Prima edizione – Formato ebook

    Pubblicato da Nicola Marco Camedda su Smashwords

    Questa raccolta è disponibile anche in formato cartaceo. Per maggiori informazioni consulta il sito ufficiale dell'autore:

    www.nmcbooks.com

    Segui la serie di Star Cluster Zero – Ammasso Stellare Zero:

    www.starclusterzero.nmcbooks.com

    #starclusterzero

    Copyright © 2019 Nicola Marco Camedda

    © All rights reserved to the author.

    Nicola Marco Camedda is the author of this work.

    This work is copyrighted, it is therefore forbidden to modify, duplicate, republish, transmit, even partially, without prior permission of the author.

    The facts and the characters represented in this publication are the result of the imagination and the free artistic expression of the author. Any reference to facts, people, names or real places is purely coincidental.

    Cover: © 2019 Nicola Marco Camedda

    First edition – Ebook format

    Published by Nicola Marco Camedda at Smashwords

    This collection is also available in paper format. For more information, visit the website of the author:

    www.nmcbooks.com

    Follow the Star Cluster Zero series - Star Cluster Zero:

    www.starclusterzero.nmcbooks.com

    #starclusterzero

    Ognuno vale quanto le cose a cui da importanza

    Marco Aurelio

    ASSALTATORI

    Copyright (IT)

    Copyright (EN)

    Citazione

    Introduzione

    Note bibliografiche

    UNA GIORNATA

    Prefazione - Una giornata

    13:00 - 13:30

    13:30 - 15:00

    15:00 - 16:00

    16:00 - 17:00

    17:00 - 18:00

    18:00 - 19:00

    19:00 - 20:00

    20:00 - 24:15

    24:15 - 07:00

    07:00 - 08:00

    08:00 - 11:00

    11:00 - 12:30

    12:30 - 13:00

    TRIATHLON

    Prefazione - Triathlon

    I - Cosmonautica da combattimento

    II - Incursione in territorio ostile - Combattimento planetario

    III - Sopravvivenza

    SERGENTE JAY

    Prefazione - Sergente Jay

    Sergente Jay (Racconto)

    PRIMA MISSIONE

    Prefazione - Prima missione

    Prima missione (Romanzo)

    Star Cluster Zero - Ammasso Stellare Zero

    Ringraziamenti e dediche

    Contatti

    Autore

    Introduzione

    Sono passati sei mesi dalla pubblicazione di Anomalia, il primo romanzo che ha segnato la nascita dell'universo Star Cluster Zero - Ammasso Stellare Zero. Da quel giorno, l'Ammasso Stellare Zero non ha smesso di crescere e di espandere i propri confini.

    È per me un onore invitarti in questo viaggio alla scoperta di nuove storie, nuove battaglie, nuove avventure.

    L'esplorazione dell'Ammasso Stellare Zero continua con Assaltatori. Un cammino alla scoperta del passato di Lidya e dei suoi compagni della Brutus 3, la squadra di Assaltatori in forza alla Flotta Unificata dell'Alleanza Interplanetaria.

    Azione, dubbi, conflitti, sentimenti, ferite, ideali e stili di vita in contrasto fra loro. Questo troverai in Assaltatori, ma non solo.

    Ti auguro una buona lettura.

    Nicola

    Note bibliografiche

    Assaltatori è una raccolta composta da tre racconti e un romanzo breve. Si tratta di storie ambientate prima di Anomalia, il Libro 1 della serie Star Cluster Zero - Ammasso Stellare Zero. Per questo motivo, la qui presente pubblicazione è catalogata come Anomalia Prequel.

    In questo volume, le storie appaiono seguendo l'ordine cronologico:

    1 - Una giornata.

    (Scritto in Maggio/Giugno 2019. Pubblicato in Luglio 2019).

    2 - Triathlon.

    (Scritto in Ottobre 2018, pubblicato in Gennaio 2019)

    3 - Sergente Jay.

    (Scritto in Marzo 2018, pubblicato in Gennaio 2019)

    4 - Prima missione.

    (Scritto in Ottobre/Novembre 2018 e Gennaio/Maggio 2019. Pubblicato in Luglio 2019).

    UNA GIORNATA

    Star Cluster Zero – Ammasso Stellare Zero

    Racconto Prequel Anomalia

    Prefazione - Una giornata

    Ventiquattrore a bordo di una nave stellare da combattimento. Uno spaccato di vita quotidiana alle prese con turni di guardia, corsi di addestramento, esercitazioni e... sentimenti.

    In questo racconto vivrai una giornata intera insieme a lei, insieme a Lidya.

    Lidya Taallher è uno dei personaggi protagonisti di Star Cluster Zero - Ammasso Stellare Zero. Se hai già letto Anomalia (il Libro 1 della serie), sono certo che sarai felice di incontrare di nuovo la giovane nativa del pianeta Zenith.

    Se invece ancora non hai avuto modo di leggerlo, allora sono lieto di farti conoscere questa intrepida e coraggiosa ragazza. E con l'auspicio che tu voglia saperne di più, ti invito a immergerti completamente nelle storie di Lidya e di tutti gli altri protagonisti dell'Ammasso Stellare Zero.

    Buona lettura.

    Nicola

    13:00 - 13:30

    «Hey, aspetta!»

    Lidya si era accorta di Rob. Con la coda dell'occhio, lo aveva notato già appena uscita dal Deposito Attrezzature. Ma aveva deciso di proseguire senza voltarsi indietro.

    «Lidya, ciao.» Disse Rob, dopo averla raggiunta.

    «Hey.» Rispose Lidya, continuando a camminare.

    «Come va?»

    Lidya non rispose. Fece spallucce senza distogliere lo sguardo da davanti a sé.

    «Vai di fretta?» Chiese Rob. Qualche passo ancora e la ragazza decise di fermarsi. Si voltò verso di lui e gli sorrise.

    «Cammino svelta. È l'abitudine. Ma no, ho ancora un po' di tempo prima dell'allenamento. E tu? Non dovresti essere di guardia.»

    «Ho fatto un paio di turni consecutivi.»

    Lidya lo osservò senza fiatare. Decise che non gli avrebbe chiesto il perché di quella scelta. Tanto conosceva la risposta. Rob non vedeva l'ora di sentirselo chiedere. Ma ciò non avvenne e così per tirarsi fuori da quell'imbarazzante silenzio, continuò:

    «Sto facendo un po' di turni di fila, così ho più tempo. Più tempo libero per vederti.»

    Lidya contrasse lievemente le labbra e trattenne il respiro. Abbassò lo sguardo fino a indugiare sulle sue scarpe sportive. Poi alzò il capo e si voltò in direzione di un monitor sulla paratia, alla spasmodica ricerca di un qualsiasi messaggio di servizio che potesse anche lontanamente riguardarla.

    «Sto parlando con te, Lidya.»

    «Già.»

    «Sono contento di vederti. È da un po' che non riesco nemmeno a incrociarti.»

    «Apparteniamo a gruppi con turnazioni diverse. Non sempre coincidono.»

    «Sì però l'altro giorno...»

    «L'altro giorno è stato diverso. È capitato.» Disse Lidya infilando le dita tra le nere ciocche.

    «Vuoi dire che è stato solo un caso... Qualcosa che non si ripeterà più?»

    Di nuovo, Lidya distolse lo sguardo da Rob, senza proferire parola.

    «Dico a te.» Fece il ragazzo.

    «Cosa vuoi sentirti dire?»

    «Non so. Che sarebbe bello vederci di nuovo. Tu e io. Non credi? Sono stato bene con te l'altra sera. È stato bello. E pensavo che...»

    «Anche per me lo è stato, Rob. Ma...»

    «E allora vediamoci di nuovo.»

    «È un casino. Far coincidere i permessi e tutto il resto.»

    «Quando me lo consentono, posso fare più guardie consecutive, così è più facile. Ci vuole solo un po' di sacrificio, ma niente di...»

    «È questo il problema, Rob. Il sacrificio.»

    «Credi che non ne valga la pena?»

    «Io sono venuta qui, su questa nave stellare, proprio per sacrificarmi. Per rompermi il culo. Voglio essere un pilota. Il Corso di Addestramento Piloti è l'unica cosa che conta per me.»

    «Tutti vogliamo diventare piloti, Lidya.»

    «Non mi importa di cosa vogliono gli altri. Io sono iscritta a un corso sperimentale. Ed è tutto ciò a cui ho intenzione di dedicarmi.»

    «Lo sapevo. Lo sapevo che sarebbe andata a finire così.»

    «Così come?»

    «Tra noi due.»

    «Non c'è nessun noi due.»

    Ora fu Rob a distogliere lo sguardo da lei. Da quegli occhi a cui non aveva più smesso di pensare. Da quell'azzurro glaciale in cui non poteva più fare a meno di perdersi e naufragare.

    «Vuoi dirmi... Vuoi dirmi che per te, io sono stato solo una scopata?»

    «No! Non dirlo nemmeno.» Lidya fece un passo avanti verso Rob. Lo prese per un braccio e lo tirò verso di sé, fino a un angolo di quel corridoio di passaggio, decisamente più appartato. «Questo non devi dirlo. Se l'altra sera ho deciso di stare con te, se l'ho fatto, è solo perché... Rob, tu sei una brava persona. È stato bello e sono stata bene. Ma finisce lì.»

    «Va bene, se è ciò che vuoi. Ma dimmi: c'è qualcuno di più importante di me? Già, deve essere così. Io sono stato solo un passatempo. Una brava persona, come dici tu, ma niente di più.»

    «Cazzo, no! Io non sono fatta così. No. Rob, non mi conosci. Non mi... Tu non sai niente di me. Cazzo, non farmi pentire della mia scelta, Rob. Non farmi questo, almeno tu.»

    «Allora parlami. Dammi la possibilità di conoscerti meglio.»

    «No... No, mi dispiace, Rob. Io non sono qui per queste cose. Davvero. Io, io, sono qui per impegnarmi. Voglio le mostrine da pilota di Dragoon e di Shark nella mia uniforme. Io sono qui per questo. E poi voglio andare avanti. Voglio, voglio... Sì voglio vivere alla velocità della luce. Voglio rischiare la mia vita. Voglio sfrecciare, voglio combattere, voglio... Rob, non sentirti usato da me. Ti prego, non c'è nessuno nei miei pensieri. I miei pensieri, i miei pensieri. Quello che sta qui dentro la mia testa, non è del tutto sano. Ci sono tanti pensieri del cazzo a cui cerco di... Rob, tu non devi sentirti in colpa. Non voglio. Io sono fatta così.»

    «Tu mi piaci, Lidya.»

    «Anche tu, Rob.»

    «Ma...»

    «Ma non ce la faccio. Non ci riesco. Non più. Sto bene così. Voglio stare bene così. Lavorare, addestrarmi, applicarmi. E quando finisco le guardie voglio che... Non voglio pensare più a nulla. A nulla.»

    «Allora va bene così, Lidya.» Fece Rob, abbozzando un sorriso e porgendole una carezza sulla guancia. Lei strizzò gli occhi e sorrise.

    «Grazie, Rob.»

    «Siamo comunque amici, noi due.»

    «E certo.»

    «E comunque sappi che,» disse il tenente Robert Rob Shimal allontanandosi dalla ragazza, «ci proverò di nuovo. Quando meno te lo aspetti, tenente Taallher.»

    «Lidya sorrise, voltò le spalle e si mise a correre in direzione della palestra.»

    13:30 - 15:00

    «Bene. Per oggi abbiamo finito.» Disse Lidya, rivolgendosi agli allievi della lezione di Autodifesa e Combattimento, presso la nave stellare Vihmaan. Prima di lasciarli andare aggiunse: «La disciplina di combattimento che insegniamo qui dentro è il frutto di costante studio e ricerca delle migliori tecniche marziali provenienti da ogni angolo dello Star.cluster_0. C'è del lavoro dietro. Un grande lavoro di analisi e sintesi portato avanti dai più grandi maestri di arti marziali, di ieri e di oggi, in forza alla Flotta. Vorrei che dimostraste maggior rispetto nei confronti del Sistema di Combattimento Unificato. E l'unico modo che avete per portare il dovuto rispetto è quello di impegnarvi sul serio. Qualcuno di voi lo sta facendo, ma molti altri, cazzo, non mi piacete affatto. Siete partiti bene, ma ora? Cazzo, non so cosa vi stia prendendo. Tra non molto passeremo alle tecniche a gravità zero. Per quel momento voglio che raggiungiate un livello di preparazione, quanto meno decente. Non ho intenzione di fare una brutta figura di fronte agli altri istruttori ed esaminatori, portando una masnada di smidollati. Sono stata chiara?»

    «SIGNORSÌ!»

    «Bene. Allora impegnatevi. Eppoi non dimenticate che il Sistema di Combattimento Unificato può rivelarsi utile in qualsiasi situazione. Qualsiasi. Deve diventare una vostra fottuta abitudine, una seconda pelle, un riflesso condizionato, come camminare, respirare. Se qualcuno dovesse attentare alla vostra vita, o a quella dei vostri cari, il Sistema vi sarà utile per prenderlo a calci nel culo e farlo fuori, se necessario. Adesso potete andare. Anzi, prima di farlo, venti piegamenti sulle nocche.»

    «No, tenente...»

    «Chi ha parlato? Sei stato tu, Jones? Sì, sei stato tu. Allora me ne fai altri venti. Anzi, tutti voi adesso ne fate altri venti. In totale sono quaranta. Quando ero al vostro posto, le cose funzionavano in questo modo. È così che nella mia classe abbiamo imparato lo spirito di gruppo. L'errore di uno si ripercuote su tutta la squadra. E il Cosmo non mostra pietà verso chi sbaglia. Tanto meno il nemico. Adesso vi conviene chiudere la bocca, perché se vi sento fiatare vi tengo qui un'altra ora solo per fare piegamenti. Avanti, muovetevi. Eppoi sparite dalla mia vista.»

    Lidya lasciò le reclute ai loro piegamenti e si incamminò verso il suo armadietto. Lo aprì e afferrò un paio di guantini e dopo averli indossati si diresse verso un sacco pesante, di quelli lunghi, usati per colpire sia con tecniche di braccia che di gambe. Regolò il timer per un round da quattro minuti. Prima di iniziare si voltò verso gli allievi del Corso di Reclutamento di Base della Flotta. Continuò a osservarli ancora per qualche istante. Erano tutti impegnati nell'eseguire gli esercizi. Sorrise. Poi decise di iniziare il suo round.

    Al termine, si fermò per recuperare il fiato eseguendo delle blande tecniche a vuoto, davanti allo specchio. Poco dopo, prima di riprendere in mano il timer per lanciare una nuova sessione, si accorse che non tutte le reclute erano uscite dalla palestra. Un paio si erano trattenute per osservarla mentre era intenta a colpire quel sacco, con particolare decisione.

    «Che ci fate ancora qui?»

    Erano due ragazze, tra le più giovani reclute dell'intera nave stellare. Una delle due rispose:

    «Tenente, ci chiedevamo se quando avrà passato l'esame da pilota, continuerà a tenere questo corso.»

    «Non vedete l'ora di liberarvi di me?»

    «Tutt'altro, tenente. Ci piacerebbe che restasse con noi anche quando inizierà il servizio attivo da pilota. Parliamo a nome di tutti.»

    «Grazie, soldati. Ma, francamente non posso garantirvi nulla. Potrebbero assegnarmi presso un'altra nave stellare, o in uno schieramento difensivo, o su qualche base planetaria... Davvero, non saprei. Comunque se dovessi restare qui sulla Vihmaan farò il possibile per continuare a seguirvi. Anche se immagino che avrò meno tempo.»

    «Non tutti gli istruttori sono in gamba come lei, tenente.» Disse l'altra recluta.

    «Sentite, ogni istruttore è fatto a modo suo. Ognuno di noi ha pregi e difetti. Cercate di prendere il buono e l'utile da ciascuno di loro, da ciascuno di noi.»

    «Crede che potremmo, sì, che potremmo diventare come lei?» Chiese l'altra.

    «Come me?»

    «Sì. Forti come lei. Lei è la migliore, tenente Taallher. Migliore di tutti gli altri istruttori. E siamo convinte che sarà una grande pilota.»

    Lidya restò un attimo in silenzio, facendo il possibile per non mostrare il crescente imbarazzo, poi disse:

    «Grazie ragazze. Che gli Dei vi ascoltino. Ma io non sono speciale. Non sono la più forte. Assolutamente no. Ci sono soldati molto più tosti di me in giro, ve l'assicuro. Io sono esattamente come voi. Sì, proprio come voi due. Sono solo una ragazza come voi.» Le due reclute sorrisero. «E quindi sì, certo che potete raggiungere il mio livello. Ma dovrete impegnarvi. Ragazze, dovete credere in quello che fate. Le divise che indossiamo non sono solo degli indumenti. Sono qualcosa in più. Sono un privilegio destinato a pochi. Quando avrete portato a termine l'addestramento di base, potrete aspirare a diventare piloti di caccia, e un giorno magari anche di torpediniera. O magari sceglierete altri incarichi, come ingegneri, reparti scientifici, analisti... Oppure Fanteria Navale, o Assaltatori, o altro. Non importa. Quello che conta è che impariate a sentirlo dentro. L'orgoglio di far parte di questa nobile famiglia. Non c'è una regola buona per tutti. Sta a voi trovare la motivazione. È dentro di voi, altrimenti non sareste qui. È tutto dentro di voi. Nel mio caso... Io... Sapete, ragazze, la Flotta è la mia ancora di salvezza. Io qui sono rinata. Qui riesco a essere davvero me stessa, senza dovermi guardare alle spalle ogni minuto. E posso dirvi che ogni fatica, ogni privazione... Beh, ne vale la pena. Lo so, adesso è dura per voi. Ma passerà e potrete guardare indietro soddisfatte. Tutte le fatiche e gli sforzi che ora vi tocca sopportare, vi rendono più forti. E, sia chiaro, non finirete di faticare. C'è sempre qualche nuovo traguardo da raggiungere, qualche nuovo corso o addestramento da sostenere. È questo il bello. Certo, ci sono anche degli stupidi qua intorno, scansafatiche e buoni a nulla, è normale. Voi ignorateli. Tirate dritto per la vostra strada. Circondatevi di persone di valore. Sono la maggioranza qua dentro. Impegnatevi e lavorate sodo. E soprattutto, non smettete mai di credere in voi stesse. Questa è la cosa più importante.»

    «Grazie tenente.» Dissero entrambe le ragazze, soddisfatte e cariche di entusiasmo.

    «Ora andate, altrimenti il sergente vi metterà in punizione. Anzi, fate così: ditegli che vi ho trattenute io qui. E se ha problemi, allora che mi chiami. Ora smammate!»

    Le due giovani reclute scattarono sugli attenti e salutarono il tenente Lidya Taallher, dopodiché sparirono di corsa dalla palestra.

    15:00 - 16:00

    La breve chiacchierata con le due giovani reclute impedì a Lidya di fare un altro round di allenamento. Da un lato avrebbe voluto continuare a sfogarsi contro il sacco, prendendolo a pugni, ginocchiate, calci e gomitate. Ma d'altro canto, provò piacere nell'infondere motivazione a quelle due ragazze. L'idea di essere considerata come una sorta di modello la resa fiera di sé. E quella sensazione riuscì in parte a mitigare quel crescente senso di vuoto che aveva provato appena uscita dal Deposito Attrezzature, dopo aver incontrato Rob.

    Uscita dalla palestra, si diresse verso il poligono di tiro. Era in ritardo di qualche minuto, perciò aumentò il passo fino a correre. Poco dopo, svoltato l'angolo dietro una rampa di scale, sbucò proprio di fronte al Comandante in persona. Fece di tutto per non travolgerlo. Sì fermò giusto un istante per il saluto marziale di rito e poi riprese la sua corsa. Il Comandante, un ufficiale prossimo all'età del congedo, ricambiò il saluto. Continuò a guardarla allontanarsi da quel corridoio. Scosse la testa e sorrise, poi proseguì verso la Plancia, o chissà dove.

    La sessione di tiro volò via senza che Lidya potesse rendersene conto. Provò un paio di modelli di pistola, una Aarminar e due Cavalieri. Dopodiché, come al solito, accettò una sfida tra colleghi, e si piazzò seconda. Infine, una volta salutati i compagni e strisciato il badge di servizio, abbandonò il poligono per dirigersi verso il suo alloggio.

    16:00 - 17:00

    Era giunta l'ora dedicata al riposo pomeridiano così Lidya si tuffò nella sua brandina, all'interno di un angusto ma tutto sommato vivibile alloggio. Il solo fatto di non dover dividere la cabina con altre colleghe le faceva apprezzare quel piccolo privilegio. Nelle classi più moderne delle navi stellari, agli ufficiali a partire dal grado di tenente venivano assegnati degli alloggi privati.

    Tanti pensieri affollavano la mente della ragazza nativa del pianeta Zenith, ma la stanchezza stava riuscendo a prendere il sopravvento. Gli occhi si fecero pesanti. Pesanti. Poi d'un tratto una chiamata sul cyberphone di servizio.

    «Cazzo!»

    Lo afferrò, e prima di rispondere lesse il nome del chiamante. Scattò in piedi. Tentò di darsi una sistemata ai capelli, ma ciò non modificò di una virgola quella sua acconciatura ribelle ma tutto sommato conforme ai canoni della Flotta.

    «Ammiraglio Kintdaal. Signore...»

    «Tenente Taallher. Ho fretta, perciò vado subito al punto. Sono ancora in attesa della sua risposta.»

    Lidya sprofondò in un imbarazzante silenzio. Presto le tornarono in mente quei messaggi di servizio che avrebbe dovuto aprire e leggere già dalla sera prima. Cosa che si dimenticò di fare.

    «Taallher, mi sente?»

    «Ho visto alcuni messaggi sul mio server di posta, ma non ho avuto tempo di aprirli. È colpa mia signore.»

    «Immagino che sarai molto impegnata.»

    «Se devo essere sincera, sì, ammiraglio. Il Corso di Addestramento Piloti mi tiene parecchio impegnata. E non ho certo smesso di tenere i corsi di arti marziali per le reclute. Ma non mi lamento, signore. È un onore per me.»

    «Come ti trovi al corso per piloti?»

    «Bene, signore.»

    «Mi fa piacere sentirtelo dire, tenente. Allora ti risparmio la noia di leggerti la parte burocratica. Ti ho fatto inviare una richiesta di partecipazione per una commissione giudicante presso il Tribunale Disciplinare.»

    «Dovrei far parte della giuria, signore?»

    «Esattamente. Avrai diritto di voto sull'esito della sentenza e voce in capitolo riguardo ai provvedimenti da adottare.»

    «Signore, io non ho mai preso parte a questo genere di...»

    «Lidya, ti ricordo che sei un ufficiale della Flotta adesso. E come ogni ufficiale sei tenuta a svolgere questo genere di compiti se necessario e ogni qualvolta ti venga richiesto.»

    «Signore, con tutto il rispetto, come ben sa ho da portare a termine un Corso di Addestramento Piloti, per di più sperimentale. Non ho solo le ore di volo, ma devo studiare parecchio. Io vorrei dare priorità a questo, signore.»

    «Capisco. Capisco, hai ragione. Ma non ti ruberà molto tempo. Ti basterà dare uno sguardo ai capi di accusa, la difesa degli imputati è poca roba. E poi potrai emettere il tuo giudizio e se richiesto votare. Potrai farlo direttamente dal tuo alloggio, senza bisogno di connessione ologrammatica in diretta. Registra tutto e invia. La IA giudiziaria si occuperà di raccogliere il tuo contributo.»

    «D'accordo. Grazie, ammiraglio. Potrei sapere di che si tratta?»

    «Abbiamo tre sottufficiali e un ufficiale accusati di abusi su una recluta in addestramento.»

    «Che genere di abusi, signore?»

    «Abuso di autorità. Violenza fisica e psicologica. Umiliazione e minacce.»

    «Violenza sessuale?»

    «Grazie ai cieli, no. No, quello no, per Freya. Ma ci sono andati pesante, quei tre.»

    «Signore, lo sa che non avrò compassione per quei tre imputati? Chiederò il congedo con disonore e la massima pena applicabile. Non prenderò in considerazione alcuna attenuante culturale, né tanto meno sociologica.»

    «È per questo che ti voglio in quella commissione giudicante. La Flotta non tollera questo genere di comportamenti primitivi.»

    «Allora, grazie per la fiducia che ha riposto in me, signore. Sono fiera di fare la mia parte, anche in questo genere di cose.»

    L'ammiraglio sorrise.

    «Sapevo di poter contare su di te, Lidya, tenente. Bene, per ora è tutto. In bocca al lupo per il tuo Corso di Addestramento Piloti.»

    «Grazie signore, e lunga vita al lupo.»

    Di nuovo, Lidya si tuffò sulla branda. Chiuse gli occhi e si sforzò di sgomberare la mente da qualsiasi pensiero e riposarsi almeno un po'. Ma non ne fu in grado. L'idea di essere d'aiuto all'ammiraglio la rese a dir poco orgogliosa. Così come il pensiero di poter dare una lezione a quei tre lestofanti, sorpresi in quello che nella Flotta veniva considerato fra i più ignobili comportamenti, secondo solo allo stupro e al tradimento.

    Finalmente si addormentò, ma non molto dopo, l'inesorabile melodia della sveglia le suggerì che era giunto il momento di alzare il culo e rimettersi al lavoro.

    17:00 - 18:00

    «Chiedo scusa per il ritardo, maggiore. Chiedo il permesso di sedermi nella mia postazione.» Disse Lidya, dopo aver fatto il suo ingresso nell'aula dedicata alle lezioni delle varie discipline del Corso di Addestramento Piloti.

    «Tenente, ancora un po' e avrebbe rischiato di saltare il test. Permesso accordato, si accomodi. E mi raccomando, la prossima volta arrivi in orario.»

    «Grazie. Non si ripeterà, signore.»

    Senza perder tempo, Lidya si sedette presso il terminale che le era stato assegnato. Dopo aver effettuato il login tramite riconoscimento retinale, apparvero sullo schermo le prime dieci domande a cui rispondere. Si trattava di un test volto a esaminare il livello di comprensione e preparazione teorica degli allievi piloti.

    Lidya era già in possesso di alcune basilari nozioni perché aveva preso parte a un rapido corso privato di cosmonautica e pilotaggio, poco prima del suo arruolamento nella Flotta. Per questo motivo, alcuni quesiti le parvero assai semplici, tanto da essere in grado di rispondere senza sprecare molto tempo. Altri argomenti, più approfonditi dal punto di vista tecnico oppure legati alle specifiche militari, richiesero uno sforzo maggiore. Dopo tre quarti d'ora, il test si concluse. Lidya era sicura del fatto suo. Sapeva di essersi preparata a dovere. Tuttavia, col passare degli istanti, iniziò a farsi sentire un po' d'ansia. Per fortuna, la IA didattica non perse tempo nell'elaborare i risultati del test.

    «Come ho fatto a sbagliarle? Nel prossimo test devo prestare maggiore attenzione. Non devo sbagliarne nemmeno una. Fanculo!» Esclamò tra sé la nativa di Zenith quando apprese di aver risposto in modo errato a tre domande su trenta.

    «Ciao Lidya, noi ora facciamo un salto nei ponti ricreativi. Ci guardiamo un po' di sport prima di cena. Sei dei nostri? » Chiese un collega del corso.

    «Maledizione.» Rispose sbuffando. «Lo vorrei. Oggi ci sono i risultati dei gironi di Icehok su Zenith. No, ma è meglio che vada a studiare. Già, devo studiare.»

    «Dai, che sarà mai...»

    «Ti prego, Claudio, non mi tentare. Ho diverse sequenze di manovra da memorizzare prima delle prove di volo di stasera. No, davvero. Alla prossima.»

    «Certo che voi del corso sperimentale... Ma chi ve lo ha fatto fare?»

    Lidya sorrise e fece spallucce. Poi dopo aver salutato i colleghi uscì dall'aula e si incamminò con passo spedito verso il suo alloggio.

    18:00 - 19:00

    Come al solito preferiva spostarsi lungo i ponti della nave senza utilizzare gli ascensori. Non che ne avesse realmente bisogno, eppure amava sfruttare ogni occasione per fare dell'esercizio fisico. Percorsa un'ultima rampa di scale sbucò di sopra, in un corridoio che conduceva ai ponti dove erano dislocati gli alloggi destinati agli ufficiali minori.

    Non fu entusiasta all'idea di dover passare quella sua ora buca, chiusa dentro la sua stanza a studiare. Avrebbe preferito guardare un po' di sport e magari farsi qualche partita a carte o ai videogiochi insieme ai commilitoni con cui legava maggiormente. Fece di tutto per scacciare quel genere di tentazioni, e lo fece immaginando se stessa dentro a un caccia leggero di classe Dragoon, alle prese con complesse manovre da combattimento. L'idea in parte la terrorizzò e questo servì a convincerla della bontà della sua scelta. Infilò un paio di cyber ears e selezionò una playlist di canzoni della sua band preferita, gli High Voltage. Si distrasse e prese a canticchiare a bassa voce.

    Notò come quell'area, in quel momento, risultasse non molto frequentata. Giusto qualche sporadico andirivieni di chi, di tanto in tanto, entrava o usciva dai propri alloggi. Poi riconobbe un volto conosciuto. Era Rob. Stava di fronte a una macchinetta per le bevande. Insieme a lui una specialista tecnica. Una giovane ragazza dai capelli neri. Indubbiamente di bell'aspetto. Accortosi

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