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Il tempo necessario per i pensieri
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Il tempo necessario per i pensieri
E-book77 pagine1 ora

Il tempo necessario per i pensieri

Di AL

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Info su questo ebook

Esiste un luogo dove la solitudine imposta dalla società si scontra con quella per la ricerca di un contatto con la parte più intima di noi stessi. In questo spazio dei sogni si intraprende un viaggio astrale: lo sguardo sul mondo, ad occhi chiusi, può racchiudere un significato inaspettato.
LinguaItaliano
EditoreAl
Data di uscita1 dic 2019
ISBN9788835336198
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    Il tempo necessario per i pensieri - AL

    Miró

    Tutto quello che è la vita

    Fino a pochi minuti prima credeva che quelle azioni si sarebbero reiterate senza fine. Invece ora, oltrepassate le porte scorrevoli, i suoni della città erano l’elemento estraneo, ma tangibile, a conferma che era tutto vero, la giornata di lavoro era terminata. La settimana di lavoro era terminata, ma questo Matt non lo realizzò subito. Anche se la pendenza di Market Street aumentava, la sua camminata rimaneva decisa e costante, mentre la mente iniziava a sciogliere i pensieri. Così, improvvisamente, iniziò a notare il ragazzo in bici dall'altro lato della strada, un dépliant di un cabaret attaccato ad un cestino e l’orario esposto all'ingresso del Whole Foods Market; se faceva la spesa a fine giornata generalmente si fermava lì a cenare quando il pensiero di farlo a casa, da solo, si trasformava in inquietudine. Scorrendo distrattamente gli orari, che sapeva di ricordare se si fosse concentrato un secondo, realizzò che giorno fosse. Quello strano momento di piacere gli fece dimenticare completamente il lavoro per dare spazio ad un pensiero, per lui, non meno leggero, cioè la costruzione del weekend. Poiché trovarsi a gestire tre sere e due giorni interi in totale autonomia gli procurava quasi più preoccupazione di quando suonava la sveglia in settimana. Era un arco di tempo lunghissimo, e avrebbe dovuto scegliere da solo, ancora una volta, come impiegarlo.

    Quando iniziò a intravvedere l’incrocio con la colorata piazza dedicata a Harvey Milk sapeva che tutto stava per assumere, senza dover far nulla, un altro significato. Una volta oltrepassato il distributore di benzina e la fermata del tram si entrava nel quartiere gay, dove gruppi di ragazzi e ragazze indicevano spesso petizioni, auspicando almeno in una firma, per qualche causa cara al mondo LGBT. Da quel punto in poi Matt si sentiva a casa. Non che il resto di San Francisco fosse discriminatoria nei confronti dei gay, anzi è una delle città americane più progressiste, ma perché in quel quartiere, in meno di un anno, aveva costruito rapporti di amicizia e conoscenza che fungevano da sostituto d’amore, per il suo amore lontano.

    Fernando, chiamato da tutti Nando, uscì fuori dalla libreria Dog Eared aggrappandosi a Matt con un balzo da ballerino.

    <>, mentre con una mano faceva scivolare la bretella della tracolla per farla planare a terra.

    <>.

    Matt alzò le mani ingrandendo un po’ gli occhi.

    <>.

    <Heaven Is A Place On Earth!>>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <Heaven On Earth compie trent'anni quest’anno… non c’è più rispetto per i classici. Santa Cher da Malibu aiutaci tu! Ad ogni modo, che ne dici stasera da me tranquilli per un film?>>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>.

    <>, disse Matt sospirando mentre l’altro mollava la presa e iniziava a scendere dal suo corpo.

    <>.

    <>, lo riprese Matt alzando il tono in modo poco scherzoso e molto fermo.

    <>. E con uno smack tornò dentro la libreria, camminando all'indietro, con una mano sul petto e l’altra asciugando una lacrima che poteva essere vera, quanto di scena.

    Osservando la foto di Cher prima di riporla in una cartellina dentro la tracolla, pensò che alla fine quel siparietto, che si ripeteva quasi ogni sera, era il suo personale bentornato a casa Matt. Differente era invece il saluto di rito se c’erano Tom e Lukas dietro il bancone dello Human Rights Campaign, sede un tempo del negozio fotografico di Milk e ora store di vestiti e accessori per finanziare, con una parte del ricavato, The Harvey Milk Foundation e la Harvey Milk Civil Rights Academy. Quando entrò in quel negozio undici mesi fa, appena arrivato a San Francisco, Tom gli chiese se stava bene e Lukas rispose al posto suo: <

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