Rosso come il fuoco
Di Luigi Caiani
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Anteprima del libro
Rosso come il fuoco - Luigi Caiani
felice.
LA STAZIONE
Mille volti che si rincorrono con la stessa domanda,
c'è chi risponde loro, c'è chi da altri li rimanda,
mille anime che si muovono con la valigia ed un foglio in mano,
c'è chi viene da vicino e chi da molto lontano
e ogni tanto una voce innaturale rapisce loro l'attenzione,
avverte a tempo chi parte e chi arriva alla stazione.
Anch'io un giorno fui uno di loro,
con tanti dubbi e poche lire per un ristoro,
ma con il cuore e una rabbia dentro
e con tanti bersagli della vita da far centro
e lì in quella stazione stavo proprio bene
i miei sogni rincorrevano spesso le mie pene
e per me era un rifugio, era la mia dimora:
la ragazza dei biglietti era la mia signora,
la sala d'attesa era il mio salotto,
la tavola da pranzo era in un vagone tutto rotto,
e quelle persone che mi giravano attorno,
erano amici che venivano a trovarmi senza far ritorno.
Ho riposto la valigia ormai da tempo,
ma i miei pensieri corrono come il vento,
non hanno orari o ritardi da temere
e, credetemi, con loro viaggiare è diventato un piacere,
in un minuto arrivo a destinazione
e posso compiere con calma ogni mia azione
posso stringermi forte le mie due bambine
senza che il tempo metta alle mie ali le sue spine,
posso riempire i loro salvadanai di tenere carezze,
o colmarle di baci e di tenere stranezze,
posso cantare con loro una canzone
tutte le mattine mentre facciamo colazione.
Per queste cose ho venduto la mia stazione,
l'ho sostituita con una che mi dà più emozione
dove ci sono solo due binari che vanno in un'unica direzione:
sempre diritti in fondo al mio cuore.
Era proprio contento di quella poesia: il miglior regalo che potesse fare alle sue bambine.
Già le vedeva, felici, con le lacrime agli occhi, che gli venivano incontro abbracciandolo<< Sei forte papà, sei grande!>>
Marco era proprio bravo a comporre poesie, fin dalle elementari, quando era sempre fra i primi della classe.
Ne aveva di fantasia.
Ricordò, sorridendo, quando per un tema in classe, si inventò una gita in montagna, lui che la neve l'aveva vista solo in foto.
Ne aveva scritte tante di poesie, ma questa era speciale, era importante, la più indicata al momento.
Provò a ricordare tutte le altre poesie che aveva scritto e non fece fatica: come poterle dimenticare?
Ognuna aveva scolpito nel suo cuore un solco profondo, ognuna era legata ad una persona o ad un particolare momento della sua esistenza che il tempo non avrebbe mai cancellato.
Sorrise pensando alla prima composizione e alla sua adolescenza; la poesia era molto infantile e semplice, e lui aveva appena quindici anni!
E si, la ricordava bene.
1971-15 Anni
La sveglia non aveva suonato e Marco si ritrovava a correre per non far tardi a scuola.
Proprio ora che avevo studiato per essere interrogato
, pensò, e aumentò l'andatura.
La giornata era bellissima.
Mentre correva osservava le ultime barche che ritornavano dalla pesca; doveva essere stata una nottata favorevole, lo si capiva dal numero dei gabbiani che seguivano le imbarcazioni fino all'entrata del porto.
Marco si riteneva fortunato per essere nato in un paese di mare, e molto di più perchè la sua abitazione era a pochi metri dalla spiaggia e dal porto.
Le bellezze che vedeva ogni giorno, la semplicità delle cose che lo circondavano, arricchivano la sua l’anima e lo avrebbero salvato, anni dopo, da un tracollo spirituale e psicologico.
Questo non lo poteva immaginare: aveva appena quindici anni e solo un giorno lontano, a 700 km. di distanza, l'avrebbe capito.
Appena girato l'angolo si ritrovò seduto per terra e quelle belle immagini del mare vennero sostituite da un viso arrabbiato di una ragazza che, stesa di fronte a lui, a stenti cercava di trattenere la collera mista alla paura che aveva avuto.
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Marco non riusciva a parlare ma guardava la ragazza che continuava a strillare.
<< Scusa, riuscì a dire, mi chiamo Marco>> e le tese la mano.
Come era bella!
Pensò.
Aveva la carnagione scura, capelli nerissimi e altrettanto gli occhi, grandi e luminosi, ma il particolare che lo colpì subito erano le belle gambe;…forse perchè erano li stese di fronte a lui.
La ragazza lo guardò attentamente,e, alzandosi, gli strinse la mano.
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Non so se a quindici anni si può parlare d'amore, ma a Marco una cosa del genere non era mai capitata: non aveva più interessi se non quelli di rivedere ogni giorno la sua Rosy, e, ogni volta che la lasciava, il suo cuore soffriva a tal punto che non riusciva più a mangiare e nemmeno più a dormire visto che passava le notti con gli occhi aperti nel buio aspettando che facesse mattina per incontrarla.
Non andava nemmeno più a scuola: con lei sognava sulle rive del suo mare, abbracciati fino a farsi male; sulla sabbia le prime scritte d'amore ed i primi baci.
Sembrava di vivere un sogno e per Marco il desiderio era quello di non svegliarsi mai.
Aveva prima di lei conosciuto altre ragazze, ma le aveva trovate indifferenti.
In Rosy c'era qualcosa di speciale.
E fu quella mattina d'estate che decise di comporre la poesia; quel suo amore che dirompeva dal profondo dell'animo doveva essere rappresentato con qualcosa che sarebbe rimasto sempre vivo; un regalo d'amore per lei e così cominciò a scrivere sul suo diario quella che sarebbe stata la sua prima composizione.
AI CONFINI DELLA REALTA’
Ai confini della realtà,
dove scompare ogni viltà
mi rifugio con la mente
e con l’anima che si pente.
Tutto è luce intorno a me,
tutto è amore e poesia per me,
ed un sogno di speranza
è con il vento che avanza.
Vento caldo e lieve,
che solo in estate viene
fammi dimenticare i miei errori
e con essi i miei dolori,
poiché solo in questo posto
ho trovato l’amore nascosto!
Ai confini della realtà,
dove scompare ogni viltà
ho trovato, finalmente,
una ragazza che non mi mente.
Era una poesia molto semplice, ma per Marco era bellissima: il suo primo componimento, per il suo primo amore; e quando Rosy la lesse, nel vederla piangere di gioia,