Horrible people
Di Paolo Mattia
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Anteprima del libro
Horrible people - Paolo Mattia
offesa.
I.
Era accecato dalla rabbia, Andrei Filip (romeno di 20 anni) quella maledetta sera del 13 febbraio 2016... Le continue liti con i famigliari, i pressanti problemi economici ed una prospettiva di vita non proprio esaltante: sono questi, gli unici elementi, capaci di spiegare il raptus di follia che colpì il ragazzo portandolo a compiere un duplice delitto di rara crudeltà.
Ho tagliato la testa a mia madre
. Furono queste le prime parole con cui il ventenne, dopo ore di interrogatorio, confessò ai carabinieri l' omicidio della mamma, Mirella Balan (41 anni) e della sorellastra Larisa (11 anni). Entrambe erano scomparse dalla loro casa, ad Albaredo d' Adige in provincia di Verona, una settimana prima.
Le tracce, seguite dagli investigatori, portavano dritte sulle rive dell' Adige.
Come già accennato, ormai da tempo i rapporti tra madre e figlio erano tutt' altro che idilliaci: la donna sollecitava il ragazzo, bracciante saltuario, a trovarsi un lavoro stabile ed andare via di casa.
Le discussioni tra i due, negli ultimi giorni, erano diventate sempre più violente e frequenti fino al tragico epilogo del 13 febbraio.
Quel sabato sera, dopo aver avuto ospiti alcuni connazionali, Andrei e Mirela ebbero un nuovo scontro e all' ennesima richiesta di lasciare l' abitazione, nel ragazzo, esplose incontrollabile tutto il rancore accumulato: impugnò un coltello e recise di netto la gola della madre.
Il giovane, scese successivamente al piano terra dove trovò la sorellastra Larisa che, spaventata per le forti grida sentite, chiese, naturalmente, spiegazioni al fratello: lui, la invitò a seguirlo al piano superiore.
Giunti lì, la ragazza scoprì inorridita il corpo inerme della mamma: neanche il tempo di urlare terrorizzata che, prontamente, venne afferrata da Andrei. Il giovane le strinse il collo fino a strangolarla.
Dopo aver compiuto la strage, Andrei, come prima cosa, uscì di casa con il bancomat della madre per prelevare 200 euro. Altri tre ulteriori tentativi di prelievo non andarono a buon fine, in quanto era stato già raggiunto il limite giornaliero.
Tornato a casa, decise di sbarazzarsi dei cadaveri con ulteriore efferatezza: sempre con un grosso coltello (probabilmente diverso da quello usato per gli omicidi) fece letteralmente a pezzi i corpi della madre e della sorella, poi li rinchiuse in tre borse, trasportando il tutto (a piedi, compiendo tre viaggi) sul ponte che collega Albaredo a Ronco, ed infine gettandole nell' Adige.
Una volta rincasato, con un secchio ed uno straccio ripulì l' abitazione dalle tracce di sangue presenti.
Il giorno successivo, si fece accompagnare da un amico a San Bonifacio (sempre vicino Verona) dove, nelle prime ore del pomeriggio, prese un pullman diretto in Romania. Voleva andare a trovare il padre, ormai da anni allontanatosi dal resto della famiglia.
Al suo ritorno in Italia, il venerdì successivo alle tre di notte, Andrei trovò ad attenderlo i carabinieri che immediatamente lo portarono in questura. Poche ore dopo, il ragazzo confessò l' orribile omicidio.
Nei giorni successivi al delitto, i cani molecolari dell' unità cinofila di Firenze, indirizzarono subito gli investigatori lungo le rive dell' Adige, dove venne anche rinvenuta la borsetta di Mirela.
Su Andrei, si erano concentrate subito le attenzioni degli inquirenti. Secondo il comandante provinciale dei Carabinieri di Verona, Pietro Oresta, Filip non ha mai dato il minimo segno di pentimento, mostrando una freddezza che lascia davvero scossi. Durante il lungo interrogatorio in caserma, le uniche sue richieste sono state una sigaretta e la possibilità di andare in bagno
. Nessuna parola di ravvedimento
ha aggiunto Oresta in un episodio di particolare e straordinaria gravità, soprattutto per la modalità e per i dettagli del duplice delitto, raccontanti da Andrei stesso
.
L' ufficiale dell' Arma aggiunse ulteriori particolari alla vicenda Nell' ammettere le proprie responsabilità, Filip è stato lucido e freddo, in maniera abbastanza sconcertante. Sembrava quasi che narrasse un fatto compiuto da altri, come se avesse visto un film. Dopo aver tentato di modificare il quadro della sua ricostruzione, ha iniziato a raccontare cose non credibili, mostrando evidenti segni di nervosismo. Prima di andare in Romania, e dopo aver gettato nel fiume le borse con i cadaveri, ha preso la borsetta della madre e l'ha dispersa nell' Adige per cercare di depistare le indagini e far credere che la donna si fosse suicidata
.
Ma i colpi di scena in questa terribile vicenda non finiscono qui: durante le indagini, emerse che la sera del 13 febbraio, nella casa del delitto, era presente anche la fidanzata 17enne di Andrei, arrivata in Italia per seguire il fidanzato, nel gennaio 2016. Lei stessa, successivamente, ammise di aver aiutato il ragazzo a sbarazzarsi dei corpi.
Queste le sue dichiarazioni rilasciate all' emittente privata Observator Tv
: "Ho aiutato Andrei a trasportare i cadaveri, perchè mi ha detto che se non lo avessi fatto avrebbe ucciso anche me. Allora,
ho seguito i suoi ordini perchè avevo paura. La ragazza ricostruì lucidamente la sequenza del duplice delitto
Si è avventato sulla madre nel tentativo di strangolarla ma non essendoci riuscito, le ha tagliato la gola con un coltello, fino quasi a decapitarla. Dopo averla uccisa, è sceso sotto dalla sorella, poi sono senza parole anch' io perchè non volevo che le facesse del male. Ma dopo ha strozzato Larisa, quindi è andato in cucina e ha preso un grosso coltello per fare a pezzi i corpi".
La minorenne, rivelò inoltre quello che potrebbe essere il movente Litigavano spesso perchè non piacevo a sua madre, non voleva che rimanessi a casa sua e voleva mandarmi via. E poi litigavano anche per problemi economici
.
Infine, il macabro racconto del trasporto dei cadaveri All' inizio abbiamo portato le gambe, poi Andrei ha messo la mamma in una grande borsa con le ruote e dopo abbiamo portato la sorellastra. Lo straccio che ha usato per pulire il sangue, l'ha in seguito bruciato nel garage
.
II.
Un delitto efferato, soprattutto nei casi in cui il livello di crudeltà risulta particolarmente elevato, è capace di generare, in ognuno di noi, orrore e sgomento.
Ma quando l' autore di tale crimine ha il volto e le sembianze di un adolescente, il senso di incredulità non lascia spazio ad altri sentimenti.
Non immagino cosa possano aver provato i genitori di Eric Smith, 13 anni, nello scoprire quello che il figlio era stato in grado di fare.
Eric, nacque nella Contea di Steuben, negli Stati Uniti, il 22 gennaio 1980. La sua, non fu un'infanzia semplice: l' aspetto fisico, quasi da cartone animato
, lo rese ben presto, facile preda delle prese in giro e delle angherie dei compagni di scuola. Orecchie a sventola, lentiggini, capelli rossi, occhiali enormi e un corpo gracile; erano questi i motivi scatenanti le continue cattiverie dei coetanei, che distrussero, lentamente, giorno dopo giorno, la fragile psiche del giovane.
Eric si isolò dal resto del mondo, iniziò a compiere gesti estremi come, ad esempio, uccidere senza motivo, con l' ausilio di un tubo di gomma, il gatto dei vicini. Questi furono i chiari sintomi, di una rabbia celata che stava per esplodere...
Il 2 agosto 1993, il giovane uscì di casa con la sua bici, diretto in un centro estivo situato in un parco nella sua cittadina. Durante il tragitto, incrociò il piccolo Derrick Robbie, di appena 4 anni, anch' egli diretto nello stesso posto: la sua abitazione era poco distante dal parco, per questo sua madre decise di lasciarlo andare solo nonostante la giovanissima età.
Eric vide il bambino e, con una scusa, lo attirò in un punto appartato. Giunti lì, iniziò a strangolarlo finchè Derrick perse i sensi. A quel punto, il 13enne lo colpì ripetutamente con delle pietre, fino ad ucciderlo: una vera e propria lapidazione.
Non contento, denudò il bimbo e con un ramo d' albero, ne abusò sessualmente (durante il processo, dirà di aver compiuto una simile gesto per constatarne l' effettiva morte).
Il corpo nudo di della vittima, fu ritrovato solo alcune ore dopo con a fianco le sue scarpette e il cestino della merenda svuotato del suo contenuto.
Smith venne interrogato come tutte le persone presenti nel parco: affermò di non conoscere Derrick, di non averlo mai visto, ma la sua versione non convinse pienamente gli investigatori.
Nel parlare, mostrava segni di nervosismo, come se sapesse qualcosa ma non avesse il coraggio di raccontarlo. Però, in fin dei conti, chi potrebbe sospettare che dietro quell' orribile delitto, ci sia la mano di un adolescente dall' aspetto tanto buffo ed innocuo?
Due giorni dopo il funerale del piccolo, l' intera comunità, già sconvolta dall' atroce accaduto, venne nuovamente straziata da un' inaspettata novità: Eric Smith, 13 anni, confessò di essere lui, il sadico killer di Derrick Robbie.
Il processo, durante il quale tramite una perizia psichiatrica si scoprì che il ragazzo era affetto da un disturbo esplosivo intermittente, si concluse con la condanna all' ergastolo.
Nonostante abbia più volte avanzato varie richieste di rilascio in libertà vigilata, gli sono sempre state negate e si trova tutt' ora in carcere.
Durante la sua permanenza in cella, Eric ebbe tempo di riflettere e scrivere una lettera alla famiglia della vittima.
Queste le sue parole: So bene che le mie azioni hanno causato una terribile perdita nella famiglia Robbie, e sono molto dispiaciuto per questo. Ho tentato di pensare, per quanto mi è possibile, a ciò che Derrick non farà mai: il suo sedicesimo compleanno, Natale, in ogni modo, avere una casa, diplomarsi, andare al college, sposarsi, avere il suo primo bambino. Se potessi tornare indietro, cambierei il posto con Derrick e sopporterei tutto il dolore che gli ho causato. Voglio dire che se questo potesse farlo continuare a vivere, invertirei le parti, ma non posso
.
Nel 2001, Eric Smith venne trasferito in un carcere di massima sicurezza, il Collins Correctional Facility, nella Contea di Erie (Stato di New York).
APPROFONDIMENTO: Il Disturbo Esplosivo Intermittente è un disturbo del comportamento caratterizzato da espressioni estreme di rabbia, sproporzionate rispetto alla situazione.
L'aggressione impulsiva non è premeditata ed è definita da una reazione esagerata a qualsiasi provocazione, reale o percepita.
Alcuni individui, riportano cambiamenti affettivi prima di un' esplosione (ad esempio tensione, cambiamento di umore). I soggetti a cui tale disturbo viene diagnosticato, riferiscono che le loro esplosioni sono brevi e con una varietà di sintomi corporei (sudorazione, balbuzie, senso di oppressione al torace, spasmi, palpitazioni).
Atti aggressivi sono frequentemente accompagnati da una sensazione di sollievo e, in alcuni casi, di piacere, raramente, di rimorso.
III.
Albert Fish è stato uno dei più efferati e crudeli serial killer della storia. Pedofilo, cannibale, masochista e necrofilo era anche conosciuto come l' Uomo Grigio
, il Lupo Mannaro di Wysteria
, il Vampiro di Brooklyn
e il Maniaco della Luna
.
Fu attivo dal 1924 al 1932, anni in cui commise i suoi terribili delitti, anche se, probabilmente, iniziò ad uccidere molto prima.
Torturava, stuprava e mangiava parti del corpo di bambini, per non parlare delle altre, innumerevoli, perversioni sessuali di cui