Fior di Loto
Di Rosa Parrish
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Anteprima del libro
Fior di Loto - Rosa Parrish
loto
Rosa Parrish
Fior di Loto
Titolo | Fior di Loto
Autore | Rosa Parrish
ISBN | 978-88-31678-97-1
Prima edizione digitale: 2020
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Mariò viveva in un mondo dove il tutto non le era congeniale, l’ambiente di nascita la costringeva in un vivere falsato, divenendo così marionetta del sistema. Consapevole, ma non abbastanza per innescare un’inversione. Pur sentendosi tanto fior di loto, la sua era una consapevole discesa che gli creava per contro, stati d’animo lesivi, forti malesseri, dualismi emotivi, una trappola per la mente e il fisico, quasi voluta ma non desiderata.
Situazione decisamente fangosa, l’intero ambiente lo era, così attaccato a desideri carnali, privo di stimoli e il tempo lavorava di contro, rendendo il tutto normale e Mariò ne era un tassello integrante.
«Ehi, Fior di loto? Non senti il desiderio di venirne fuori, di emergere a luce pura elevandoti?»
L’ adolescenza dal corpicino abbozzato di piccola bimba, con i suoi sogni, desideri, aspettative… prende il posto di una figura alta, snella, di rara bellezza, senza più aspettative, desideri e albe speranzose all’orizzonte. Nulla… una bellezza assente, vuota. Tutti i desideri si son diramati come le nuvole in cielo aperto.
Comunque, dai…. è una ragazza come tante, almeno così appare!
Simpatica quanto basta, parla quanto basta, bugiarda quanto basta, disponibile, tutto quanto basta, una ragazza normale.
Alla sua famiglia non ha mai recato alcun danno, con la società in pace apparente.
«E con le amiche com’è?»
È talmente abile che trasforma nel proprio Io, ogni rabbia provocata in uno speciale umorismo, non si sbilancia mai.
«Devo dire che sei davvero piccola, grande fior di loto, se fossi un regista ti scritturerei per una parte!»
Ha una maschera per ogni evenienza in pendant con un lucido scudo di protettiva ipocrisia.
«Ma fai tutto questo per non subire danni dagli altri? Guarda che a entrare di continuo in un personaggio sei divenuta tu il personaggio falso per eccellenza. Del resto siamo tutti attori di un unico palcoscenico, con differenze più o meno sostanziali.»
Triste a dirsi ha avuto un’eccellente maestra: sua madre. Donna di poca sapienza, sottomessa, attenta a non turbare mai nessuno, misurata nelle parole dette, di un’altra generazione.
Tornando a Mariò, suona al suo campanello un’amica di vecchia data, una visita inattesa, dal corpo tutt’ altro che esile, traboccante in centimetri fuori misura, visibili da ogni angolazione.
Indossa una maglia acquistata da poco che la rende tremendamente felice, al
punto di voler condividere tale gioia con Mariò.
«Ma dico non ti sei vista allo specchio? E la commessa dov’era? Poteva pur consigliarti altro!»
Tralasciando ulteriori spiacevoli commenti, Mariò all’apertura dell’uscio se la trova dinanzi e senza batter ciglio le regala complimenti a più non posso.
Se avesse usato un atteggiamento veritiero avrebbe detto il vero: «Cara amica staresti decisamente meglio con maglie meno appariscenti e che ti scivolino addosso in maniera più morbida, accarezzandoti il corpo».
Ma no! In Mariò c’è l’accondiscendenza, l’impersonale, soggetto senza carattere.
Altra situazione: stessa Mariò, stesso atteggiamento, parole diverse, ma stessa identica sostanza.
Ospite a pranzo a casa della madre di un’amica, avrebbe avuto modo di tirar fuori un minimo di carattere… si ritrova di fronte a un pranzo preparato tanto per fare, senza alcuna conoscenza culinaria né passione.
Mariò ingoia bocconi a dir poco stucchevoli, ma lei nulla… silenzio totale, non si può mica offendere chi ha passato ore sui fornelli? Non poteva no, non
poteva essere sincera, né tantomeno con dire rispettoso: «Sei molto cara per l’invito, il tempo che hai messo per preparare tutto, ma non è riuscito.» Si sarebbe risolto con una pizza accompagnata da due risate per sdrammatizzare, ma no! Molto più semplice ingoiare il rospone e avere in men che non si dica un megagalattico mal di stomaco, così tutti felici e contenti…. tranne te.
Gli amici passano cara fior di loto e non fai più caso a tali sciocchezze, vero? Sono quisquiglie, del resto se la vera Mariò (nascosta da qualche parte) venisse
fuori, creerebbe turbamento, muoverebbe un polverone di chiacchiericcio, no troppe parole, il paese è piccolo e tutti l’additerebbero. Turberebbe le menti di tutti coloro che la conoscono.
No non si fa, assolutamente no.
Sorella, parenti, amici… si accorgerebbero delle differenze, no troppo parlare.
Fior di loto ma forse hai timore? Vorresti, ma non sei abbastanza forte?
Forse troppa fatica per spiegare, per destabilizzare uno status fangoso e getti la spugna ancor prima di iniziare. Saresti presa per anormale.
In famiglia spesso nascono senza volere screzi provocati dall’incomprensione, mancanza di dialogo, individualismo e chi più ne ha ne metta in calderone, ma tu hai l’antidoto… l’accettazione, il silenzio.
Le sinapsi di Mariò a quanto pare sono tutte sconnesse, in simultanea assenti.
«Scusa potresti osservare tua sorella minore?»
Guardala, ascoltala!!, le sue parole sono musica per le orecchie, linfa vitale, ossigeno rigenerante. Trabocca entusiasmo, spirito di iniziativa, creatività, paladina di ciò che è veramente giusto.
È viva! Parte attiva di questo calderone, emergendone con i giusti ingredienti, è più piccola di età rispetto a te eppure sembra aver vissuto già due vite. Non accetta e dà nulla per scontato, pare una veloce farfalla ricca di raggianti colori, il cui tempo sembra ultimarsi da un momento all’altro, quindi creatività a go-go, vitalità allo stato puro.
Ascoltala, Fior di loto, potrebbe catturarti piacevolmente con la sua positiva energia, posarsi su di te con un delicato batter d’ali.
La guardi e poi? Pare non ti stimoli più di tanto.
Le persone di spessore amano stringere relazione con lei. È affidabile, sincera, sì sincera e schietta, al punto che alcuni la temono per il suo parlare diretto.
Non è pungente, solo diretta di fronte alle situazioni di vita, tutto qui.
Mariò so già la tua risposta: «Alle persone non piace la verità, specie se detta in faccia.»
Verissimo! Ma il suo dire è vero, mai offensivo. Dai, prova a prenderne spunto e caratterizzati, te lo suggerisco; poi fai un po' come ti pare! Hai visto Sara (sua sorella) si è costruita un mondo tutto suo: senza paure, insicurezze, vola libera in armonia con il tutto senza alcuna forzatura, falsatura o pregiudizio alcuno.
Quanto tempo passate insieme? Tu ammiri Sara e vorresti dirglielo, ma ti tieni tutto dentro e lei questo lo sa e in tale consapevolezza e presa di posizione… il tempo scorre lasciandoti lì in uno stato di abbandono voluto. Secondo me, trapela in te una vena di sottile invidia: che sentimento piccolo, ma continui a non ascoltare, a non ascoltarti e il tempo scorre.
«Ah ecco! Adesso ho capito tale ed enorme differenza e discordanza caratteriale, comportamentale e chi più ne ha ne metta!»
L’ambiente, quello che sentiamo, gli odori, quello che vediamo, quello che mangiamo, tutto parla di noi, del nostro essere. Mi spiego, adesso tale netta differenza fra te, Fior di loto, e Sara, tua sorella.
Tale forza l’ha acquisita da un sistema differente al tuo, è vissuta in un habitat che l’ha nutrita di stimoli.
Potevi pur dirmelo che da piccolissima visse fuori dalle tue stesse pareti domestiche. Sì, all’età di tre anni circa, tua mamma diede in adozione a tua zia la piccola Sara; lei non poteva avere bimbi e in sereno accordo fra le parti, fecero tale patto fraterno. Non pensare che tua madre se ne disfò, soffrì molto! Fece tale immenso dono d’amore per completare come donna la figura di tua zia, che voleva a tutti i costi un figlio. E per assicurare inoltre un futuro più roseo alla piccola Sara, essendo tua zia in una posizione di agiatezza economica. Così la piccola Sara, adesso donna matura e in carriera, si ritrova due famiglie che l’amano entrambe con tutto il loro cuore, scambiandosi a seconda delle feste i ruoli, davvero una bella storia!
Firenze, è qui che vive Sara, non è certo il paesino di campagna del sud Italia: gli standard relazionali e culturali sono differenti, poi con il lavoro che svolge viaggia molto all’estero, ha in mano la guida della sua vita. Scende spessissimo dalla sua mamma biologica se così vogliamo identificarla, ama questa