Pronto soccorso cinematografico per cuori infranti: 70 film per scoprire quanto il cinema faccia bene, anche all'amore
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Recensioni su Pronto soccorso cinematografico per cuori infranti
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Anteprima del libro
Pronto soccorso cinematografico per cuori infranti - Manlio Castagna
Castagna
LA SEPARAZIONE
Introduzione
"Ogni separazione ci fa pregustare la morte;
ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione".
— ARTHUR SCHOPENHAUER
Le storie d'amore finiscono. E da qui cominciano i guai. Attenzione, non mi sto riferendo alla morbida separazione consensuale in cui un rapporto va alla deriva, senza isterismi, senza urla e proclami di suicidio. Una fine asciutta. Senza lacrime e spargimenti di sangue (!).
Quando parlo di un amore che finisce, mi riferisco al boato terribile che produce l'essere lasciati. Come se un boeing 777 finisse contro le torri gemelle della nostra anima. Per quanto ci sia stato un preannuncio, una minaccia, un presentimento, quello che succede ha comunque la forza devastante di un impatto improvviso e le dimensioni di una catastrofe da cui non si torna indietro.
Quello che resta dopo uno schianto simile è un cumulo di macerie. Sono le rovine del nostro amor proprio, della nostra vitalità, della nostra fiducia negli altri, della nostra capacità di gioire. In poche parole, quelle che restano sono le rovine della nostra felicità. E noi siamo sotto, sepolti vivi.
Lui ci lascia, lei ci lascia. Quel viaggio chiamato amore si interrompe bruscamente. Le nostre strade si biforcano. Il partner lasciato resta indietro. Impietrito su quella via che si stava percorrendo insieme – quante volte sentiamo dire da chi sta soffrendo per amore: non riesco più ad andare avanti
? – come colpito da un fulmine improvviso (non esiste solo quello che dà l'amore, le saette possono anche ucciderlo, un amore).
Il primo aggettivo che quasi sempre leggi accanto a chi resta sotto le macerie di un amore finito è distrutto/a
. Una casa crollata, appunto. Anche la biochimica congiura contro di noi: i valori di feniletilamina – la cosiddetta molecola dell'amore
, quella che quando ci innamoriamo ci fa perdere l'appetito, ci dà una carica da droga eccitante, ci fa sentire come una mandria al galoppo – scendono nel sottoscala; le endor-fine – le sostanze responsabili dell'appagamento del rapporto amoroso a lungo termine, quelle che ci fanno sentire rilassati e comodi dentro un rapporto che funziona – spariscono come stelle mangiate da nuvole invisibili. Il loro prosciugamento nel nostro cervello apre la porta al mal d'amore: senso di angoscia, di perdita, di frustrazione, di apatia, di svuotamento.
Ecco, svuotamento: come se l'emorragia di quelle sostanze complici dell'amore avesse dissanguato la nostra voglia di vivere.
Qui ci vuole un po’ di cinema. La cura per alleviare i dolori può venire dai film, se scegli bene e impari a guardarli dal verso giusto. Mettetevi comodi. Si parte.
E se volessi dimenticarlo?
Chiunque abbia mai amato porta una cicatrice
.
— ALFRED DE MUSSET
Gli amori finiti ci disarmano. Ci denudano e ci rendono inermi. Una strategia per ritrovare la propria corazza e la propria forza
è staccarsi da quella persona che ci ha lasciati, facendo del nostro amore carta straccia. Dimenticarlo
, qualcuno direbbe.
A essere onesti, nessuno si dissolve completamente dalla nostra memoria, in special modo se quel qualcuno ha scritto con noi pagine importanti della nostra storia personale.
Quello che si può fare è svuotarlo di tutto il senso emotivo di cui è impregnato. Farlo diventare trasparente e irreale come uno spettro innocuo. Distante come un incendio che, visto da lontano, è poco più che un falò con cui non ci si può bruciare. Facile a dirlo, ma come si fa?
Un film in soccorso:
UN BACIO ROMANTICO
del regista Wong Kar-wai
Con Norah Jones, Jude Law, Natalie Portman e Rachel Weisz. Elizabeth, una ragazza newyorkese sulla soglia dei 30 anni, rompe dolorosamente con il suo fidanzato. Uno di quegli uomini che non hanno nemmeno la decenza di lasciarti guardandoti negli occhi, ma si affidano a un telefono e alla sparizione dalla tua vita. Elizabeth parte da un bar, gestito dall'affascinante Jeremy (anche lui vittima dei colpi mortali della delusione amorosa), per cominciare un viaggio attraverso l'America, che la porterà lontana dalla sua vita, dalla sua città e da quella separazione che l'ha lacerata.
Solo dopo 300 giorni di pausa – liberarsi di un amore fallito ha bisogno di mesi di elaborazione, non dimentichiamolo mai – dopo il confronto con solitudini più abissali della sua e dopo aver guardato con occhi sbarrati il fondo dell'infelicità umana, ritornerà sui suoi passi, libera dal dolore e pronta a ricominciare davvero.
UN BACIO ROMANTICO
Regia: Wong Kar-wai
Cast: Norah Jones, Jude Law, Dvid Strathairn, Natalie Portman, Rachel Weisz
Titolo Originale: My Blueberry Nights
Anno: 2007.
Produzione: Francia, Cina, Hong Kong
Durata: 111’
Note: Film d'apertura al 60° Festival di Cannes (2007)
UN BACIO ROMANTICO è un film che aiuta davvero se si è disposti a lasciarsi andare all'effetto ipnotico del suo racconto, fatto di suoni e di movimenti al ralenti, di calore bruciante e di brividi sotto pelle.
Il viaggio non è mettere semplice distanza fisica da colui che vogliamo dimenticare. Inteso così sarebbe inutile. Il dolore ci segue, perché ha piantato le sue tende in fondo al nostro petto. È un compagno di viaggio scomodo e petulante. Infido. Andare via deve essere, invece, un modo per avvicinarsi a se stessi. Al nuovo se stesso
. Il tragitto di Elizabeth ha come punto di arrivo il cambiamento, appunto. E non a caso Jeremy, il suo amico del bar, quando lei ritorna a New York dice: O lei è diversa, oppure noi siamo cambiati...
.
La cura che ti propongo con questo film è efficace e duratura. A prova di ricadute. Perché se da questa storia riesci a estrarre il succo e a sposare il percorso di Elizabeth vedrai che la sofferenza d'amore diverrà per te un'occasione.
E qual è il succo? Taglia con quello che eri. Non farti fregare dal passato. Guarda avanti. Mettiti in movimento. Rischia il rinnovamento. Alla fine della strada potrai trovare il tuo sacrosanto, dolcissimo, meritato bacio al mirtillo
(chi vedrà il film capirà cosa intendo).
Posologia
premuto, ma che talvolta facciamo scorrere le immagini davanti ai nostri occhi senza fermarci a considerare quello che stiamo vedendo, senza abbandonarci alla visione tagliando tutto il mondo fuori). Spegni il cellulare. Spegni le luci e piazza i tuoi occhi all'altezza di quelli di Elizabeth.
Principio attivo
Elizabeth entra nel bar di Jeremy e finisce per gustare la sua deliziosa torta di mirtilli, che però nessuno vuole. Non c'è niente che non va nella crostata di mirtilli, è solo che la gente sceglie altro. Non puoi dire che la colpa è della torta, è solo che nessuno la vuole
. Una metafora di come deve sentirsi una persona dopo essere stata lasciata. Sola, non scelta, abbandonata.
Prendi il tuo momento. Prepara la tua crostata ai mirtilli
. Metti dentro tutto l'amore che hai. Guarda nascere la tua torta. E assapora una bella fetta. L'odore ondivago che riempie la casa, il sapore pieno e morbido, la consistenza fragrante del dolce fatto da te: sarà questo il momento giusto per prendere una decisione. Per partire per il tuo viaggio in cui ritrovare i pezzi sparpagliati del tuo cuore infranto.
Avvertenze e precauzioni d'uso
Questo film è da sconsigliare a chi:
• può essere considerato uno spettatore indifferente: cioè colui/colei che vuole dal film solo evasione e non riesce a entrare nella sua atmosfera
E se volessi cancellarlo dalla mia vita?
Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo
.
— ISABEL ALLENDE
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha sognato di poter cancellare dalla sua mente, definitivamente, tutti i ricordi di una storia d'amore finita male. Ok, ora potete abbassarle tutte!
La nostalgia è una pesantissima ancora gettata sul fondo del mare del tempo. Non ci fa muovere dal passato. Ci stringe alle memorie e al ricordo doloroso per ciò che non c'è più – il dolore sta proprio nell'impossibilità di vivere ciò che era e ormai è alla deriva dal presente.
SE MI LASCI TI CANCELLO
di Michel Gondry
(andrebbero denunciati per oltraggio al buon gusto coloro che hanno scelto questo titolo demenziale nella traduzione italiana per un film invece complesso e magnifico) è la pellicola che fa per voi.
Joel – interpretato da Jim Carrey – è un uomo docile e sensibile che ha vissuto una storia d'amore intensa con Clementine (la perfetta Kate Winslet). Purtroppo le storie d'amore hanno la cattiva abitudine di finire. Non sempre, ma troppo spesso. E nel peggiore dei modi, cioè soffocate da litigi continui e recriminazioni reciproche.
Il peggio che capita a questi due non è che si lasciano, che già sarebbe grave di per sé. Joel scopre infatti che Clementine ha fatto ricorso a un'azienda (Lacuna INC.) per estirpare dalla sua memoria tutto ciò che ha a che fare con lui. Urge vendetta. Così anche lo straziato Joel, che ancora ama la sua ex, decide di ricorrere allo stesso bizzarro dispositivo inventato da uno scienziato geniale. Ma qualcosa va storto. E la mente dell'uomo si ribella al processo di formattazione dei ricordi. Il suo cervello non vuole dimenticare Clementine.
SE MI LASCI TI CANCELLO
Regia: Michel Gondry
Cast: Jim Carrey, Kate Winslet, Elijah Wood, Mark Ruffalo, Kirsten Dunst
Titolo originale: Eternal Sunshine of the Spotless Mind
Anno: 2004
Produzione: USA
Durata: 108’
Note: Oscar 2005 per La migliore sceneggiatura originale (Charlie Kaufman, Michel Gondry, Pierre Bismuth)
Noi siamo la nostra memoria. Ovvero, detto con Platone: Conoscere è ricordare
. Cancellare dalla nostra mente i ricordi di chi ci ha lasciato non servirebbe a nulla, se non forse ad alleviare temporaneamente dolori che ci sembrano insopportabili.
Quello che il film ci aiuta a capire, e da qui il suo potere altamente terapeutico, è che, per quanto struggenti e laceranti siano le nostre memorie sentimentali, non possiamo rinunciarvi, perché rappresentano il bagaglio prezioso della nostra identità. Perché dentro il fango della sofferenza ci sono le pietre preziose dell'esperienza, necessarie a costruire il nostro futuro e ad affrontare con maturità le stagioni del nostro essere adulti.
Alla fine della storia Joel e Clementine capiscono proprio questo: che una relazione di coppia è un percorso che non ammette scorciatoie.
C'è un verso di una poesia di Dylan Thomas che fa al caso nostro: Anche se gli amanti si perdono, l'amore non si perderà
. Vivere i propri ricordi significa non perdere l'amore, quell'amore inteso come sentimento che lega gli individui e che li rende unici. Significa fare a pezzi il racconto stesso della nostra esistenza.
Quando un amore finisce e lei/lui ci ha fatto soffrire affidiamoci solo al Tempo, capace di depurare tutte le tracce dei gesti, degli sguardi, delle azioni, dei colori e dei sapori dalla componente dolorosa e da quella patina di nostalgia. A restare sarà l'amore, la memoria pura, e quel catalogo di situazioni che a sfogliarlo ci fa rendere conto di essere vivi.
SE MI LASCI TI CANCELLO è terapeutico anche in un altro senso. Perché guardarlo ci fa sentire subito meglio. Perché ci dà una speranza autentica. Perché ci fa credere ancora alla poesia dei rapporti amorosi. Perché ci insegna a sopportare (e anzi a custodire) quell'intricato e brulicante mondo sotterraneo che è la memoria dell'amore finito.
Posologia
SE MI LASCI TI CANCELLO va assunto con regolarità. Anche una volta ogni sei mesi. È uno di quei medicamenti portentosi, uno di quei film vitaminici che più si guardano e più effetto fanno, perché ne scopri benefici diversi a ogni visione. Perché è tutto così complesso, mentale, irreale, ricco di immagini e di invenzioni da diventare puro spettacolo per gli occhi e per il cuore. E alla fine semplicemente vero.
Principio attivo
Torna spesso in questo film il protagonista che ascolta delle audiocassette (lo so è qualcosa che appartiene a un passato che sembra distante secoli, quando la musica era ancora contenuta in queste forme così ingombranti) sulle quali c'è registrata la sua voce o quella di Clementine. Una volta in particolare, nel finale, Joel seduto in terra, disperato, sente se stesso fare un ritratto lucido, impietoso di Clementine. Parla dei suoi difetti, ma anche dei suoi innegabili pregi che hanno fatto sì che lui si innamorasse di lei.
Prova anche tu a fare lo stesso. Sarà forse doloroso, sarà strano, ma prova a farlo. Registrati. Fai un ritratto della persona da cui ti sei separato/a. Metti dentro tutta la verità. Parla di cosa ti piace e cosa non ti piace di lei. Non trattenerti. Piangi se ne hai voglia mentre la ricordi. Non deve ascoltare nessun altro all'infuori di te. È un modo efficacissimo per dare all'altro la giusta dimensione, perché troppo spesso proprio nel momento in cui perdiamo una persona comincia quel lavoro bizzarro della nostra mente che ci porta a esaltarla o a idealizzarla. Nei momenti più cupi ascolta quello che hai registrato, ti aiuterà.
Avvertenze e precauzioni d'uso
Questo film è da sconsigliare a chi:
• ha perso ogni incanto nei confronti dell'amore
• cerca la linearità nei film e non è disposto a lasciarsi andare alla componente surreale, alla fantasia e alla immaginazione
E se il suo amore per me
fosse stato solo un'illusione?
L'amore che poté morire non era amore
.
— BERTHOLD AUERBACH
Un amore che naufraga porta chi è stato lasciato alla domanda più terribile di tutte: "Mi ha mai veramente amato?".
È inutile chiederlo ai petali delle margherite. E ancora più inutile provare a domandarlo a se stessi. La risposta arriva solo in due casi:
• è il vostro ex a darvela. E questo implica una dose molto forte di coraggio, di onestà e di spregiudicatezza in lui/lei.
• ci arrivate seguendo gli indizi. Allestendo un'indagine fatta in casa alla ricerca di tutti i segni, le tracce, i piccoli o grandi gesti che hanno composto la vostra storia in due.
E se scoprissi che non ti ha mai veramente amato? La prima reazione è il disgusto. Cominci a considerare il tuo ex un impostore, una persona che ha divorato il tuo tempo e i tuoi sentimenti. Improvvisamente hai di fronte un estraneo. E della peggior specie.
La seconda reazione, che si muove con più lentezza perché agisce in profondità e quando emerge cancella tutto il resto, è la rabbia verso se stessi. Come ho fatto a non accorgermene?
. "Come ho potuto essere così stupido (o cieco, o idiota, o... – riempire a piacere)". In tutti i casi, scoprire di aver investito sul titolo emotivo sbagliato, nel gioco (serissimo) della borsa dei sentimenti è fonte di frustrazione e spesso di depressione. Una prova? Ecco un film perfetto in questo senso.
500 GIORNI INSIEME
di Marc Webb
Una delle più belle commedie romantiche degli ultimi anni è una storia di NON amore.
È il racconto dei 500 giorni (lordi) di relazione tra il tenero Tom e la magnetica Sole. 500 giorni fatti di momenti felici e della deriva della separazione. Sole è il ribaltamento dello stereotipo femminile tutto amore e impegno nella coppia. Lei non vuole legami, lei decide, lei non si fa stringere dai condizionamenti. Il prototipo della donna contemporanea che riempie di senso la parola emancipazione
. E Tom invece è quello che piange davanti a un bel film strappalacrime. È quello che vorrebbe trascorrere tutta la vita con questa ragazza. È quello che resta diroccato quando lei lo lascia e se ne va via.
500 GIORNI INSIEME
Regia: Marc Webb
Cast: Zooey Deschanel, Joseph Gordon-Levitt, Clark Gregg, Minka Kelly, Matthew Gray Gubler.
Titolo originale: (500) Days of Summer.
Anno: 2009.
Produzione: USA
Durata: 96’
Note: Film d'apertura del 62° Festival di Locarno (2009) Candidato al Golden Globe 2010 per il miglior film e il migliore attore protagonista (Joseph Gordon-Levitt)
Questo film va bene per lei e per lui. È un toccasana nei momenti di disperazione perché ha la leggerezza di una brezza estiva e la capacità di approfondimento di un saggio sulla coppia contemporanea.
C'è dentro tutto quello che avrete vissuto nel momento dell'innamoramento. C'è tutta la feniletilamina e l'adrenalina dei primi incontri amorosi: la liquida bellezza del primo bacio, l'euforia spacca-mondo del primo amplesso, il suono unico e irripetibile dei rispettivi mondi intimi che si sfiorano, le lunghe chiacchierate in cui si scoprono le paure e i desideri più profondi, l'alchimia miracolosa dei punti
che diventano comuni (all'inizio sembra che tutto piaccia allo stesso modo ai due innamorati; per questo si parla di anima gemella
). Insomma in questo film è espressa straordinariamente bene la chimica perfetta dell'unione.
E nel gioco di rimandi nel tempo (i 500 giorni non sono mai scanditi in maniera lineare) ci sta, però, anche il ritratto impietoso della disperazione di Tom: il momento dell'abbandono, il provare a sanare