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La sposa fantasma (eLit): eLit
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E-book397 pagine5 ore

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Info su questo ebook

ISLAND OF BONES - Vol. 2. Vanessa Loren non crede ai fantasmi. È tornata a South Bimini per scoprire la verità sul macabro delitto che due anni prima le ha sconvolto la vita e liberarsi così da quell'ossessione. Il documentario che l'affascinante Sean O'Hara sta girando sull'isola sembra essere l'occasione perfetta, ma quando una visione spettrale guida Vanessa fino a un antico medaglione e poi a un forziere che contiene un raccapricciante tesoro entrambi iniziano a chiedersi se davvero esista una spiegazione razionale per tutto. E se l'attrazione che vibra tra loro sia soltanto il frutto di una reazione chimica o piuttosto il segno che esistono forze più potenti dell'uomo.



Island of bones:

L'isola delle ossa - vol. 1

La sposa fantasma - vol. 2

La casa dei misteri - vol. 3
LinguaItaliano
Data di uscita29 lug 2016
ISBN9788858957554
La sposa fantasma (eLit): eLit
Autore

Heather Graham

New York Times and USA Today bestselling author Heather Graham has written more than a hundred novels. She's a winner of the RWA's Lifetime Achievement Award, and the Thriller Writers' Silver Bullet. She is an active member of International Thriller Writers and Mystery Writers of America. For more information, check out her websites: TheOriginalHeatherGraham.com, eHeatherGraham.com, and HeatherGraham.tv. You can also find Heather on Facebook.

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    Anteprima del libro

    La sposa fantasma (eLit) - Heather Graham

    successivo.

    LINEA DEL TEMPO DI KEY WEST

    1513 – Sembra che il primo europeo a scoprire la Florida per conto della Spagna sia stato Ponce de León. I suoi marinai, osservando da lontano le isole più a sud, le Keys, hanno l'impressione che le radici di mangrovia ricordino delle anime sconvolte dalla sofferenza e per questo chiamano l'arcipelago Los Martires, I Martiri.

    1600 circa – Key West compare per la prima volta nelle carte geografiche e nelle mappe europee. I primi esploratori trovano per caso le ossa dei defunti delle tribù indigene e per questo l'isola viene chiamata Island of Bones o Cayo Hueso, Isola delle Ossa.

    Inizia l'età dell'oro della pirateria, dato che le navi che salpano dal Nuovo Mondo attraversano acque pericolose con enormi carichi di preziosi.

    1763 – Il Trattato di Parigi assegna la Florida e Key West alla Gran Bretagna e Cuba alla Spagna. Gli spagnoli e la popolazione indigena si vedono costretti ad abbandonare le isole e a trasferirsi all'Avana. Tuttavia, gli spagnoli sostengono che le Keys non facciano parte della Florida e che in realtà appartengano a L'Avana. Gli inglesi, invece, affermano che sono parte della Florida. In realtà, la disputa è solo una guerra di parole. Sulle isole, individui intrepidi vanno a pesca, abbattono alberi, cacciano tartarughe e sanno come evitare i pirati, con pochissimo controllo da parte delle autorità governative di qualunque paese.

    1783 – Il Trattato di Versailles pone fine alla Rivoluzione Americana e restituisce la Florida alla Spagna.

    1815 – La Spagna cede la proprietà dell'isola di Key West a un suddito leale, Juan Pablo Salas di St. Augustine, Florida.

    1819-1822 – La Florida viene ceduta agli Stati Uniti. Pablo Salas vende l'isola a John Simonton per duemila dollari. Simonton suddivide l'isola in quattro parti: tre vengono rivendute a tre uomini d'affari di nome Whitehead, Fleming e Greene. Cayo Hueso inizia a essere conosciuta come Key West.

    1822 – Simonton convince la Marina Statunitense a visitare il porto d'altura di Key West che aveva fatto da sfondo alla vivace attività di pirati, predoni di relitti e altri malviventi, mentre l'entroterra è ancora scarsamente sviluppato. Il porto avrebbe rappresentato per gli Stati Uniti un notevole vantaggio. Il tenente di Marina Matthew C. Perry, incaricato di valutare la situazione, stila un rapporto favorevole sul ruolo militare strategico della località, ma avverte il governo che la zona è piena di individui loschi, come i pirati.

    1823 – Il capitano David Porter viene nominato Commodoro della Squadra Anti-Pirateria delle Indie Occidentali. Dopo aver assunto il comando, si comporta in modo spietato mettendo addirittura l'isola sotto legge marziale. Anche se gli abitanti lo detestano, a partire dal 1823 il fenomeno della pirateria inizia a essere arginato.

    Gli Stati Uniti assumono il pieno controllo di Key West, che diviene parte della Florida, e danno inizio a una vera e propria colonizzazione anche se, come sempre, gli americani che portano avanti questo processo provengono da molte località diverse.

    1828 circa – Il recupero dei relitti di navi diventa un servizio importante a Key West e molti nell'isola partecipano a questa attività. Il volume di affari è talmente grande che nel giro di vent'anni l'isola diventa una delle aree con il reddito pro capite più alto degli Stati Uniti. Secondo alcuni, si tratta di una nuova pirateria che sostituisce quella tradizionale. In effetti, sebbene le attività di recupero e salvataggio siano legali e autorizzate, numerose navi vengono attirate verso un tragico destino da affaristi senza scrupoli.

    1845 – La Florida diventa uno stato americano. Inizia la costruzione di un forte per proteggere Key West.

    1846 – A Dry Tortugas inizia la costruzione di Fort Jefferson.

    1850 – Il forte sull'isola di Key West viene intitolato al presidente Zachary Taylor.

    La costruzione di nuovi fari pone fine ai giorni dei naufragi e del recupero relitti.

    1861 – Il 10 gennaio, la Florida si stacca dall'Unione. Il Forte Zachary Taylor rimane saldamente nelle mani degli Unionisti e svolge un ruolo primario nella strategia per sconfiggere la Marina Confederata e sorvegliare le navi contrabbandiere che forzano il blocco navale durante la guerra. La città di Key West viene divisa in due e rimane così per tutta la durata del conflitto. Viene iniziata la costruzione di due Torri Martello, la Torre Est e Ovest, con funzione di depositi di provviste; le paludi di acqua salata di Key West riforniscono entrambe le fazioni in guerra.

    1865 – La Guerra di Aggressione Nordista termina con la resa del generale Lee presso il tribunale di Appomattox. Anche l'attività di recupero delle navi contrabbandiere si conclude.

    1865 – Il dottor Samuel Mudd viene incarcerato a Fort Jefferson, Dry Tortugas, perché ritenuto colpevole di cospirazione per aver medicato John Booth, che si era rotto una gamba dopo avere assassinato il presidente Lincoln.

    Con la fine delle operazioni di salvataggio e della produzione di sale, l'industria del sigaro diventa un'attività fiorente. In seguito alla Guerra di Indipendenza Cubana, le Keys vengono invase da produttori di sigari, i quali, però, si spostano quasi subito a Ybor City. Un'altra attività importante per un certo periodo è la pesca delle spugne, ma presto anche i pescatori decidono di trasferirsi nelle acque di Tampa, sia perché le malattie si diffondono veloci tra i banchi di spugne dell'isola, sia perché la posizione geografica isolata non favorisce lo sviluppo del settore.

    1890 – Viene costruito l'edificio, poi denominato la piccola Casa Bianca, che serve da alloggio a un ufficiale della stazione navale. Il presidente Truman trascorrerà almeno 175 giorni in questa dimora, che sarà visitata anche da Eisenhower, Kennedy e molti altri esponenti politici.

    1898 – L'esplosione della corazzata Maine nel porto de L'Avana contribuisce all'aggravarsi del conflitto ispano-americano. La perdita della nave provoca una profonda commozione a Key West, da cui era salpata per L'Avana.

    1900 circa – Nasce Robert Eugene Otto. All'età di quattro anni riceve in regalo la bambola che lui stesso chiamerà Robert e, con essa, nasce anche la leggenda.

    1912 – Henry Flagler fa prolungare il ramo ferroviario della Overseas Railroad fino a Key West, creando un primo collegamento tra le isole e la terraferma.

    1917 – Il 6 aprile gli Stati Uniti votano a favore dell'intervento nella Prima Guerra Mondiale. A Key West viene mantenuto il presidio militare.

    1919 – La Prima Guerra Mondiale si conclude con il Trattato di Versailles.

    Anni '20 – Il Proibizionismo fornisce a Key West una nuova risorsa: il contrabbando di alcolici.

    1927 – A Key West viene fondata la compagnia aerea Pan American, che si occupa del trasporto dei passeggeri in arrivo e in partenza per L'Avana.

    Carl Tanzler, Conte von Cosel, arriva a Key West e viene assunto come radiologo al Marine Hospital, l'ospedale della Marina.

    1928 – Ernest Hemingway arriva a Key West. Si dice che abbia scritto Addio alle armi mentre aspettava di ricevere la sua nuova spider.

    1931 – Hemingway e la moglie Pauline ricevono in regalo la casa di Whitehead Street. Attualmente, esiste ancora una colonia di gatti a sei dita che discendono direttamente dalla sua gatta Snowball.Muore Elena Milagro de Hoyos.

    1933 – Il Conte von Cosel trafuga dal cimitero il cadavere di Elena.

    1935 – L'uragano del Labor Day distrugge la linea ferroviaria della Overseas Railroad e uccide centinaia di persone. La ferrovia non verrà mai ricostruita. La Grande Depressione colpisce anche Key West e l'isola, una volta la più ricca del paese, deve affrontare il dilagare della disoccupazione.

    1938 – Viene completata l'autostrada Overseas Highway U.S. 1 per collegare Key West e le isole Keys alla terraferma.

    1940 – Hemingway e Pauline divorziano e Key West perde il suo grande scrittore, che vi tornerà solo come turista.

    1940 – Si scopre che Tanzler tiene in casa il corpo di Elena. Migliaia di persone accorrono per vedere il cadavere esposto nei locali delle pompe funebri Dean Lopez.

    1941 – 7 dicembre: una data che vivrà nell'infamia. I giapponesi bombardano Pearl Harbor e gli Stati Uniti entrano in guerra.

    Tennessee Williams arriva a Key West per la prima volta.

    1945 – La Seconda Guerra Mondiale termina in Europa con l'armistizio del 14 agosto e negli Stati Uniti con la resa del Giappone, il 2 settembre.

    Key West tenta di ristabilire un sistema economico accettabile.

    1947 – Si dice che Tennessee Williams abbia scritto la prima stesura di Un tram chiamato desiderio mentre alloggiava all'hotel La Concha in Duval Street.

    1962 – Scoppia la crisi missilistica cubana. Il presidente John F. Kennedy ricorda agli Stati Uniti che Cuba dista solo 150 km.

    1979 – Viene celebrato il primo Fantasy Fest.

    1980 – Fidel Castro consente libero accesso al porto di Mariel e decine di migliaia di esuli cubani arrivano a Key West, fenomeno conosciuto come Mariel Boatlift.

    1982 – Nasce la Conch Republic, Repubblica della Conchiglia. Nel tentativo di controllare l'immigrazione illegale e il traffico di droga, gli Stati Uniti stabiliscono un blocco stradale a Florida City, all'estremità settentrionale della U.S.1. Il traffico viene bloccato per 17 miglia e, il 23 aprile, il sindaco di Key West, Dennis Wardlow, risponde proclamando la secessione dagli Stati Uniti. Dopodiché dichiara la guerra e subito dopo la resa e, infine, richiede aiuti dall'estero. Dato che gli Stati Uniti non hanno mai reagito a questi avvenimenti, la Conch Republic esiste ancora in base alle leggi internazionali. L'obiettivo della politica estera della Repubblica è stato così riassunto: Attenuare le tensioni internazionali tramite la pratica dello humor. Sebbene gli Stati Uniti non riconoscano ufficialmente la decisione, l'intervento ottiene l'effetto desiderato: il blocco stradale che paralizzava il traffico viene rimosso.

    1985 – Il cantautore Jimmy Buffett inaugura il suo primo ristorante Margaritaville a Key West.

    Il forte Zachary Taylor diviene Parco Statale della Florida, una splendida località per rievocazioni in costume, picnic e relax in spiaggia.

    Il cacciatore di tesori Mel Fisher riesce finalmente a trovare il relitto della Atocha.

    1999 – Si svolge il primo festival Pirates in Paradise.

    Dal 2000 a oggi – Key West è di per sé un paradiso sgargiante, chiassoso, intrigante, ricco di storia e di luoghi per praticare sport acquatici o attività di famiglia e pieno di locali equivoci. La Gibilterra dell'Ovest offre la possibilità di fare immersioni, scovare relitti e sperimentare quello spirito d'avventura che la rende una meta straordinaria per un giorno o per tutta la vita.

    Prologo

    South Bimini, settembre

    Un urlo raccapricciante squarciò la quiete come un tuono in una giornata senza nubi.

    Vanessa Loren sentì il sangue gelarsi nelle vene e una sensazione di paura mista a un presagio di pericolo imminente la pervase dalla testa ai piedi.

    Che suono spaventoso! Tutte le conversazioni si fermarono di colpo, chi era seduto balzò in piedi e la paura attraversò gli sguardi di tutti i presenti. Era il grido disperato, pieno di terrore sincero, che avevano inutilmente cercato di ottenere per tutto il giorno.

    Nel pomeriggio si era alzata una leggera e gradevole brezza oceanica, che aveva spirato per tutta la sera; sembrava quasi che Dio avesse dolcemente allungato una mano per dire addio agli ultimi sprazzi di caldo torrido della giornata, lasciando il posto a una temperatura sempre più mite man mano che il sole scendeva sotto l'orizzonte e dipingeva il cielo con incredibili sfumature di cremisi, magenta, malva e oro.

    La troupe cinematografica si era accampata all'estremità della rada foresta di pini, a pochi metri dal rilassante sciabordio dell'oceano. Le guide bahamiane, che li avevano accompagnati lavorando insieme a loro, erano state gentili, divertenti e molto professionali, ed era quasi impossibile trovare qualcosa che non andasse più che bene, soprattutto al calar della sera. In quel momento i colori più accesi digradavano nelle tinte pastello per poi svanire nel mare e formare con l'orizzonte una distesa senza fine in cui il cielo era un tutt'uno con l'oceano.

    Con il calare del buio, la troupe si era raccolta intorno a un falò che illuminava la notte con lingue di colore brillanti e delicate. L'isola di South Bimini era scarsamente popolata e, oltre a un piccolo ma rinomato ristorante di pescatori, c'era poco altro. Al contrario, l'isola di North Bimini era molto turistica e la nota King's Highway di Alice Town era piena di negozi, ristoranti e locali.

    La troupe aveva deciso di spingersi a sudovest, oltre South Bimini, per girare in una delle numerose isolette disabitate il cui nome aveva attirato l'attenzione di Jay.

    Haunt Island, l'isola maledetta.

    Tanto tempo prima in quel luogo c'era stato un massacro di pirati, poi, nel corso del tempo, realtà e leggenda si erano mischiate tra loro. Vanessa aveva utilizzato proprio quella storia per scrivere il copione del film horror a basso costo che stavano girando.

    Tristemente nota nel passato per quelle vicende, attualmente Haunt Island era un posto ricoperto di pini e sterpaglie, con un solo molo e una spiaggia molto vasta. Dato che da quelle parti il turismo era scarsissimo, il paesaggio era rimasto selvaggio e incontaminato, l'ideale per gli amanti della natura e del campeggio.

    Fino a qualche giorno prima il gruppo era molto più numeroso, ma ormai erano rimasti in dieci. C'erano Georgia Dare e Travis Glenn, gli attori che interpretavano gli unici due sopravvissuti del film; Jay Allen, il regista; Barry Melkie, il tecnico del suono; Zoe Cally, addetta al materiale di scena, costumista e truccatrice; Carlos Roca, tecnico delle luci; Bill Hinton e Jake Magnoli, due giovani assistenti di produzione, aiutanti dei tecnici luci e suono e tuttofare; la loro guida bahamiana, Lew Sanderson, e infine Vanessa, sceneggiatrice, aiuto operatore e assistente alle riprese subacquee.

    Le riprese erano praticamente giunte al termine. La ricostruzione della leggenda, una vera storia dell'orrore che prometteva di essere un campione di incassi a budget ridottissimo, era quasi completata. Quella sera si volevano rilassare ed erano usciti dalle tende per godersi lo champagne e fare due chiacchiere in allegria mentre il sole calava alle loro spalle e la brezza soffiava leggera.

    Poi quell'urlo, proprio il suono raggelante e terrificante che Georgia Dare non era mai riuscita a emettere durante le riprese.

    Fino a quel momento, Vanessa Loren aveva lavorato con passione a quel progetto, che era abbastanza semplice: un film horror a basso costo che, però, aveva una trama vera e propria. Oltre ad aver scritto il copione, aveva contribuito economicamente alla sua realizzazione, così come Jay. Ecco perché entrambi facevano di tutto per andare avanti a ogni costo. Ad esempio, poteva accadere che Vanessa riscrivesse in pochi minuti il copione a seconda delle esigenze degli attori o dell'ambiente circostante; altre volte, seguiva le riprese subacquee e faceva da secondo operatore in molte scene sulla terraferma.

    Jay, il regista, prevedeva di guadagnare un bel po' di soldi, sulla scia di successi come The Blair Witch Project e Paranormal Activity.

    Loro due si conoscevano da una vita e avevano frequentato entrambi la Scuola di Cinema alla New York University. Lui l'aveva contattata dopo che lei era tornata a Miami, dove aveva conseguito la laurea magistrale presso la University of Miami e aveva iniziato a lavorare. Aveva parlato a lungo di quanto sarebbe stato bello fare qualcosa insieme e trovare un investitore disposto a finanziare un film a basso costo ma molto valido.

    Per fortuna, lei aveva appena finito di scrivere il copione e girare uno spot pubblicitario di attrezzature subacquee per il quale l'avevano pagata bene. Era uno dei pochi progetti ai quali aveva lavorato che non fossero stati riscritti da una decina di persone prima di essere realizzati, ed era solo uno spot di sessanta secondi.

    Jay era d'accordo con lei sull'idea che, se avessero portato avanti quel film indipendente, l'avrebbero dovuto fare molto bene. D'altra parte erano anche in cerca del successo commerciale quindi, nonostante il copione fosse molto valido, comprendeva la tipica gamma di personaggi da film splatter adolescenziale: il bullo che conta le conquiste amorose facendo una tacca sul casco da football, il chitarrista rockettaro, l'eroe intrepido, la puttanella super popolare che ci prova con l'eroe e la brava ragazza-topo di biblioteca.

    Erano arrivati al punto in cui due personaggi erano già stati uccisi sull'oceano, altri due erano scomparsi dalla barca e gli ultimi due dovevano combattere contro i cattivi, cioè dei pirati morti-viventi che infestavano sia il mare che la terraferma, per cercare di sopravvivere finché non fossero arrivati gli aiuti su quella striscia di sabbia in mezzo all'Atlantico in cui si erano arenati.

    Poi quell'urlo.

    Vanessa era seduta accanto al fuoco e stava sorseggiando lo champagne mentre chiacchierava con Jay, Lew e Carlos. Avevano stappato la bottiglia da pochi minuti e si stavano rilassando un momento prima di cuocere la cena sul fuoco e sui fornelli da campo che avevano portato; lo champagne era quasi finito.

    E tutto a un tratto risuonò quell'urlo e lei, come gli altri, si immobilizzò all'istante. Si guardarono, avvolti dalla luce inquietante del fuoco nel mezzo della notte, poi balzarono in piedi e si precipitarono nella direzione da cui proveniva.

    Vanessa era in testa al gruppo quando sulla spiaggia comparve Georgia che correva a perdifiato verso di loro. La afferrò con forza, tentando di trattenerla per capire cosa fosse successo. «Georgia! Fermati, fermati!»

    Georgia Dare, una strepitosa ventunenne dai capelli biondi, la guardò con gli occhi spalancati all'inverosimile.

    «Georgia, sono io, Vanessa. Cos'è successo?»

    «Vanessa... Vanessa... Oh, Dio mio, oh, no, no!» Ricominciò a urlare, cercando di liberarsi dalla stretta.

    «Georgia!»

    Ormai erano usciti tutti dalle tende, dimenticando qualsiasi cosa stessero facendo fino a quel momento e avevano raggiunto la spiaggia.

    Gli altri si erano fermati a qualche passo di distanza; solo Jay si fece avanti. «Georgia, maledizione, che razza di scherzo è questo?» domandò. Una volta, quando erano ancora nelle isole Keys, l'attrice aveva tentato di convincerli che uno dei coltelli di scena era reale e che una donna della comunità di pensionati del campo caravan sul mare aveva provato ad accoltellarla.

    «Le ossa, i corpi... Sono vivi, non ci vogliono qui, ci uccideranno... sono furiosi... moriremo tutti!» farfugliò.

    «Accidenti, ne ho abbastanza» disse Jay con aria sprezzante, e se ne andò; così fecero quasi tutti.

    Vanessa, invece, rimase. Georgia era scossa da tremori violenti. E quell'urlo! Il solo ricordo di quel suono le gelava il sangue nelle vene.

    «Ci uccideranno tutti, è così» insistette la giovane. Il suo sguardo incontrò quello di Vanessa e, tutto a un tratto, fu come se avesse la forza di un lottatore di sumo: si liberò dalla presa e le afferrò le spalle. «Sono reali! Ci uccideranno, non capisci? Dobbiamo andarcene di qui! I loro corpi emergono dalla sabbia, io li ho visti... le braccia, le mani, i teschi... Li ho visti venire fuori dalla sabbia.»

    «Georgia, Georgia, basta, ti prego. Coraggio, dopotutto stiamo girando un film horror, no?» le ricordò con dolcezza. «Probabilmente i ragazzi hanno messo in giro qualche accessorio di scena per spaventarti» aggiunse, poi domandò dubbiosa: «Che ci facevi tu da sola sulla spiaggia?».

    «Io e Travis... Io e Travis... Travis è scomparso.»

    Travis Glenn era il protagonista maschile, un ragazzo incredibilmente bello, anche se non troppo sveglio.

    «Andiamo, dov'è Travis?»

    «Scomparso, è scomparso. L'ha preso il pirata.»

    «Il pirata?»

    Georgia scosse la testa. «Forse non era proprio un pirata, non l'ho visto molto bene, ma era maligno... era come un'ombra malvagia che si muoveva furtiva nel buio. Travis gridava come un matto e si è messo a inseguire l'ombra. Era furioso perché credeva che si trattasse di un vostro scherzo, poi dalla sabbia è uscito questo mostro, ma era stranissimo, si muoveva a scatti, come se le sue ossa fossero state rimesse insieme a caso. Ha preso Travis, allora io ho inziato a gridare e sono scappata.»

    Jay tornò indietro con le mani sui fianchi e il torace che risaltava nel buio nella notte. «Dalle uno schiaffo! Vanessa, per la miseria, non fare quella faccia preoccupata. Ci sta solo prendendo in giro e non è affatto divertente. Accidenti a te, Georgia. Ascolta, mi rendo conto che non stiamo girando un kolossal, ma la troupe ha lavorato sodo; siamo tutti molto stanchi e tu non trovi di meglio che fare la stronza! Non è proprio il momento per fare stupidi scherzi. Dalle uno schiaffo, Vanessa, falla tornare in sé!»

    Lei gli gettò un'occhiataccia e scosse la testa. Durante il casting, non voleva dare la parte a Georgia, che non era molto valida come attrice, ma doveva riconoscere che nel film la ragazza faceva una figura straordinaria.

    «Andiamo giù alla spiaggia a vedere cos'è che l'ha spaventata così tanto» suggerì. Si voltò verso Lew, un imponente uomo bahamiano con le spalle larghe che faceva da guida. «Pensi che ci sia davvero qualcosa lì, Lew?»

    «Sabbia» fu la replica.

    «Andiamo a vedere.»

    Georgia fece un balzo indietro scuotendo la testa freneticamente. «No, no, no! Non voglio tornare lì. Io non ci torno!»

    Carlos Roca, il tecnico delle luci, si avvicinò; era stato molto a contatto con i due attori e Georgia lo apprezzava, così come Vanessa. Era un tipo simpatico, equilibrato e competente. Prese le mani della giovane fra le sue e cercò di calmarla: «Ehi, ehi, resterò io qui con te; andremo a sederci accanto al fuoco insieme agli altri mentre Lew, Jay e Vanessa vanno giù a controllare. Che ne dici?».

    Lei lo fissò e annuì mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. «Travis è morto» gli disse. «Travis è morto.»

    Jay si voltò verso Zoe, l'addetta al materiale di scena, al trucco e al sangue finto che avevano utilizzato a litri. La guardò in modo severo, poi si rivolse a Bill e Jake, i giovani assistenti di produzione dell'Università di Miami che collaboravano per ottenere crediti aggiuntivi. «Ragazzi, non è che voi due avete organizzato qualche stupido scherzo?»

    Zoe gli lanciò un'occhiata incredula e colma di sdegno. «No, no, non abbiamo fatto niente.»

    Jay scrutò il volto di ognuno di loro, uno a uno, ma era palesemente convinto della sincerità di quel coro di dinieghi. «D'accordo, andremo a controllare» concluse.

    «Sì, forza, muoviamoci» intervenne Lew con il suo dolce accento bahamiano. «Ritroveremo Travis e capiremo cos'è successo. Miss Georgia, vedrai, andrà tutto bene.»

    Lei, però, scuoteva la testa e continuava a ripetere: «Travis è morto».

    «Accenderò qualche torcia con le fiamme del falò» propose Lew.

    «Non posso credere che lo stiamo facendo davvero» commentò Jay, stanco e risentito, mentre scendevano alla spiaggia. «Ho commesso un errore durante il casting, questo è certo. Stiamo girando un film horror basato su una leggenda, per la miseria... E lei se la prende per ogni cosa. È pura follia.»

    Lew ridacchiò sommessamente. «Eh, già, è proprio così che funziona nei film splatter americani, no? Due giovani bevono troppo e si addentrano nel bosco o in una pineta per fare l'amore, poi il mostro li aggredisce. In questo caso, però, si sbagliano. Qui siamo a Bimini, non ci sono mostri.»

    Vanessa si fermò. Erano arrivati al bordo estremo della spiaggia, dove il terreno risaliva leggermente e iniziava una foresta di pini, quasi a ridosso dell'acqua.

    «Niente» disse Jay. «Qui non c'è assolutamente niente.»

    Lei sollevò la torcia in aria per dare un sguardo intorno. Tutto a un tratto si immobilizzò; era vero, in quel punto non c'era niente, ma qualche metro più in là la sabbia era smossa e bagnata, come se qualcuno avesse rovesciato interi secchi d'acqua sul terreno a più di cinque metri dalla riva. «Guardate!» esclamò.

    «Qualcuno ha fatto uno scherzo a Georgia... e forse anche a Travis» osservò Jay, poi lanciò un'imprecazione. «Ci resta solo una giornata di riprese per risolvere gli ultimi problemi e qualcuno deve aver pensato che fosse il momento giusto per organizzare un bello scherzo.»

    «Sì, ma dov'è Travis?» domandò Vanessa.

    Lew era accovacciato e, mentre osservava la sabbia smossa, commentò: «Mmh... Interessante».

    «Cosa?» domandò Jay.

    «Sembra quasi che qualcosa sia fuoriuscito dalla sabbia e non che qualcuno abbia scavato. È come se un oggetto sia emerso verso l'esterno e poi il terreno sia stato pressato.»

    «Dopotutto, i nostri collaboratori sono esperti in materiale di scena e in effetti speciali» rispose il regista in tono severo. «Adesso torniamo indietro, sono stanco morto. Qualcuno avrà dei sonniferi da dare a Georgia.»

    Vanessa intervenne subito: «Non credo che dovrebbe prendere dei farmaci...».

    «Io invece credo di sì» la interruppe l'amico. «Stanotte ho bisogno di dormire!»

    «La farò dormire con me» propose lei. Si stupì di se stessa; non che disprezzasse la giovane, ma la trovava un po'... scialba. Quella sera, però, le era dispiaciuto molto per quello che era successo.

    Georgia non aveva neanche finito le superiori, certa che un'attrice non avesse bisogno di un'istruzione. Aveva lavorato per diversi anni come modella alle esposizioni di auto e di imbarcazioni, finché Jay non l'aveva notata in uno spot televisivo. Anche se non era certo l'attrice più talentuosa che avesse mai conosciuto, Vanessa doveva ammettere che era stata molto professionale e che avevano lavorato bene insieme. Era sicura che non avesse mai ricevuto un grande sostegno da parte dei genitori o di nessun altro.

    Al contrario di lei, che era stata molto fortunata. Era stata cresciuta da due genitori che amavano i loro figli più di ogni altra cosa. Sua madre e suo padre erano grandi studiosi di storia, lettori, scrittori e sub esperti; avevano fatto tutto quanto era in loro potere per dare ai due figli la possibilità di frequentare il college.

    Anche lei amava la storia e le immersioni, ma il suo forte era scrivere sceneggiature. A Hollywood, però, quella era una strada difficile da percorrere perché i copioni venivano riscritti talmente tante volte che alla fine era quasi impossibile riconoscere il proprio lavoro ed era ancora più raro ricevere dei riconoscimenti per il progetto seguito. Ecco perché aveva ritenuto opportuno imparare a gestire le macchine da presa oltre che occuparsi delle riprese subacquee, un'attività del tutto naturale per lei che era cresciuta facendo immersioni.

    Si dedicava al suo lavoro con passione ed entusiasmo; e aveva colto al volo l'occasione di lavorare con Jay.

    Jay amava i film horror, mentre loro due si amavano l'un l'altra da secoli, ma non come fidanzati. Si erano conosciuti alle elementari in una piccola cittadina della Florida di nome Micanopy.

    Per lui quel film poteva rappresentare un'occasione unica e lei sperava, per entrambi, che fosse proprio così.

    Aveva messo in chiaro fin dal principio che avrebbe collaborato soltanto se le avessero dato una tenda tutta per sé.

    Quella notte, però, ci avrebbe portato anche Georgia, facendole da chioccia.

    Carlos era riuscito a calmare la ragazza; erano seduti entrambi accanto al fuoco e tenevano in mano due grosse tazze di plastica. Vanessa pensò che dovevano contenere qualcosa di ben più forte dello champagne.

    Appena lei, Jay e Lew si avvicinarono, Georgia balzò in piedi fissandoli negli occhi. «Visto? Avete visto? Io ve l'avevo detto!»

    Jay le appoggiò le mani sulle spalle e cercò di parlarle in tono calmo e rassicurante: «Georgia, tesoro, penso proprio che Travis ti stia facendo uno scherzo».

    «No, no! Dovete andare a cercarlo!»

    «Sì, anche io penso che dovremmo» commentò Vanessa con un filo di voce.

    Jay la trapassò con un'occhiata furibonda: «Andare a cercarlo? Ma per favore! Sapete tutti fin troppo bene che è stato Travis a organizzare questo ridicolo scherzo o, comunque, che ne fa parte! E poi non c'è proprio niente laggiù, Georgia. Niente mani, niente teschi, niente mostri. Penso che ora dovresti proprio andare a dormire. Anche io ho bisogno di riposarmi».

    «No, no, li ho visti davvero!» insistette la giovane, scuotendo la testa in preda al panico. Lanciò uno sguardo furioso a Jay, e aggiunse: «Devo andarmene da qui. Non resterò un minuto di più in questo posto!».

    «Ma tu scherzi!» sbottò il regista, irritato. «Georgia, ti ricordo che prima pubblicizzavi auto usate, per l'amor del cielo! Questo film potrebbe farti diventare la nuova regina dell'horror!»

    Lei, però, era talmente terrorizzata che non le importava niente. «Non mi interessa! Non mi interessa se dovrò passare il resto della mia vita a fare la cameriera. Devo andarmene da quest'isola, adesso. Subito!»

    «Ma è notte!» le fece notare lui.

    «Ehi, ehi, non c'è problema, siamo a ottanta chilometri da Miami e abbiamo un motoscafo veloce. Posso riaccompagnarla e tornare in tempo per proseguire le riprese domani» propose Carlos.

    «E se avessimo bisogno dell'attrice?» obiettò Jay. «Non ho ancora ricontrollato le sequenze che abbiamo girato oggi.»

    Carlos guardò Vanessa e disse: «Se a Vanessa non dispiace, potrebbe recitare lei. È alta come Georgia, ha la sua stessa costituzione e i capelli lunghi e biondi».

    «Sì, sì, Vanessa può sostituirmi! Puoi farmi da controfigura!» commentò Georgia con entusiasmo.

    «Alleluia, alleluia» mormorò Vanessa fra sé e sé.

    Il panico incontenibile della ragazza l'aveva turbata profondamente, dal momento che sapeva che era una persona ambiziosa; era davvero tanto spaventata da voler abbandonare un progetto che poteva rappresentare un'occasione unica per lei?

    Si accorse che la stavano guardando tutti.

    «Certo. Sempre a disposizione» disse seccamente rivolgendosi a Jay. Era ovvio che avrebbe accettato; avevano lavorato entrambi duramente e avevano investito un bel po' di soldi nel progetto.

    «Sarò di nuovo qui domattina» promise Carlos. «Anche perché... che ore sono adesso? Le sette e mezzo-otto? In poche ore sarò a Miami, mi riposerò un po' e sarò sulla via del ritorno verso le cinque o, al massimo, le sei di domani mattina.»

    La decisione era presa. Un'ora dopo Carlos e Georgia erano già partiti.

    Vanessa tornò a sedersi

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