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Girl-Gear: Macy (eLit): eLit
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E-book180 pagine2 ore

Girl-Gear: Macy (eLit): eLit

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Info su questo ebook

GIRL-GEAR 1

Macy è la redattrice di una rubrica on line per sole donne. È virtualmente fantasiosa e disinibita, e l'ultima idea per la sezione del sito che lei cura è una caccia ai segreti: le coppie devono scoprire i lati più intimi del corpo e della mente del partner...

Di certo non si sarebbe aspettata di giocare, proprio lei, vittima del proprio stesso progetto, con l'avvocato Leo Redding, troppo serio, arrogante e sicuro di sé per entrarle nella testa, ma anche troppo sexy e conturbante per non finire nel suo letto...
LinguaItaliano
Data di uscita29 lug 2016
ISBN9788858959732
Girl-Gear: Macy (eLit): eLit
Autore

Alison Kent

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Girl-Gear - Alison Kent

    successivo.

    Prologo

    Le ragazze di Girl-Gear per Urban Attitude

    Magazine, di Samantha Venus.

    Questo mese diamo il via a un servizio in più puntate per presentare le promotrici di Girl-Gear e quello che è già diventato un fenomeno culturale nel paese. E pensare che tutto è cominciato ad Austin, Texas.

    Tre anni fa, la ditta si è lanciata nel settore moda al dettaglio con quello stile metropolitano che tanto ci assomiglia, e adesso tutti i grandi magazzini dello stato si danno da fare per avere le loro ormai richiestissime collezioni. La redazione di Urban Attitude non può che augurare buona fortuna a quell'azienda tutta al femminile!

    Facciamo dunque conoscenza con la nostra prima Girl-Gear: Macy Webb, una scelta perfetta per il nostro servizio inaugurale, perché Macy si occupa del forum di discussione on line e di rubriche per single.

    Sarà meglio essere sinceri. Credete davvero che sia possibile che le ragazze che da più di tre anni ci consigliano nelle nostre scelte di abbigliamento potrebbero darci suggerimenti sbagliati quando si tratta di uomini? Io mi permetto di dubitarne.

    Creatrice di Girl Games e Girl Guide, i siti di divertimenti e giochi, attualmente Macy sta organizzando una serata per collaudare il suo ultimo progetto, una specie di caccia al tesoro molto sexy. E solo per adulti, ci tiene a specificare. Le regole verranno pubblicate nella sua prossima rubrica alla fine del mese.

    www.girl.gear.com

    Macy Webb lesse la copia dell'articolo fissata in un angolo del tavolo da disegno in attesa che la stampante le consegnasse gli elenchi di cui avrebbe avuto bisogno quella sera. Quando pensava a come la sua società avesse raggiunto il successo in così poco tempo... Scosse la testa, stupita che le sue socie possedessero ancora una traccia di sanità mentale, visto il ritmo frenetico della loro attività.

    Le sei amiche che avevano fondato Girl-Gear non si erano mai incontrate prima dell'ultimo anno di università, quando si erano ritrovate a dividersi i turni serali di un nuovo locale, l'Austin Starbuck. A quel tempo, Macy stava prendendo la specializzazione in psicologia e la sua compagna di stanza, Lauren Hollister, stava per laurearsi in arte grafica.

    Sydney Ford, la responsabile di Girl-Gear, aveva in precedenza gestito un caffè mentre studiava economia e commercio. Kinsey Gray, Melanie Craine e Chloe Zuniga, le ultime socie, avevano invece seguito strade diverse: marketing, tecnologia e moda.

    Finché una sera fatale del novembre di tre anni addietro, dopo una partita di football in notturna, le sei donne avevano dato per scontato che a partire dal giugno successivo le loro strade si sarebbero divise per sempre. Quella sera, gli UT Longhorn le avevano suonate agli Houston Cougars.

    Il loro lavoro consisteva nell'ordinare, preparare e servire abbastanza latte macchiato, caffè e cappuccini da scongelare ogni singolo spettatore.

    Il gruppo era così affiatato che Sydney decise che sarebbe stato davvero stupido non mettere a frutto un tale potenziale.

    Il lancio dell'attività era avvenuto tra fuochi e botti degni del quattro luglio. Ogni socia aveva portato la propria individualità, il proprio punto di vista, il proprio campo di competenza, il tutto allo scopo di espandere un nuovo concetto di commercializzazione dei prodotti.

    Macy e Lauren si occupavano rispettivamente del contenuto e del progetto della divisione interattiva di e-commerce e della vendita per corrispondenza. Chloe dirigeva Graffiti Girl e Gadget Girl, le linee di cosmetici e accessori.

    La linea di articoli da regalo, Goody Girl, e quella tecnologica, Gizmo Girl, erano nelle abili mani di Melanie. Kinsey, infine, divideva il suo tempo fra Go Girl e Growl Girl, le sezioni di abbigliamento per lo sport e la sera.

    Sydney era stata costretta da limitazioni di tempo e responsabilità esecutive sempre più grandi a passare le collezioni Girl-Gear alle tre socie più giovani, che facevano del loro meglio per soddisfare la domanda dei consumatori.

    Trentotto mesi dopo la loro laurea e due anni di attività, le sei socie fondatrici avevano emendato per la seconda volta il loro piano quinquennale.

    Erano tutte piuttosto soddisfatte dei risultati ottenuti, ma Macy non indugiava molto su quello che sarebbe o non sarebbe potuto accadere. Dal suo punto di vista, il futuro era... futuro. Troppo lontano per pensarci quando era già tanto impegnata a divertirsi adesso.

    1

    «Non saprei, Macy. Pensi che ci sia abbastanza da mangiare?»

    Macy Webb sistemò un vassoio di tortillas e alcune ciotole di salsa vicino alla pentola di chili con formaggio. Aggiunse una torre di vaschettine usa e getta rosse, gialle, verdi e blu e una montagnetta di tovagliolini in tinta. Guardando quell'insieme variopinto, sorrise e si voltò a rispondere a Lauren.

    «Be', ci siamo tu e io, le altre ragazze e, naturalmente, Anton.» Il ragazzo di Lauren era ormai una presenza fissa alle loro serate mensili.

    «E i ragazzi? Chi hai invitato questa volta?»

    «Ray, Jess, Doug ed Eric.» Macy rifletté su quella combinazione di ventenni affamati. «Adesso che mi ci fai pensare...»

    Guardò il lungo tavolo che l'amica aveva spostato dall'ufficio alla zona soggiorno e che ora era coperto da una variopinta tovaglia messicana con frange.

    Pico de gallo, pomodori affettati, lattuga, formaggio alla griglia. Scaldavivande con fagioli, cipolle e peperoni. Una bacinella di metallo conteneva delle bottiglie di birra ghiacciate e sulla griglia c'erano delle fajitas. Sembrava tutto a posto, ma...

    «Magari dei margaritas?» propose.

    Lauren roteò gli occhi e scosse la testa. «Stavo scherzando. Ci saranno avanzi almeno per una settimana.»

    «Nessun problema.» Macy prese una fettina di pomodoro e se la mise in bocca. «Potrei mangiare messicano a colazione, pranzo e cena.»

    «Perché hai il metabolismo di un uomo. D'altra parte, io il metabolismo non ce l'ho, il che significa che ho i fianchi di una donna.»

    «Fianchi! Tu e il tuo seno perfetto. Non venire a parlarmi di metabolismo.» Macy scostò il bordo della maglietta rosa shocking e si guardò dentro la scollatura. «Oh, lo so. Hai dimenticato gli avocado.»

    Lauren smise di sistemare le file di posate di plastica. «Guardare dentro la tua maglia ti fa pensare agli avocado?»

    «Magari. Direi piuttosto a dei chicchi d'uva. Volendo esagerare, a dei limoni.» Macy si risistemò il bordo della maglia e andò a liberare una parte del tavolo per fare posto ai piatti di carne. «Devo solo ringraziare il push-up.»

    Lauren la guardò con espressione innocente. «Eppure non vedo niente che spinga su, al momento.»

    Macy le mostrò la lingua. «Perché i miei push-up sono ancora bagnati. Ero troppo occupata con la festa e sono riuscita a fare il bucato solo oggi.»

    «Il che spiega perché le tue mutandine sono appese nel mio bagno» disse Lauren, dirigendosi in cucina.

    «Il mio bagno è aperto al pubblico. Il tuo è fuori mano. Non volevo che qualcuno le toccasse.» Certo, avrebbe potuto fare un'eccezione per l'uomo giusto. L'uomo giusto con le mani giuste e capace di lasciarla senza fiato con un bacio.

    «Allora, le tue cose dovrebbero essere al sicuro. Solo Anton ha il permesso di stare in camera mia. E farò in modo che siano mie le uniche mutandine che potrà toccare» ribatté Lauren, tornando dalla cucina con le mani piene di utensili per servire.

    «Grazie. Ora devo preoccuparmi solo del guacamole, che hai già dimenticato una volta.» Macy attese una spiegazione più ragionevole di quella che prevedeva.

    «È in frigo» disse l'amica, indicandolo con un movimento del mento. «Dietro la frutta.»

    «E perché l'hai lasciato lì?»

    «Credevo che ne avessimo già parlato. Metabolismo? Fianchi?»

    Macy prese gli utensili che l'amica le porgeva. «Allora devo apparecchiare la tavola, togliere il guacamole dal frigo e il pollo e i gamberoni dal barbecue?»

    «Ottimo. Una vera cena messicana» commentò Lauren, prendendo il piatto e le molle per il barbecue. «Penso alla carne. Il guacamole potrebbe non arrivare mai in tavola, se me ne occupassi io.»

    «Vuoi smetterla con questa ossessione del cibo? Ho visto quello che mangi. Se diminuisci ancora, comincerò a preoccuparmi.»

    «Se mangiassi ancora meno, sarei una santa. E non lo sono. E puoi tenere per te la tua rispostaccia.»

    Macy trattenne la rispostaccia che aveva già sulla punta della lingua. «Stavo solo per dire che non riesco a credere che tu possa preoccuparti delle calorie in una serata come questa.»

    Lauren uscì sul balcone ribattendo al di sopra della spalla: «Le tue serate cominciano a spaventarmi. Da dove ti vengono queste idee? Dal cosmo?».

    Macy ridacchiò.

    Il suo lavoro, in fondo, era quello di far divertire la gente, di farla giocare. Le piaceva così e intendeva continuare il più possibile a guadagnarsi da vivere non lavorando.

    Andò alla portafinestra del balcone e tolse di mano all'amica il piatto di pollo. «Non chiedermi da dove mi vengono le idee. Non lo so. Mi salta in mente qualcosa, elaboro i particolari e poi scrivo il mio pezzo.»

    «Be', pare che funzioni. Ieri Sydney mi ha detto che il tuo pezzo a due colonne ha generato una valanga di contatti con il nostro sito.» Lauren tornò alla griglia.

    «Wow! Ne sono felice!» esclamò Macy, lasciando il pollo sul tavolo per seguirla.

    «Per la verità...» Lauren indicò le molle. «Abbiamo parlato di un nuovo progetto per le tue pagine Web. Credo che ti serva un logo. Magari una caricatura. O un personaggio da fumetto.»

    «L'idea del fumetto mi piace. Una parodia del mio nome? Magari un ragnetto tenero? Occhioni dalle lunghe ciglia?»

    «Tenero, eh? Vedrò che cosa posso fare» disse l'amica, prendendo l'ultimo gamberone dalla griglia. «Oh, penso che Sydney voglia anche scrive re un racconto a puntate. I lettori daranno un voto o potranno fornire suggerimenti a ogni episodio. Comunque, ne parlerò con Anton più tardi.»

    «Bene» disse Macy con un sorriso stereotipato. «Che cosa farei senza di te e senza Sydney?»

    «È a questo che servono le amiche.»

    Macy tornò in casa prima che il sarcasmo avesse il sopravvento. Sì, era eccitata. Sì, era elettrizzata. In fondo, amava il suo lavoro. Ma il successo la stava travolgendo come un uragano cui lei non era preparata.

    Quello che contava era vivere alla giornata, cogliere l'attimo, non voleva perdere neanche un minuto del presente per pianificare il futuro. Possibile che nessuno lo capisse?

    «I gamberoni sono eccezionali, assolutamente eccezionali.» Eric Haydon se ne ficcò un altro in bocca e sorrise a Macy.

    Lei aggiunse un quinto piatto alla pila che teneva in equilibrio fra il gomito e la mano e mise un po' di malignità nella sua battuta. «Voglio che tu sia bello grasso per mangiarti con più gusto.»

    Eric smise di masticare, poi deglutì. «Proprio quello che temevo.»

    «Sai, se non fosse così facile prenderti in giro, non ci proverei nemmeno.» Macy andò in cucina, separata dal resto del loft da sculture a tutta altezza, e buttò i piatti di carta nella spazzatura. «Il gioco di questa sera sarà indolore, te lo prometto.»

    «Ho finalmente capito una cosa di te, Macy.»

    Meno male, pensò lei, perché prima o poi avrebbe dovuto capire come mai Eric non fosse il suo tipo. «E sarebbe? Che non lascerò mai il mio lavoro per venire a cucinare solo per te?»

    Eric possedeva un bar sportivo, l'Haydon's Half-Time, e da mesi cercava di convincerla ad andare a lavorare per lui.

    Solo che Macy cucinava solo per divertimento, non per denaro.

    «Mi piacerebbe. Ma so che non accetterai mai.» Eric finì di bere la sua birra e buttò la bottiglia vuota nel bidone insieme ai piatti e le posate. «Tuttavia, uno ci può sempre provare.»

    «Essere l'oggetto della tua ossessione culinaria mi lusinga. Per la verità, adesso che ci penso, sentirò la mancanza del tuo corteggiamento.»

    «Vuoi essere corteggiata? Ti accontento subito» mormorò il ragazzo, avvicinandosi di un passo. Con un sorriso seducente, si sporse a riversare su di lei tutto il suo fascino macho.

    Macy lo fermò prima di essere tanto stupida da baciarlo. «Ah, sì? Tu e tutta la tua squadra di football?» Chiuse gli occhi e gli puntò un dito contro. «Lasciami il tempo d'immaginare le varie possibilità.»

    «Molto spiritosa.»

    «D'accordo. Ho finito.» Lei riaprì prima un occhio poi l'altro, e rise forte vedendo Eric roteare i suoi.

    «Sei malata.»

    «E tu sei un credulone» ribatté Macy, dandogli un pugno sulla spalla.

    «Ahi.» Eric si strofinò il punto dolente. «Sai, dopo questo, credo che mangerò un ultimo gamberone e me ne andrò.»

    «Non puoi farlo» disse lei, afferrandolo per la manica. «Sono già a corto di un uomo, dato che non so dove sia Anton, in questo momento.»

    «Lo sapevo.» Eric assunse un'espressione sconfitta. «Sarà un altro di quei giochi da fare in coppia, vero?»

    «E perché sei arrivato proprio a questa conclusione?» A parte il fatto che almeno il cinquanta per cento dei suoi giochi erano mirati all'interazione fra sessi e i giocatori sapevano benissimo che di rado cambiavano di mese in mese.

    «Due cose. Più il gioco è duro, più abbondante è il banchetto. E hai preparato anche le fajitas. Secondo, sei a corto di un uomo, il che significa coppie. E non ci sarà nessuna signora Haydon nel mio futuro.»

    «Non è

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