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L abito da sera (eLit): eLit
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E-book94 pagine1 ora

L abito da sera (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Il ballo delle debuttanti è l'evento che tiene con il fiato sospeso l'intera cittadina di Mission Creek e tutte le ragazze di buona famiglia, e non solo. Ma esistono sempre le eccezioni...

Frankie non ha alcuna intenzione di vestire crinoline e pizzi per volteggiare tra le braccia di un noioso tipo, rigido nel suo impeccabile smoking. Ribellarsi a quella consuetudine richiede però una notevole dose di coraggio e sfrontatezza.



Titoli legati

1)L'abito da sera - Il ballo delle debuttanti

2)Insolito invito- Il ballo delle debuttanti

3)Le scarpette di Cenerentola- Il ballo delle debuttanti
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2016
ISBN9788858959022
L abito da sera (eLit): eLit
Autore

Ann Major

Nonostante sia un'autrice di successo, confessa che scrivere per lei non è affatto un'esperienza facile.

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    L abito da sera (eLit) - Ann Major

    successivo.

    1

    Frankie Moore sollevò le mani dal volante e agitò i pugni contro il cielo. La riga di mezzeria della strada scomparve e le grosse ruote del furgone sfregarono contro la ruvida striscia di cemento che serviva a svegliare i guidatori assonnati, o ubriachi e le ragazze infuriate contro i tiranni che rovinavano la loro vita.

    Afferrando di nuovo il volante, Frankie riportò il furgone in carreggiata.

    Se pensava alle cose che faceva per la gente che amava, soprattutto per zia Susie!

    «Ma non Vince Randal!» sibilò, guardando lo specchietto retrovisore come se dietro fosse seduta una persona in grado di udirla.

    «È davvero una bella pretesa chiedermi di scegliere lui come accompagnatore al ballo delle debuttanti! Voglio scegliere chi mi pare e piace!»

    D'accordo, furbetta, chi?, le domandò una vocina.

    Il demonio alto, dai capelli d'oro che le balzò alla mente la fece rabbrividire benché fosse molto caldo per maggio.

    «No! Lui no! Nel modo più assoluto.»

    Non che zia Susie, la persona che per lei era quasi una madre, le avesse rivolto una richiesta così impertinente. Si era ben guardata dal proporle quel ragazzo biondo che girava in jeans e stivali da cowboy credendosi un dio. Né lei gliene aveva parlato. Zia Susie aveva fatto tanto per lei. L'ultima cosa che Frankie voleva era farla soffrire.

    Ripensando al furioso litigio che aveva avuto con lui, Frankie schiacciò l'acceleratore senza volerlo.

    All'ingresso di Mission Creek un cartello segnaletico fissava la velocità massima a cinquantacinque chilometri l'ora, mentre lei stava andando a ottantacinque.

    L'ammonizione di zio Wayne le tornò alla mente di colpo. «Un'altra multa, o anche solo un avvertimento e ti dimentichi il furgone, ragazzina!»

    Con un sospiro di rassegnazione, Frankie sollevò il piede dal pedale dell'acceleratore.

    Era già abbastanza penoso essere una stupida debuttante. Recarsi al ballo al braccio dell'impettito Vince Randal sarebbe stata una tortura.

    «Se non vuoi andare all'università» le aveva detto zia Susie, «devi cominciare a pensare al tuo futuro.»

    «Sto pensando al mio futuro» le aveva risposto. «Non faccio altro che pensarci.»

    «Una ragazza intelligente dovrebbe cercare l'uomo giusto.»

    «Oh, per favore.»

    «Perché non chiami Vince? Ti ha cercata tante volte.»

    «Preferisco andare a fare quelle commissioni che mi hai chiesto.»

    «E Vince?»

    Mordendosi la lingua, Frankie era corsa alla porta.

    Tutta quella storia era pazzesca. Frankie Moore, il maschiaccio, la cowgirl in abito da ballo? Non ricordava l'ultima volta che si era messa un vestito da donna, o i tacchi alti. I pizzi e i merletti andavano bene per le altre ragazze.

    D'accordo, sul pianoforte c'erano quelle fotografie sbiadite di un cherubino dai grandi occhi verdi e riccioletti rossi che ricordavano l'epoca in cui zia Susie l'aveva addobbata come una bamboletta da mettere in vetrina, ma questo era successo prima che Frankie potesse dire la sua. Dopo i tre anni, la pupattola era diventata un maschiaccio in jeans.

    Nel suo guardaroba non c'era un solo vestito da donna e non lo voleva neppure. A spingerla a fare il suo debutto in società quell'anno era stata zia Susie che dentro il cuore era ancora la giovane fanciulla di Houston che si era innamorata di un cowboy e non immaginava come sarebbe stato difficile per una cittadina come lei, vivere nel deserto del Texas.

    Come in tutte le piccole città, anche a Mission Creek il sabato era il giorno in cui la gente andava a fare i suoi acquisti e sebbene fosse ancora presto quando Frankie arrivò nella zona commerciale, il traffico era molto intenso e non c'erano parcheggi liberi. Dopo aver fatto il giro dell'isolato tre volte, procedendo a venti chilometri all'ora, stava per rinunciare quando, con suo immenso stupore, vide due posti vuoti sulla Main Street, davanti alla Mission Creek Creations, il negozio di orrori della signora McKenzie.

    La sua odiata meta.

    La signora Margaret McKenzie gestiva da oltre trent'anni quella boutique e aveva vestito generazioni di debuttanti.

    Frankie sospirò, se non altro avrebbe visto la sua amica Mary Clark, che lavorava nel negozio in veste di assistente.

    Dopo aver parcheggiato, spense il motore e mise le chiavi nella borsetta. Appena ebbe aperto lo sportello, un vento caldo e umido la investì, scompigliandole i capelli che le arrivavano alle spalle, ma la cosa la lasciò indifferente. La sua pettinatura le importava quanto il trucco, gli abiti eleganti e i ragazzi, tutte quelle cose che secondo zia Susie una normale ragazza di ventun anni avrebbe dovuto apprezzare.

    I ragazzi! Il solo pensiero la faceva rabbrividire.

    La sua più grande speranza era che la zia si fosse dimenticata che Vince Randal, il giovane vice presidente della Mission Creek Federal Bank e uno degli scapoli più ambiti della città, aveva cominciato a telefonarle.

    Aveva imparato presto com'erano fatti gli uomini. «Io non sono come lei!» esclamò a voce alta, riferendosi a sua madre.

    Il ricordo di una bocca calda che le scivolava tra i seni e di una voce roca che sussurrava nel buio, non c'è niente di cui aver paura, tesoro, la fece tremare e Frankie allontanò con decisione quell'immagine.

    Io non sono come lei.

    Lungo la Main Street il traffico si stava congestionando, gli automobilisti facevano la guerra per un parcheggio e i clacson strombazzavano all'impazzata.

    «Quel posto è mio, giovanotto!» gridò un uomo.

    Ignorandolo, un cowboy che guidava un grosso furgone rosso, s'infilò accanto a quello di Frankie e prima che lei potesse allontanarsi, delle grandi ruote le sfiorarono gli stivali e una nuvola di fumo la investì.

    «Ehi!» urlò, inviperita. «Stai attento a dove vai!»

    Poi chiuse in fretta lo sportello e salì sul marciapiede, pensando alla manovra di parcheggio perfetta che il cowboy aveva fatto in un lasso di tempo brevissimo.

    Lo vide scendere adagio, prima una lunga gamba e poi l'altra e un attimo dopo uno sguardo bramoso risalì lungo i suoi jeans e lei cominciò a tremare. Non aveva bisogno di guardarlo per sapere che lui stava osservando la forma dei suoi seni, messi in evidenza da una maglietta attillata. Non usava quasi mai il reggiseno perché

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