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Divulgazione involontaria: I gialli giudiziari di Sasha McCandless, #2
Divulgazione involontaria: I gialli giudiziari di Sasha McCandless, #2
Divulgazione involontaria: I gialli giudiziari di Sasha McCandless, #2
E-book365 pagine4 ore

Divulgazione involontaria: I gialli giudiziari di Sasha McCandless, #2

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Info su questo ebook

La piccolo dinamo Sasha McCandless ritorna nell'acclamato seguito di Danno irreparabile in questa serie di grande thriller. 

Avrebbe dovuto essere una semplice mozione di esibizione prove. Non lo è stata.

 

Quando Sasha si reca nella rurale Clear Brook County per un'udienza, il giudice la nomina legale di un anziano furibondo a cui si prospetta un'udienza di incapacità. In seguito, viene aggredita da un gruppo di ambientalisti che la scambiano per una dirigente del settore petrolifero. Presto, scopre che la comunità è fortemente divisa sulla questione dell'hydrofracking della Marcellus Shale e che non vede di buon occhio i forestieri.

 

Sasha è ansiosa che la sua nomina abbia termine, in modo da potersene andare per sempre. Poi, l'unico giudice della città viene assassinato e lei è costretta a restare.

 

Mentre cerca disperatamente di trovare l'assassino fra segreti di paese, affari loschi e corruzione, la cittadina rischia di frantumarsi irreparabilmente.

 

LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2022
ISBN9781940759838
Divulgazione involontaria: I gialli giudiziari di Sasha McCandless, #2

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    Anteprima del libro

    Divulgazione involontaria - Melissa F. Miller

    1

    Firetown, Pennsylvania

    Il presente

    Lunedì, h. 4:30


    Jed Craybill fissava il soffitto e aspettava. Alte fiamme arancioni lambivano il cielo, riflesse nella finestra della sua camera da letto. Le vampate di gas sibilavano forte come un aeroplano. A ogni sibilo, le assi del pavimento tremavano e il suo letto ondeggiava fino a far battere la testiera sulla parete alle sue spalle.

    Jed sapeva da mesi che sarebbe arrivata quella sera: dopo il completamento di un impianto di trattamento preliminare, cominciava la combustione controllata dei gas di superficie. Il fuoco avrebbe bruciato giorno e notte per giorni, forse anche più di una settimana. Nel mentre, l’odore del metano avrebbe riempito il cielo come una nuvola bassa e sarebbe penetrato attraverso le pareti.

    La compagnia petrolifera era occupata sin dall’autunno, al lavoro sulla creazione di un impianto di trattamento preliminare sul confine del lotto del suo vicino. Prima c’era stato il ronzio incessante delle seghe elettriche che abbattevano i vecchi alberi di noce. Poi le cippatrici. Poi erano arrivati i bulldozer e con loro gli enormi fari che consentivano alle macchine di lavorare anche di notte, smuovendo la terra in modo che potesse essere livellata. I furgoni rombavano lungo la strada, le marce grattavano, le porte sbattevano, voci alte si chiamavano a vicenda a tutte le ore. Tutto per arrivare a quel giorno.

    Jed era felice che Marla non fosse vissuta abbastanza da vedere tutto ciò. Aveva sempre avuto il sonno leggero. Il rumore più piccolo, anche solo il vento fra gli alberi, la svegliava sempre. Verso la fine, il suo unico sollievo era stato un sonno profondo.

    Lui era l’opposto. Nemmeno le vampate, con il loro rumore, la loro luce e il loro odore lo avrebbero tenuto sveglio, se solo fosse riuscito ad addormentarsi. Ma aveva problemi più grossi dei suoi stupidi vicini che permettevano alla compagnia petrolifera di violentare la terra e non riusciva a tranquillizzare la mente.

    Giacque immobile in attesa che il debole sole di aprile facesse capolino da dietro le montagne e dipingesse il cielo di un rosa sbiadito. Poi avrebbe fatto la doccia, si sarebbe vestito e avrebbe detto la sua.

    2

    Tribunale della contea di Clear Brook

    Springport, Pennsylvania

    Lunedì mattina


    Il giudice Paulson fulminò dalla cattedra l’avvocato che si opponeva alla mozione di esibizione prove di Sasha McCandless.

    La corte non tollererà un ripetersi di questo comportamento, signor Showalter. Il suo cliente fornirà il messaggio elettronico che ha trattenuto entro la fine di questa settimana, in formato digitale, oppure subirà una sanzione pecuniaria per non aver esibito tutti i documenti richiesti. Sono stato chiaro?

    Drew Showalter annuì, ma non incrociò lo sguardo del giudice. Chiarissimo, vostro onore.

    Il giudice si rivolse a Sasha. C’è altro, signora McCandless?

    Sasha abbassò lo sguardo sul taccuino. Aveva esposto e vinto tutti i suoi punti. Ma non vedeva motivo di sprecare un’occasione. Si alzò in tutto il suo metro e cinquanta e disse: Vostro onore, la VitaMight chiede che la corte condanni la controparte al pagamento delle spese sostenute dal suo legale per preparare e discutere questa mozione.

    Magari sarebbe riuscita a costringere il padrone di casa della VitaMight a pagare per la sua preparazione, nonché per la trasferta di sette ore e passa che avrebbero dovuto pagarle per aver guidato fino al nord della Pennsylvania per discutere la mozione. La VitaMight sarebbe rimasta colpita.

    Il giudice Paulson, dal canto suo, non lo fu.

    Adesso non esageriamo, signora McCandless. La sua richiesta è respinta. Abbiamo finito.

    Ma il giudice non accennò a lasciare la cattedra.

    Showalter abbassò la testa, si infilò sotto il braccio la sua cartelletta solitaria e oltrepassò Sasha in fretta e furia, borbottando che le avrebbe inviato i file.

    Sasha sorrise, assaporando la vittoria mentre ficcava i suoi raccoglitori e i suoi taccuini nella borsa di cuoio.

    Si soffermò quanto bastava per pensare che forse, se Showalter avesse attribuito altrettanta importanza alla preparazione quanta ne attribuiva evidentemente al viaggiare leggero, la sua argomentazione non sarebbe stata così ridicolmente pessima. La sua dichiarazione secondo cui il suo cliente, un trust di investimento in proprietà commerciali con una varietà di proprietà, non avesse la possibilità di cercare fra le sue e-mail, era una difesa alquanto patetica. Quasi quanto la decisione improvvisa da parte del suo cliente di terminare il contratto di affitto a lungo termine con la VitaMight di un centro di distribuzione senza motivo apparente.

    E quel pensiero poco compassionevole, avrebbe deciso più tardi Sasha, era stato la sua rovina.

    Se si fosse limitata a ficcare i documenti nella borsa e fosse uscita dall’aula qualche minuto prima, non sarebbe stata china sul tavolo della difesa quando l’anziano rosso in viso era entrato dalle ampie porte di quercia trascinando i piedi. Ma non lo aveva fatto ed era lì.

    Per cui, quando l’uomo superò rumorosamente la sbarra che separava i banchi del pubblico dal vano della corte, Sasha ebbe la disgrazia di trovarsi direttamente nella linea di vista del giudice Paulson.

    Harry, vecchio bastardo! Si può sapere cosa stai combinando? L’anziano attraversò il vano, agitando una manciata di carte verso la cattedra.

    L’agente appoggiato alla parete accanto alla bandiera americana avvicinò svogliatamente la mano alla pistola, ma il giudice lo fermò con un gesto.

    Signor Craybill! Indietro! Il giudice Paulson si sporse in avanti e ammonì l’intruso, ma l’anziano non si fermò.

    Non sono più incapace di quanto lo sia tu. Chi è responsabile di questa roba?

    Il giudice Paulson incrociò lo sguardo di Sasha e fece cenno all’uomo di tacere.

    Signor Craybill, lei ha un rappresentante legale?

    Cosa?

    Un avvocato che ti rappresenti nell’udienza per l’incapacità, Jed.

    Sai benissimo che non posso permettermi un avvocato, razza di…

    Il giudice Paulson gli parlò sopra. Signora McCandless, congratulazioni. Il tribunale la nomina rappresentante legale del signor Craybill nell’udienza sulla mozione, da parte della contea, perché egli sia dichiarato incapace e perché sia nominato un tutore che gestisca i suoi affari.

    Sasha aprì la bocca per protestare e Craybill si voltò a fulminarla con lo sguardo.

    L’anziano si voltò di nuovo verso la cattedra e disse: Lei? Non è abbastanza grande per essere avvocato. Cristo santissimo, guardala.

    Sasha avvampò, ma vide un’apertura e ne approfittò.

    Vostro onore, sembrerebbe che il signor Craybill non sia favorevole alla mia nomina. E francamente, vostro onore, io non ho esperienza di diritto degli anziani. Ciò, unito al fatto che il mio ufficio si trova a quasi quattro ore da qui, a Pittsburgh, mi costringe a declinare con rammarico la sua generosa offerta.

    Non è un’offerta, signora McCandless. È un ordine. Il vecchio Jed se ne farà una ragione. Potrebbe persino scusarsi per averla insultata. Il giudice la fissò da sopra gli occhiali a mezzaluna.

    Sasha trattenne un sospiro prima che le sfuggisse. Sì, vostro onore.

    Il giudice si rivolse all’anziano e disse: Ora chiedi scusa al tuo avvocato, Jed.

    L’uomo borbottò qualcosa che poteva passare per delle scuse, anche se Sasha era sicura di avergli sentito dire peso piuma e bambina da qualche parte.

    Con aria compiaciuta, il giudice Harrison Paulson allargò le gambe e si sollevò in tutta la sua altezza di quasi un metro e novanta. Si incamminò verso la porta del suo ufficio.

    Vostro onore, disse Sasha mentre il giudice si allontanava, quando devo tornare per l’udienza?

    Probabilmente avrebbe potuto ottenere quell’informazione dal suo nuovo cliente, ma sperava che, se all’udienza mancavano meno di due settimane, il giudice le avrebbe concesso un rinvio.

    Invece, Paulson guardò l’orologio, si voltò verso di lei e disse: Fra circa un’ora. Aprì la porta e svanì nel suo ufficio mentre Sasha cercava di tenere la bocca chiusa.

    Il nuovo cliente di Sasha prese posto sulla sedia vuota al tavolo della difesa e lanciò di fronte a lei l’istanza che avrebbe voluto dichiararlo incapace, mentre Sasha fissava lo spazio che il giudice aveva appena lasciato vuoto.

    Un’ora? Come si supponeva che lei si preparasse per un’udienza di incapacità nel giro di un’ora? Era orgogliosa della sua compostezza in aula. Ma il suo atteggiamento tranquillo derivava dal fatto che era sempre preparatissima. Nel genere di casi che gestiva, il vincitore era quasi sempre la parte il cui avvocato era più preparato. Per cui, la sua regola era di preparare il caso fino ad avere la certezza di poter affrontare qualunque situazione prevedibile, rispondere a qualunque domanda immaginabile da parte del giudice ed eliminare qualunque dubbio riguardo all’argomentazione del suo cliente, per poi prepararlo ancora. Un’ora era a malapena sufficiente a leggere e a elaborare l’istanza e i suoi eventuali allegati. Sasha controllò l’ora. Pardon, cinquantanove minuti.

    Si lanciò sulla sedia vuota e scorse il primo paragrafo dell’istanza per trovare la normativa sotto la quale agiva la contea, quindi digitò la citazione sul Blackberry. Consultò la legislazione, leggendo quanto più velocemente poteva permettersi per cogliere l’antifona senza impelagarsi nei dettagli. Una volta compresi i requisiti che la contea avrebbe dovuto soddisfare per far sì che Craybill venisse dichiarato incapace e fosse nominato un tutore, spense il telefono e guardò l’uomo seduto accanto a lei.

    Andiamo a mangiare qualcosa, così può spiegarmi cosa sta succedendo, disse mentre radunava i documenti e usciva dall’aula. Aveva lasciato Pittsburgh prima delle cinque di mattina e l’unica cosa che aveva messo nello stomaco era del caffè senza zucchero.

    Craybill la guardò. Non ci sono posti dove mangiare cibo sano in città.

    Che ne dice di una tavola calda che serve la colazione tutto il giorno?

    L’anziano riuscì a fare un piccolo sorriso, come se faticasse a ricordare come si faceva. Sì, c’è una tavola calda.

    La seguì fuori dall’aula.

    3

    La tavola calda si trovava dall’altra parte della piazza rispetto al tribunale. Craybill condusse Sasha a un vecchio divanetto di finta pelle nella vetrina della struttura.

    Attraverso il vetro sporco, Sasha vedeva il sole della tarda mattinata riflettersi sulla statua della giustizia che sorgeva sulla torre dell’orologio del tribunale. Strizzò gli occhi per vedere le lancette dell’orologio.

    Dobbiamo tornare in tribunale fra quarantacinque minuti. Il servizio è veloce qui?

    Craybill fece spallucce e si guardò attorno. Vede gente?

    Erano gli unici clienti.

    Apparve una cameriera, la penna già appoggiata sul taccuino delle ordinazioni. La targhetta sulla camicia bianca diceva Marie. La donna borbottò un saluto e disse: Cosa volete?

    Sasha guardò il tavolo. Un portatovaglioli, una saliera, una pepiera e un contenitore di bustine di zucchero erano allineati sotto il davanzale. Non c’era menu.

    Avete dei menu?

    Marie sospirò e si lanciò in un discorso che non sembrava piacevole per lei. No, tesoro, temo di no. Il Bob’s Diner sta cambiando gestione. Il Café on the Square sta facendo stampare dei menu che metteranno in evidenza la nostra nuova cucina basata su ingredienti freschi e locali.

    Craybill scoppiò a ridere. Un’occhiataccia da parte di Marie lo zittì.

    Ehm, va bene, disse Sasha, per poi azzardare il nome di un piatto che, con ogni probabilità, tutte le tavole calde d’America servivano. Io prendo una omelette con feta e spinaci e del pane tostato integrale. Bacon di contorno.

    Marie scrisse tutto. Sasha si sentì come se avesse appena preso il massimo dei voti a un esame.

    Da bere?

    Caffè. E un bicchiere d’acqua.

    Marie smise di scrivere. Meglio che eviti l’acqua, tesoro.

    Ah sì?

    Ah sì. La nostra acqua fresca e locale è marrone e fa schifo.

    Craybill ingoiò un’altra risata.

    Oh. Beh, allora no, disse Sasha. Ma il caffè non è fatto con quell’acqua, vero?

    Certo. E fa schifo anche quello. Ma almeno è giusto che sia marrone. Lo vuoi?

    Sasha non aveva molta scelta. Se non avesse assunto dell’altra caffeina, avrebbe avuto un’emicrania martellante nel giro di un’ora.

    Temo di sì.

    Craybill emise un verso di disapprovazione, quindi disse alla cameriera: Io prendo la farinata d’avena. Di’ a quell’ubriacone che avete in cucina di prepararla con il latte, capito? E del succo d’arancia. Abbondante. Paga il mio avvocato.

    Marie annuì. Questa cosina è il tuo avvocato, Jed? A chi hai fatto causa?

    A nessuno, Marie. È solo un equivoco, ma dobbiamo essere di fronte al giudice Paulson alle undici, per cui facci arrivare in fretta il cibo, capito?

    Marie infilò il taccuino nella tasca del grembiule, si mise la penna dietro l’orecchio e andò in cucina senza fare promesse.

    Che problemi ha l’acqua? chiese Sasha al suo cliente.

    Come?

    "L’acqua. Perché, in un posto che si chiama Clear Brook County ¹, l’acqua è marrone e disgustosa?"

    Craybill si accigliò. Vogliamo parlare dell’acqua o di questa stupida istanza?

    Va bene, d’accordo.

    Sasha avrebbe davvero voluto sapere dell’acqua. Da piccola, suo padre e i suoi fratelli venivano tutte le primavere da Pittsburgh per pescare in un lago fuori dal paese, mentre Sasha e sua madre andavano al balletto a Pittsburgh. I suoi fratelli tornavano con i frigoriferi da campo pieni di trote e foto di un’acqua talmente blu che scintillava. Ma il suo cliente aveva ragione: non avevano tempo. Sasha doveva consultare con lui l’istanza – soprattutto per valutare di persona se l’uomo fosse davvero incapace, come sosteneva il dipartimento per i servizi agli anziani della contea. Sasha tirò fuori il taccuino e consultò gli appunti che aveva preso sui requisiti necessari a dichiarare incapace una persona.

    In primo luogo, lei capisce cosa riguarda l’istanza?

    Craybill annuì. Sì, quegli schifosi bastardi dei Servizi agli anziani vogliono mettermi in un ospizio. Batté le nocche sul tavolo in formica per sottolineare il concetto.

    Sasha fece spallucce. Non era lontano dal vero.

    Beh, l’istanza dice che lei vive da solo e che non ha eredi noti. È corretto?

    Sì. L’uomo annuì mentre Marie tornava e gli metteva di fronte sul tavolo un alto bicchiere di plastica pieno di succo d’arancia. Al bicchiere seguì un piattino che conteneva una tazza di caffè bianca sbeccata, da cui si levava del vapore.

    Marie guardò Sasha. Non lo vuoi liscio, fidati. Appoggiò una brocca di crema accanto alla tazza. Torno subito con il cibo.

    Craybill bevve un lungo sorso di succo. Sasha osservò il caffè: sembrava caffè. Prese la tazza e la annusò prudentemente. Odorava di caffè. Versò comunque un’abbondante dose di panna nella tazza, tanto per stare sicura.

    Dunque non ha figli, nipoti o altro? chiese.

    Esatto, confermò l’anziano. Mia moglie Marla è morta l’anno scorso. Non abbiamo mai avuto figli. Mio fratello Abe, che Dio l’abbia in gloria, era, insomma, finocchio. Marla aveva una sorella, ma non si parlavano per via di Abe. Non so se sia viva o morta o se abbia mai avuto figli, ma per quanto mi riguarda, non è nessuno. No, eravamo solo io e Marla.

    Craybill guardò oltre le spalle di Sasha, fuori dalla vetrina, e sorrise fra sé. Sasha prese un appunto.

    Come si chiama?

    Chi? L’anziano si voltò di scatto verso di lei, come se Sasha lo avesse preso alla sprovvista.

    Lei cercò di trattenere l’impazienza nella voce. La sorella di Marla.

    Gliel’ho appena detto: lei non è nessuno per me. Sempre che sia ancora viva. Era una strega bigotta e meschina.

    Sasha esalò lentamente il fiato. Ascolti, capisco perché lei e sua moglie avete interrotto i contatti con sua cognata, se lei aveva dei problemi con l’orientamento sessuale di suo fratello. Ma la contea deve elencare tutti gli eredi presuntivi adulti e non hanno elencato lei. Si concentri: Marla ha escluso la sorella dal testamento?

    Sì. Lo sanno praticamente tutti, da queste parti.

    Immagino che non sia menzionata nemmeno nel suo.

    Proprio così.

    D’accordo. Se le cose stanno così, tecnicamente non avrei bisogno di conoscere il suo nome, ma potrebbe essere utile sapere se è ancora in vita.

    Sasha guardò con tutta calma l’uomo, ordinandogli mentalmente di dirle il nome della sorella e smetterla di rompere le scatole.

    L’uomo la guardò fisso.

    Sasha bevve un sorso di caffè. Era caldo e debole, come era di solito il caffè delle tavole calde, ma la panna nascondeva qualunque altra cosa.

    L’uomo sbatté nuovamente la mano contro il tavolo. Rebecca. Rebecca Plover.

    Sasha se lo appuntò.

    Ottimo. Grazie.

    Marie tornò con una scodella di farinata d’avena in una mano e l’omelette, il pane e il bacon nell’altra. Sasha attese che il rumore dei piatti cessasse, quindi chiese della salsa piccante.

    Marie tirò fuori una boccetta dalla tasca del grembiule e gliela diede, quindi sbatté il conto sul tavolo a faccia in giù.

    Pagate quando volete, ma non voglio farvi fare tardi.

    Sasha la guardò allontanarsi mentre Craybill attaccava la farinata.

    Guardò di nuovo l’orologio. Aveva ancora venticinque minuti per interrogare il suo cliente, mangiare e preparare una discussione passabile.

    Le si rivoltò lo stomaco. C’erano avvocati che esercitavano in quel modo. Lei non era una di loro.

    Fino a pochi mesi prima, Sasha esercitava alla Prescott & Talbott – uno degli studi legali più grandi, vecchi e prestigiosi dello Stato. La sua specialità erano le controversie complesse. Aziende che si facevano causa a vicenda per accordi violati, compagnie portate in giudizio dagli azionisti o dai clienti. Casi grossi, brutti, complicati, che impiegavano anni per andare a processo. Quelle le riuscivano bene. Perdiana, le riuscivano benissimo.

    Per contrasto, non aveva idea di come rappresentare la persona presunta incapace durante un’udienza di fronte a un tribunale testamentario. A onor del vero, avrebbe preferito andare in cucina e preparare la colazione. Il che la diceva lunga, considerato che lei non sapeva fare nemmeno un nuovo strapazzato.

    Fingi finché non ce la fai, diceva sempre il suo defunto mentore, Noah Peterson. La sua morte era gran parte del motivo per cui Sasha aveva lasciato lo studio e ora era seduta a un tavolo appiccicoso in una squallida tavola calda distante quattro ore da tutto.

    Scosse la testa. Non aveva tempo per quei pensieri. Si levò dalla testa Noah e la Prescott & Talbott.

    Craybill la guardò con un grumo di farinata d’avena rappreso sul labbro inferiore.

    Sasha si tamponò le labbra con il tovagliolo di carta, ma l’uomo non colse l’imbeccata.

    Scusi, ha un po’ di farinata qui, disse, indicandosi la bocca.

    L’uomo strinse gli occhi e si pulì la bocca.

    E allora? Questo mi rende rincretinito?

    Sasha resistette all’impulso di massaggiarsi le tempie e sorrise. Anche troppo.

    Certo che no. Ma se fossi stata al suo posto, avrei voluto che me lo dicesse. Comunque. La petizione dice che, subito dopo l’inizio di quest’anno, il Dipartimento dei servizi agli anziani ha ricevuto una segnalazione anonima secondo cui lei non sarebbe in grado di prendersi cura di sé. Ha idea di cosa potrebbe essere successo?

    L’anziano si accigliò. Sasha attese mentre questi tornava mentalmente indietro nel tempo. Erano i primi di aprile, per cui la segnalazione risaliva a tre mesi prima.

    Beh, accidenti, disse infine Craybill, ero caduto. Non so esattamente quando. C’era la neve. Stavo spaccando la legna e…

    Sasha lo interruppe. Lei spacca la legna da solo?

    Sì.

    Sasha controllò l’indirizzo sulla petizione. Rural Route 2, Firetown.

    Lei non vive in città?

    No. Ho casa a Firetown.

    L’anziano pronunciò il nome della località accorciando la sillaba finale – Firetin.

    Sembrava un luogo isolato.

    Vive da solo?

    Sì, da quando è morta Marla.

    D’accordo, mi stava dicendo che è caduto… lo incoraggiò lei.

    Ah-ha. Mi sono distratto guardando un camion che passava lungo la strada vicino a casa mia, un’autocisterna che andava troppo veloce per le condizioni climatiche. Comunque, sono scivolato su una lastra di ghiaccio, se non ricordo male. Ho preso una botta all’anca e mi sono storto il polso.

    Sasha prese appunti il più velocemente possibile, usando il suo stile abbreviato. Lo aveva sviluppato quando studiava legge e le era stato utile anche durante l’esercizio della professione.

    Ha cercato assistenza medica?

    L’uomo fece spallucce. No. Ne ho accennato al dottor Spangler quando l’ho incrociata al distributore. Lei mi ha dato un’occhiata vicino alle pompe e ha detto che probabilmente era una distorsione. Ho tenuto il ghiaccio sul polso per un po’ e ho preso del Tylenol per qualche giorno, ma nient’altro.

    La dottoressa Spangler è il suo medico?

    Sasha inseguì quello che restava dell’uovo con un pezzo di pane tostato mentre Craybill spiegava.

    È l’unico medico, qui in città. Immagino che questo significhi che è il mio medico. Ma l’ultima volta che sono andato a un appuntamento era, non saprei… quattro o cinque anni fa. Sono sano come un pesce. Ma lei si è presa cura di Marla.

    Sasha abbassò lo sguardo sui suoi appunti. Era pronta a scommettere che il medico avesse avvertito la necessità di segnalare la caduta al Dipartimento dei servizi agli anziani, com’era previsto dalla legge dello Stato. Servizi agli anziani. Quel nome aveva un che di sinistro.

    Lanciò nuovamente un’occhiata alla torre dell’orologio. Mancavano quindici minuti allo spettacolo e lei non aveva idea di chi fosse il suo cliente, di cosa volesse o se fosse o meno completamente fuori di testa.

    D’accordo, la legge prevede che l’avvocato del Dipartimento dei servizi agli anziani spieghi al giudice Paulson perché il dipartimento crede che lei non sia in grado di prendersi cura di sé. L’onere della prova spetta a loro. Hanno chiesto la tutela plenaria, cioè completa, il che darebbe loro il diritto di prendere decisioni che riguardano le sue finanze, la sua salute, tutto. La legge predilige una tutela limitata. Ciò significa che il giudice può nominare un tutore che la aiuti con questioni specifiche, come il denaro, se ritiene che lei abbia bisogno di assistenza, ma non sia del tutto incapace. Mi segue?

    Sasha guardò l’uomo negli occhi alla ricerca di comprensione, ma trovò soltanto rabbia. Molta rabbia.

    Senti, ragazzina. Io non voglio aiuto. Voglio che mi lascino in pace. Voglio morire in casa mia quando verrà la mia ora. Siamo d’accordo?

    Sasha annuì. Avvertì un’ondata di compassione per l’anziano, ma non voleva fare promesse.

    Faremo il possibile, signor Craybill.

    Posò una banconota da venti dollari sopra il conto e cominciò a fare i bagagli.

    Andiamo.

    Cinque minuti prima dello scoccare dell’ora, Sasha e Jed erano seduti allo stesso tavolo che avevano lasciato un’ora prima.

    Tecnicamente, Sasha avrebbe dovuto spostarsi al banco della difesa, dall’altra parte della stanza, perché non rappresentava più la parte presentante. Il presentante – la parte che aveva l’onere della prova – sedeva per convenzione al tavolo più vicino al banco dei giurati. Era una di quelle formalità che nessuno spiegava ai giovani avvocati fino a quando loro non la violavano senza rendersene conto.

    Ma Jed aveva preso posto prima che lei potesse spiegargli come funzionavano le cose e, a occhio e croce, non sembrava che a Springport ci si formalizzasse troppo. Per non parlare del fatto che la violazione del protocollo avrebbe potuto provocare il legale della parte avversa. Che era sempre un bene.

    La porta dell’aula si aprì, inondando la stanza con la luce e il suono del chiacchiericcio provenienti dal corridoio. Un uomo magro e abbronzato, con la barba ben curata, si infilò fra le due ante. Indossava un completo blu navy e una cravatta a righe rosse e blu. I suoi occhiali dalla montatura d’acciaio le ricordavano un professore; probabilmente, l’effetto era voluto.

    L’uomo si fermò accanto al tavolo. Il suo sguardo corse da Jed a Sasha e viceversa.

    Signor Craybill, disse, rivolgendo un cenno del capo all’anziano.

    Jed ignorò il saluto.

    Sasha si alzò e tese la mano. Sono Sasha McCandless, il legale che il tribunale ha assegnato al signor Craybill.

    L’uomo le strinse la mano in una presa rapida e ferma.

    Marty Braeburn, disse. Poi si accigliò leggermente. Non sapevo che il giudice Paulson avesse nominato un legale.

    Sasha sorrise. Ho ricevuto la nomina questa mattina.

    Ah. Braeburn annuì. Dove ha detto che esercita?

    Non l’ho detto. Il mio studio si trova a Pittsburgh. Questa mattina sono comparsa davanti al giudice per una mozione di esibizione riguardante un altro caso.

    Pittsburgh, ripeté Braeburn, parlando palesemente fra sé e sé.

    L’uomo sollevò lo sguardo sull’orologio appeso sopra la cattedra del giudice, poi disse: Abbiamo qualche minuto prima dell’inizio dell’udienza. Usciamo un attimo in corridoio?

    Lanciò un’occhiata eloquente a Jed, che aveva continuato a guardarlo storto senza batter ciglio.

    Sasha bisbigliò a Jed che avrebbe

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