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Colleghi per caso, sposi per amore: Harmony Collezione
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Colleghi per caso, sposi per amore: Harmony Collezione
E-book165 pagine2 ore

Colleghi per caso, sposi per amore: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il mio lavoro è creare dolci unici e deliziosi, non organizzare matrimoni! Questo è ciò che Amy Edler avrebbe voluto replicare alla richiesta della sua migliore amica, ma alla fine non ne ha avuto il coraggio. Così, oltre a preparare la torta di nozze per Lucy, Amy si ritrova anche a organizzarle la cerimonia, con l'insopportabile fratello della sua amica come unico aiuto!

Il solo pensiero del matrimonio mi dà l'orticaria, ma per aiutare la dolce Amy farò volentieri uno strappo alla regola. L'affascinante imprenditore Jared Shaw non ha raggiunto il successo lasciando che fossero gli altri a dettare le regole del gioco. Così, per trascorrere un po' di tempo con la bella Amy, si è prestato a organizzare le nozze della sorella. Ora che tutto è sistemato, non gli resta che occuparsi dell'ultimo dettaglio: scegliere il regalo perfetto per la damigella.

LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2014
ISBN9788858921272
Colleghi per caso, sposi per amore: Harmony Collezione
Autore

Nina Harrington

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Colleghi per caso, sposi per amore - Nina Harrington

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Always the Bridesmaid

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2009 Nina Harrington

    Traduzione di Alessandra Carli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-127-2

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Amy Edler aveva tre problemi. Tutti di genere femminile. E tutti richiedevano la sua attenzione in quel preciso istante, o sarebbero state lacrime. Oltre a ciò, aveva un telefono tra la scapola e l’orecchio, una pasticceria piena di clienti e l’impianto dell’aria condizionata aveva scelto il giorno più caldo di giugno per funzionare a singhiozzi.

    Era stata un’idea di Trixi offrire a due dei problemi di Amy la possibilità di glassare brioche al cioccolato: una leccornia per le altre ragazze dell’orfanotrofio.

    Solo che quella era vera glassa al cioccolato. E i due problemi avevano undici anni.

    Grosso errore.

    Amy cercò di attirare l’attenzione di Trixi, ma la sua apprendista pasticcera era troppo impegnata a chiacchierare con un cliente per aiutarla a giudicare la gara per la brioche glassata meglio.

    Guardò il labbro tremante della ragazza più alta, diede un’occhiata veloce alla glassa ancora liquida che era traboccata dagli stampini di carta ed era fuoriuscita sul piatto, e decise che la telefonata poteva aspettare.

    «Forse le brioche erano ancora troppo calde, ma guarda che meraviglia! Sembrano deliziose.»

    La ragazzina le rivolse un sorrisino e scrollò le spalle, lusingata. Ma, a quel punto, la sua amica cominciò a tirare su con il naso. Aveva deciso di congelare la glassa per fissarla meglio e ora due spessi strati di caramello marrone ricoprivano ciascun dolcetto.

    Amy prese il piatto, lo mise nel microonde per venti secondi e spalmò la glassa divenuta morbida e gustosa.

    La bocca della ragazzina si allargò in un sorriso.

    Amy si abbassò e le bisbigliò: «Non lo dirò a nessuno. Sono perfette!». Si tirò su. «Non penso che potrò giudicare questa gara in modo obiettivo, oggi, a causa del caldo. Potremmo rimandare alla prossima volta? Era un sì? Perfetto. Ora sarei in guai seri, se vi lasciassi andare a casa in questo modo, per cui andate a lavarvi le mani. Baderò io alle vostre brioches!»

    Non poté fare a meno di sorridere quando le ragazzine raggiunsero le amiche, chiacchierando e ridendo allegre.

    Era proprio come aveva immaginato: la sua pasticceria e la sua cucina piene di bimbe felici.

    Le sfuggì un sospiro. Forse un giorno...

    Sì. Presto anche lei avrebbe potuto offrire a un bambino un ambiente affettuoso. Ma doveva superare il periodo di osservazione e dimostrare di essere una madre single responsabile prima di poter adottare un figlio.

    Abbassò le spalle e scacciò quel pensiero. Non c’era tempo di accarezzare quel sogno. Non alle sei di un caotico venerdì pomeriggio, quando doveva ancora occuparsi del problema numero tre.

    Che, in teoria, non sarebbe dovuto essere affatto un problema, visto che la sua amica Lucy Shaw, per il suo grande giorno, si era affidata alla più famosa organizzatrice di matrimoni di Londra.

    Peccato che questa organizzatrice non rispondesse a nessuno dei suoi telefoni.

    Amy contò i bip sulla segreteria telefonica, poi parlò: «Ciao, Clarissa, sono Amy Edler, della Pasticceria Edler. Mi spiace disturbarti, ma avevi promesso di portarmi le orchidee per il matrimonio Shaw-Gerard. Per favore, chiamami appena possibile». Poi aggiunse un allegro: «Grazie».

    Emise un lungo sospiro prima di chiudere gli occhi e premere il telefono fresco sulla fronte.

    Ho la situazione sotto controllo. Il matrimonio sarà solo sabato prossimo La torta sarà perfetta. Il matrimonio sarà perfetto. Posso fare delle orchidee di zucchero di qualsiasi colore Lucy vorrà. E poi mi trasformerò da umile pasticcera a incantevole damigella.

    Sarebbe stato il suo mantra per i prossimi sette giorni.

    Ovviamente era solo colpa sua, visto che era stata lei a offrirsi di preparare la torta nuziale di Lucy. Una torta memorabile, come dono di nozze per i due migliori amici che aveva al mondo.

    Doveva essere di cioccolato biologico, decorata con fiori di zucchero dello stesso colore del bouquet e a tre piani.

    Grazie per queste notti insonni, Lucy.

    Un’argentina risata femminile interruppe i suoi pensieri. Amy aprì gli occhi e vide le ultime ragazze del corso del doposcuola che la salutavano con le braccia cariche di brioche e muffin.

    «Assicurati che non avanzi nulla!» gridò Amy all’assistente sociale che le accompagnava.

    «Non succederà. Mi spiace che non possiamo fermarci per aiutarti a rimettere a posto» rispose la donna.

    Amy sorrise e rimase a guardare le ragazze che se ne andavano, lasciandola...

    Scosse la testa e balzò in piedi. Era ora di rimboccarsi le maniche.

    Jared Shaw camminava lungo il marciapiede affollato di pendolari che si affrettavano per tornare a casa in quel caldo venerdì pomeriggio.

    Il quartiere non era cambiato molto negli ultimi diciotto anni. Il giornalaio dove lui aveva comprato le sue prime riviste di automobili era ancora lì, ma la ferramenta che aveva mandato un operaio a riparare il rubinetto che perdeva in cambio di una delle cravatte di seta del padre era stata sostituita da un’elegante agenzia immobiliare.

    Sorrise tra sé. Amici nel settore erano scoppiati a ridere quando la Haywood & Shaw aveva comprato degli immobili in quella zona di Londra.

    «Nessun guadagno lì, amico» gli avevano detto.

    Ma lui aveva dimostrato che si sbagliavano.

    La Pasticceria Edler spiccava tra gli edifici in mattoni e pietra, con la sua familiare tenda bianca e blu.

    Quante volte lui aveva premuto il naso sulla vetrina, guardando con l’acquolina in bocca le delizie alla panna e cioccolato, irraggiungibili come dischi volanti per un bambino senza un centesimo in tasca.

    Incontrò una ragazzina sorridente su un triciclo, seguita da un uomo più o meno della sua età. Assomigliava così tanto a Lucy quando era piccola che Jared rimase senza fiato. Lunghi capelli biondi e lisci, occhi azzurri e un sorriso che avrebbe potuto sciogliere anche il cuore più duro.

    Jared raddrizzò le spalle tese.

    Forse era un errore. Troppi fantasmi popolavano quelle strade.

    E c’era solo una persona che poteva averlo persuaso a tornare lì.

    «Ti ci vorranno cinque minuti per passare a salutare la mia amica Amy Edler» aveva detto sua sorella Lucy in tono implorante. «Solo per assicurarsi che non si stia affaticando troppo a preparare la mia torta.»

    Grazie, sorella.

    Jared era reduce da una settimana di novanta ore lavorative e l’ultima cosa che aveva voglia di fare era incontrare una della damigelle di Lucy e chiacchierare di torte e fiocchi, quando per quello stava già pagando la wedding planner più costosa della città.

    Lui guadagnava e Lucy e la loro madre spendevano.

    Ma come poteva negare qualcosa alla sua sorellina?

    E così Jared alla fine aveva acconsentito di fare una deviazione dall’aeroporto di Heathrow per andare a trovare Amy Edler, invece che precipitarsi a casa per contattare l’ufficio di New York prima che chiudesse per il weekend.

    Aprì la porta della pasticceria e fu accolto da un vivace chiacchiericcio, luci brillanti e l’aroma di dolci appena sfornati. Profumo di spezie e vaniglia mescolato con quello di zucchero caramellato, pasta burrosa e pane freschissimo.

    Jared respirò a fondo, inebriato.

    Si guardò attorno e il suo occhio di imprenditore edile colse la tinteggiatura panna e blu intramezzata dalla scaffalatura di legno chiaro.

    Era molto diversa dalla carta da parati marrone scuro e dagli scaffali di legno della Pasticceria Edler che lui ricordava. I poster ingialliti e strappati che pubblicizzavano farine e bibite gassate erano stati sostituiti da pareti lisce e pulite.

    L’effetto era moderno, alla moda ma accogliente. Avrebbe menzionato quell’idea al suo team di progettisti.

    Qualcuno lì si intendeva di toni e di colore.

    Il pane era dietro il bancone, mentre sotto un lucente vetro ricurvo c’era una esposizione di torte favolose, crostate e focaccine di cui qualsiasi pasticceria francese sarebbe stata orgogliosa.

    Proprio in quel momento la tenda blu si aprì e Jared incontrò gli occhi castani di una ragazzina con un elegante grembiule blu sopra a una maglietta con enormi chiazze marroni e bianche. Un piccolo badge bianco informava che si trattava di Trixi.

    «Ciao, bello. Quelli sono per me?»

    Jared fu colto così alla sprovvista che lei dovette fare un gesto verso il mazzo di boccioli esotici che teneva in mano perché lui capisse a che cosa si stava riferendo. Jared aveva sentito parlare di servizio ai clienti poco accurato, ma quello era davvero troppo.

    «No, mi dispiace. Sto cercando la signorina Amy Edler.»

    Senza aggiungere altro, Trixi si allontanò da Jared e gridò: «Ehi, capo! C’è un bel pezzo d’uomo qui fuori che chiede di te. Con dei fiori».

    Una voce lontana urlò in risposta: «Lascia in pace quel poveretto e fallo passare, per favore».

    «Amy è in cucina» lo informò Trixi con un sorriso e una voce suadente, spostando la tenda blu. «E se avesse bisogno di qualcosa, chieda pure a me.»

    «Grazie.» Lui annuì, ben consapevole che, mentre le passava accanto, Trixi stava osservando il didietro dei suoi eleganti pantaloni di sartoria.

    Per ritrovarsi in quello che nella sua mente rappresentava l’idea del caos.

    La cucina era una babele di superfici macchiate, gocce di vari colori, piatti e posate sparpagliati ovunque.

    L’unica pasticcera che Jared aveva mai incontrato prima di quel giorno era la cuoca della scuola. Una signora di mezza età, con la corporatura di un lottatore di sumo e fonte di costante stupore per i ragazzi più grandi in preda agli ormoni per il suo enorme seno e per le sue gambe a X che sbucavano da sotto la sua pesante gonna scozzese.

    L’unica persona in quella stanza piccola e calda come una fornace, invece, era una ragazza magra, minuta, che lavava una pila di stoviglie a quella che a Jared parve una velocità impressionante. Indossava pantaloni a quadri bianchi e blu e un grembiule che una volta doveva essere stato blu. Ciuffi di capelli castani sfuggivano ai bordi di una bandana bianca e blu, attirando l’attenzione su un viso ovale con sopracciglia scure e labbra carnose.

    In quale situazione lo aveva cacciato Lucy?

    Amy alzò gli occhi.

    Trixi definiva una bel pezzo d’uomo chiunque entrasse da solo alla Edler.

    Rivolse a quel tipo una seconda occhiata. E poi una terza.

    Doveva ammettere che quella volta Trixi aveva ragione.

    Tipico uomo d’affari bello e impossibile. Cortissimi capelli biondo scuro. Elegantissimo. Scarpe nere lucide e abito gessato.

    I primi due bottoni della immacolata camicia bianca erano slacciati, rivelando un’abbronzatura naturale, ma la giacca di cachemire era abbottonata.

    Di certo non sembrava un assistente sociale o sanitario, eppure la stava guardando in modo strano.

    Era uno sguardo intenso, carismatico, come di sfida.

    La sua mascella squadrata era coperta da un virile filo di barba che si

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