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Il fiore della coscienza: L’espansione della coscienza è la promessa d’Infinito celata nelle cellule e il potere consapevole, che si compie attraverso l’opera del sé, quando la sua vita diventa meditazione
Il fiore della coscienza: L’espansione della coscienza è la promessa d’Infinito celata nelle cellule e il potere consapevole, che si compie attraverso l’opera del sé, quando la sua vita diventa meditazione
Il fiore della coscienza: L’espansione della coscienza è la promessa d’Infinito celata nelle cellule e il potere consapevole, che si compie attraverso l’opera del sé, quando la sua vita diventa meditazione
E-book251 pagine4 ore

Il fiore della coscienza: L’espansione della coscienza è la promessa d’Infinito celata nelle cellule e il potere consapevole, che si compie attraverso l’opera del sé, quando la sua vita diventa meditazione

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Il fiore della coscienza approfondisce e conduce la precedente opera, La via Cristallina, alla sua compiutezza. Il viaggio rappresentato nel primo lavoro trova in questo libro la sua realizzazione e la base che lo sostiene. Offre al lettore uno sguardo profondo sul percorso che la coscienza umana compie durante il suo passaggio terreno. Racconta di come la sua voce ispirativa sia sempre pronta a dirigere il nostro mondo, a testimoniare la nostra vita incessantemente, e attendere la nostra disponibilità psichica per sbocciare alla nostra luce. E coglie nella meditazione la premessa e la promessa della rivelazione del suo potenziale segreto, il mezzo attraverso il quale può instaurarsi il dialogo fecondo che ci nutre e ci permette di crescere. Lo arricchiscono e lo completano meditazioni, esercizi di visualizzazione e orientamenti positivi per aiutare il lettore a trasportare nel quotidiano la concretezza del suo esistere, per farne, cioè, una realtà tangibile.
LinguaItaliano
Data di uscita26 ott 2020
ISBN9788863655742
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    Anteprima del libro

    Il fiore della coscienza - Simonetta Zoppo

    oltre.

    CAPITOLO 1

    IL PROPOSITO DELL’ANIMA

    Ritornare a casa significa essere svegli su quel piano.

    Nessuno è mai uscito dalla Sorgente Divina.

    Esistiamo contemporaneamente su tutti i livelli.

    L’Anima è il confine ideale nel quale lo Spirito circoscrive il suo campo di applicazione; essa è il ponte tra l’illimitato potenziale e la determinazione quantitativa e qualitativa della sua estensione. Pur contenendo in sé la Totalità, si sperimenta sul piano dell’Esistenza per realizzare parte di quella infinitezza. Come pensiero diveniente, prende coscienza di sé nella materia densa e rivela la sua luce, grazie a un incessante dialogo con essa, che si approfondisce senza mai esaurirsi. La personalità è il terreno nel quale è chiamata a operare, senza la sua partecipazione rimane silenziosa e inerme. L’Anima, dunque, è una possibilità.

    Alla nascita, ognuno di noi si fa portatore di un dono e di un limite. Lo Spirito individualizzato, il Sé o Anima, prende parte alla dimensione fisica, come il vasaio plasma l’argilla secondo l’oggetto della sua immaginazione. L’Idea, che però cerca un varco nella dimensione terrestre, incontra un ostacolo, una rifrazione: il grumo di ignoranza o la parziale competenza della materia, che è a corredo dell’incarnazione.

    L’intento sacro e amorevole dell’Anima opera senza sosta per testimoniare la sua Verità. Quello che costituisce la prova è lo stato di inerzia e l’esitanza alla luce Spirituale e al superamento del limite. Vincere questa densità oscura significa trasformare la stasi in movimento dinamico e uscire fuori dal buco nero dell’incoscienza.

    L’atto evolutivo porta alla luce la comprensione della trama della nostra narrazione, il disegno dell’idea iniziale che riceviamo in dono alla nascita. Esso è una traccia invisibile che si insinua nelle cellule del corpo e spinge tutto il nostro essere alla sua realizzazione. È un’energia propulsiva che rende possibile la manifestazione di ciò che vive a uno stato potenziale e riduce lo scarto che ci separa dall’Unità. Questo processo, però, si attiva e dà inizio alla ricerca dei significati del vivere, nel momento in cui ci accorgiamo che il mondo che abbiamo creato non è più gratificante e non riempie più il vuoto di senso. Quando accade, la nostalgia dello stato di pienezza fusionale ci spinge a introvertire la nostra energia e a muovere i nostri passi sulla via della rimembranza. Un ricordo di verità che ci restituisce alla nostra totalità e interezza e una nuova visione della realtà maggiormente rispondente alle esigenze superiori della Vita.

    L’Anima ha una storia da raccontare, il suo filo narrante è intessuto delle qualità dell’Intelligenza Cosmica, che intende manifestare, e della direzione personale che si intreccia in forma di dialogo con le altre storie del mondo. La copiosità degli eventi che ci coinvolgono contribuisce alla comprensione del piano che, di volta in volta, si approfondisce, si chiarifica e ci orienta verso un approccio profondamente simbolico della vita.

    Sul canovaccio tessuto dall’Anima, il sé individuale è chiamato a organizzare l’esperienza del reale affinché possa essergli comprensibile. Secondo i dati che ha a sua disposizione, interpreta i fatti e costruisce attorno ad essi un senso. Maggiore sarà la sua trasparenza, più il suo sguardo si farà profondo e riflessivo, capace di elaborare, cercare un significato, integrare, apprendere e rispondere in modo adeguato. Se sarà in grado di creare un ponte tra interno ed esterno, tra se stesso e il mondo degli altri, trasformerà ogni evento in conoscenza e potere.

    Il compito dell’io personale, attraverso lo svolgersi della sua narrazione¹, è quello di:

    autodefinirsi;

    mantenere i confini permeabili;

    assumere competenza;

    acquisire potere personale;

    automotivarsi;

    discernere;

    ponderare;

    direzionare la propria energia verso un obiettivo;

    avere delle convinzioni fluide;

    collegarsi al Superconscio;

    aprirsi alla trascendenza di sé;

    esprimere le proprie qualità;

    riconoscere i propri limiti;

    riconoscere i propri punti di forza;

    essere disposto al cambiamento;

    porsi domande;

    operare delle scelte;

    rispondere in modo adeguato;

    riconoscersi come interprete della realtà;

    formarsi, informarsi e trasformarsi;

    orientare i propri comportamenti secondo una più ampia visione;

    accogliere i mutamenti di scena;

    metamorfizzarsi;

    attivare una percezione sensibile nei riguardi della vita e di se stesso;

    riconoscere e attivare le proprie risorse interne;

    integrare le esperienze all’interno di sé;

    entrare in relazione armoniosa con il mondo esterno;

    eseguire il Proposito Superiore;

    espandere i propri confini;

    rendersi reale;

    essere una porta tra conscio e inconscio;

    liberarsi dai condizionamenti;

    comprendere;

    riflettere;

    essere consapevole;

    dare vita agli intenti;

    creare;

    muovere la propria energia;

    vedere;

    intuire;

    immaginare;

    correlare passato, presente e futuro;

    cogliere il senso e lo scopo dell’esperienza vissuta.

    Le storie possono essere leggere o tragiche, ma ciò che conta è che siano autentiche, e ogni storia in fin dei conti lo è. Esiste una bellezza commovente nell’albero che, spinto dagli agenti atmosferici, nasce e cresce deformando il suo naturale sviluppo, come in quello che si erge imperioso, forte e resistente perché favorito dalla benevolenza dell’habitat naturale nel quale vive. La storia pensata dall’Anima avviene con l’unico scopo di ottenere, da parte sua, la perfetta padronanza dell’ambiente virtuale che abita.

    Ogni narrazione umana si intreccia alle altre e imbastisce connessioni significanti. Attraverso i diversi aspetti espressi dalle personalità individuali, avviene un mutuo riconoscimento delle altre parti del sé che possiamo vedere, accettare, comprendere e integrare per diventare esseri totali. L’intera gamma di frequenze a nostra disposizione si rivela in un gioco dialettico continuo e si approfondisce accettando di incontrare la zona buia del nostro essere nell’altro, per recuperarla all’interno di noi stessi. In questo modo il filo narrativo non si spezza e tesse la sua intera tela mostrando le tante facce della totalità che vive e palpita dentro di noi.

    Ogni storia ha vari livelli di espressione e può essere raccontata su piani diversi della realtà. La modalità del nostro linguaggio, mediata dal nostro livello di coscienza, è il filtro attraverso il quale può passare più o meno la consapevolezza del significato di ciò che stiamo vivendo, della strada da percorrere, le scelte e le azioni migliori da intraprendere.

    Lo stile linguistico fa la differenza della narrazione, esso diventa il nostro personale modo di vedere il mondo degli eventi e approfondire o sottrarsi alla conoscenza di ciò che siamo.

    La personalità non si forma e procede in modo regolare, alcune aree del sé possono permanere in una fase evolutiva precedente; schiacciate dagli eventi, possono fermare il loro passo o addirittura retrocedere, brutalizzandosi. Se rimaniamo confinati nell’ego di superficie, osserviamo i fatti dell’esistente secondo la nostra particolare luce e costruiamo la verità individuale prendendo le mosse da quel tipo di visione. Generalmente agiti dal nostro vissuto pregresso, tendiamo a contrastare le vicende del presente distorcendo il messaggio che vive tra le loro pieghe. Così, senza accorgercene, accartocciamo il nostro racconto umano dentro il passato e abbracciamo il dolore antico mantenendolo desto ad ogni suo richiamo.

    È estremamente importante rendersi consapevoli del piano dal quale stiamo guardando il mondo, perché, solo individuando il punto in cui siamo, potremo distanziarcene e andare oltre. Le diverse fasi del nostro sviluppo psico-spirituale sono passaggi iniziatici che, se opportunatamente attraversati, ci preparano e ci conducono all’età della saggezza. Sono le sacre porte evolutive che varchiamo quando ci sentiamo pronti a lasciare andare la nostra vecchia pelle con la naturalezza della sua necessità di rinnovamento e a disegnare nuovi percorsi neurali, nuove connessioni, tracce di luminosa consapevolezza.

    È una metamorfosi necessaria e al tempo stesso non sempre facile da attuare ma, quando accade, è definitiva, imprescindibile e inviolabile. Viviamo questa condizione come il naturale emergere di un nuovo stato, di una più ampia coscienza, di una chiarezza d’intento. Assistiamo al crollo delle antiche convinzioni, degli schemi mentali nei quali ci siamo rinchiusi e delle strategie adattive che hanno garantito la nostra sopravvivenza fino a quel momento e mal si conformano alla nuova concezione. Abbiamo oltrepassato la soglia e sollevato il velo, al di là del quale una nuova visione sostituisce quella precedente e la dissolve come un sogno al nostro risveglio. In mancanza di questo processo, l’adultità non si compie e rimaniamo identificati negli stadi di sviluppo precedenti.

    L’evoluzione, o meglio, l’espressione dell’Anima nel sistema mente-corpo non procede in modo lineare. Le esperienze traumatiche che abbiamo vissuto, specialmente nella prima età infantile, possono essere presenti e condizionare fortemente la nostra vita attuale. Il personale modo in cui rispondiamo agli eventi esterni potrebbe riflettere uno stato di denutrizione di alcune parti di noi, che hanno bisogno di essere alimentate per crescere e svilupparsi armoniosamente. Potremmo trovarci, dunque, in una condizione dove lo sviluppo della coscienza è vivo e crepitante su un piano, ma ancora non esplorato su un altro, e così permanere ancora a quel livello in uno stato inconscio.

    È essenziale, quindi, comprendere in quale fase del vostro sviluppo vi siete bloccati, perché il saperlo vi permetterà di procedere più speditamente.

    Allora, la domanda che vi pongo è questa: in quale stadio credete di aver fermato il vostro passo? Quello del bambino, dell’adolescente, dell’adulto, del vecchio o del saggio?

    Tenete conto che si può essere saggi da bambini e bambini da vecchi, oppure essere vecchi prima di essere stati bambini e così via. Ogni fase, però, deve essere attraversata e trascesa, non può essere disattesa, altrimenti chiederà il risarcimento per la sua mancata espressione. La parte ombra dei vari stadi dello sviluppo, che ho qui sintetizzato, incide profondamente nella vita di tutti noi. Essa rappresenta il canone inverso, il movimento contrario dell’energia che confonde la nostra coscienza e impedisce il suo procedere.

    LO STADIO DEL BAMBINO

    La dimensione dell’innocenza, del candore puro del bambino, è la prima fase dello sviluppo evolutivo che molti non si apprestano ad abbandonare. Anche se il naturale sviluppo del sé procede noncurante verso la sua differenziazione, intimamente rimangono connessi al caldo nutrimento materno privo di tensione e alla silenziosa beatitudine della coscienza prima della separazione. La bolla paradisiaca inconscia che li avvolge diventa così il rifugio ideale per fuggire da una realtà che li obbliga a rendersi coscienti di sé e a superarsi; una specie di Eden terrestre, dove il male dell’incarnazione non è contemplato, ma disatteso.

    Le persone che vivono una condizione del genere non sono disposte a vedere il mondo per quello che è: un sistema di vibrazionale coscienza in movimento, che si origina dal vuoto potenziale, nella diversità delle sue frequenze e informazioni, ma come un luogo ostile dal quale difendersi. Sono alimentate incessantemente dalla loro paura e tracciano una linea di confine molto netta tra ciò che ritengono conveniente per se stessi e quello che deplorano risolutamente. Temono la vita con il suo carico di dolore e le sue verifiche, che non sentono di poter affrontare per crescere. Sperano sempre di vivere domani una felicità che non arriva e confidano in una fonte di salvezza esterna che li protegga e li liberi da questo stato di disperante isolamento. Il loro più grande desiderio è quello di ritornare a casa. Nel loro cuore vive un inconscio desiderio di morte che lascia, inequivocabilmente, incompiuta l’Anima.

    Ogni punto dell’Universo è inestricabilmente collegato alla Sorgente Viva dell’Essere. La vita si manifesta come istanti di consapevolezza del mondo sottile dello Spirito, come guizzi di luminosa realtà, via via sempre più complessa. Rimanere all’interno di una potenzialità ideale senza trovare il canale per la sua espressione non permetterà loro di rendersi reali e infine di esistere come esseri coscienti e totali.

    Scollegati dal loro corpo e con delimitazioni labili, richiedono una continua attenzione e nutrimento affettivo per alleviare la forte sensazione di separazione dall’Unità. Privi di radici, camminano sulla Terra senza lasciare la traccia consapevole del loro vissuto. Il loro modo di guardare il sensibile è alimentato dalle illusioni di un’evoluzione che procede in modo graduale verso la sua resurrezione. Temono la diversità in tutte le sue forme, sono aggrappati a tutto quello che garantisce una continuità del proprio sé e della vita che hanno creato. Osservando l’esistenza dietro la porta socchiusa del proprio io, si privano della leggerezza del gioco creativo in atto, sempre e comunque, dentro il loro essere e al di fuori di se stessi.

    Se solo lo intuissero, ne sarebbero entusiasti e la meraviglia prenderebbe il posto della paura. Aprirebbero quella porta e correrebbero a giocare con la terra, con il campo della loro manifestazione. Acquisirebbero la dimensione vera del bambino, aperta, gioviale e fiduciosa. Uscirebbero dalla propria casa e inizierebbero a toccare la realtà, ad annusarla, a mangiarla, non avrebbero paura di sporcarsi le mani, le ginocchia, saprebbero che tutto è sacro e che la speranza non è riposta in un futuro migliore, ma nella vastità di sfumature e sottigliezze che rivelano la bellezza del creato e che possono abbracciare, colti da un afflato di inclusività totale, che non esclude neanche l’imperfezione.

    LO STADIO DELL’ADOLESCENTE

    Se nella fase ombra del bambino ci si ritira dalla vita, in quella adolescenziale si entra in conflitto con essa. Le persone che sospendono il movimento dell’energia in questo stadio dello sviluppo della coscienza, senza trascenderlo, vivono una vita contro. Si difendono dal mondo, lo combattono, lo aggrediscono; sono sempre intenti a proteggere i loro confini per non lasciarsi invadere dall’esterno. Vivono costantemente dietro le barricate dei no e sono reattivi a qualsiasi stimolo minacci la loro falsa e mancata identità autonoma. Il carico di tensione che sono costretti a sopportare è incredibile e questo li sradica dal loro centro di potere. Prede di un circolo vizioso, cercano disperatamente di riappropriarsi della propria forza e autorità, contrastando chi li avversa, ma non si accorgono che in questo modo certificano all’altro e a se stessi la mancanza di libertà interiore e l’allontanamento dal loro fuoco interno.

    Sono sempre alla periferia del loro essere, mai nel cuore luminoso del proprio Sé. E la conquista della propria indipendenza sembra cedere al peso delle proprie convinzioni, ancor prima di sottostare alle regole e ai valori imposti dagli altri. Ancora una volta, la paura gioca la sua partita e vince un’altra mano. I suoi nomi sono tanti e al loro interno si ritraccia una storia di dolore che ha plasmato la personalità secondo idee di sfiducia, disistima e fallimento.

    L’energia dominante, ribelle e reattiva che viene fuori tramite il loro comportamento, è la naturale reazione dovuta alla mancanza d’influenza su se stessi. Contrariamente a ciò che potrebbe sembrare a uno sguardo disattento, essa si esprime come un grido colmo di sofferenza, come denuncia della perdita della propria forza interiore.

    Dietro la personalità frontale esiste un nucleo di coscienza intelligente, vivo e pulsante. Lì risiede il centro di potere che hanno perduto. In quella Solitudine sacra e infinita, possono rigenerarsi e riconoscersi per quello che veramente sono. Essa è la presenza consapevole e priva di giudizio che entra dentro l’esistenza con amorevolezza e l’abbraccio che accoglie ogni frequenza e la trasforma in pace profonda.

    Questa luce può farli uscire dall’illusione di dover conquistare il mondo per sentirsi al sicuro, o di creare un confine invalicabile per proteggersi da esso. Le delimitazioni personali sono sicuramente necessarie, ma non devono diventare impermeabili alle informazioni provenienti dall’esterno. Esse sono messaggeri di verità, che vogliono essere ascoltate, e un materiale prezioso che descrive sempre qualcosa che ci, e in questo caso, li riguarda, ma verso il quale nutrono una profonda avversione, perché temono il cedimento della fortezza del proprio sé.

    Non credono veramente che sia nel loro potere l’asserire con fermezza il proprio essere, senza avvertire l’esigenza di opporsi; il diventare capaci di dire no, senza essere veementi; sentire la forza delle proprie ragioni senza per questo annichilire quelle degli altri; vivere le relazioni senza entrare nell’arena che stabilirà chi sono i vincitori e i vinti e sentire profondamente che è nel loro diritto essere e diventare la realtà dell’immagine che intuiscono di se stessi. Se solo lo sapessero immaginare, sarebbero in grado di sottrarsi all’energia fagocitante altrui, che li pretende diversi da quello che liberamente sono chiamati a esprimere, e ritornerebbero nel proprio centro.

    Per riappropriarsi della loro forza interna, hanno bisogno di lasciare andare la tentazione di nutrirsi del potere dell’altro attraverso la critica, l’umiliazione, il controllo o la durezza. Altrimenti resteranno fiaccati dalla loro stessa debolezza che, a sua volta, assumerà la forma della rabbia, da esprimere alla prossima occasione.

    Occorre che imparino a dirigere la loro vita, se vogliono diventare grandi, e comprendere che nessuno al mondo può ostacolare i loro progetti, le loro idee e la loro verità personale. Sono assolutamente liberi di esplorare, di creare, di costruire, di sbagliare, di ricominciare, di nutrire dubbi, di imparare, di porsi obiettivi, sviluppare un’idea originale di se stessi, di mettere in discussione, di compiere delle scelte e di pensare autonomamente.

    Nel farlo, si accorgeranno che la loro vita comincerà ad acquisire senso e potere, non sarà più eterodiretta e la ribellione lascerà il posto alla rivoluzione, al rovesciamento della propria visione, alla nascita di una nuova e più vera identità. Una volta trovato lo spazio nel quale riconoscersi, il Sé potrà agevolmente influenzare la loro personalità e dirigerla compiutamente verso la fase adulta. La guerra ingaggiata contro il sensibile sarà presto trasformata in responsabilità personale, determinazione e presente testimonianza e competenza di se stessi.

    LO STADIO DELL’ADULTO

    Se siamo riusciti a oltrepassare la fase adolescenziale, abbiamo portato con noi un maggiore grado di libertà e autonomia. Il diventare adulti richiede di compiere un passo significativo verso la consapevolezza di sé. In questo stadio dello sviluppo, si risveglia la nostra vita interna, cerchiamo un senso più profondo del vivere e ci mettiamo in viaggio verso la meta ignota, con l’ardore di chi sta per compiere una grande impresa.

    Spinti dal desiderio irrefrenabile di verità e dalla necessità di una totale rigenerazione, prendiamo le distanze dall’ordinario e dal consueto e ci incamminiamo verso il nuovo. La nuova espansione di coscienza avvia la ricerca. Nasce l’aspirazione all’alto, il desiderio di accedere a una libertà superiore, di esprimere un originale modo di essere e di trovare la felicità oltre i confini del sé.

    Uscire dai condizionamenti non è semplice, ma necessario, se desideriamo diventare individui. Occorre porci domande e trasformarle in leve che possano sollevare il peso granitico delle vecchie convinzioni mutuate dalla mente collettiva e rivolgersi all’interno di noi stessi per percepire il nuovo che sta emergendo.

    La personalità si sostanzia attraverso l’esperienza e si realizza attraverso scelte destinate a perdurare nel tempo. Ma quando ci troviamo sulle soglie del cambiamento, lo stato di mancanza e di insoddisfazione per ciò che abbiamo costruito ci spinge a cercare di più per noi stessi, ad andare oltre.

    Ogni livello evolutivo è sempre preceduto da una crisi e da una morte dei valori fino a quel momento riconosciuti. Se superiamo la sensazione di essere bloccati nella nostra vecchia pelle e imprigionati in un conformismo che spegne la nostra vitalità, riusciremo a procedere verso una maggiore crescita.

    Ma il parto, purtroppo, non sempre giunge a compimento, a volte l’embrionale creazione di noi stessi viene meno per la paura di ciò che veramente potremmo essere e del potere che ne scaturirebbe. Se lasciassimo passare un frammento di immenso, la nostra vita sicura si sgretolerebbe, tutte le illusioni verrebbero meno e non potremmo sostare a lungo alla periferia del nostro essere, senza essere nuovamente riportati al centro, a noi stessi e alla nostra responsabilità. Non potremmo più incolpare un esterno, che fondamentalmente non esiste, ma dovremmo cercare dentro di noi le cause che danno forma agli accadimenti.

    Così, ci accontentiamo di contemplare l’ideale, e la ricerca assume un’altra forma, diventa un passatempo, uno svago, una distrazione, una curiosità intellettuale, usata per fuggire da una realtà che non ci piace ma che non osiamo cambiare. In questo modo, però, rischiamo di vivere sulla superficie della vita senza mai approfondirla, senza mai compiere un passo evolutivo verso la parte più grande di noi stessi. Restiamo impantanati nelle sabbie mobili della mente ordinaria e lasciamo la porta chiusa, al di là della quale attende la nostra vocazione, il proposito dell’Anima.

    Il nostro suono originario è la musica che dobbiamo suonare, lì si determina la nostra espressione e si trova il profondo senso delle cose. È necessario mettersi in viaggio e ogni viaggio è un’incognita, un mistero che si scopre strada facendo, senza fretta, godendosi tutto quello che si incontra, attimo dopo attimo, in un atteggiamento inclusivo che accoglie, riconosce e trascende. Solo così facendo possiamo trasformare il vuoto di senso in amore e rendere permeabile la mente personale affinché possa accedere alla conoscenza dell’alto.

    LO STADIO DEL VECCHIO

    La ricerca avviata nella fase adulta trova il suo compimento nell’età senile. L’aspirazione alla conoscenza, qui, si trasforma in autorealizzazione. Durante il nostro cammino, l’energia dinamica che ci sostiene è fluita armoniosamente; con entusiasmo crescente, malgrado gli ostacoli, ci siamo innamorati della vita e dei suoi

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