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La Vita è una Scintilla
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E-book228 pagine2 ore

La Vita è una Scintilla

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Info su questo ebook

Nel corso dell’esistenza l’accumularsi incessante di esperienze preme con forza per un ordine capace di chiarire le ragioni di quanto ci circonda e la posizione di noi stessi nel tutto.
Nutrimento delle esperienze sono le relazioni che ci accompagnano dacché abbiamo memoria e che, per tale ragione, si ergono ad elemento essenziale della vita.
Ma qual’è la qualità dei rapporti che costituiamo e che connotati assumono nella società?
Quale orientamento è più opportuno alla convivenza in una collettività sempre più intrinsecamente connessa?
Lungi dalla pretesa di “Soluzione” nel libro vengono sviluppate alcune riflessioni che, ineluttabilmente,  portano a rivalutare i principi fondanti assegnati alla vita di ogni individuo.
L’introspezione, iniziata da una riflessione personale, si tramuta in valutazioni globali: i timori del singolo sono l’ombra di incertezze a livello Sociale e la soluzione dell’uomo non può più essere cercata individualmente.
Un discorso franco per condividere un ideale…
LinguaItaliano
Data di uscita1 apr 2017
ISBN9788826069906
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    Anteprima del libro

    La Vita è una Scintilla - PAUL HESSER

    PAUL HESSER

    La vita è una scintilla

    UUID: c37bb396-16a9-11e7-b5b1-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Ringraziamenti

    Lo dedico a mia Moglie

    Lo scrivo per i Figli

    Ringrazio gli Amici

    …da loro tutti ho ancora tanto da imparare

    Indice dei contenuti

    Ringraziamenti

    1 PREFAZIONE

    1.1 Perchè devo scrivere...

    1.2 Indice

    2 UOMO

    2.1 Sui Rapporti

    2.2 Sull’Amicizia

    2.3 Sulla Consapevolezza

    2.4 Sul Razzismo ed intolleranza

    3 SOCIETA'

    3.1 Nell’Informazione

    3.2 Nella Società

    3.3 Nel Lavoro

    4 TEMPO

    4.1 Per Tempo

    5 FEDE

    5.1 Un Senso

    5.2 Un Dio

    5.3 Un Ideale

    6 SCOPO

    6.1 Indice 2^ parte

    6.2 Del Cambiamento e della Responsabilità

    6.3 Della Qualità

    6.4 Del Giudizio

    6.5 Della Verità

    7 IN FINE

    7.1 Post Scriptum

    7.2 Scintilla

    1 PREFAZIONE

    La Vita è una Scintilla –

    «Non sono niente.

    Non sarò mai niente.

    Non posso volere essere niente.

    A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.»

    Fernando Pessoa

    1.1 Perchè devo scrivere...

    …non è facile rispondere: non credo di essere totalmente consapevole di tutti motivi che mi inducono a scrivere. Sicuramente non vi è un motivo solo e probabilmente le ragioni che scoprirò alla fine delle mie riflessioni saranno differenti da quelle iniziali, da quelle che ora percepisco.

    Non un’idea rivelata all’improvviso, ma un impulso ad un bisogno che è sempre stato presente sullo sfondo dei pensieri delle esperienze delle sensazioni e sentimenti che mi hanno accompagnato in quasi tutti i giorni della mia vita.

    Una necessità costante divenuta angosciosa impellenza da cui liberarmi, necessità di confessione dei propri pensieri, sfogo ad una tempesta di domande frammentate, o senza risposta.

    Possono essere tanto impellenti dopo tanti anni se non d’ordine spirituale, di profonda necessità esistenziale? Un prurito dell’esistenza, la necessità di acquistare un senso dell’essere, del continuare oltre il tempo.

    O quanto meno darne un significato.

    Scrivere per ritrovare se stessi; la speranza che, riordinando la montagna di pensieri e considerazioni raccolte nella vita, si apra uno spiraglio sufficiente a mostrarci la giusta via, una soluzione, una risposta od un significato che valga l’esistenza, una conferma a procedere.

    Almeno la speranza di trovare quel qualcosa in grado di lavar via il senso di frustrazione che nasce dalla consapevolezza dei nostri limiti e che non consente di vivere pienamente.

    Confinati all’interno di un corpo in uno spazio ben preciso, limitati nelle conoscenze, nei pensieri e nei ricordi, vincolati nel tempo di una vita che, come scintilla in un giorno di sole, appena si distingue.

    Che possa la riflessione ordinata, la lista dei pensieri, il tratto netto sullo sfondo bianco del foglio, svelare un linguaggio che permetta di leggere l’essenza del vivere per mostrare le necessità essenziali a cui dovremmo tendere e consenta di riconoscere il futile e ciò che è peso allo spirito.

    O, in altro modo, la ricerca di quella verità profonda a cui lo spirito sa di potersi aggrappare nelle tormente della vita, per fornire sostegno e conforto ai pensieri che attraversano l’esistenza di ogni uomo.

    D’altronde cos’è che tutti indistintamente vivendo cercano, se non una situazione salda dalla quale poter gestire le sferzate degli eventi, del destino?

    E’ forse attorno a questo comune, semplice, atteggiamento che la vita sviluppa tutta la sua profondità. In questo abisso ognuno è solo con la propria esperienza, con le proprie emozioni, considerazioni ed atteggiamenti, che lo inducono a prediligere una via piuttosto di un’altra conducendolo in regioni personali dello spirito che fanno di ogni uomo una storia singolare ed in quanto tale speciale.

    Seguendo differenti percorsi chissà mai se qualcuno riuscirà a capire, della vita, qualcosa in più del nulla. Ma vale la pena percorrere la strada per vedere sin dove ci condurrà.

    Nel frattempo potremmo sempre inventarci storie e favole che possano darci quelle temporanee illusioni in grado di alleggerire per un attimo il grave dell’esistenza. Dopotutto le illusioni non sono forse elemento essenziale dei sogni? Ed i sogni, per la nostra vita, sono l’equivalente di un giro di molla del carillon che ci da l’energia per andare avanti.

    Senza un sogno come potremmo essere spronati ad andare avanti? Dove potremmo trovare una motivazione, un senso alle nostre azioni?

    Arrivato, dunque, a questo punto della vita ho deciso di non porre più domande incessanti a me stesso, non pianificare e ripianificare, analizzare, abbozzare, ma iniziare a svuotarmi da tutti i pensieri e riversarli al di fuori di me.

    Non posso fare a meno di continuare a pensare che Se vuoi avere quello che non hai mai avuto devi fare quello che non hai mai fatto

    Pertanto tutto su un foglio di carta. Concetti e discorsi addensati dall’inchiostro: questi geroglifici sono già in grado di distrarre la mente da pensieri che altrimenti si propagherebbero in infinite spirali e percorsi circolari. In personali, deleterie, paranoie.

    Pertanto scrivere perché attività necessaria di pulizia, apertura di una finestra, non per far entrare aria nuova, ma liberarsi di quell’atmosfera stantia di vecchi e logori pensieri.

    Ciò che ne uscirà potrà essere condiviso, criticato, deriso o non compreso, saranno scarafaggi e ratti, farfalle con le ali rovinate, mogi cagnolini, cardellini. Ma tutti esseri sofferti, vissuti, amati e dalla mia mente partoriti.

    Non nascondo la speranza di inciampare durante la stesura del testo, tra una virgola ed un punto, nella nota od un commento, o in fondo ad una pagina, in quell’ordine ineccepibile di avverbi e oggetti in grado di svelarmi quanto sino ad oggi mi è sempre sfuggito, quella chiarezza di concetti in grado di mostrare la mia personale, assoluta, immutabile Verità in grado di rischiarare il percorso in cui la vita scorre.

    Sollevare il velo al segreto che era da sempre celato ai miei occhi; per raggiungere la serenità della e nella consapevolezza.

    Spero, in fondo, conscio dei miei limiti, di riuscire ad imparare qualcosa, una conoscenza che derivi dalle esperienze e sensazioni della mia vita. Mi auguro che la scrittura riesca a fissare quelle certezze che ho forse sfiorato, ma che il tempo ha allontanato o sepolto nella memoria.

    Quando si alza il vento c'è chi costruisce muri e chi mulini a vento: che sia questo libro il mio mulino, in grado di sfruttare le forze avverse per ricavare utile dai venti insidiosi e vincere la bonaccia dell’essere.

    Non ambisco alla rivoluzione dei pensieri, scovando nuove parole o concetti, in quanto già tutto è stato scritto e detto da qualcuno prima di noi, in altre epoche, luoghi o situazioni, ma solo ordinare e riordinare incessantemente i pensieri, mettendoli a disposizione di me stesso o di quanti vorranno provare ad ascoltarli e meditarli.

    Uno scritto che costituisca una nuova casuale combinazione in grado di accendere l’ispirazione capace di illuminare, anche parzialmente, il profondo e misterioso significato della nostra stessa esistenza.

     Posso dire delle cose attraverso di me, a cui do quel tanto di personale che hanno tutte le esperienze; farmi strumento di qualcosa… Questo è uno dei tanti modi con cui una civiltà, una cultura, una società vive assimilando esperienze e rimettendole in circolazione.

    Italo Calvino

    …….rendersi disponibili per essere ascoltati nella migliore predisposizione d’animo…..

    Scrivo nella convinzione che la comprensione profonda ha bisogno di essere meditata per essere assimilata, non può essere semplicemente spiegata, né descritta con dalle parole, ma può essere raccontata per essere incisa in un luogo ove possa restare a disposizione ed essere recuperata al momento opportuno, in situazioni più propizie.

    Per riuscire ad esporre un’idea è necessario che vi sia la disponibilità di chi ascolta, sperare nella sua predisposizione convergente al concetto che vuole essere trasmesso. E’ per questo che quanto inciso, scritto o dipinto è migliore per comunicare: se vorrà, quando vorrà, il lettore potrà ascoltare qualcuno sempre pronto a parlargli, sarà predisposto a seguirlo, senza pregiudizi, né blocchi al contenuto profondo del messaggio.

    I libri sono Amici discreti che ci parlano quando noi lo vogliamo. Dobbiamo saperli scegliere e sapranno consigliarci; od almeno far riflettere.

    Riflettere è mettere in discussione le nostre certezze, considerare/osservare da punti di vista differenti, aprire le porte della comprensione dei pensieri di altri uomini, per aumentare la nostra conoscenza ed esperienza e soprattutto per rivalutare le nostre opinioni.

    In questo modo le nostre convinzioni potranno trovare conferma critica o censura e ne usciranno rafforzate o trasformate: la fiducia è che ogni modifica non sia che un affinamento favorevole all’aumento della nostra consapevolezza e dunque all’elevazione dei nostri principi morali.

    Mi rendo conto che cercare di comunicare sensazioni e sentimenti usando parole è impresa improba, ma è una lotta a cui non posso neppure tentare di sottrarmi, perché è l’unico modo che conosco per cercare di superare il pensiero di fatalità ed i limiti della vita di ogni individuo.

    Non è forse questo l’obiettivo ricercato con la pittura, la scultura, l’architettura ed, appunto, la lettera scritta?

    Mi accingo, dunque, nell’arduo tentativo di esporre i miei pensieri nella consapevolezza che solo quando narratore e lettore saranno nel medesimo stato d’animo, il concetto profondo potrà essere trasferito. Perché la comprensione non risiede né nell’orecchio dell’ascoltatore, né nel colore dell’esposizione, ma nell’armonia dei partecipanti.

    1.2 Indice

    Quante parole ho a disposizione? e quanto tempo mi resta per sceglierle?

    Meglio iniziare su ciò che mi è più importante e se poi avanzerà del tempo potrò rifinire o specificare ed ampliare il discorso, d’altra parte non so quanto è impervio e faticoso il percorso potrei essere io stesso ad abbandonare per stanchezza o sconforto.

    In definitiva è che da questa mia posizione iniziale non riesco a vedere molto sul da fare, dunque ridurre i fronzoli, evitare divagazioni e racconti, ma priorità all'uomo, l'elemento centrale delle mie considerazioni.

    Parlare dell’uomo è meditare sui suoi sentimenti e sulle emozioni della vita, i Rapporti col prossimo, le paure e la ricerca delle affinità, la condivisione e l'Amicizia, e tutte assieme si esternano in abitudini ed Atteggiamenti edificanti o, in contrapposizione, estremi e distruttivi, come l'intolleranza ed il Razzismo.

    L'insieme degli uomini, in altre parole la Società, ha in tal senso creato eccellenti mezzi in grado di connetterci che agevolano e moltiplicano i rapporti tra gli uomini, ma spesso questi strumenti di Informazione, mal utilizzati, risultano inefficaci se non addirittura deleteri ed anziché darci le coordinate per farci incontrare ci confondono e ci disperdono isolandoci gli uni dagli altri.

    Di conseguenza ognuno nella Società assume una propria condotta in base all’interpretazione che assegna alla propria realtà, fatta di certezze, timori e principi.

    In tutto questo un riferimento spetta all’argomento Lavoro che, occupando la fetta più consistente della vita attiva dell'uomo, costituendo la fonte di sicurezza e sussistenza materiale, offrendo ampie opportunità di relazione tra gli uomini,

    diventa il palcoscenico per gli atteggiamenti dell'uomo.

    Tutte le nostre vicende sono proiezioni che scorrono sul nastro del Tempo e l’incessante movimento può inquietare ed angosciarci per cui è necessario accettarlo come fatto ineluttabile e darne un significato.

    E’ l’intero Senso dell'esistenza che viene messo a repentaglio, soprattutto quando anche l’idea di un mondo superiore e un Dio benevolo, a cui ci eravamo affidati, sembra venire meno.

    E allora meditiamo Ideali aspirando a trovare motivazione e senso al vivere.

    Potremo mai giungere alla comprensione del significato dell'esistenza senza conoscere a priori i riferimenti? Ne abbiamo le capacità?

    O dobbiamo fare un atto di fede in attesa del giorno in cui tutto ci sarà svelato?

    Vedremo dove arriveremo.

    Per intanto un discorso, un consiglio o un’opinione, per dialogare per ore ed ore, forse anche senza giungere ad una conclusione. Ma se, come in un viaggio, l'importante non è la meta, ma il percorso, allora perché non intrattenerci assieme?

    2 UOMO

    2.1 Sui Rapporti

    Il bandolo della matassa…

    Quando ho cominciato ad arrotolare il filo della mia vita e della mie esperienze? Pur sforzandomi non riesco a ricordarne l’inizio, ma ad un certo punto... eccolo lì: avevo tra le mani una lunga storia di emozioni e momenti accuratamente raccolti, ma disordinatamente custoditi in un confuso groviglio.

    D’improvviso la coscienza di portare con me qualcosa che, sebbene sino a poco prima non avevo neppure notato, ora attirava tutta la mia attenzione, suscitando domande, aspettative ed incertezze: la necessità di avere risposte sul senso e sull’obbiettivo del vivere.

    Un risveglio repentino come per uno schiocco secco od un lampo nel buio che non saprei riferire se reale o immaginato. Ma tant’è e mi ritrovo a pensare intensamente a dove sono arrivato, a perchè sono e chiedermi cosa devo attendermi dal mio domani…

    Debbo ritrovare il bandolo della matassa e forse il modo più sicuro è riavvolgere tutto dall’inizio, dal ricordo delle prime emozioni registrate quando ero bambino, per meditarle con la mia esperienza di adulto, ovvero quello stesso bambino di un tempo che oggi ha con se più nozioni ed esperienze.

    Ciò che all’uomo basta è ciò che poteva bastare al bambino che era, ovvero quanto lo accontentava nell’età dell’innocenza, quando essere bambini significava possedere quella purezza, quella spontaneità e candore in grado di rendere lo spirito indifferente alla bramosia.

    Non sono gli anni e lo scorrere del tempo che dovremmo accusare per aver relegato quel bambino in un ricordo di tempi andati, ma le cattive abitudini, gli insegnamenti errati, i riferimenti sbagliati che non siamo stati in grado di evitargli: sono queste le esperienze che hanno trasformato il bambino in un essere diverso, più cosciente e per questo più insicuro e quindi aggressivo, una forma di difesa che si attiva istintivamente in tutela della propria unicità.

    Ho la sensazione che solo facendo riferimento a quel fanciullo, solamente con il suo animo semplice, possiamo capire quanto è realmente necessario e comprendere cos’è che inconsciamente ricerchiamo durante l’intera nostra vita.

    Crescendo si sono plasmati atteggiamenti di reazione ad un ambiente che si presenta ostile e che consiglia di non aprirci agli altri e restare serrati da generiche, indefinite minacce.

    Troppo rischioso, troppi animali feroci sono pronti nell’ombra per ghermirci ed impossessarsi di ciò che abbiamo e questo timore per la nostra stessa sopravvivenza ci conduce alla brama di accaparramento.

    Una necessità atavica di assicurarsi la sussistenza, una forma di difesa creata dalle incertezze del futuro, che è mutata in egoismo e presuntuosa arroganza creando, di fatto, una frattura tra individui della società e la suddivisione in fazioni. Queste fazioni impongono l’autorità e condizionano l’imparzialità dei rapporti tra uomini, generando prevaricazioni che possono sconfinare in immoralità e crimini contro la società.

    La società si è conformata come un sistema sbilanciato in cui certe persone si arrogano il diritto di ingombrare più dello spazio che fisicamente riescono ad occupare, a discapito dell’autonomia altrui: ciò non può essere buono perché lede la parità di spettanza pertinente ad ogni individuo e compromette l’equità dei diritti tra pari.

    Si determinano distinzioni che, tacitamente, proclamano la differenza di privilegi tra gli uomini, classificandoli in categorie di diritto. Questa distinzione è accreditata in base alla forza economica, all’abilità di influire sul prossimo (ovvero alle abilità con cui vengono plagiati i rapporti) ed alla capacità di adeguamento

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