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Coscienza solare
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E-book96 pagine1 ora

Coscienza solare

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Info su questo ebook

"L'autrice dopo due anni di pratica del sungazing racconta la sua intensa esperienza e le trasformazioni fisiche, mentali ed emotive che hanno stravolto la sua vita, facendole acquisire una profonda conoscenza di sè. Nel libro espone con semplicità i cambiamenti che il nostro corpo subisce rimirando il sole, quando la ghiandola pineale si risveglia sollecitata dalla luce solare".
LinguaItaliano
Data di uscita14 dic 2018
ISBN9788827861752
Coscienza solare

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    Anteprima del libro

    Coscienza solare - Simonetta Farnesi

    INTRODUZIONE

    Numerose sono le albe ed i tramonti che hanno allietato la mia vista e confortato la mia anima turbata alla ricerca costante della verità, arsa in uno spasmodico anelito di libertà.

    Ogni giorno la luce, filtrata talvolta dalle nuvole, giungeva ai miei occhi che si offrivano con fiduciosa aspettativa. Mancare al nostro appuntamento era ed è tuttora quantomeno impossibile, tanti sono i doni e i benefici ricevuti e che ricevo quotidianamente. E’ di questo che desidero parlare in questo libro.

    La via della luce non garantisce che il passaggio sia indolore. Il viaggio è del tutto soggettivo, come le reazioni e le esperienze che si compiono durante il tragitto. L’anima è unica, così come l’esperienza della vita trascorsa. Ciò che ci accomuna tutti è il punto di congiunzione, un luogo interiore dove la separazione scompare per lasciare il posto ad una sempre maggiore coscienza di unità.

    Osservare il sole mi ha condotto a guardare il corso della mia esistenza con i suoi occhi e gli eventi hanno assunto un significato completamente nuovo, al pari di chi osserva dalla cima di un colle l’intera vallata sottostante.

    Sono cresciuta con l’ammirazione e lo stupore negli occhi, la curiosità di una mente mai sazia e nel cuore l’amore profondo per la natura. Le immagini catturate nei primi anni di vita sono ancora vivide nella mia mente. Impressioni profonde lasciate dalle forme, dal tatto ma soprattutto dai colori. Poesia, magia, mistero e una continua sensazione di ricordare. Tutto ciò che inizialmente mi sembrava sconosciuto accendeva il ricordo. Soprattutto il cielo attirava la mia attenzione. Luci, stelle lontane ma vicine, la luna e soprattutto il sole catturava il mio sguardo e mi perdevo in quell’intenso bagliore.

    Ho vissuto tempi di paura, dolore, violenza e una profonda solitudine, come molti di noi, ma tutto questo non ha ottenuto altro che un rafforzamento della coscienza delle mie origini. Mai mi sono persa nemmeno nel buio più profondo dell’anima.

    Mi sentivo prigioniera di un corpo, fonte di sofferenza, da cui in certi momenti avrei voluto liberarmi. Incatenata alla materia, condannata a restare in una dimensione miserabile senza potermi sollevare fisicamente nemmeno per un momento. La notte divenne il mio rifugio. Nel sonno potevo riscattare tutta quella pena ed essere finalmente libera.

    Il gioco che più amavo era l’altalena. In quel costante sollevarsi verso l’alto mi sentivo libera dalla pesantezza terrena e mi sembrava di poter volare. Volare era un sogno ricorrente dove vibrante e leggera potevo espandermi oltre i limiti dettati dal tempo e dallo spazio. Talvolta durante il giorno, nell’odiato pisolino pomeridiano, ricordavo il dondolio dell’altalena che mi aveva cullato e, seguendone il ritmo, mi ritrovavo spesso, tra un’estremità e l’altra, a divenire piccola piccola, tanto piccola da entrare in una minuscola parte del mio corpo, che oggi chiamerei cellula. Poi spinta dalla stessa forza che mi richiamava da un lato, mi ritrovavo improvvisamente proiettata nell’infnito dell’universo senza forma, dove solo i miei occhi attenti (la mia coscienza) potevano vedere, restando per innumerevoli istanti sospesa senza forma. E continuavo così più volte, ripetendo la mia frase magica piccola, piccola, piccola grande, grande, grande.

    Ancora adolescente amavo ritirarmi nella mia stanza per diversi giorni per digiunare e meditare in silenzio, circondata dai libri dei miei amati Maestri indiani. Bevevo assetata ogni parola scritta lasciandola penetrare oltre la mente perché prendesse vita dentro di me.

    Ogni abuso, violenza e turbolenza non aveva altro effetto che spingermi ancora di più ad affondare le mie radici coscienti dentro il mio spirito.

    Ben presto mi resi conto di poter sentire i sentimenti e le emozioni delle altre persone. Conoscevo bene me stessa e ciò che mi giungeva dall’esterno non era sovrapponibile con ciò che mi apparteneva e restava ben distinto.

    Come molti anch’io anelavo a conoscere il senso della mia presenza terrena. Questa ricerca in realtà credo non avrà mai una fine, perché la risposta è la ricerca stessa di sé.

    La vita scorre in una spirale e pulsa di verità. Ciò che serve è unicamente NON ESSERE DISTRATTI, null’altro. Esserci. Essere presenti mentre la vita si svolge minuto dopo minuto, attimo dopo attimo. Ma per questo è necessario ACCETTARE DI SENTIRE, il bene come il male, il piacere come il dolore, la gioia come la disperazione di un’intensa paura. Smettere di opporsi è la chiave, saper porre fine alla lotta e ad ogni forma di resistenza che porta sempre tensione e maggiore ombra su di sè.

    Riconoscere con saggezza che nella realtà ogni esperienza conduce al suo contrario per l’innata tendenza a raggiungere l’unità. Imparare a gioire del bene e a superare con dignità tutto il male che si incontra è il sentiero dell’integrità, del divenire Uno.

    Come la luce anche la nostra anima è destinata a pulsare in un ritmo alternato di espansione, che si esprime nella gioia della condivisione, e di richiamo interno a sé, nell’ascolto.

    La malattia dell’anima è la staticità, mantenuta dallo sforzo costante di resistere, preferendo restare sordi e ciechi ai sentimenti, alle emozioni e alla propria verità che si muovono nel profondo. L’espansione innata, in questo tentativo di trattenersi, viene frustrata insieme con la gioia di amare. L’anima diviene sterile, soffocata da una vita fredda e meccanica, perdendo il senso della sua stessa esistenza: essere luce e amore.

    IL SENTIERO DELLA LUCE:

    UN’ESPERIENZA TRASFORMATIVA

    Il mio viaggio attraverso la pratica del sungazing è iniziato il due agosto, lo stesso giorno in cui quattro anni prima Marco, il mio compagno, aveva lasciato la sua veste fisica e si era avviato verso nuove dimensioni ultraterrene. Una data significativa per me che, oltre il giudizio di bene e di male, ha comunque segnato un nuovo inizio. E in effetti, dopo lunghi giorni e notti, per mesi, trascorsi insieme al capezzale di un letto ormai stanco di essere, sballottati da ambulanze chiamate in emergenze inattese, quel giorno ha offerto ad entrambi la possibilità di mettere un punto a fine riga e di ricominciare.

    Ho impiegato quattro lunghi anni per ritrovarmi, tanto mi ero annullata in quell’esperienza devastante, dove le mie necessità animiche e spirituali, che mi hanno da sempre caratterizzato, non rappresentavano di certo la priorità rispetto all’urgenza di una vita che scorreva sul filo del rasoio.

    Quattro anni di malattia seguiti da quattro anni di lutto e il ciclo si è concluso. In ebraico il numero quattro è associato alla

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