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Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore, rumore, odori
Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore, rumore, odori
Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore, rumore, odori
E-book72 pagine49 minuti

Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore, rumore, odori

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Info su questo ebook

"Miei cari fischiatori di ieri, vi offro questo Tamburo di Fuoco da voi applaudito ora a Pisa, Livorno, Siena, Lucca, Firenze, Milano. Volli imporre la drammatizzazione lirica del rumore sulla scena mediante immagini, musiche, luci e gl'intonarumori di Luigi Russolo. / Non potevo raggiungere lo scopo con un dramma sintetico. Scrissi dunque questo dramma impressionista con relativo sviluppo teatrale. Nessuna concessione ai vostri gusti tradizionali! Avrete prossimamente nuove sintesi teatrali ultrafuturiste!"

F.T. Marinetti

Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d'Egitto, 21 dicembre 1876 – Bellagio, 2 dicembre 1944) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano. È conosciuto soprattutto come il fondatore del movimento futurista, la prima avanguardia storica italiana del Novecento.
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita16 nov 2020
ISBN9791220222037
Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore, rumore, odori
Autore

Filippo Tommaso Marinetti

F. T. Marinetti was born in Egypt in 1876 and died in Italy in 1944.

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    Anteprima del libro

    Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore, rumore, odori - Filippo Tommaso Marinetti

    M.

    Personaggi

    Kabango

    Capotribù e legislatore.

    Mabima

    Figlia del Capotribù Nicassa.

    Bagamoio

    Ufficiale di Kabango.

    Lanzirica

    Poeta, medico e feticciere.

    Feticcieri, Danzatori negri, Danzatrici negre, Folla

    L’azione si svolge nell’Africa Equatoriale, epoca presente.

    Atto Primo. Il cimitero delle carovane

    TONO DOMINANTE: ARANCIONE

    Intonarumori: Sibilatori e Ululatori

    Peso – angoscia del sole – destino sulle strade appassionate della vita. Lieve avvallamento fra due dune. Atmosfera tropicale abbacinante. Crepitazione di fucileria lontana. Kabango balza in scena da sinistra, come se fosse inseguito. Alto, atletico capo africano (scecchia rossa con fiocco nero, barracano, fucile ad armacollo). Preoccupatissimo, esplora l’orizzonte a destra e a sinistra, poi si butta a terra, e striscia carponi verso la cresta della duna in fondo alla scena.

    Entra lentamente, pure da sinistra, Mabima, bruna, flessuosa, semicoperta dal suo burnus bianco lacerato, haik azzurro, spilloni, medagliette e grandi orecchini d’argento. Tatuaggi azzurri sulla fronte e sulle mani. Pesanti anelli alle caviglie.

    Bagamoio e Lanzirica, il cui abbigliamento è simile a quello di Kabango, ma meno ricco, sorreggono Mabima.

    Kabango

    carponi, continuando ad esplorare il fondo della scena, indica col braccio sinistro un punto dietro di sè.

    Coricate Mabima qui dietro di me.

    Mabima

    con un filo di voce.

    Non ti curare di me, Kabango! Ho ancora molta forza. Se vuoi, camminerò.

    Lanzirica

    No, no, credimi, Kabango: bisogna fermarsi. Mabima è sfinita. Sembra debba svenire da un momento all’altro. Ha le mani insanguinate! Anche la bocca cola sangue.

    Bagamoio

    Non è nulla. È il sangue di quelle canaglie che volevano tenerla prigioniera! Mabima ha saputo difendersi con le unghie, coi denti.

    Bagamoio e Lanzirica adagiano Mabima sulla sabbia.

    Kabango

    Bagamoio, guarda attentamente. Non vedi nulla, dietro a quei cactus?

    Bagamoio

    No, dietro a quei cactus non c’è nulla. Speri di ritrovare la tua scorta di cavalli e di muli? Non vedo nulla. I nostri nemici hanno certo perdute le nostre tracce. Sono ormai lontani, dietro alla terza duna.

    Lanzirica

    accovacciato vicino a Mabima.

    Presto, presto, Bagamoio!… Corri al pozzo, laggiù… Mabima muore.

    Bagamoio

    uscendo da destra.

    Corro al pozzo, ma, per Allah, Kabango, non alzarti in piedi! Possono vederti e ucciderti con una fucilata. Hanno buoni fucili e frecce insradicabili avvelenate!

    Kabango

    tendendo il pugno verso il fondo della scena.

    Impostori! Vigliacchi! Traditori! Mi avete imposto il disonore di fuggire! Per la prima volta, ho conosciuto l’orrore della fuga! Da solo, da solo, vi saprei affrontare tutti! E vincere tutti col mio solo fucile contro tutti i vostri fucili!

    Mordendosi le mani con rabbia.

    Se non avessi avuto il Sinrun da salvare!… Non l’avranno! Lo porterò a mio fratello. Con lui, compirò la mia grande opera. Eppure, malgrado tutti i miei ragionamenti, non so spiegarmi l’ignobile tradimento! Coloro che mi hanno tradito, mi debbono tutto: intelligenza, forza, fede, onori!

    Dopo un silenzio.

    Del resto, avevo preveduto tutto ciò! Ho favorito tutto ciò.

    Lanzirica

    Se sapevi che ciò era male, perchè l’hai favorito?

    Kabango

    Il male è necessario quanto il bene. Lo sviluppo del Male esercita la forza del Bene.

    Lanzirica

    Hai dunque sempre saputo distinguere il Male dal Bene?

    Kabango

    No. Talvolta il Bene è il vestito della Debolezza e il Male il vestito della Forza. Talvolta si scambiano i vestiti. Spesso Male e Bene si intrecciano e si confondono come i rumori umani, i rumori animali e i rumori vegetali in una foresta buia. Ma l’orecchio si esercita nel distinguerli. Così la coscienza si esercita nel distinguere il Male dal Bene. Forse la coscienza altro non è che una luce in lotta contro questi due lottatori bui. La lotta è la grande matrice indispensabile. Senza questa rivolta, il mio coraggio sarebbe caduto. Alcuni si rivoltano per precisare la loro potenza individuale. La loro rivolta è una potenza partorita dalla mia potenza. I migliori, però, quelli che mi furono collaboratori e non seguaci sono fermi nella loro fedeltà al Sinrun! Questi sono ora nell’Oasi di mio fratello, a cinque giornate di cammello.

    Voltandosi di scatto.

    Lanzirica! Il respiro di Mabima mi tortura. Non è un respiro: è un rantolo di agonia. Difendila dal sole! Con l’ombra del tuo corpo ritto davanti a lei!

    Chinandosi tre volte, tocca tre volte

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