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Il giorno e la notte
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E-book148 pagine1 ora

Il giorno e la notte

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Info su questo ebook

L' amore, a volte, può essere pericoloso... inseguirlo troppo può condurre alla follia!

Questa è la storia di un uomo che, a causa delle sue ossessioni d' amore, finisce in manicomio (o meglio: ospedale psichiatrico), ma è proprio qui che scopre finalmente di saper vivere!
LinguaItaliano
Data di uscita19 nov 2020
ISBN9788831699020
Il giorno e la notte

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    Anteprima del libro

    Il giorno e la notte - Stefano Perruccio

    poliziotto.

    Prefazione

    Gianni Maritati

    Eccentrico e stravagante, sicuramente anticonvenzionale, carico di sorprese e di mordente. Si presenta così il nuovo romanzo di Stefano Perruccio, autore sempre originale e imprevedibile: Il giorno e la notte. Una storia che ripropone e attualizza un tema caro alla letteratura, specie dal Romanticismo in poi, quel binomio amore-follia che è stato sviscerato in tutti i modi. Più uno, quello dell’autore.

    Il giovane protagonista si chiama S., forse in omaggio al Dottor S., che riempie di sé e dei suoi psicoanalitici ragionamenti La coscienza di Zeno, il romanzo più famoso di Italo Svevo. Con tocco umoristico, Perruccio ci fa entrare nella mente multiforme di S., innamorato di una ragazza, Serena, molto bella e molto corteggiata, ma che per lui non sembra avere molto interesse. L’amore diventa ossessione, l’ossessione follia: fino all’inevitabile ricovero di S. in un ospedale psichiatrico. Da qui il racconto di una vicenda, ambientata fra Ostia ed Acilia, che si snoda sull’onda di rievocazioni preziose (Kafka, Gogol, Dante) e inaspettate inserzioni stilistiche (poesia, teatro, cinema).

    Un bel romanzo, tutto da leggere e tutto d’un fiato, che non delude le aspettative, che diverte e trascina il lettore in un mondo fatto di sentimenti e bollicine…

    Gianni Maritati

    Prefazione

    Federico Salamone

    Il giorno e la notte, è già un titolo di per sé affascinante ed attraente. Questo perché le opposizioni si compensano, si attraggono e poi spesso si integrano.

    Come il bianco ed il nero nel simbolo del Tao, come spesso nell’amore dove l'uno, compenetra l'altro, come nell'alternarsi delle stagioni, che regolano la vita.

    In questo romanzo speciale, c’è una simbiosi che diventa allo stesso tempo un' opposizione, tra la realtà ed il surreale.

    Ambientato in un territorio vero ma contornato da fantasia, interpretato da personaggi inventati, ma con riferimenti reali, insomma un caos eclettico che ci piace e ci fa sognare.

    Il tema non poteva che essere la follia e l’amore che spesso si ritrovano accumunati proprio dagli eccessi, dalla irragionevolezza e dalle pazzie.

    Beh poi lo stupore di leggersi all’interno del romanzo è stato per me un tuffo sempre tra il mondo reale ed uno fatto di fantasia, che però ti porta a pensare e riflettere su tante cose…… e se domani invece di essere il più grande immobiliarista d' Italia, mi ritrovo in un letto di uno ospedale psichiatrico :) hahahah ?

    Mah, non si può escludere nulla nella vita, io intanto mi sono gustato questa bella lettura proprio in compagnia del mio rito quotidiano, un ottimo caffè illy, la mitica pasticceria Poppella ed il mio quotidiano preferito.

    Stefano lo ringrazio personalmente perché ogni suo romanzo è un viaggio che non tutti gli autori sono capaci a condurre.

    Federico Salamone

    Capitolo introduttivo

    Si era oramai quasi al crepuscolo del giorno ed S. si apprestava a imbandire la tavola per il suo lieto desinare serale.

    Egli avrebbe tanto voluto che con lui a quella cena ci fosse seduta una qualcerta donzella di nome Serena, ma purtroppo ella era impedita negli spostamenti ed aveva preferito quindi rimanere in quel di Acilia, la sua città!

    S. si era seduto da poco a tavola, da solo ovviamente e si apprestava a mangiare la sua cofana di pasta: aglio, olio e peperoncino quando, tutt' ad un tratto, gli parve di udire una voce.

    S. si guardò intorno, non vide nessuno, esclamò a voce alta: C'è nessuno qui? C'è nessuno?.

    Egli riprese a mangiare cautamente e si apprestò ad effettuare una difficile decisione: Cannonau o Nero D' Avola?.

    Alfine stappò il Nero D' Avola, riservando il Cannonau per il secondo dove era previsto anche un tagliere con dei formaggi.

    S. era solo a metà della bottiglia del siculo vino, quando gli sembrò di udire, questa volta distintamente, le seguenti parole:

    Signor S., lei in questo modo si distrugge! Lei vorrebbe rivedere Serena, ma intanto continua a bere... non è in questo modo che potrà sconfiggere le sue paure e riconquistarla!

    S. adirato urlò: Chi è che parla? Cosa vuole da me? E soprattutto: lei chi è?

    Permettete che mi presenti... rispose l’entità invisibile: Io sono il signor X, il mio nome del resto non è importante, io sono un amico di Serena, lei rappresenta per te il desiderio e io simboleggio le paure che questo tuo desiderio si porta dietro... S. ammutolì e gli chiese di andarsene, prima però volle sapere se Serena fosse disposta a rivederlo alchè X rise in maniera che a lui parve derisoria e poi gli rispose: Io me ne andrò, ma non prima di averti detto le seguenti cose: tu dovrai uscire da questa casa e cercare di riconquistarla, ma non lo potrai fare fino a che non avrai fatto, fino in fondo, i conti con te stesso... lei ti osserva da lontano, ma non può fare niente! Sei tu che dovrai trovare il modo di giungere ad ella... S. fissò il vuoto della stanza, poi riprese a mangiare; aveva del resto ancora da finire la cena che prevedeva ora: pollo, prosciutto e una selezione di formaggi.

    Capitolo 1: insabbiato

    La mattina dopo, S. si alzò di buon' ora, scostò le tendine della sua stanza e vide un pallido sole illuminare fiocamente il cielo: Cominciamo bene... pensò.

    S. era una persona particolare: alternava facilmente il senso dell’umorismo, rivolto anche, a volte, ferocemente, verso sé stesso a momenti di estrema seriosità in cui tendeva a prendere tutto alla lettera, in maniera davvero poco elastica... insomma, in lui convivevano una spiccata fantasia con l’incapacità spesso palese di interpretare la comunicazione, non verbale, degli altri.

    S. finì le faccende casalinghe e scese in garage a prendere la bicicletta che aveva parcheggiata lì accanto all’auto. La spolverò con un panno pulito e la tirò fuori: aveva proprio voglia di farsi un bel giretto!

    In giro però, nonostante il venticello fresco e il sole che ora si stagliava alto su nel cielo, non riusciva a rilassarsi completamente; sempre più alla mente gli ritornavano le immagini della sera prima: il signor X che, non invitato, aveva fatto irruzione in casa sua e che in maniera davvero molto prepotente lo aveva messo sotto torchio per la vicenda-Serena.

    Eh, si! Lui si ritrovava ancora una volta sotto processo perché non era riuscito a mettersi con lei e nessuno, per diamine! Che pensasse che magari non ci era ancora riuscito per l’inerzia d' ella...

    Purtroppo, nella nostra Società, è sempre l’uomo che deve fare tutto e a volte quel tutto non è neanche sufficiente… ma vaglielo a spiegare a quei trogloditi! S. si accorse che si era messo a parlare da solo quando un bambino, che aveva incrociato con il padre, esclamò: Papà! Papà! Ma con chi parla quel ciclista?.

    S. rientrò quindi scuro in volto e fermata la bicicletta davanti al suo portone, aveva deciso infatti deciso di portarla su e metterla in terrazzo e non più in garage, dicevo S. scese dalla bici, la esaminò e si accorse che la catena era piuttosto unta di grasso.

    Preso da un moto di stizza sferrò un calcio alla bici e la scaraventò contro il muro, di lato rispetto al portone; sfortuna volle che in quel momento uscisse una signora di mezza età, vestita in modo semplice che lo guardò male e gli disse delle parole di riprovazione.

    S. arrossì e cercò di giustificarsi e di farle credere che la bici gli si era impigliata ad una gamba e che non era andata come sembrava... quando capì che non c'era nulla da fare si rivolse alla signora in modo insolente dicendole pressappoco le seguenti parole: Io però non l’ho criticata per come veste... ma dove li ha presi quegli abiti: alla Caritas? Vabbè: ognuno si faccia i fatti suoi e vedrete che vivremo tutti molto meglio, arrivederci! La signora non disse nulla e scura in volto, si allontanò in tutta fretta.

    Rientrato che fu a casa dall’incidente, S. non poté fare a meno di ripensare alla signora della bicicletta, a come lei lo avesse guardato storto, a come il mondo fosse pieno di gente strana, piena di permalosità sospetta: in fondo lui non lo aveva fatto apposta a far cadere la bici o no?

    ● S. si convinse di non essere molto simpatico nei suoi palazzi e decise quindi di concedersi una passeggiata al mare.

    Decise, con un atto di grande audacia, di attraversare la strada per arrivare al lungomare, nonostante l’intenso traffico stradale e giunse all’altezza dello stabilimento balneare La Nuova Pineta.

    Capitolo 2: l’arrivo alla Nuova Pineta

    Giunto sul marciapiede S. ammirò la bella campana del vetro di colore verde che era lì collocata, fece un cenno di saluto col capo al guardiano della spiaggia e si apprestò ad entrare nell’ufficio, al fine di stipulare un abbonamento per la stagione balneare.

    Entrato che fu nell’ufficio, egli non poté fare a meno di ammirare la graziosa moretta che vi lavorava: era o non era lei? Da alcuni particolari era proprio certo che non poteva che trattarsi di lei, mentre da altri era pressoché sicuro che non poteva trattarsi d' ella... dunque, che fare?

    Capitolo 3: davanti alla legge

    S. si sentiva ora un po' come il protagonista di un racconto di Franz Kafka: Davanti alla legge, cercava di accedere disperatamente alla Legge ma, come il protagonista del racconto, trovava nel guardiano il primo ostacolo da superare per arrivare ad essa: come fare allora per aggirare il guardiano e giungere alla conoscenza della stessa?

    S. venne a sapere, che proprio appena dentro lo stabilimento, si celava un giornalaio e che la gente faceva la fila per andare a comprare il giornale; anche senza i soldi per l’ingresso probabilmente il guardiano non avrebbe frapposto particolari resistenze a che egli facesse ciò!

    Una volta dietro alzò lo sguardo e guardò oltre i vetri, da cui si vedeva la ragazza che in piedi passeggiava avanti e indietro... ella gli parve una mora, ma bisogna dire che i vetri erano leggermente offuscati.

    "Che fortuna

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