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Il codice degli astri
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E-book146 pagine2 ore

Il codice degli astri

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Info su questo ebook

Oggi è difficile per l’astrologo stesso parlare di astrologia, non è un caso questo libro. Come hai capito, non nasce con l’intento di essere un manuale di astrologia, è molto più ambizioso. Vuole portarti al cuore, nel nucleo, nell’essenza dell’Arte astrologica. Il mio intento è di offrirti l’atrmosfera che ammanta il ricercatore quando decide di sfidare la propria impermanenza. È quello di portarti dentro la materia astrologica che forma ininterrottamente ogni essere vivente e lo muta al contempo. È di condurti di fronte la porta dei segreti e non spiegarti come si apre, ma offrirti le chiavi.
Apri la porta con il coraggio dell’eroe e torna a respirare la tua vera natura, quell’infinito vuoto che è la pienezza del cielo illimitato dal quale provieni.
LinguaItaliano
Data di uscita22 mar 2021
ISBN9791220281607
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    Il codice degli astri - Stefano Pianigiani

    Indice

    IL CODICE DEGLI ASTRI

    PRELUDIO

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    VII

    Kalypso App

    Stefano Pianigiani

    IL CODICE DEGLI ASTRI

    Urano Edizioni

    Ascoltate voi stessi e guardate nell’infinito e dello spazio e del tempo. Là echeggiano il canto degli Astri, la voce dei Numeri, l’armonia delle Sfere. Ogni sole è un pensiero di Dio e ogni pianeta un modo di questo pensiero. È per conoscere il pensiero divino, anime, che voi scendete e risalite penosamente la via dei sette pianeti e dei loro sette cieli. Che cosa fanno gli Astri? Che cosa dicono i Numeri? Che cosa volgono le Sfere? O anime perdute e salvate, essi dicono, essi cantano, essi volgono i vostri destini.

    [Ermete Trismegisto]

    PRELUDIO

    Sono del leone, sono fatto così, cosa posso farci! Quante volte avrai sentito un’affermazione del genere. Eppure, da astrologo, sono qui a dirti che non è così, non è vero. Il segno zodiacale non è che una parte del discorso astrologico, di te, e non è neanche la più importan te. Ma la storia parte da più distante…

    Ero piccolo e osservavo mamma interessarsi ai segni zodiacali. Non la giudicavo né in positivo né in negativo. Guardavo senza provare un grande trasporto. Era un dato di fatto, sapevo cosa faceva e basta. Non c’è nessuna romanticheria legata a ispirazioni di vite passate, semplicemente guardavo. Nel tempo, arrivai a sorridere degli oroscopi. Come poteva, un essere dotato di un minimo di raziocinio, credere che esistessero solo dodici ‘tipi’ di persone? In tutto il mondo, su sette miliardi circa di persone, dodici tipi?

    L’amore per la precisione e la ricerca dettata dalla curiosità, mi diede un primo aiuto. L’aiuto della parola oroscopo e il suo significato reale. La parola è greca ed è l’unione di due parole: hòra e skopéō, cioè ora e osservare. Voleva dire studiare l’ora. Nella parola si celava la risposta. L’oroscopo, quindi, cosa c’entrava con amore due stelline, lavoro tre stelline e salute una stellina che leggevo su vari giornali? Non mi bastava e, come sempre, quando si chiede si ottiene: chiedete e vi sarà dato. Arrivò un altro aiuto, sempre dalle parole: astrologia. Il termine è formato da Astron e logos, che significa discorso sugli astri. Un discorso, appunto, e non un sono fatto così imperativo. Non si tratta infatti di una sentenza lapidaria senza margine di riflessione. Si trattava di ‘chiacchierare" in merito a un argomento, e questo argomento erano gli astri.

    Tu non sei forse formato, come l’adagio di Trismegisto insegna - come in alto così in basso - da astri che riverberano con il materiale celeste sul ‘tuo’ terreno? Ma questi astri dai quali sei composto possiedono delle regole. Un mondo di leggi che risuonava con la musica: un’armonia. Un’armonia celeste che parlava di leggi fisse e intuizioni, di conscio e inconscio, di calcoli e miti, di simboli e archetipi, di vita pratica e vera e dei muri contro i quali sbattere. Non c’era nient’altro che rispondesse meglio alle mie domande. Non esisteva qualcosa che non potesse essere spiegato. In quei movimenti celesti c’era la vita declinata in miliardi di sfaccettature: l’individualità dell’intera umanità.

    Oroscopo e astrologia erano un insieme infinito di risposte. Erano musica. Erano farmaco, nella sua accezione di veleno e cura. Erano alchimia e chimica. Erano romanzo e saggio. Erano lo scibile umano che parlava di sé attraverso gli occhi del divino. Incominciai a capire. L’oroscopo non era il capricorno è tirchio, il sagittario ama viaggia re, l’ariete è testardo, eccetera. Eppure, in quanti credevano, e credono, questo? Un aspetto che non solo svilisce l’arte astrologica, ma che ne favorisce la denigrazione. Allora perché non prendere la ‘penna’ e mettersi a condividere?

    I

    Nella vita esistono degli interruttori. Si sprigionano dei click interiori assordanti. Delle vere deflagrazioni che sembrano solo in attesa di essere trovate. Non deve obbligatoriamente trattarsi di un evento, può essere qualsiasi cosa. Sì, perché i veri click, gli insight, le intueri si generano quando incontri ciò che era destinato per te. Si materializzano in un oggetto, un pensiero, una riflessione o un incontro, un momento che è una chiave per una serratura interiore. C’è chi parla di serendipity - trovi una risposta mentre stai cercando altro - e chi di sincronicirà, io parlo di trovare quel ‘forziere magico’, per capire se stessi, che si cercava da sempre. Quell’oggetto che contiene un messaggio e che, nel momento in cui viene trovato e aperto, scopri contenere quello che sapevi da sempre. Per me fu il monocordo.

    Il monocordo è uno strumento musicale. Uno strumento semplice composto da una sola corda tesa tra due estremi fissi. Sotto la corda scorre un ponticello che ‘spacca’ la corda in due segmenti di distanze diverse. Un oggetto di per sé molto semplice, legato al maestro greco Pitagora e alla scuola che prende il suo nome. Grazie al monocordo il filosofo di Samo inventò la scala diatonica. Scala che non ‘parlava’ solo di musica, perché i geni del Sapere erano, e sono, consci delle connessioni tra le branche della conoscenza. La scala diatonica nasceva, infatti, dal calcolo delle distanze tra i sette pianeti del sistema solare e il sole stesso. La spinta definitiva, appunto, la serendipity: dallo studio della musica arrivava un indizio sull’armonia universale.

    La musica ha contraddistinto la mia giovinezza e caratterizza ancora oggi la mia espressione nel mondo. A quattordici anni iniziai gli studi e a venti iniziai a fare sul serio con il conservatorio. Gli studi, quando sono mossi dalla passione, risuonano con parti così profonde di te, che parlano ben oltre alla tua mente. La formazione diventa un progetto di pensiero che va oltre allo scientismo della materia studiata. Apre un percorso interiore esattamente come fece la musica con me. Iniziavano a crearsi percorsi interiori che aprivano nuovi circuiti neuronali, permettendomi di vedere ‘oltre’ quello che imparavo.

    Lo studio delle note fu uno di questi. Si è soliti canticchiare il ritornello do-re-mi-fa-sol-la-si. Ma chi sa da dove derivano le note e perché sono così? Tu dirai, ma non dovevo leggere di astrologia in questo libro? E non pensi che la musica abbia a che fare con l’astrologia? Forse non hai idea che tutto è pervaso dall’astrologia e dal suo senso straordinario (da extra e ordinario, cioè oltre l’ordinario) come Arte suprema della conoscenza del mondo. Perché l’astrologia parla di tutto e tutti come in pochi riescono a vedere a ‘sentire’. Perché uno studio esoterico, dall’etimologia greca - ebbene sì, ancora una volta la parola dice già di cosa si parla - esoteros, ossia interiore e per pochi, resta celato. Gli ‘esoterici’ erano coloro che componevano il gruppo ristretto dei pitagorici e stava a significare gli insegnamenti per pochi. Termine contrapposto ad essoterico, cioè insegnamento per tutti. L’astrologia è un insegnamento esoterico perché parla di tutto, in modo olistico, però a pochi. E, a differenza di molte altre discipli ne, non conosce confini, perché l’astrologia si collega a tutti gli esseri viventi e a tutte le forme di sapere. Non troverai un solo rigo del testo che non parli di astrologia.

    Dicevo delle note. Oggi si è abituati a lavorare e vedere il pentagramma. Si è soliti lavorare con le ‘cinque righe’, ma anche il pentagramma è il risultato di un’evoluzione. Tutto ciò che ci circonda è frutto di un’evoluzione umana, un processo che ha portato a scoperte a seguito di esigenze del genere umano nel proprio lento processo di cambiamento. Anticamente esisteva il tetragramma ed era sufficiente. Si trattava di quattro linee, una in meno rispetto al pentagramma, e le note non venivano scritte, ma segnate con degli accenti. Il canto gregoriano andò affinandosi e sviluppando tecniche nuove. Esisteva la necessità di ampliare la distanza tra gli intervalli. Guido d’Arezzo, intorno all’anno 1000, apportò questo cambiamento rivoluzionario e decise di dare un nome alle note. E a discapito di chi oggi suona il death metal inneggiando a Satana - usando le stesse note - utilizzò un inno a san Giovanni che recita così:

    Ut quaent laxis Resonare fibris (re)

    Mira gestorum (mi)

    Famuli tuorum (fa)

    Solve polluti (sol)

    Labii reatum (la)

    Sancte Iohannes (si)

    Si può intuire che vennero prese tutte le iniziali. Il SI deriva dalla S- di Sancte e dalle i- di Iohannes. Manca il DO inziale. L’Ut, che in Francia alle volte viene ancora usato, divenne Do da dominus. Il testo dell’inno significa: Affinché i tuoi fedeli possano dalle tue gesta esaltarne i fasti, togli dalle loro labbra ogni impurità. Oh San Giovanni.

    Sette note e i sette pianeti personali ‘misurati’ da Pitagora, la simbologia del sette iniziava a farsi notare. Le sfere e le loro sette orbite percorrendo lo zodiaco producevano la musica, le sette note. Possedeva un tale fascino da spingermi ad inoltrarmi in questo viaggio, il percorso della mia personale ricerca astrologica. Un cammino che non ha docenti o scuole. Un percorso individuale costellato di rovi e spine, ma anche di profumi e balsami. Un tragitto complesso e senza regole e forse anche, e soprattutto, per questo perfetto per la mia inclinazione di ricercatore libero. La ricerca esoterica non è data da un metodo stereotipato e forzato. Sono passi che ricordano il cammino nella sabbia, impronte dissolventi che lasciano un segno solo dentro di te.

    Ho seguito un percorso caratterizzato da un inanellamento di studi e collegamenti emersi nel cammino. Indizi che mi si palesavano e mostravano passo dopo passo. Da Pitagora a Bach e alla sua retorica in musica, per passare da Jung e le sue lettere a Freud in cui allude chiaramente all’importanza nei suoi studi dell’astrologia. Scoperte tanto interessanti, quanto inascoltate, relative alla connessione tra psicosi e astrologia di una paziente che stava seguendo. Dallo studio dei quattro elementi, che caratterizzano i segni zodiacali, fino a giungere all’alchimia. Dall’alchimia al mito, e alla simbologia della filosofia ermetica, il passo diventò breve.

    Gli elementi richiamano ancora la numerologia, quanti sono gli elementi? Quattro, e quanto ritorna il numero quattro? I quattro punti cardinali, le quattro basi del DNA, i quattro evangelisti e i quattro animali dell’apocalisse. Il quattro come i cosiddetti semi latini delle carte coppe, spade, ori e bastoni e si potrebbe proseguire ancora. Senza dimenticare ancora gli elementi,

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