La nascita dell'approccio quantitativo alla conoscenza
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- Giuliano Piazzi (capitolo secondo: "Valore di scambio")
- Antonio Roversi (capitolo terzo: "Politica e società, su alcuni temi della sociologia")
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Anteprima del libro
La nascita dell'approccio quantitativo alla conoscenza - Leonardo Benvenuti
Bibliografia
Introduzione
Le ragioni di una ricognizione del momento storico in cui è iniziato l’approccio quantitativo allo studio della natura e della società sono dovute alla necessità di meglio comprendere le motivazioni profonde dell’applicazione in sé della matematica ad una certa realtà, dal momento che il misurare è stato definito come il mettere in correlazione numeri con entità che non sono numeri
¹. Tale passaggio logico infatti coincide spesso con la difficoltà di mettere in pratica il modello ideale di ricerca reperito nei manuali metodologici, sui quali si sono apprese le prime nozioni in merito. Questo è in fondo un antico (dilemma per permettere una riflessione svincolata da obblighi formali esterni alla pratica stessa della ricerca e che periodicamente ricompare nelle parole di vari autori, come ad esempio in R.K. Merton il quale ricorda che: i libri di metodologia presentano schemi ideali: descrivono cioè come gli scienziati devono pensare, sentire o agire. Ma chiunque abbia fatto della ricerca sa che questi lindi modelli normativi non riproducono l’andamento effettivo della ricerca
.²
L’autore americano, particolarmente sensibile a questo problema, riporta ad esempio analoghi commenti riferiti a Bacone, a Leibniz ed altri. La ragione di questa organizzazione formale dei documenti della scienza
è dovuta al fatto che essi sono inevitabilmente diversi a seconda che abbiano lo scopo di contribuire alla conoscenza sistematica esistente o di migliorare la comprensione storica dello sviluppo del lavoro scientifico
.³
È indicativo che per il Merton una delle cause di questa sterilizzazione del pensiero scientifico sia dovuta al fatto che a dirigere la redazione di tali opere sono quelli che lui chiama i costumi che regolano la pubblicazione scientifica
in base ai quali deve apparire l’automaticità dei passaggi logici inclusi nel libro e la loro quasi indipendenza dal concorso del cervello umano. Mi sembra tuttavia che le ragioni di questo tipo non possono semplicemente essere etichettate per essere spiegate; il Merton infatti introduce soltanto la distinzione, che pure ha una sua rilevanza, tra storia e sistematica della teoria, sia essa sociologica o appartenente alle scienze naturali. Nel senso di questa separazione la storia sembra, quasi, riguardare la creazione di un corpo letterario, bello forse dal punto di vista culturale, mentre la sistematica sarebbe quella che permette alla scienza la sua velocità di sviluppo. Ora è chiaro che la maggioranza degli studiosi si situa in un punto intermedio tra i due poli della dicotomia, essendo pochi i puri, e questa è una delle ragioni per cui si è arrivati ad una confusione fra la sistematica della teoria sociologica e la sua storia
.⁴
Tuttavia rimane l’impressione che la distinzione introdotta possa risultare sterile soprattutto per le scienze sociali, nelle quali è appunto molto sfumata: il parlare ad esempio di riscoperta, prescoperta, anticipazione, adombramenti può servire soprattutto per una storia del pensiero che si limiti ad una ricerca delle attribuzioni delle idee e della loro nascita, piuttosto che ad una loro organizzazione sistematica. Con tali parole infatti si indicano i rapporti reciproci in cui si situano certe idee con quelle eventualmente presenti nel pensiero precedente: è chiara quindi la ragione per cui tale disputa si riduce spesso a quella rissa fra paladini degli Antichi e dei Moderni che nel diciassettesimo e nel diciottesimo secolo ha consumato tante energie intellettuali
.⁵
Così se il termine riscoperta
è abbastanza chiaro, vi è una maggiore sfumatura di significato tra prescoperta e anticipazione; con la prima delle quali si intende soprattutto indicare la precedente esistenza di un pensiero organizzato e sistematizzato, mentre il secondo termine sembra riferirsi ad una semplice similarità linguistica quasi casuale o comunque dotata di una formulazione vaga nel pensiero che precede quella che potremmo definire come l’autentica scoperta
.
Con adombramentismo invece si indica un atteggiamento direi quasi patologico di ricerca alla scoperta di tutti i possibili precedenti di una idea o di una teoria scientifica.⁶
Il criterio di comportamento corretto in merito può essere quello suggerito da Cartesio nel suo Discorso sul metodo
, il quale ricorda che conversare con gli antichi è quasi la stessa cosa che viaggiare
e viaggiare è importante per evitare di considerare ridicolo ciò che è semplicemente diverso dalle usanze che noi conosciamo, anche se occorre evitare di spendere molto tempo nel viaggiare
, poiché "si diventa alla fine estranei al proprio paese; e quando si segue con troppo interesse ciò che succedeva nei secoli passati, si