Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il Passero Nero
Il Passero Nero
Il Passero Nero
E-book362 pagine5 ore

Il Passero Nero

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

All'aeroporto di Heathrow, un assassino su commissione sta salendo su un aereo per Parigi. Sullo stesso aereo c'è la giovane Uzma Rafiq, diretta verso una nuova vita con il suo amante francese. I passeggeri hanno valigie identiche, ma le loro motivazioni per viaggiare nella città europea non potrebbero essere più lontane.

Quando raccolgono accidentalmente il bagaglio sbagliato all'arrivo, viene messa in moto una serie mortale di eventi. Quando un sinistro colpo di scena li riunisce, si determineranno i destini l'uno dell'altro.

Sullo sfondo della città delle luci, chi sopravviverà?

LinguaItaliano
Data di uscita23 apr 2021
ISBN9781071597811
Il Passero Nero

Correlato a Il Passero Nero

Ebook correlati

Gialli per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il Passero Nero

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il Passero Nero - A.J. Griffiths-Jones

    VENERDI ORE 16:00 – FARIDA RAFIQ

    Fissando il mio riflesso nel finestrino dell’autobus, a malapena riconosco gli occhi scuri che vedo. Sembrano profonde pozze d'acqua, fredde e senza fondo. Dov’è la mia anima? Ho perso ogni emozione? È difficile credere che ho solo quarant'anni e sono in quel periodo che chiamano il fiore degli anni. Ci sono alcuni segni rivelatori di stanchezza sul mio viso, linee agli angoli degli occhi - zampe di gallina, penso che gli inglesi le chiamerebbero così - ma non ho né i soldi né l'inclinazione per comprare costose creme per cercare di fermare i segni del tempo. I capelli hanno perso lucentezza e ce ne sono alcuni bianchi e raminghi che spuntano da sotto il mio velo in poliestere come sottili fili elettrici.

    Giro la testa, in parte perché non riesco a sopportare di guardare me stessa ma anche a causa della fermata dell'autobus, che significa più pendolari che si stipano all'interno del bus.

    Non mi dispiace usare i mezzi pubblici, è l'unico modo in cui posso spostarmi, ma a volte il calore e lo spazio affollato mi fanno sentire male. Oggi sull'autobus c'è odore di cappotti non lavati e sudore mescolati a sigarette e cibo grasso, decisamente poco gradevole.

    Ho trascorso un pomeriggio molto piacevole chiacchierando con Shazia, che ha sempre un vivo interesse per quello che faccio, ma il nostro tè è andato avanti un pò troppo a lungo e ora mi ritrovo a correre a casa per preparare il pasto alla mia famiglia. Non oso fare tardi, mio marito si lamenterebbe se accadesse.

    Mentre l'autobus fa una brusca svolta in Kilburn High Road, afferro il corrimano sul sedile di fronte a me, sfiorando accidentalmente con le dita il cappuccio in pelliccia di un adolescente, che si gira bruscamente e mormora qualcosa sottovoce.

    Dopo aver vissuto ventidue anni in questo paese, ancora non sono abituata. La gente non è tanto amichevole come nel mio, il Pakistan. Si, lo penso ancora come casa mia; dopo tutto è il mio paese, il luogo dove sono nata e cresciuta, ricco di storia e religione. Ma qui ho comunque una bella vita. Ho una casa confortevole con moderne comodità, due figli belli e intelligenti e un marito con un buon lavoro. È un uomo difficile, ma siamo sposati e io sono legata a lui.

    Brutta giornata, cara?

    C’è un’anziana signora accanto a me, che mi guarda attentamente, in attesa di risposta.

    Si, troppo, le rispondo, cercando di tagliare corto. Del resto non la conosco.

    Deve andare lontano? insiste, toccandomi il braccio con le sue unghie perfettamente curate e smaltate di rosso mentre mi offre una caramella Polo dal pacchetto aperto.

    No, grazie. Solo altre tre fermate, rispondo, aggiustando la pesante borsa della spesa che tengo in grembo e che mi punzecchia le cosce. Gradirei una gelatina se ne avesse una, ma non una mentina.

    Immagino che la famiglia la aspetti a casa per preparare la cena.

    Lascio il commento sospeso nell'aria soffocante per alcuni secondi. Lei ha ragione, certo. La mia famiglia si aspetta un buon pasto, ma anche i vestiti lavati e stirati, la casa ordinata e i piatti della cena spazzati via come per magia dopo aver mangiato.

    E’ così? chiede nuovamente la donna, rimettendo rumorosamentein borsa il pacchetto di caramelle. La stanno aspettando?

    Annuisco educatamente. Si, immagino di si. Lei ha famiglia?

    No, cara. Purtroppo non ho avuto figli e il mio Albert è morto da quindici anni.

    Non so cosa dire. Deve essere stato molto difficile per lei da giovane, non essere in grado di adempiere al suo ruolo di madre, quindi mormoro, Mi dispiace.

    Oh, non è il caso! dice la pensionata ridendo, lisciandosi la gonna scozzese rossa e nera. Quindi abbassa la voce. Se devo dire la verità, sto vivendo un sogno. Vado a un paio di tè danzanti ogni settimana, pranzo con mio fratello e la sua famiglia quasi tutte le domeniche e sono sempre a fare shopping. E' favoloso arrivare a casa con un nuovo abito da sera e non dover giustificare il costo a nessuno.

    Non ho familiarità con i termini te danzante, o abito da sera, quindi sorrido educatamente, ma una domanda mi sfugge. Non si sente mai sola, di notte o nei giorni freddi e piovosi?

    Guardo in profondità nei suoi acquosi occhi blu mentre mi sorride. Oh no, cara, per niente. Leggo molto, ascolto musica e ovviamente ho Bruce.

    Bruce?

    Il mio British Shorthair. La vecchietta sorride, tirando fuori una foto di un gatto grigio molto grasso. Lo amo da morire.

    Non mi piacciono i gatti; li trovo egoisti, ma in realtà non ho mai avuto animali domestici e mi chiedo come una creatura grassa e pelosa possa ispirare in lei tali sentimenti.

    Vedo che ci stiamo avvicinando alla mia fermata e mi stringo più forte la sciarpa intorno alla testa, infilando le estremità nella mia giacca in modo che non scappi nella strada ventosa. Dopo aver premuto il campanello, mi giro per salutare la donna dai capelli d'argento.

    Mi scusi dico. È stato un piacere conoscerla, ma questa è la mia fermata.

    Arrivederci, cara, dice, sorridendo ampiamente con le sue labbra rosso vivo e le guance arrossate. E' stato bello chiaccherare. Buona serata.

    Mi spingo verso l'uscita, avvertendo ancora i suoi occhi che mi guardano come un corvo.

    Cammino lungo il marciapiede umido nei miei delicati mocassini. Ha piovuto di nuovo oggi e sono felice di aver indossato la mia giacca impermeabile, anche se sono consapevole che probabilmente non è l'oggetto più adatto da indossare con il mio shalwar kameez rosa (abito tradizionale). Nessuno si accorge di me, comunque. Gli altri pedoni sono troppo impegnati a correre verso le loro case calde e confortevoli. Una volta ero anch'io così, appena spostata con Jameel, ma è curioso come le cose sembrino cambiare nel tempo. Mi chiedo se tutti i matrimoni sono come il mio. Le coppie perdono interesse con il passare degli anni o sono l'unica donna infelice a Londra? Forse è naturale sentirsi così.

    Ricordo ancora l'eccitazione dell'essere appena sposata. Allora mi sembrava tutto bello: vivere in Gran Bretagna, imparare a prendermi cura di una casa moderna, stendermi accanto a mio marito ogni notte, aspettando che salisse su di me e prendesse ciò che ora gli apparteneva. Prima della nascita di Uzma, Jameel tornava sempre a casa con una piccola sorpresa il venerdì sera. A volte del cioccolato o un metro di tessuto per me per poter cucire qualcosa da indossare e faceva sempre progetti per il fine settimana. Una volta andammo al Museo delle cere di Madame Tussaud e Jameel rise perchè fissai la statua della Regina per dieci minuti. Non riconoscevo nemmeno la metà delle celebrità in mostra, ma erano così realistiche che era abbastanza inquietante passeggiare lì dentro. Non riuscì a farmi entrare nel sotterraneo, quindi mio marito andò avanti da solo, lasciandomi a bere una tazza di tè alla menta nel caffè.

    Allora, a differenza di adesso, Jameel non trovava mai scuse per  lavorare nel fine settimana o fino a tarda sera. Era molto più presente, e mi sembra di ricordare che fosse anche più felice. Certo, non è un uomo cattivo, ma le cose adesso sono diverse. Jameel è molto più serio ultimamente, si occupa di noi, ci guida, ma è sempre stressato per qualcosa. Penso che parte del problema sia il suo lavoro. Come avvocato, deve seguire molti casi, ma forse alcuni problemi dipendono da me, anche se non riesco neanche a descrivere dove le cose sono andate male.

    Raggiungo l'angolo di Appledore Gardens. E' qui che vivo. Sento il peso della mia borsa della spesa che tira i muscoli della spalla. È troppo pesante da portare per una donna. La brezza del tardo pomeriggio si diffonde sul fondo dei miei pantaloni tradizionali asiatici e ricordo a me stessa di trovare la mia biancheria intima termica, poiché la mia amica Shazia ha detto che le temperature scenderanno entro la prossima settimana. Continuo a desiderare il caldo del Pakistan, anche dopo tutto questo tempo, e ricordo di quando sedevo sulla veranda di mio nonno con il sole in faccia, mangiando anguria fresca con i miei fratelli per rinfrescarmi.

    Il numero diciassette, eccomi a casa. Devo bilanciare bene il peso della borsa per scavare nella mia borsetta e cercare le chiavi. Non posso appoggiarla a terra perché il vialetto è bagnato, quindi faccio fatica per circa un minuto. La nostra casa è un bel posto, simile alle altre proprietà della zona, con un prato ben tagliato davanti e vasi appesi su entrambi i lati del portico anteriore, anche se i fiori sono morti da tempo e solo qualche foglia marrone spunta dal terreno. Non c'è niente che faccia capire che qui vive una famiglia musulmana; nessun segno rivelatore; é una casa normale.

    Mi giro leggermente per appoggiare la borsa sul ginocchio mentre infilo la chiave nella porta d'ingresso e vedo il vecchio che vive di fronte sbirciare da dietro le tende. Sembra sempre guardare e aspettare un visitatore che non arriva mai. Forse è solo. Forse non ha un gatto come la vecchia sull'autobus, anche se non sono sicura che avere un animale domestico così grande e dai denti affilati in casa sarebbe una buona idea.

    Sono dentro ora e posso finalmente appoggiare il mio peso. Mi tolgo le scarpe sotto il portico, alzo lo sguardo verso l'orologio dorato a forma di stella nel corridoio e scuoto la testa prima di togliermi la giacca bagnata. Devo sbrigarmi a preparare il pasto per le sei come Jameel si aspetta. Stasera, ci sarà un delizioso biryani di montone con pane di paratha, il mio preferito, anche se so che non dovrei esagerare, poiché le pesanti quantità di burro chiarificato richiesto per friggere la focaccia stanno già iniziando a mostrarsi sui miei fianchi un tempo sottili.

    Tuttavia, la mia famiglia sarà contenta. Apprezzano sempre la mia cucina, se non altro. E ci sarà cibo in abbondanza qualora qualcuno degli amici o colleghi di mio marito decidesse di farci visita. Spero che Jameel abbia mangiato un pranzo rispettabile, qualcosa di sostanzioso durante l'orario di lavoro. Avevo intenzione di preparargli una colazione calda stamattina, ma ha lasciato il letto coniugale prima che sorgesse il sole, armeggiando nel buio per trovare la sua camicia di cotone, e prima ancora che avessi messo sul fuoco il bollitore, la porta si era chiusa sbattendo ed era andato. Nessun arrivederci, solo un grugnito e un saluto. Sono tornata a letto per un'oretta ma non sono riuscita a dormire.

    Metto via la spesa e mi lavo le mani prima di tagliare a cubetti la carne con cura. Ho alcuni buoni trucchi per far rendere di più l'agnello, come riempire i miei piatti con verdure e salse piccanti, il che mi fa risparmiare qualche sterlina ogni settimana da ciò che Jameel chiama il mio fondo spese di casa. Faccio la stessa spesa frugale con le merci in scatola, comprando lattine ammaccate a prezzo scontato o prendendo l'autobus per andare in negozi di occasioni a prezzi ridotti dove posso risparmiare ulteriormente. Lo sto facendo ormai da molto tempo e, per quanto ne so, mio marito non ha idea di quanti soldi ho risparmiato. È una bella somma, nascosta in un conto bancario che Shazia mi ha aiutato ad aprire, e per ora rimane lì.

    Oggi con Shazia abbiamo fatto una bella chiaccherata. E’ la mia unica amica e mi fido di lei. Abbiamo parlato delle nostre figlie, che sono sempre motivo di preoccupazione per noi mamme asiatiche in una società occidentale. La figlia di Shazia, Maryam, studia in un ospedale del posto per diventare infermiera. È lì da quando ha finito gli esami a scuola e continuerà fino a quando non avrà trovato un marito adatto a lei quando avrà venticinque anni. Penso che Jameel abbia lo stesso piano per nostra figlia, Uzma, ma dubito che ne discuterà in dettaglio con me. Crede che tocchi agli uomini della famiglia prendersi cura di tali accordi, non importa se è la cosa giusta da fare o no. Si sta già pentendo d'aver consentito ad Uzma di frequentare un corso d'arte a Parigi la scorsa estate. Penso che Jameel abbia ritenuto utile liberare la ragazza dalla sua ambizione di diventare un'artista - scioccarla nel rendersi conto di quanto sarebbe difficile guadagnarsi da vivere vendendo i suoi quadri.

    Secondo il mio modesto parere, il piano gli si è ritorto contro, poiché dal suo ritorno non ha fatto altro che stare nella sua stanza, ore ed ore da sola a disegnare, o su quel suo computer.

    Ricordo il giorno in cui Jameel cedette. Uzma stava prendendo tempo, preparando da bere a suo padre, chiedendogli della sua giornata e fissandolo mentre gli consegnava il volantino sul corso. Io sedevo e guardavo, fingendo di rammendare un paio di calzini e ogni tanto mi lanciavo in bocca una dolce luna di gulabja, mentre lei gli spiegava eccitata i dettagli di ciò che avrebbe imparato nella città francese. Sono rimasta sorpresa quando, solo tre giorni dopo, Jameel ha compilato due assegni, uno per l'insegnante di arte e uno per la signora nella cui casa avrebbe alloggiato Uzma per la durata del soggiorno. Non dissi nulla, sebbene temessi tremendamente per mia figlia, ma tutto era sistemato e lei saltò di gioia.

    Il telefono nel corridoio sta squillando, riecheggiando su per le scale, quindi faccio scivolare lentamente la padella di carne sfrigolante dal fuoco e cammino lungo il corridoio per vedere chi potrebbe chiamare a quest'ora.

    Eccoti, afferma seccamente la voce dall'altra parte. Ce ne hai messo di tempo a rispondere.

    Sto preparando la cena, dico. Montone biryani.

    Mio marito da un breve colpo di tosse, schiarendosi la gola e poi continua: Non sarò a casa fino alle otto. Dovrai tenere in caldo la cena.

    Noto che si tratta più di un ordine che di una richiesta e trattengo il respiro, ma almeno adesso ho qualche ora di tranquillità.

    Sì, naturalmente. Avremo ospiti stasera?

    No, non stasera, mi dice Jameel, ma dovrai assicurarti che la camera da letto degli ospiti sia pronta, dato che domani avremo visite. Ti spiegherò più tardi.

    Vorrei chiedere chi arriverà, poiché è raro che qualcuno rimanga durante la notte, a meno che non siano parenti in visita dall'estero o da un'altra parte dell'Inghilterra, ma l'altra estremità della linea è già stata disconnessa, perciò riappoggio il telefono alla sua base.

    Guardo il mio riflesso nello specchio, la seconda volta oggi in cui mi accorgo di me stessa, e osservo il mio girovita ispessito. Sembro in forma per la mia età, penso, sebbene Jameel non sia d'accordo. Forse ho trascorso troppi pomeriggi a mangiare dolci con Shazia quando avrei dovuto uscire a passeggio o fare i lavori di casa per bruciare calorie, e la mia tunica sta iniziando a sembrare stretta.

    Tornando in cucina, spengo i fornelli e allungo la mano verso il bollitore. Ora posso permettermi di sedermi con una tazza di tè alla menta, solo per un pò. Una forte fitta mi colpisce la schiena mentre mi abbasso nella poltrona di pelle. Ci manca solo questo, un attacco di sciatica! Scorro i canali TV, facendo una pausa in uno di televendite dove una donna bianca magra corre vivacemente su un tapis roulant elettrico, la sua alta coda di cavallo che oscilla avanti e indietro mentre si muove sul tappeto. Alzo lo sguardo sull'unico ritratto di famiglia che abbiamo e vedo una me più giovane e magra che mi sorride.

    Uzma aveva solo sei anni e Khalid tre, quando Jameel aveva annunciato che saremmo andati in uno studio fotografico locale. Mi aveva persino incoraggiata ad acquistare un nuovo sari per l'occasione. Successivamente, ci aveva portati per un gelato in un bar italiano locale, la prima e unica volta in cui Jameel ci portò lì.

    Ricordo di aver accidentalmente sgocciolato la salsa al cioccolato sul mio sari e quella fu la prima volta in cui notai il modo in cui Jameel mi guardava. Era uno sguardo condiscendente, come se anch'io fossi una bambina che si era comportata male, causandogli imbarazzo, mentre si guardava rapidamente intorno per vedere se qualcuno avesse notato la sua maldestra e irresponsabile moglie. Poco tempo dopo i giorni delle uscite finirono, Jameel incolpava il suo carico di lavoro e io incolpavo me stessa.

    Ho ancora quel bellissimo vestito turchese ricamato in oro, ma ora giace avvolto in carta velina in un cassetto sotto il nostro divano. Forse un giorno, quando avrò perso abbastanza peso, sarò in grado di indossarlo di nuovo. Anche se, finché Jameel è vivo, dubito che andremo a una funzione insieme a meno che non si tratti di un matrimonio in comunità o in famiglia. Penso che Jameel preferirebbe non avermi nella sua vita adesso, anche se so che si sente responsabile per i nostri figli.

    Quando mi sono fidanzata con Jameel a diciotto anni, venendo in Gran Bretagna come parte di un matrimonio tradizionale organizzato dai miei genitori e dai loro cugini di secondo grado, mi rendo conto di essere stata molto ingenua. Mia madre mi aveva insegnato bene, quindi sapevo come cucinare pasti decenti e pulire la casa, ma non ero preparata per la vita che mi aspettava qui, a migliaia di miglia da casa mia. Jameel ha sei anni più di me e aveva già superato gli esami di legge prima del nostro matrimonio. Devo ammettere che ero abbastanza sopraffatta dall'uomo alto e con i capelli scuri che indossava abiti occidentali e guidava una grande berlina.

    Quando mio padre mi disse che Jameel Rafiq aveva in programma di comprare una casa in cui vivere, ero così felice. Era tutto ciò che avrei potuto desiderare. I miei genitori erano molto orgogliosi - e lo sono ancora, anche se raramente riesco a visitarli ora - ed io ero contenta che mia cugina più anziana e più bella fosse già sposata perché non poteva essere lei a trasferirsi a Londra e vivere nel lusso. Col senno di poi, sono stata una pazza.

    Prendo il telecomando e mi sposto su un altro canale. Qualcosa sui serial killer appare sullo schermo e lo lascio per alcuni minuti. L'uomo che parla lo fa troppo velocemente e ha un forte accento americano ma, dalle scritte in sovra-impressione nella parte inferiore dello schermo, posso leggere che una donna è stata accusata di aver ucciso un gruppo di anziani nella casa di cura dove lavora. C'è una foto della casa ed una della donna, che secondo me sembra abbastanza normale. Apprendo che ha dato loro medicine extra mescolate ai loro pasti, ma non ho mai sentito parlare dei nomi dei farmaci che ha usato. Devono essere stati abbastanza insapore perché nessuno se ne è accorto.

    Dopo qualche altro minuto, spengo il televisore e mi alzo, rendendomi conto che sono rimasta seduta per quasi mezz'ora e il mio tè si è raffreddato. Mi chiedo se la vecchia signora che era sull'autobus è anche lei seduta a guardare il suo programma preferito in questo momento; come sarebbe non avere nessuno che dipende da te per lavare, cucinare e pulire? Di certo a lei non capita di dover aspettare che il bagno sia libero ogni mattina. Mi rendo conto che in realtà sono gelosa di un pensionato dai capelli grigi, anche se non vorrei un gatto.

    Di nuovo in cucina, setaccio la farina sul piano di lavoro in marmo. Jameel mi rimprovera sempre per il disordine che creo in cucina, ma questo è il modo tradizionale di preparare il paratha, come mi ha insegnato mia madre. Ha un sapore migliore miscelato in questo modo; l'uso di una ciotola non lascia incorporare bene l'aria.

    I miei pensieri tornano alla donna in televisione mentre verso acqua calda al centro della farina. Per una frazione di secondo, mi chiedo se ci sia qualcosa nel nostro armadietto dei medicinali che potrebbe essere usato per avvelenare mio marito; forse, facendolo scivolare nel pane, il gusto verrebbe mascherato. Prendo fiato. Che pensiero malvagio! Dio vedrà il mio terribile pensiero e mi punirà nel giorno del giudizio. Chino la testa e ripeto le parole del nostro Santo Corano: "Dio sa chi non segue il suo insegnamento".

    La casa è incredibilmente silenziosa per un venerdì pomeriggio. Di solito Khalid è già qui, affamato come tutti i ragazzi tendono ad essere, Uzma dovrebbe arrivare subito dopo suo fratello, correndo di sopra prima che io possa vedere il rossetto e il trucco degli occhi che indossa ogni giorno al college. Lei pensa che io non approvi, ma non è vero. È Jameel di cui dovrebbe preoccuparsi. Se la sorprendesse a tornare a casa con le sue magliette attillate e truccata, la toglierebbe dal college senza pensarci. Penso che mia figlia sia abbastanza carina anche senza doversi truccare, ma sono disposta a lasciarle un po 'di libertà prima che si sistemi.

    Non credo che passerà molto tempo prima che Jameel inizi a pensare a un buon partito per Uzma. Forse dovremmo ritenerci fortunati che non abbia ancora mostrato alcun interesse per i ragazzi. Mi chiedo dove siano i miei figli. Sono entrambi in ritardo.

    Esco nella hall e prendo il telefono, digitando il numero di cellulare di mio figlio che conosco a memoria. Suona sei volte.

    Ehi, mamma, grida il mio diciassettenne in mezzo al frastuono. Che c'é?

    A che ora sarai a casa? Grido al ricevitore. Tuo padre è in ritardo, la cena è alle otto.

    Va bene, mangerò qualcosa fuori.

    Mi preoccupo immediatamente che mio figlio mangerà patatine unte e pollo fritto.

    Dove sei ora? Non riesco quasi a sentirti, Khalid.

    Alla sala giochi, mi dice, alzando la voce in modo che io possa sentire.

    Ascolta, stasera starò a casa di Ali, guarderemo alcuni film.

    I genitori di Ali sono brave persone. Non mi dispiace che esca, finché so dove si trova. Hai chiesto il permesso? Khalid? Khalid?

    Il livello di rumore è aumentato a tal punto che non riesco più a capire cosa mi sta dicendo il mio ragazzo e interrompiamo la chiamata nello stesso momento. Sono esasperata di non riuscire a farmi sentire e immagino che Khalid abbia cose migliori da fare che ascoltare sua madre.

    Subito dopo tento col cellulare di Uzma. Suona e suona, ma lei non risponde. Non sono troppo preoccupata per lei, visto che va spesso in un bar dopo il college il venerdì, anche se ultimamente sta tornando direttamente a casa e nella sua stanza.

    Jameel pensa che nostra figlia passi troppo tempo sul suo computer e vuole che si limiti a un'ora al giorno. Secondo Shazia, ogni ragazza è la stessa, quindi provo a deviare Jameel su un altro argomento ogni volta che ne parla. Non mento per Uzma. Dopotutto, come posso quando non sono sicura di cosa stia guardando su Internet? Ma mi fido di mia figlia e confido che faccia le scelte giuste. È una brava ragazza musulmana e sa distinguere il bene dal male. Mi aspetto che guardi la moda o chiacchieri con i suoi amici su quel Facebook di cui tutti sembrano parlare. Tutti questi siti di social network mi confondono e basta. Io riesco a malapena a trovare il pulsante giusto per accendere il computer!

    Con la casa ancora vuota, torno alla mia cucina, pensanto alla conversazione con Jameel. Ha detto che gli ospiti verranno domani e sono curiosa di sapere chi e per quanto tempo staranno. È passato un pò di tempo da quando qualcuno ha dormito nella nostra stanza sul retro e devo cercare di ricordare di far prendere aria alle lenzuola per prima cosa domattina. Forse uno dei cugini di mio marito sta scendendo da Coventry. Non abbiamo visto nessuno da oltre un anno. Sono anche loro avvocati.

    Vado in lavanderia, raccolgo una pila di vestiti piegati e li porto di sopra per metterli via. In cima ci sono le magliette nere di Khalid, quindi apro la porta della sua camera da letto e le metto sopra il piumone disordinato, ancora stropicciato da stamattina quando è uscito. Dico ai miei figli che sono abbastanza grandi per pulire le loro camere da letto adesso, ma sembra entrare da un orecchio e uscire dall'altro. Questo ragazzo sarà la mia morte. Ci sono due bicchieri vuoti sul comodino, entrambi sporchi di succo d'arancia, che sembrano essere qui da giorni. Pacchetti di patatine e vecchie riviste riempiono il cestino della carta straccia.

    Chiudo la porta di Khalid e porto il shalwar kameez azzurro di Uzma nel suo armadio. Lo ha indossato con una sciarpa color crema lo scorso fine settimana per andare alla Moschea e il colore le si adatta davvero. L'armadio è mezzo vuoto. Sbatto le palpebre due volte, chiedendomi se i miei occhi mi stanno ingannando. No, non me lo sto immaginando. I tradizionali abiti pakistani di Uzma sono tutti qui, appesi ordinatamente fianco a fianco, ma mancano tutti i suoi vestiti occidentali, jeans, camicie, maglioni, abiti.

    Mi siedo sul letto di mia figlia e faccio un respiro profondo, fissando l'armadio, chiedendomi cosa significhi. All'improvviso, mi viene in mente un pensiero e mi inginocchio a guardare sotto il letto. La valigia nera di Uzma è sparita. Piango calde lacrime di rabbia e dolore, non so cosa dovrei fare.

    Sono tornata nella hall, il telefono all'orecchio ma non c'è ancora risposta dal telefono di Uzma. Risponde la segreteria telefonica e questa volta lascio un messaggio, anche se in seguito mi chiedo se sembra confuso: Uzma, dove sei? Sono Ammi, mamma, per favore, rispondi al telefono, sono preoccupata per te.

    Non so cos'altro dire e lascio che il ricevitore scivoli di nuovo sulla sua base, solo per riprenderlo pochi secondi dopo. Devo telefonare a mio marito e cerco nella piccola rubrica blu il suo numero.

    Nessuna risposta, solo il segnale acustico familiare della segreteria telefonica. Certo, Jameel è andato a giocare a badminton, o almeno così dice. Lo chiamo raramente, e mi sembra

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1