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Colpo basso (Un giallo intimo e leggero di Holly Hands – Libro 3)
Colpo basso (Un giallo intimo e leggero di Holly Hands – Libro 3)
Colpo basso (Un giallo intimo e leggero di Holly Hands – Libro 3)
E-book294 pagine3 ore

Colpo basso (Un giallo intimo e leggero di Holly Hands – Libro 3)

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Info su questo ebook

COLPO BASSO è il libro #3 nella serie di Gialli intimi e leggeri di Holly Hands, che inizia con AL TAPPETO (Libro #1). I fan della Stephanie Plum di Janet Evanovich e della Miss Fortune di Jana DeLeon troveranno in Holly Hands un nuovo personaggio da amare!

Holly Hands. 29 anni. Mamma single. Ex professionista di pugilato in disgrazia. Pignoratrice.

Holly si chiede se sia uno scherzo, quando le assegnano un nuovo lavoro: pignorare un elicottero.

Lei non sa volare. Neanche le piace l’altezza.

Però, volere è potere. Holly può gestire ogni cosa, fintanto che non spunti fuori un altro cadavere.

Purtroppo per lei, va proprio così.

Fortunatamente, Holly ha la fortuna dalla sua: un pitbull trascurato che ha trovato durante un lavoro e che rifiuta di abbandonarla, e che – come lei – non ha nessun’altra direzione da prendere se non salire.

Insieme magari riusciranno a strisciare fuori dall’inferno urbano del lato sbagliato di Baltimore in cui vivono, dove tornare a casa la sera è addirittura più pericoloso che andare al lavoro. Magari Holly riuscirà a ottenere per sua figlia le cure mediche di cui ha bisogno, facendola uscire dalla pericolosa scuola pubblica, inserendola nell’istituto scolastico privato dei suoi sogni. Sempre forse, potrà magari innamorarsi di quel papà alla scuola private, che vive dall’altra parte della città, dando il via a una vita del tutto nuova.

O forse no.

La vita non è mai stata facile per Holly. E se i giorni appena passati ne sono un’indicazione, le cose non possono che peggiorare.

COLPO BASSO (UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI HOLLY HANDS) è il libro #3 di una intrigante nuova serie di gialli, un thriller che vi farà girare le pagine senza sosta dalla prima all’ultima. Preparatevi a ritrovarvi a leggere nel cuore della notte, con gli occhi gonfi, innamorandovi follemente di un nuovo personaggio che vi entrerà di diritto nel cuore.

Altri libri della serie saranno presto disponibili.
LinguaItaliano
EditoreMia Gold
Data di uscita9 lug 2021
ISBN9781094344867
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    Colpo basso (Un giallo intimo e leggero di Holly Hands – Libro 3) - Mia Gold

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    COLPO BASSO

    (Un giallo intimo e leggero di Holly Hands — Libro 3)

    MIA GOLD

    Mia Gold

    La scrittrice esordiente Mia Gold è autrice della SERIE DI GIALLI DI HOLLY HANDS, composta da tre libri (in prosecuzione); della SERIE DI GIALLI DI CORA CHASE, composta da tre libri (in prosecuzione); e dalla SERIE DI GIALLI DI RUBY STEELE, composta da tre libri (in prosecuzione). A Mia farebbe piacere ricevere un tuo commento: visita il sito www.miagoldauthor.com per ricevere e-book gratuiti, restare al passo con le ultime novità, e mantenerti in contatto con lei.

    img1.png

    Copyright © 2021 di Mia Gold. Tutti i diritti riservati. Salvo per quanto permesso dalla legge degli Stati Uniti U.S. Copyright Act del 1976, è vietato riprodurre, distribuire, diffondere e archiviare in qualsiasi database o sistema di reperimento dati questa pubblicazione in alcuna forma o con qualsiasi mezzo, senza il permesso dell’autore. Questo e-book è disponibile solo per fruizione personale. Questo e-book non può essere rivenduto né donato ad altri. Se vuole condividerlo con altre persone, è pregato di aggiungerne un’ulteriore copia per ogni beneficiario. Se sta leggendo questo e-book senza aver provveduto all’acquisto, o se l’acquisto non è stato effettuato per suo uso personale, è pregato di restituirlo e acquistare la sua copia. La ringraziamo del rispetto che dimostra nei confronti del duro lavoro dell’autore. Questa storia è opera di finzione. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e incidenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono utilizzati in modo romanzesco. Ogni riferimento a persone reali, in vita o meno, è una coincidenza. Immagine di copertina Copyright Nazhul, utilizzata con il permesso di Shutterstock.com.

    LIBRI DI MIA GOLD

    UN GIALLO DI RUBY STEELE

    WHISKEY CON GHIACCIO (Libro #1)

    MARTINI DIRTY (Libro #2)

    VINO CORPOSO (Libro #3)

    UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI HOLLY HANDS

    AL TAPPETO (Libro #1)

    COLPO IMPREVISTO (Libro #2)

    COLPO BASSO (Libro #3)

    INDICE

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRE

    CAPITOLO VENTIQUATTRO

    CAPITOLO VENTICINQUE

    CAPITOLO VENTISEI

    CAPITOLO VENTISETTE

    CAPITOLO VENTOTTO

    CAPITOLO VENTINOVE

    CAPITOLO TRENTA

    CAPITOLO UNO

    Bambine, smettetela di provare a dare i vostri broccoli al furetto! gridò Holly dalla cucina, dove sedeva con un occhio fisso sui tre piccoli rigonfiamenti sotto ai sacchi a pelo rosa, viola e blu.

    Mammaaa! Non lo stiamo facendo! gridò Olivia. Il sacco a pelo rosa si mosse e due occhi spalancati facendo capolino oltre il lembo, fissando imbronciati oltre il divisorio alto poco più di un metro. Il tramezzo separava la cucina dal soggiorno nel piccolo appartamento, che era stato convertito ad abitazione da una ex fabbrica di contenitori di plastica a Sparrow’s Point, un sobborgo alla periferia di Baltimora. Mentre la fabbrica era cosa vecchia, gli occhi in questione erano della piccola figlia di Holly. La bambina aveva un viso angelico, labbra che parevano fatte per sorridere e occhi scintillanti che sembravano tentare di mascherare perenni burle. Aveva gli stessi occhi verdi della madre e capelli legati con due elastici rosa.

    Ti sto guardando, rispose Holly, questa volta senza riuscire a non roteare gli occhi al cielo. Il signor Wiggles non mangia i broccoli!

    In realtà lo fa, signora Aldren! gridò un’altra voce. Stavolta, un visetto da scoiattolo con le fossette sulle guance e i capelli ricci sbirciò da sopra il sacco a pelo blu. Anche Ella, una delle amichette di Olivia della nuova scuola, stava fissando verso il lato opposto della stanza, in direzione di Holly.

    In tutta risposta il furetto Wiggles uscì dal suo nascondiglio sotto al divano e si precipitò verso il pezzo di broccolo che Olivia aveva lanciato. Lo annusò un paio di volte, gli girò intorno circospetto, poi si precipitò di nuovo sotto al divano col suo trofeo verde al vapore stretto tra i denti.

    Livie, avevamo un patto! disse Holly, trattenendosi dal ridere di fronte all’assurdità della scena. Per poter mangiare guardando la TV, dovete far parte del club Piatto Pulito.

    Fattoooo, rispose Olivia con uno sbuffo verso il ventilatore a soffitto, per poi agitare il suo piatto di plastica rossa sopra la testa. Guarda! Pulito!

    Holly si alzò in piedi, scuotendo la testa e borbottando tra sé qualcosa sui furetti e sui piatti fatti in casa. L’unica sera in cui aveva avuto la possibilità di cucinare qualcosa che non fosse cibo in scatola preconfezionato, le ragazze lo avevano dato da mangiare al signor Wiggles.

    Certo, petto di pollo con formaggio e broccoli non era propriamente il pasto più fantasioso. Ma era comunque un grande miglioramento rispetto alla volta in cui Holly era riuscita a bruciare un’insalata. Non era una master chef, ma accidenti, era in grado di seguire una ricetta… a volte.

    In ogni caso, un paio di pezzetti di broccolo erano un sacrificio accettabile da pagare per il pigiama party di sua figlia. Holly si fermò sulla soglia della cucina e sul suo volto si delineò un leggero sorriso mentre guardava le tre bambine alla TV. Ella e Olivia erano diventate subito amiche, fin dal primo giorno alla scuola elementare Tate Forest. La terza, Becca, era un’amica di Ella e adesso aveva stretto amicizia anche con Livie.

    Holly osservò sua figlia intenta a leccare il piatto vuoto mentre guardavano una vecchia replica di un cartone Disney, e sentì uno strano mix di orgoglio e lieve mal di pancia affiorarle. Tirò su col naso con fare indifferente, e si accorse con sua sorpresa che aveva le lacrime agli occhi. Forse era semplicemente colpa delle cipolle nella salsa che aveva cucinato per il pollo.

    Nonostante ciò, continuò a guardare sua figlia e le sue nuove amiche ridacchiare nei loro sacchi a pelo. A Little Leaf, Olivia non aveva amici, e non faceva nemmeno pigiama party. Soprattutto a causa dei problemi di salute di Livie, era stato sempre difficile organizzare incontri di gioco durante i fine settimana o lasciarla partecipare a sport dopo la scuola.

    Holly sospirò e sentì qualcosa di morbido e umido darle un colpetto sulla mano.

    Guardò in basso verso il suo peloso mammut: sbucato dal corridoio si era avvicinato e spingeva il testone contro la sua mano in cerca di coccole.

    Ehi Frank, mormorò.

    L’enorme cagnone color cioccolato la guardò, i suoi occhi imploranti. Per un momento Frank si limitò a fissarla, ma poi il signor Wiggles balzò da sotto il divano in cerca di altri broccoli e Frank abbaiò spaventato. Corse verso Holly e la fece quasi cadere, mentre si rimpiattava dietro di lei, distante dal furetto.

    Attento, scemotto! ammonì Holly. Si chinò, diede una grattata dietro le orecchie di Frank, poi si fermò. Il grosso bestione stava davvero tremando e piagnucolando, con lo sguardo fisso e terrorizzato sul signor Wiggles.

    Veramente? Hai ancora paura di lui?

    Frank la fissò. Se gli occhi del cane avessero potuto parlare, le avrebbero detto qualcosa come tu non capisci!

    Si mosse verso il corridoio e Frank la seguì rapido, tenendosi dietro le gambe di Holly, usandola come scudo umano.

    Ehi, bambinone, disse accovacciandosi per dargli un’altra grattata dietro alle orecchie soffici e lunghe. Sospirò. Prima o poi dovrai risolvere la questione col signor Wiggles. Fa parte della famiglia anche lui, sai.

    In tutta risposta, Frank si lasciò cadere sul pavimento della cucina, poggiò il muso sulle pelose zampe anteriori e roteò gli occhi finché non la fissò con sguardo supplicante. Vuoi uscire? Il segugio si rianimò e Holly emise un lamento. Va beeene, disse, allungando le vocali come faceva spesso Olivia.

    Si avviò lentamente verso la porta d’ingresso, lasciando che Frank la seguisse mentre continuava a tenere il mini-furetto a debita distanza. Le ragazze ridevano di qualcosa del cartone animato e sogghignavano ogni volta che il signor Wiggles sbucava da sotto il divano in cerca di altro cibo.

    Livie, disse Holly, porto fuori Frank per un momento. State buone, ok?

    Olivia non rispose, troppo presa dalle amiche e dallo schermo. Holly esitò. Sarebbe stata via solo per pochi minuti… Eppure in quel momento, mentre si trovava vicino alla porta con una mano in cerca del guinzaglio di Frank, sentì un brivido improvviso lungo la schiena.

    Holly abbassò il braccio, aggrottando la fronte. Emise un leggero colpo di tosse e, a voce un po’ più alta, disse: Livie, dico sul serio, non lasciate entrare nessuno mentre sono via!

    Di nuovo, sembrò che Olivia non avesse sentito, e Holly aggrottò la fronte un’altra volta.

    Boyd era là fuori da qualche parte. Il pazzoide e maniaco salutista era stato rilasciato di prigione di recente e, dopo un tentativo di rapimento di Olivia dalla nuova scuola, Holly era in uno stato di massima allerta. Era perfino uscita alla ricerca di Boyd con il suo vecchio amico e compagno di pugilato, Lucas Cannizzaro, ma aveva fatto cilecca.

    Ovunque si nascondesse il suo ex – col suo stupido tatuaggio a forma di fiocco – stava mantenendo un basso profilo. Peraltro, Boyd non era l’unica minaccia per sua figlia. Olivia soffriva di una rara malattia cardiaca nota come anemia aplastica. La terapia procedeva e avevano persino un appuntamento dal dottore il giorno seguente, ma Holly si sentiva spesso come se tutto fosse appeso a un filo.

    Il cuore di Holly sussultò mentre si guardava attorno nel piccolo appartamento, i suoi occhi ricaddero sulle tre bambine raggomitolate sotto i sacchi a pelo che ridacchiavano e scherzavano, cercando di dare da mangiare al signor Wiggles mentre credevano di non essere viste.

    Non c’era molto che Holly potesse fare di persona per aiutare Olivia a guarire, se non pagare per le terapie sperimentali e portarla dal dottor Sandre; ma per quanto riguardava Boyd, Holly era tutto ciò che si frapponeva tra sua figlia e il suo ex. A quanto pare, Boyd voleva usare Olivia solo per entrare nelle grazie dell’agente responsabile della sua libertà vigilata. Vedeva Livie come un mezzo, una specie di trucchetto. L’ultima volta che si erano parlati, Boyd aveva messo in chiaro senza mezzi termini che, nel momento in cui avesse potuto, avrebbe preso la loro figlia per sempre.

    E poi, chi poteva sapere cosa sarebbe successo? Boyd era un soggetto pericoloso, e assieme alla combriccola di persone con cui usciva, soprattutto dopo la prigione, era anche peggio. Holly rabbrividì al pensiero della sua bambina di otto anni nelle mani del suo ex.

    Parte della sua rabbia doveva essere penetrata nel tono di voce perché quando disse, Olivia, dico sul serio, ascoltami!, tutte e tre le ragazze si voltarono di scatto, con gli occhi spalancati.

    Holly provò un senso di colpa e cercò di mascherare in fretta il tono tossendo nella mano che teneva il guinzaglio, e mormorò, Scusate, non volevo urlare. Ma per favore, nessuna di voi dovrà lasciar entrare nessuno mentre sono via, e assicuratevi che la porta sia chiusa, va bene?

    Olivia lanciò un’occhiata alle sue due amiche, per un istante sembrò imbarazzata; poi, intuendo quanto fosse seria sua madre, annuì rapidamente. Corse fuori dal sacco a pelo, si precipitò verso la madre e le diede un rapido abbraccio, avvolgendo le manine che sbucavano dal pigiama intorno alla vita di Holly.

    Va bene, non aprirò a nessuno, disse.

    Grazie, campione, disse Holly, provando un moto di sollievo. Si chinò e baciò Olivia sulla fronte, sentendo gli occhi inumidirsi. Perché le sembrava che a volte i bambini migliori avessero le sfortune peggiori?

    Mentre il pensiero le balenava nella testa, Holly sentì uno fruscio fuori dalla porta. Si accigliò per un momento, voltandosi lentamente. Olivia stava già tornando verso le amiche e si lasciò cadere di nuovo nel sacco a pelo, dando una carezza dietro alle orecchie del signor Wiggles, mentre questi si avvicinava avventuroso verso quegli strani giganti umani.

    Olivia venne distratta dall’eccitazione del pigiama party, ma le orecchie di Holly, nel frattempo, erano tese. Si voltò lentamente, si sporse verso lo spioncino e catturò il rapido riflesso di uno dei suoi occhi verde mare. Strinse i denti e sbirciò nel corridoio.

    Una forma scura si stava muovendo vicino alla ringhiera, sembrò scuotere la testa e incurvare le spalle mentre si allungava verso la porta una seconda volta. Riusciva a sentire di nuovo il fruscio della maniglia chiusa a chiave, a percepire l’espressione di frustrazione in un lampo improvviso e a denti stretti. Era troppo buio per individuare chi fosse o distinguerne i lineamenti.

    Ma una cosa era certa: qualcuno stava cercando di entrare nel loro appartamento.

    CAPITOLO DUE

    Un’ondata di panico la travolse, andando a riempire l’improvviso senso di vuoto che percepiva nel petto. Holly strinse il guinzaglio di Frank in una mano, chiudendola a pugno. Saltellò lievemente sui talloni, come se si stesse riscaldando prima di un incontro sul familiare ring, abituata all’ansia e altrettanto abituata ad incanalarla in qualcosa di più utile… come dell’aggressività.

    Una volta pugile, lo si è per sempre. Una volta combattente, si è combattente per sempre.

    Con tono freddo e tagliente e gli occhi spalancati, senza batter ciglio si allontanò di un passo dalla porta e disse, Ragazze, rimanete in casa. Qualunque cosa sentiate, non uscite da qui. Lo disse ad alta voce e con chiarezza, attirando l’attenzione delle bambine di seconda elementare.

    Per quanto le riguardava, Holly stava solo ripetendo le istruzioni di poco prima, e andava bene così – non era necessario allarmarle, né spaventarle.

    Questo problema lo avrebbe risolto da sola.

    Holly rigirò il guinzaglio attorno al pugno chiuso e mormorò. Frank, ti presento una persona.

    Dopodiché, con un ringhio, Holly allungò la mano e spalancò la porta. Entrò di scatto nell’atrio, chiudendo la porta altrettanto velocemente per impedire qualunque visuale sulle preziose presenze all’interno dell’appartamento, e allo stesso tempo per evitare alle bambine di vedere cosa stava per accadere fuori.

    La losca figura che stava armeggiando con la maniglia imprecò e incespicò indietro, si voltò tirandosi su una giacca scura sul viso, poi si mosse rapidamente verso le scale.

    Ehi! gridò Holly. Fermati! Boyd, bastardo – smettila di correre!

    Non aveva ancora identificato il viso dell’intruso, ma chi altro avrebbe mai cercato di irrompere nel suo appartamento? Il suo ex era stato chiaro e cristallino. Aveva tentato già due volte di entrarle in casa e adesso, apparentemente, era riuscito a introdursi nell’edificio.

    Boyd! ringhiò, sfrecciando verso la figura scura che stava correndo verso le scale.

    Il tizio alzò lo sguardo e lei intravide i suoi occhi spalancati, prima che lui chinasse di nuovo la testa e altrettanto velocemente iniziasse a correre giù, facendo tre gradini alla volta e imprecando ad ogni passo durante la fuga.

    Frank, prendilo! gridò Holly.

    Il suo cane non era stato addestrato granché ma era sicuramente cresciuto con certi istinti. In quel momento sembrò aver colto la paura di Holly, così come la sua furia e la sua assoluta calma. Emise un ringhiò e il pelo gli si rizzò sul dorso; nel momento in cui lei sganciò il guinzaglio, dopo un unico abbaio il peloso cagnone si precipitò verso la cima delle scale, con le unghie che ticchettavano sul pavimento di marmo.

    Merda! la voce dell’uomo riecheggiò. Incespicò negli ultimi gradini, cadde a terra e rotolò verso l’ingresso di vetro chiuso, accanto alla fila di cassette delle lettere in metallo.

    L’uomo s’alzò in piedi, imprecando di nuovo e balzando verso la maniglia d’acciaio a forma di L della porta.

    Ma Frank fu più veloce. Il bestione saltò dal pianerottolo delle scale e in un balzo fece otto scalini, per atterrare dritto sulla schiena dell’uomo. Gli strappò parte della giacca nera e lo fece rovinare a terra, in una pioggia di lanugine e fili scuri.

    Il suono della lacerazione venne accompagnato da ringhi canini e piagnucolii umani. Levati di dosso, bastardo! gridò l’uomo, scalciando con un piede nel tentativo di colpire il muso di Frank col suo stivale.

    Ancora una volta, però, l’animale fu più rapido e scattò indietro, atterrò sul pavimento a quattro zampe e ringhiò scoprendo i denti, con la bava che gocciolava sui gradini di marmo.

    Holly prese le scale in fretta, le scese correndo con la mano ancora stretta attorno al grosso guinzaglio di cuoio e si avvicinò all’atrio del piano terra. Fissò l’uomo che ora stava appoggiato alle cassette della posta, impossibilitato a uscire dall’ingresso a causa dei denti di Frank in bella mostra.

    Puttana, levami di dosso il tuo bastardo! ringhiò l’uomo, guardandola.

    Holly si fermò sull’ultimo gradino, aggrottando la fronte. Non riconosceva l’intruso. Aveva capelli rasati e i lineamenti che ricordavano un personaggio dei Flintstones. Troppo collo, guance troppo larghe e naso altrettanto grosso. La sua pelle era di un colore tra il caramello e il caffè e i suoi occhi erano stretti, ridotti a piccole fessure.

    Non era di certo Boyd, dunque.

    Chi sei? chiese Holly, accigliata.

    Puttana, riprendi il tuo cane! gridò. Quella cosa mi ha quasi ucciso!

    Holly inclinò la testa di lato per un istante, sentendo la familiare rabbia degli Aldren risalirle nelle viscere. Un nome carino per un problema di tipo ereditario, cioè la sua pessima gestione della rabbia. In quel momento riusciva a sentire il temperamento che sfuggiva al suo controllo. Quella peculiarità, sul ring, le era servita più volte. Fuori, invece, le aveva portato qualche grana.

    Riuscì a sentire la rabbia montare, salirle in gola fino a trasformarsi in un ringhio basso, simile a quelli di Frank. Mise le mani sui fianchi, una ancora avvolta intorno al guinzaglio.

    Chi sei? ripeté, senza sbattere le palpebre e col tono freddo di una pietra tombale.

    I-io… senti – ehi, ehi, stai indietro!

    Frank stava avvicinandosi di nuovo, ringhiando.

    Ho chiesto, chi sei? Holly stavolta gridò, sovrastando le proteste disperate dell’uomo. I suoi lineamenti alla Flintstone non erano più così duri, contorti com’erano dal terrore. Spostò lo sguardo dal cane a Holly, sibilando disperato. Brutta stronza! urlò. Hai bisogno di nasconderti dietro quella bestia? Ti troverò, hai capito? So dove vivi!

    Frank gli si lanciò contro e l’uomo gridò, arretrò e andò a sbattere con forza la testa contro le cassette della posta nell’atrio del condominio.

    Holly aggrottò la fronte, sfregando il guinzaglio. Schioccò la lingua e disse, Frank, vieni qui.

    Il cane si fermò e la guardò ansimante, con aria interrogativa.

    Vieni, ripeté.

    Il cane non fece spallucce, ma il cambio di postura le comunicò una versione canina di quel gesto, dopodiché si voltò e si avvicinò scodinzolante a Holly. Si lasciò cadere ai suoi piedi e sdraiandosi poggiò il muso e le grosse mascelle sulle zampe anteriori – altrettanto grosse. Le lanciò un’occhiata, in attesa, senza smettere di scodinzolare.

    Holly gli fece un occhiolino. Bravo bambino.

    Riportò l’attenzione sull’intruso, sentendo la rabbia salirle di nuovo e consumarla da dentro.

    Credi che abbia bisogno del cane? mormorò, piano. Scese l’ultimo gradino fino al pianerottolo, aggrottando la fronte. Il delinquente era quasi una testa più alto di lei e largo il doppio.

    Ma non le importava. Si comportava come una femminuccia. Holly era cresciuta con due fratelli rudi e tosti e aveva imparato a riconoscere i codardi dal loro odore. La paura che quest’uomo trasudava da ogni poro aveva impregnato l’aria più della sera in cui la signora Gunderson, la sua vicina, aveva cucinato pane all’aglio e gamberetti alla cipolla.

    Riusciva a percepire il suo terrore. Quindi? mormorò Holly, con un tono basso che incuteva timore. Il cane non è più davanti a te.

    Era avanzata fino a posizionarsi tra l’uomo in giacca nera e l’uscita del palazzo. Era ferma, ben piazzata sulle gambe divaricate all’altezza delle spalle e le braccia lungo i fianchi. Holly non era stolta, sapeva che la stazza era il grande equalizzatore nella maggior parte dei combattimenti. Nessun allenamento, nessuna capacità particolare avrebbe potuto compensare completamente uno svantaggio di dimensioni corporee. Allo stesso tempo, però, aveva combattuto quasi sempre

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