2011-2021 Le migliori interviste di Viviana Fornaro Brambilla
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Persone brillanti e spente, caparbie e disperate, colte o contadine, nel mio percorso ognuna di esse mi ha nutrito di fascino e cultura, indistintamente e senza il “copia e incolla”. Da esse ho tratto la vera natura dell’originalità. Ho imparato che il titolo scolastico non è tutto, che la voglia di fare supera le barriere e che la verità viene a galla. L’informazione ha un compito non facile e spesso criticato, ma pur sempre at-tendibile. Certo, dipende dalla penna ma vi assicuro che i giornali di paese non possono correre il rischio di tirare giù la saracinesca. Li conoscono tutti, dal panettiere al primo cittadino e a differenza di testate nazionali, i citofoni sono alla portata collettiva. Se sbagli ti chiamano e reclamano il pezzo, articolo in gergo, mentre se svolgi correttamente il tuo operato, questi si ricorderanno di te. Ti mostreranno l’album fotografico più bello, ti inviteranno al Battesimo del figlio, troveranno dieci minuti da dedicarti, ti augureranno buone vacanze, ti chiameranno per strada e faranno di te un passaparola gratificante.
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Anteprima del libro
2011-2021 Le migliori interviste di Viviana Fornaro Brambilla - Viviana Fornaro Brambilla
Introduzione
Mi chiamo Azzurra e sto bene
.
Allo scoccare della mezzanotte di mercoledì 13 aprile 2016, una neonata avvolta in asciugamani bianchi, veniva ritrovata nella culla della vita in quel dì Abbiategrasso, un comune a pochi chilometri da Magenta. Dalla sua installazione nel 2009, stanotte è stata battezzata per la prima volta.
Conferenza stampa ore 11:30 all’Ospedale Fornaroli di Magenta. Oggetto: ritrovamento neonata. Nome: Azzurra Azzurra. Nella hall del secondo piano, sedevano i medici e soccorritori, o meglio gli angeli della piccola, a cui hanno dato il nome Azzurra, intervenuti neanche dodici ore prima. Capitanati dalla Dott.ssa Parola del Reparto di Neonatologia, il medico di Presidio Angelo Buzzio, la caposala della Nursery Floriana Bareggi, accompagnati dalla figura ufficiale, Angelo Bagarola. Questa notte, è stata ritrovata una neonata all’interno della ruota della vita, in luogo abbiatense
, introducevano, da subito, la piccola di razza caucasica, versava in buone condizioni. 2100 grammi il suo peso, presumibilmente l’età gestazionale supera le trentasette settimane e a parte l’indice glicemico basso, il suo aspetto era pulito ed in salute
. Queste le prime dichiarazioni, visibilmente commosse, dell’equipe che ha accolto la nascitura a cui potevano già stimare una settimana di vita. Medicazioni ben fatte, non similari a quelle standard che si svolgono di routine in sede ospedaliera, ma sicuramente dal moncone ombelicale possiamo rilevare una medicazione a norma
. Una madre probabilmente istruita sul parto e che a distanza di poco tempo, ha compiuto il gesto (seppur opinabile), di consegnare la propria creatura a mani sicure. "Un evento unico, eseguito da giovani specialisti della Croce Azzurra di Magenta che al momento stavano eseguendo un corso di aggiornamento. Siamo molto entusiasti, riporta un soccorritore che ha ceduto la parola al Capitano in servizio, il quale ha fermamente dichiarato che
al momento non vi è la necessità di conoscere le procedure giudiziarie. Un vero intervento istituzionalmente festoso: i mancati segni di maltrattamento ne ero la prova inconfutabile. Nel cuore della notte, ad attendere in ospedale la piccola Azzurra, c’era la Dott.ssa Marta Bellini che insieme alle colleghe del reparto più felice, si è mostrata molto collaborativa.
È la mascotte del gruppo, spiega la caposala Bareggi,
in noi, è emerso l’istinto di maternità e Azzurra mangia e dorme come tutti gli altri neonati. Riceve i primi regalini dalle comunità vicine ed è coccolata da chiunque arrivi dal cambio turno". Noi giornalisti, dopo aver raccolto le testimonianze di casa Azzurra, abbiamo avuto il privilegio di accedere all’interno della Nursery, da cui si intravvedeva il braccino della piccola: la manina chiara tendeva verso l’operatrice che si sta prendendo cura di lei.
Infermieri, associazioni, sagre di paese, senzatetto. Sensitive (o pseudo tali), sportivi, volti noti, insegnanti. In dieci anni, quante persone avrò incontrato? Con quante di esse, avrò instaurato legami? Ogni qualvolta inciampassi nelle loro vite, io intraprendevo un viaggio. Un caffè di rito, una porta aperta, una chiacchierata, davano accesso alla condivisione, alle confidenze, alle interviste. Ecco come nascono: parola dopo parola, appunto su appunto. Purtroppo in questo lungo cammino, ho visto persone andare in paradiso perché malate e spesso anche giovani. Nonostante il distacco terreno, costoro restano nel mio cuore: quando apprendi notizie del genere, diventi parte di quel nucleo, anche a distanza, poiché una volta raccontata la loro storia, inevitabilmente ti tocca.
Ho imparato da vicino il termine prevenzione
, sfida
, forza
. Le teste rasate, non mi facevano più molta impressione; d’altra parte mi sconvolgevano i medici che le prendevano sottogamba. Ho imparato che chi chiacchiera non ha tempo per fare, chi si sente arrivato, in realtà si è appena seduto, chi la dura, la vince, per davvero. Che i tatuati non sono i veri pasticcioni del mondo, ma che spesso sono quelli in giacca e cravatta a scombinare le carte. Ma quel che più impari, è l’arte più nobile che esita, dopo il volontariato: ascoltare. Col tempo, mi sono perfezionata
: bado molto alle mie parole, tanto quanto quelle che mi vengono dette. Ho scoperto la potenza del linguaggio e quindi so che può ferire più di uno schiaffo.
In questo mio terzo parto letterario, ho scelto di premiare alcune delle storie più entusiasmanti che riprendono le fila del periodo storico che stiamo vivendo, tra Astra Zeneca, Moderna, Pfizer e richiami al seguito. Come dice Enrico Brignano, il suo secondogenito in arrivo lo chiamerà Niccolò Niccolò, poiché col richiamo si girerà sicuramente.
Persone brillanti e spente, caparbie e disperate, colte o contadine, nel mio percorso ognuna di esse mi ha nutrito di fascino e cultura, indistintamente e senza il copia e incolla
. Da esse ho tratto la vera natura dell’originalità. Ho imparato che il titolo scolastico non è tutto, che