22 Pensieri: Numero Speciale - Agosto 2017
Di aavv
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Info su questo ebook
A dodici mesi di distanza dalla pubblicazione del primo numero Pilota, la Chance Edizioni realizza un'uscita speciale in formato digitale: una raccolta di vari articoli di questi primi 12 mesi appena trascorsi, per ripercorrere e festeggiare il percorso fatto.
Racconti brevi, poesie, riflessioni, punti di vista, passioni, aneddoti personali e interessi.
Psicoemotività, attualità, natura e sostenibilità.
Scrittori, fotografi, illustratori.
Artisti che collaborano periodicamente allo scambio reciproco di idee e di competenze.
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22 Pensieri
Agosto 2017 - numero speciale
22 PENSIERI - VingtDeuxPenseés
Rivista Multitematica Mensile Online
Numero Speciale
Agosto 2017
una produzione di
Sito Web: www.chanceedizioni.com
Pagina Facebook: www.facebook.com/VingtDeuxPensees/
Instagram: www.instagram.com/vingtdeuxpensees/
Twitter: @22pensieri
Redazione:
Rossana Orsi
Andrea Stella
Donna Pasini
Alessandra Buccheri
UUID: a6accabe-8e56-11e7-8b0b-49fbd00dc2aa
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Editoriale
Sgnappampero
Il bivio
Spezzare le catene
Sono io ma sei tu
La luna
Alter ego
Odissea di un viaggiatore
Una lingua universale d’amore
(Im)possibilità
Il manifesto di Ventotene e l'idea di federalismo europeo
Oltre la siepe
Fiaba d'assonanze sparse e d'orizzonti d'altro mondo
Anime gemelle
Impronte
Storie d’amore, d’amicizia e di guerra. La colonia estiva.
Ispirazione: Tiziano Scarpa - Stabat Mater
_Parole
Gli odori
In_aspettati
Lirica urbana
Vita da professoressa fuori sede
Facciamo che io ero
Senza Radici
Ricordo
Cosa ne faccio di quel che mi disturba?
Il passato fra le mani
Chi ben comincia
Nero
Una notte mai esistita
Cosa vuoi che sia, se non sai cosa vuoi
Ventidue Pensieri
Note
Ringraziamenti
Editoriale
de La Redazione
Nel tempo in cui la terra ha fatto un giro completo intorno al sole, noi siamo arrivati a renderci conto di quello che abbiamo creato in 365 giorni.
Partiti come viandanti, senza una meta ben precisa ma con la voglia delineata nel cuore, questo agosto 2017 festeggiamo il primo compleanno del nostro primo progetto, il primo anniversario dalla prima uscita di questo magazine.
Non era affatto scontato fossimo ancora qui, presenti ed entusiasti come quando tutto era solamente abbozzato; era certo però che avremmo fatto di tutto per la riuscita delle nostre idee. Stavo per scrivere folli, ma poi credo che follia sarebbe stato non seguire l'impulso, la gioia, i desideri che nutrivamo.
Ripercorrendo questi 365 giorni, abbiamo riscoperto il piacere nel vedere quanto il gruppo sia cresciuto, in termini di qualità e di partecipazione. Tante persone hanno contribuito a rendere essenziale e pieno di soddisfazioni questo viaggio che è solo ad una sua prima, emozionantissima, tappa.
Da questo luogo in cui ci troviamo, al di fuori dello spazio, da questo laboratorio di parole e di emozioni, sono affiorati confronti, conoscenze, idee e progetti sempre nuovi; sono nati racconti, libri, incontri, eventi.
Perciò, da quest'oggi, vogliamo farci i migliori auguri e regalarci un numero speciale che attraversi questo anno dei 22 Pensieri, ritrovandoci insieme negli stralci delle pubblicazione passate.
Con la voglia di migliorare, di godere della strada che ancora abbiamo da fare.
Forti della sensibilità e dell'umanità che ci accompagnerà lungo questo sentiero.
Sgnappampero
di Rossana Rotolo
Che cosa tiene unito un paese? La bandiera? La storia? Le tradizioni?
Il paese di Sgnappampero era tenuto assieme dalla gomma da masticare. Il chewingum, il cicles, la cicca, la cingomma. Insomma, quella roba là, morbida ed appiccicosa, teneva insieme tutto. Ma proprio tutto! I tetti ai muri. I marciapiedi alle strade. Gli alberi alla terra. Le persone alla propria comunità.
Nel paese di Sgnappampero camminare lungo i viali era una gran fatica, poiché le suole si attaccavano alla pavimentazione stradale. Cemento o sanpietrini. Sterrato o lastricato. La terra si aggrappava agli sgappamperesi e non li mollava più.
La signora Ciccetti, con i suoi fianchi ballonzolanti, si reggeva al braccio del marito e urlava: Antonio aiutami, tira, tira che non mi si stacca la ciabatta!
E Antonio tirava, tirava.
I bambini che volevano andare in bicicletta, si dovevano organizzare: uno stava dietro a spingere, uno in mezzo a pedalare e un altro davanti a tirare. Oh issa! Oh issa!
e si facevano così stanchi da abbandonare l'impresa e appiccicare il sedere al marciapiede.
I pneumatici della Panda di Luisa Bianchina non riuscivano a girare sull'asfalto; il motore faceva un gran fumo nero, cingomma e ruote si fondevano in un nauseante miscuglio. Alla fine la povera ragazza aveva dovuto persino lasciare il fidanzato che tanto le piaceva, perché andarlo a trovare nel paese a valle era diventata un'impresa impossibile. Non è colpa tua, ma di Sgnappampero
gli aveva sospirato al telefono prima di riagganciare e piangere per una settimana.
Pure a Marco Cervelli era toccata una rinuncia importante. Lui, che aveva sempre sognato di fare l'ingegnere ed era il più intelligente dal paese, aveva dovuto lasciare il liceo di città. Le corriere non andavano più su, e lui non ce la faceva ad andare giù. Quindi aveva abbandonato gli studi e si era messo a raccogliere tappi di plastica per la parrocchia. Che di trovare qualcosa di meglio, con la crisi che c’era, non vi era proprio speranza. Di giorno raccoglieva tappi e di sera, per lo sconforto, svuotava le bottiglie.
Ma quello che stava messo peggio di tutti era il signor Triste Pietro, un vecchietto tutt'ossa che si era arreso da tempo all'abbraccio appiccicoso di Sgnappampero. Non passeggiava più per le strade, non usciva più di casa, non si alzava più dal letto. Ormai non lo si vedeva più da quasi un mese, chissà come stava il signor Pietro. Chissà.
E pensare che una volta il paese era un luogo completamente diverso, dove la gente era così leggera che, invece di camminare, zompettava felice molleggiando come un astronauta sulla luna, con la testa rivolta ai sogni e la terra che faceva da tappeto elastico.
Poi, a poco a poco, le cose avevano iniziato a cambiare.
Molti anni prima, quando la signora Ciccetti era poco più che una bambina, il lavoro aveva cominciato a scarseggiare, il raccolto a non fruttare e gli animali a dimagrire. La popolazione, che per anni era stata abituata a star serena e ben pasciuta, a poco a poco aveva preso ad avere pensieri che da rosa erano diventati viola, poi blu oltremare ed infine nero notte, senza stelle.
La gente, da leggera e libera quale era, si fece pesante, sempre più pesante; il suolo, invece di aiutare lo slancio verso le stelle, cominciò ad aggrapparsi alle caviglie degli sgnappamperesi, trattenendoli e limitandoli, e dopo il corpo si bloccò anche la mente. Inesorabilmente.
Dopo Triste Pietro, furono in molti a non uscire più di casa: alcuni erano spaventati di fronte ad un mondo che non capivano più, altri erano solo tanto arrabbiati. Arrabbiati con tutti ma soprattutto con chi non c’entrava niente: poveri, stranieri, effeminati, vecchi, donne, giovani, vicini e parenti. Gli sgnappamperesi, che una volta erano stati allegri e curiosi, divennero rancorosi e mediocri. Chiusi nel loro paesello, decisero di bastare a sé stessi e si fecero assorbire dalla terra e dal fango fino a quando, di loro, non rimase più nulla.
Ora Sgnappampero è un