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Diario PMA
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E-book109 pagine1 ora

Diario PMA

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Settembre 2014: dopo un lungo periodo di convivenza, per Cristina arriva finalmente il momento del matrimonio con lo storico compagno, unito al desiderio di provare ad allargare la famiglia appena formatasi. L’arrivo di un figlio tarda però ad arrivare, instillando i primi dubbi nella coppia e convincendo la ragazza ad affidarsi ai consigli di una ginecologa. È in questa circostanza che viene a conoscenza della PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), un insieme di tecniche che può aiutare a portare a compimento quel sogno di maternità così fortemente inseguito ma che richiede una determinazione non indifferente a superare gli ostacoli posti lungo il cammino.

Nei magici anni ’80, in un pittoresco paesino sulle sponde del fiume Adda, vive una esile bambina con i codini, felice e piena di sogni. Una vita semplice fatta di piccole cose come una merenda sui prati, andare all’orto dei nonni sopra a un carretto di legno, correre nel fosso pieno d’acqua fresca come se fosse chissà quale conquista. La passione per l’aria aperta e la campagna ha indirizzato, quella che ormai era una ragazzina, a frequentare un percorso di studi agrari, e la voglia di indipendenza ha presto fatto scattare una girandola di svariate esperienze lavorative. Fino a che, mossa anche da una punta di ambizione, l’ormai giovane donna, si è trovata a scalare la carriera in una grande compagnia assicurativa. Iniziare da zero in una realtà importante e in un ambito fino a quel momento sconosciuto ha smosso la caparbietà e la voglia di realizzazione personale. Una scommessa per chi non aveva mai creduto in quella minuta ragazza dalla grande forza d’animo. E così dopo un ingente impegno di studi e gavetta, iniziò finalmente la scalata. Una parentesi lunga dieci anni, fatta di impegno costante e totale dedizione al lavoro, senza orari ma con grandi soddisfazioni. Riconoscimenti economici, partecipazioni a eventi importanti e un ruolo di responsabilità con un contratto invidiabile. Anche la vita privata, iniziata con una “graduale” convivenza, è poi sbocciata nel fatidico Sì. Finalmente una Donna realizzata professionalmente, una fede al dito, un marito, una casa nuova. Mancava solo la ciliegina sulla torta, quel desiderio sempre avuto nel cassetto che ora era arrivato il momento di aprire: la maternità! Dopo tanti sforzi per raggiungere ogni singola conquista, avere un figlio era la cosa più facile e la cornice al quadro perfetto. Si trattava solo di qualche mese di pazienza e il gioco era fatto! Ma quello che doveva rivelarsi la cosa più naturale al mondo, in realtà è stato l’inizio di un incubo vero e proprio, la caduta di ogni certezza, un puzzle distrutto. Da qui in poi nascerà un DIARIO, scritto a penna su carta da quella che era stata una bambina ingenua e felice e si è ritrovata Guerriera senza mai arrendersi, righe scritte di getto durante un lungo percorso durato anni. Righe scritte per non dimenticare e per ricordarsi di non arrendersi mai.
LinguaItaliano
Data di uscita12 gen 2024
ISBN9788830695009
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    Anteprima del libro

    Diario PMA - Cristina Dondossola

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    INTRODUZIONE

    Da piccoli, sulle ginocchia di qualcuno, ci vengono lette le favole. Tutte hanno lo stesso filo logico. Il bravo ed il cattivo che si contendono qualcosa, un intersecarsi di vicende nel bene e nel male, ma poi, alla fine, c’è sempre il lieto fine dove il bene trionfa e tutti vissero felici e contenti.

    Questo racconto invece, probabilmente, non avrà tutte le caratteristiche delle favole, perché il finale ancora non esiste, è tutto da scoprire e da scrivere nella storia.

    Nella mia storia!

    SETTEMBRE 2014

    Due persone, uomo e donna si amano. Dopo un lungo periodo di convivenza decidono, ormai trentenni, di convolare a nozze e perché no, di allargare il nido domestico. Ricordo ancora quel pomeriggio dei primi di ottobre, con la luce del tramonto in piscina nel nostro bellissimo villaggio in Messico per il viaggio di nozze, coccolati dall’acqua dico a mio marito che sono felice anche se il viaggio è quasi al termine perché una volta a casa inizia la nostra vita ed io non vedo l’ora di provare ad avere un bimbo. Immagino già, nel calore della nostra casetta, un autunno e un inverno ricco di passione e speranze per realizzare il nostro nuovo sogno!

    Sento ancora quelle emozioni e quella curiosità di sapere come sarebbero andate le cose, quanto tempo avremmo impiegato e come sarebbe stato bello, a poca distanza dalle nozze, comunicare ai futuri nonni il lieto evento. I preparativi per accogliere e per riempire quella cameretta che fino ad allora era stata vuota ed impersonale, usata come deposito merci della casa e sporadicamente come stireria. In realtà fantasticavo già durante il viaggio di nozze su una possibile gravidanza, perché il giorno del nostro matrimonio cadeva proprio nel momento utile al concepimento, e visto che, come la tradizione vuole, la prima notte di nozze gli sposini si concedono tanto amore, speravo che magari con una gran dose di fortuna abbinata al romanticismo dell’evento, la cicogna ci avrebbe fatto una bella improvvisata.

    L’autunno passò e l’inverno fece capolino, ma ancora niente. Non so come spiegarlo, ma dentro di me iniziava a farsi sentire un sesto senso. Come se

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