Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

ROSE e SPINE (brani scelti)
ROSE e SPINE (brani scelti)
ROSE e SPINE (brani scelti)
E-book544 pagine7 ore

ROSE e SPINE (brani scelti)

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Rose e spine rappresentano, come tante altre, una metafora della vita. L'autore ha selezionato, nel corso di una dozzina d'anni, oltre 1200 brani da oltre 360 opere di narrativa, saggistica e spiritualità che hanno per argomento i più vari aspetti del quotidiano. Il volume si rivolge ai curiosi, sia che siano amanti dei libri, sia che desiderino diventarlo.
LinguaItaliano
Data di uscita2 set 2021
ISBN9791220352925
ROSE e SPINE (brani scelti)

Correlato a ROSE e SPINE (brani scelti)

Ebook correlati

Arti dello spettacolo per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su ROSE e SPINE (brani scelti)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    ROSE e SPINE (brani scelti) - Alberto Di Segni

    Avvertenze

    I puntini di sospensione … all’interno di una singola citazione, indicano un’omissione di testo;

    Il testo, (in corsivo e tra parentesi tonde), è aggiunto per chiarezza.

    Al termine della citazione è riportato l’autore e il titolo tra parentesi quadre [ ];

    Se il titolo è in lingua straniera, la citazione è tradotta dalla lingua originale;

    L’accento tonico, come anche il timbro aperto o chiuso delle vocali, pur non essendo necessario, è spesso indicato per tutte quelle parole di uguale scrittura che possono essere lette con due pronunce diverse: es. desìderi o desidèri, intùito o intuìto, pèrdono o perdóno, pòrci o pórci, prìncipi o princìpi, sùbito o subìto, etc.

    Ciascuna citazione è separata dalla successiva da una riga continua:

    ROSE e SPINE

    (brani scelti)

    Amici e nemici

    Chi presta senza pegno, perde i denari, l’amico e l’ingegno. [F. De Roberto - I Viceré]

    E se poi vuoi sapere chi sia tuo amico e quali siano le sue intenzioni, mettilo alla prova astutamente con le donne e il denaro: sono queste le cose in cui si pèrdono i più.

    Meglio sarà non metterli affatto alla prova: non voglio cercarmi l’occasione di perderli per sempre. [Lope de Vega - La fedele custode]

    Bisogna andar via, non essere ospite sempre in una dimora; la persona cara diviene invisa se a lungo siede nella casa di un altro. [Il canzoniere eddico]

    L’odio guasta il cuore, e offusca la mente, e esaspera gli animi degl’ingiusti, e sciupa da ultimo le faccende; e chi aveva ragione, si mette dalla parte del torto, che peggio non gli potrebbe fare un nemico. [N. Tommaseo - Esempi di generosità]

    Amore

    Com’esser puote ch’un ben, distributo

    in più posseditor, faccia più ricchi

    di sé che se da pochi è posseduto?".

    Ed elli a me: "Però che tu rificchi

    la mente pur a le cose terrene,

    di vera luce tenebre dispicchi.

    Quello infinito e ineffabil bene

    che là su è, così corre ad amore

    com’a lucido corpo raggio vene.

    Tanto si dà quanto trova d’ardore;

    sì che, quantunque carità si stende,

    cresce sovr’essa l’etterno valore.

    E quanta gente più là su s’intende,

    più v’è da bene amare, e più vi s’ama,

    e come specchio l’uno a l’altro rende.

    [Dante, Purgatorio, XV, 61-75]

    Éros è il desiderio provato nei confronti di qualcuno superiore a sé, mentre philía è l’amore tra eguali e agápe è l’amore di un essere superiore per uno inferiore. [H. Bloom - Gesù e Yahvè]

    Figlioli miei, ficcatevi bene nella zucca che voi siete nel vero. Amatevi, fino a diventarne stupidi. L’amore è la stoltezza degli uomini e lo spirito di Dio. Adoratevi! [V. Hugo - I miserabili]

    Conobbe mai qualcun l’amore?

    L’amore è un sogno vespertino

    È come un languido sopore

    In mezzo ai fiori d’un giardino …

    ... È un desiderio misterioso

    Che fa il tuo cuore sospirare

    Fa del codardo un valoroso

    Ed il più prode fa tremare …

    … Filtro è l’amor che fa obliare

    Tutte le gioie della vita

    Meno le gioie dell’amare

    Tutti conoscono l’amore!

    L’amore è come un bel giardino

    Avvelenato di dolore,

    Dove il dolor non ha confino …

    … È come serpe velenoso

    Che striscia per attossicare

    Il nobil cuore generoso

    Che lo vorrebbe riscaldare

    Del più leal fa un traditore

    È come abisso senza un raggio

    Ed incantevole miraggio

    Per i deserti del dolore …

    … È laberinto senza uscita …

    … È causa orrenda di ogni guerra

    [F. Villaespesa - La reggia delle perle]

    L’amore, ormai tutti i dotti sono unanimi in tal senso, è una delle proprietà più coraggiose del cuore umano; con un solo infocato sguardo riduce in polvere bastioni inespugnabili; per esso l’universo è troppo angusto, troppo breve l’eternità. Oh, sì, è desso il mantello dei poeti, ed ogni uomo bizzarro almeno una volta l’indossa nel freddo di questo mondo per andar pellegrino in Arcadia. [J. v. Eichendorff - Dalla vita di un buonannulla]

    E messer Dinadano, che era cavaliere di molte parole e non sentiva niente d’amore, sì riprendea Tristano, dicendo: Cavaliere, voi sì avete la testa piena di cicale, quando in amore ponete e mettete vostro cuore; ché dovereste sapere che amore sì è una cosa che iscórta lo dì, e sì menima la luce e toglie la memoria e l’intelletto. E però gli grandi maestri fanno l’amore disegnare e figurare a quattro proprietadi: però ch’egli lo fanno ignudo, e sanza freno cavalca, e sìe porta il viso velato, e vae saettando. Imperò io voglio voi sacciate, che in quanto egli si èe ignudo, ch’egli mostra che non si puote difendere da niuno suo pericolo; e suo cavallo non àe freno, ciò è ch’egli corre alla morte e non si puote ritenere a niuna sua uttulitade; e porta il viso velato, ciò è ch’egli non conosce veruno suo pericolo, e sì come egli scorta sua vita; e vae saettando, ciò s’intende che chi èe amato o vero ama, si è ferito in sé medesimo: imperò che, s’egli è savio, egli diventa folle; e s’egli è allegro, diventa tristo: imperò che lo amore ne porta lo cuore dello amante, e lo innamorato rimane dolente e pensoso, sì come colui che rimane sanza suo vigore, cioè sanza il cuore. E messer Tristano, che era innamorato, non fue tardo a rispondere a quella pitizione, e disse: Dinadano, certo voi dite il vero, che lo amore àe in sé quattro proprietà che voi dite: ma, per tanto, voi non avete bene interpretato e non avete bene propriato a loro significanza. Ché, per quanto il gentile amore si disegni in figura nudo, egli significa che non vuole mantello né niuno impaccio né veruno impedimento che impedire lo possa; ma vuole essere libero e spedito, presto e apparecchiato, sanza veruna avarizia né crudeltade né pensiere lo quale trarre lo potesse d’altro diletto. Né anche al suo amore non vuole freno, acciò ched e’ non sia impedimentito; ma vuol essere libero e piacente a cui amore l’à sottomesso. E anche porta il viso velato, a darci a intendere che, saviamente e con grande onestade e con niuna cagione, è per non provvedere a cosa che intervenire gli possa, pure che in piacere gli sia quello a cui l’amore l’àe sottomesso. E vae saettando; e in ciò s’intende ch’egli è sì largo e cortese, senza niuna avarizia: cioè, che chi séguita l’amore, sì dee essere largo nello spendere, largo nel donare, cortese di lingua, nel sedere e nello andare, nel parlare e nel mirare. E avendo questo, il gentile amore prende il cuore del suo gentile servo; cioè che lo amante rimane allegro e gioioso e consolato … E Alcardo disse: Signori, io dirò secondo lo mio parere; ch’io non sono savio; ma secondo ch’io conosco, io dico che niuna persona, e sia di che condizione gli piace, non può salire né i’ nominanza né in pregio, se non sente d’amore; E senza l’amore, niuna cosa puote esser perfetta. Imperò che l’uomo innamorato non pensa in altro che servire e in piacere, e lo disamorato non ama sé medesimo e non serve altrui; e fae di quel che ’l cane che stae sulla paglia, e ad altrui non ne lascia prendere e per sé non ne mangia: cioè, che lo disamorato non sente la dolcezza dell’amore ed à invidia all’amante. [Tavola Ritonda]

    Si diventa stupidi non appena si smette di essere appassionati. [S. Sontag - As consciousness is harnessed to flesh]

    Imperò che non mente il proverbio, il quale dice che non si truova tanto freddo ferro, che, appressandolo al fuoco, non diventi caldo … Ché sappiate, che non èe niuna cosa che tanto piaccia al liale e al verace amante e che più muova ad amare altrui, quanto fae l’onestade della persona, parlando temporalmente e spiritualmente: però che la bellezza della onestà sì èe sopra la umilitade. [Tavola Ritonda]

    Tutti i bei cappelli sono fatti di niente. Anche le belle reputazioni … ogni volta che si ottiene un certo successo ci facciamo un nemico. Per essere popolari bisogna esser mediocri. Non con le donne … e le donne governano il mondo. Credilo, non possiamo sopportare la mediocrità. Noi donne, come ha detto qualcuno, amiamo con le orecchie, così come voi uomini amate con gli occhi, se pure riuscite ad amareL’avventura amorosa vive nel suo ripetersi, e la ripetizione trasforma il desiderio in arte. Inoltre ogni volta che si ama è l’unica volta che amiamo. Il mutare di oggetto non àltera l’unicità della passione: solo la intensifica. In tutta la vita possiamo avere, nel più felice dei casi, una sola esperienza, e il segreto dell’esistenza consiste nel ripeterla il più spesso possibile. [O. Wilde - Il ritratto di Dorian Gray]

    Io amo appassionatamente la mia patria, ma non odio alcun’altra nazione. La civiltà, la ricchezza, la potenza, la gloria, sono diverse nelle diverse nazioni; ma in tutte havvi anime obbedienti alla gran vocazione dell’uomo, di amare e compiangere e giovare. [S. Pellico - Le mie prigioni]

    È un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l’amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama? Ha mai amato qualcuna più di me? Mi ama più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all’amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza. [M. Kundera - L’insostenibile leggerezza dell’essere]

    Azione

    Non era via da vestito di cappa,

    ché noi a pena, ei lieve e io sospinto,

    potevam su montar di chiappa in chiappa.

    La lena m’era del polmon sì munta

    quand’io fui su, ch’i’ non potea più oltre,

    anzi m’assisi ne la prima giunta.

    Omai convien che tu così ti spoltre,

    disse ’l maestro; "ché, seggendo in piuma,

    in fama non si vien, né sotto coltre;

    sanza la qual chi sua vita consuma,

    cotal vestigio in terra di sé lascia,

    qual fummo in aere e in acqua la schiuma.

    [Dante, Inferno, XXIV, 31-33, 43-51]

    Dio ha sparso nel mondo tutte queste cose per la nostra gioia, ma le ha nascoste in modo che solo un uomo deciso possa conquistarsele. È nostro dovere di uomini veri provare. [J. A. Michener - La baia]

    Ma è un'occasione straordinaria! bisogna approfittarne, bisogna osare, Jean. Sai, se io non avessi scosso un po' Pierre, a un certo punto, senza dubbio oggi egli non sarebbe il maestro. [J. Diwo - Les Dames du Faubourg]

    Perché l’animo tuo tanto s’impiglia,

    disse ’l maestro, "che l’andare allenti?

    che ti fa ciò che quivi si pispiglia?

    Vien dietro a me, e lascia dir le genti:

    sta come torre ferma, che non crolla

    già mai la cima per soffiar di venti;

    ché sempre l’omo in cui pensier rampolla

    sovra pensier, da sé dilunga il segno,

    perché la foga l’un de l’altro insolla".

    Che potea io ridir, se non Io vegno?

    Dissilo, alquanto del color consperso

    che fa l’uom di perdon talvolta degno.

    [Dante, Purgatorio, V, 10-21]

    Quel che può la virtù di un uomo non si deve misurare dai suoi sforzi ma dal suo comportamento ordinario. [B. Pascal - I pensieri]

    Domandai il prezzo, e mi furon chiesti cento sesterzi. Contrattai, e l’ebbi per venti denari. [Apuleio - Le metamorfosi o l’asino d’oro]

    Quante volte si dice: se si fussi fatto o non fatto così, saria succeduta o non succeduta la tale cosa che se fosse possibile vederne il paragone, si conoscerebbe simile openione essere false. [F. Guicciardini - Ricordi]

    Se bene lo ozio solo non fa ghiribizzi, pure male si fanno e’ ghiribizzi sanza ozio. [F. Guicciardini - Ricordi]

    Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposarmi, da estraneo, dalla mia organica simulazione. Voglio sentire il sonno che arriva come vita e non come riposo. Una capanna in riva al mare, perfino una grotta sul fianco rugoso di una montagna, mi può dare questo. Purtroppo soltanto la mia volontà non me lo può dare. [F. Pessoa - Il libro dell’inquietudine]

    Ma ho sperimentato che la mia forza (la mia mente, i miei occhi, le mie passioni intellettuali) mi condannava all'isolamento perpetuo, alla separazione dagli altri ... sempre il frustrante senso di disparità tra le mie energie, le mie ambizioni e quelle degli altri. Gli altri che si prefiggono obiettivi così bassi, così facilmente stanchi, così privi di vitalità ... sono tutte persone minimali, quasi inerti, a malapena vive o senzienti o pensanti ... sono troppo pigri per farlo da soli. Sono sicuro che potrebbero se lo volessero, se ci provassero davvero. Ma non sembrano essere spinti dal tipo di visione ed energia che spinge me. [S. Sontag - As consciousness is harnessed to flesh]

    Donne e coraggio. Non coraggio per fare, ma coraggio per sopportare/soffrire. [S. Sontag - As consciousness is harnessed to flesh]

    Ho bisogno di energia, umiltà, ostinazione, disciplina. Tutto questo insieme = coraggio. [S. Sontag - As consciousness is harnessed to flesh]

    Dopo molti anni di permanenza in Cina aveva imparato che nulla era semplice come appariva. Non sempre alle cause conosciute seguivano con facilità gli effetti previsti e la via diretta non era sempre la più efficace per raggiungere un obiettivo; in qualche caso era necessario fare un passo indietro e poi, magari, fermarsi e aspettare. Ricci doveva comportarsi come un saggio cinese che, per realizzare un progetto difficile, cominciava ad agire nella direzione voluta, ma poi lasciava che gli eventi si sviluppassero da sé e non cercava di piegare la realtà a proprio vantaggio, preferendo trarre profitto dall’evoluzione naturale delle cose. Si trattava di avere ancora pazienza. [M. Fontana - Matteo Ricci]

    Nella testa di Effie, il cui cervello era di pan di zenzero, al giudizio finale Dio troverà sei briciole: è possibile, era possibile (e non ho fatto niente di male), potrei, vorrei, dovrei (non ci punite perché siamo state buone), è necessario (e con le altre sono stata Effie che non c’è più). [adattata da E. E. Cummings - Here is little Effie's head]

    In fin dei conti, a livello pratico il lavoro più produttivo è quello di fare del proprio meglio con le condizioni e le opportunità del momento presente, anziché preoccuparsi del passato o del futuro. [G. Knight - Viaggio iniziatico nei mondi interiori]

    Hai avuto fortuna gli disse all’atto di separarsi. Le porte ti si aprono innanzi l’una dopo l’altra. Come fai? Hai qualche incantesimo? Siddharta disse: Ieri ti raccontai che so pensare, aspettare e digiunare, ma tu trovasti che ciò non serve a nulla. Eppure serve molto, Kamala, lo vedrai. Ier l’altro ero ancora un mendicante dalla barbaccia incolta, ieri ho già baciato Kamala, e presto sarò un mercante e avrò denaro e tutte quelle cose di cui tu fai tanto conto. È un fatto ammise Kamala. Ma come ti troveresti senza di me? Che saresti se Kamala non ti aiutasse? Cara Kamala, disse Siddharta, drizzandosi in tutta la sua altezza quand’io venni nel tuo boschetto feci il primo passo. Era mio proposito imparare l’amore da questa bellissima donna. Dal momento in cui formulai il proposito seppi anche che l’avrei attuato. Sapevo che mi avresti aiutato, ne fui certo fin dal tuo primo sguardo all’ingresso del boschetto. Ma se io non avessi voluto? Tu hai voluto. Vedi, Kamala, se tu getti una pietra nell’acqua, essa si affretta per la via più breve fino al fondo. E così è di Siddharta, quando ha una meta, un proposito. Siddharta non fa nulla. Siddharta pensa, aspetta, digiuna, ma passa attraverso le cose del mondo come la pietra attraverso l’acqua, senza far nulla, senza agitarsi: viene scagliato, ed egli si lascia cadere. La sua meta lo tira a sé, poiché egli non conserva nulla nell’anima propria, che potrebbe contrastare a questa meta. Questo è ciò che Siddharta ha imparato dai Samana. Questo è ciò che gli stolti chiamano magia, credendo che sia opera dei demoni. Ognuno può compiere opere di magia, ognuno può raggiungere i propri fini, se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare. [H. Hesse - Siddharta]

    Chi spara spesso alla fine colpirà il bersaglio. [Sir T. More - Utopia]

    I beni degli assenti appartengono a coloro che agiscono. Se una potenza cessa di difendere le sue posizioni, la sua negligenza crea un vuoto che viene immediatamente sfruttato da un’altra potenza. L’origine dello squilibrio non è l’aggressione di colui che estende la sua influenza, ma la passività di colui che rinuncia a difendersi. [dall’introduzione di Pierre Carlier a: Demostene - Orazioni]

    Operare è amore reso visibile. E se non riuscite a operare con amore ma soltanto con disgusto, meglio sarebbe lasciare quel vostro lavoro e sedere alla porta del tempio e ricevere l’elemosina di coloro che operano con gioia. Poiché se cuocete il pane con indifferenza, cuocerete un pane amaro, che sfamerà solo a metà la fame dell’uomo. E se spremete l’uva controvoglia, il vostro malanimo distillerà veleno nel vino. [K. Gibran - Il profeta]

    Osare: ecco il prezzo del progresso. Tutte le sublimi conquiste sono più o meno premio all’ardimento … Perché il genere umano progredisca è necessario che alla sommità ci siano delle forti lezioni di coraggio. Gli atti temerari sbalordiscono la storia e sono una delle grandi luci dell’uomo. Anche l’aurora osa, quando si leva. Tentare, sfidare, persistere, perseverare, essere fedele a se stesso, affrontare a viso aperto il destino, stupire la catastrofe con la poca paura che ci fa, ora affrontare la potenza ingiusta ora insultare la vittoria ubriaca, tener saldo, tener testa: ecco l’esempio di cui hanno bisogno i popoli, ecco la luce che li elettrizza. [V. Hugo - I miserabili]

    In ogni arte, in ogni impresa, più di tutto il rimanente, difficile è il cominciare … non si lasci dunque l’impresa per malagevoli che riescano i principii, … non vogliamo farla da maestri prima d’esser scolari; e ricordiamoci che i principianti fanno assai, se cominciano. [D. Bartoli - L’uomo di lettere difeso ed emendato].

    Le persone che addentano la vita come se fossero delle forze della natura sono generalmente delle persone attive, che vivono bene, che non sopportano piagnistei o piagnucolii, delle persone che rimarranno attive fino alla fine dei loro giorni. Sono attivi non per rimanere occupati, ma perché prendono piacere a compiere le loro attività. Non hanno né tempo né voglia di fermarsi ad ascoltare le nostre piccole rivendicazioni né d’altra parte a trarre piacere in questo genere di attività. [W. W. Dyer - La sagesse des anciens]

    Mi ha messo sull’ultimo aeroplano per Saigon, dicendo che era meglio che mi catturassero che avermi per anni in casa a dire Quella era la mia storia e me la sono persa! [T. Terzani - La fine è il mio inizio]

    Anche ora qualche oratore non presenta le proposte migliori? Un altro si alzi e lo dica, invece di metterlo sotto processo. Un secondo oratore fa proposte migliori? Attuatele e buona fortuna. Ma forse queste proposte non sono gradite? L’oratore non commette una colpa per questo. [Demostene - Terza Olintiaca]

    Chi va in giro lecca e chi sta a casa la lingua je se secca. [P. P. Pasolini - Ragazzi di vita]

    Bellezza

    È propria della natura umana quella cosa meravigliosa che si chiama bellezza. Tutti quanti siamo attratti dalla dolcezza della sua apparizione e non sempre siamo in grado di dire dove è la graziosità … sovente la bellezza non viene scorta, perché si trova nel deserto, oppure non esiste l’occhio adatto ad avvedersene; mentre sovente essa viene adorata, idolatrata, e non c’è affatto, là dove gli incensi vengono diretti: ma essa non può mai mancare dove in un petto c’è un cuore che batte fascinosamente, o dovunque ci sono due anime che bruciano l’una per l’altra. [A. Stifter - Brigitta]

    È la legge della bellezza che ci attira, ma io dovetti girare in lungo e in largo il mondo, prima di comprendere che essa risiede nel cuore, e che abita imperturbabile in un cuore che è stato l’unico a pensar bene di me, che è un cuore robusto e fedele, che avevo creduto perso per sempre, che invece m’ha seguito per il corso di tutti questi anni e di queste nazioni … il perdóno infatti è il fiore più purificante, il più smagliante fiore dell’amore; perciò lo si trova in Dio e nelle madri. I cuori buoni lo realizzano sovente, quelli cattivi mai. [A. Stifter - Brigitta]

    E però intervien che molti, vedendo una donna di quella bellezza grave, che andando, stando, motteggiando, scherzando e facendo ciò che si voglia, tempera sempre talmente tutti i modi suoi, che induce una certa riverenzia a chi la mira, si spaventano, né osano servirle. [B. Castiglione - Il libro del cortegiano]

    … il Cielo, in cui Dio, quanto n’era capace materia sensibile, disegnò, copiandoli da sé, lineamenti di sì rare bellezze, che resti assorto l’ingegno, estatici i pensieri e beata la mente. Tutti mirano il Cielo, ma non tutti l’intendono; e vi è fra chi l’intende e chi no, quel divario che corre tra due, dei quali l’uno d’una scrittura arabica tratteggiata d’oro e miniata d’azzurro, altro non vede che il lavorio de’ ben composti caratteri, l’altro di più ne legge i periodi, e ne intende i sensi sì che il minor de’ piaceri ch’ei gode, è quello degli occhi. [D. Bartoli - L’uomo di lettere difeso ed emendato].

    Finirono di persuadermi che esistesse un bello ideale impossibile a rintracciarsi nel vero, e questo bello doversi conseguire colla imitazione degli antichi e coll’aiuto della memoria. Nulla di più pericoloso di questa teoria. Il bello è sparso nell’universa natura. L’artista nato a sentire, a percepire il bello (che è il fine dell’arte), ha sempre la mente e il cuore nella ricerca e nella manifestazione di esso: scerne nella natura una o più immagini che in qualche modo si accostano al tipo che ha nella mente, e la realtà di esse rafforzando l’idea la perfeziona. L’artista che è privo del suo ideale e si sforza cercarlo fuori della natura, torturando la memoria con ciò che ha veduto o studiato sulle opere altrui, fa opera fredda e convenzionale; la scintilla animatrice, il calore, la vita, non scorrono nell’opera sua, dacché egli non è padre, ma padrino della sua fattura. A questa scuola appartengono gli imitatori; cioè i timidi amici del vero. Di contro a questi, ma in molto maggior numero e di molto maggior petulanza, sorgono oggi i Naturalisti, i quali hanno in dispregio ogni idealità, e l’hanno in dispregio particolarmente perché non ne posseggono alcuna: né il cuor loro si scalda di affetti forti o gentili, né i loro occhi, né la loro mente afferrano mai nella multiforme natura un tipo, una movenza, una espressione che, assiduamente perseguita, loro risvegli o fecondi l’idea … Da questi due estremi mi sono sempre tenuto lontano. [G. Duprè - Pensieri sull’arte]

    La vista di queste opere di scultura mette un fuoco, una voglia di fare, un coraggio grandissimo, in certi giorni, anzi direi in certi momenti, ma in certi altri sgomento, sconforto e paura da non si dire … Agli occhi dell’artista ogni opera d’arte deve essere cagione d’esame e di pensiero serio e timoroso; quando accadono in noi accendimenti di fiducia smodata, è segno che o l’orgoglio ci vela la vista, ovvero che le nostre cognizioni non arrivano a comprendere il grado di bellezza di quelle opere, e per conseguenza le difficoltà superate onde produrle. Bisogna correggersi tanto dell’uno quanto dell’altro difetto e imparare a rispettare anche le cose mediocri, perciocché con questo metodo arriveremo a discoprire qualche cosa di buono anche in queste, se non in fatto, almeno in germe o nell’intenzione; e ciò sarà sempre un guadagno. [G. Duprè - Pensieri sull’arte]

    La scuola dei Veristi è vecchia quanto l’arte stessa, e i principii suoi sono veri. Anzi a rigor di termini essa ha un solo principio, cioè l’imitazione del vero; ma nel tempo che gli antichi intendevano l’imitazione del vero nella sua perfezione, i moderni (parlo di alcuni) intendono tutto il vero, tutta la natura, anche la brutta; anzi la brutta e la deforme a preferenza, non accorgendosi che con la deformità la natura esce fuori dal vero, dacché una imperfezione àltera il carattere essenziale della natura, che è armonia di parti rispondenti a bellezza. [G. Duprè - Pensieri sull’arte]

    Però, acciò che ’l signor Morello e messer Federico siano ammoniti e non perdano, come Stesicoro, la vista, che è pena convenientissima a chi disprezza la bellezza, dico che da Dio nasce la bellezza ed è come circulo di cui la bontà è il centro; e però come non po essere circulo senza centro, non po esser bellezza senza bontà; onde rare volte mala anima abita bel corpo e perciò la bellezza estrinseca è vero segno della bontà intrinseca e nei corpi è impressa quella grazia più e meno quasi per un carattere dell’anima, per lo quale essa estrinsecamente è conosciuta. [B. Castiglione - Il libro del cortegiano]

    Siete così bella. Siete bella come l’allegria. [J. Steinbeck - La luna è tramontata]

    Ha degli occhi piuttosto belli, non ti pare?

    Mi ricordo piuttosto della sua bocca, inasprita dalla sofferenza.

    Gli occhi dicono quello che uno è; la bocca quello che uno è diventato. [J. Galsworthy - Landa in fiore]

    Il matematico (Pascal) che ammira la bellezza di un teorema della teoria dei numeri, quasi la ammira come una bellezza naturale. È mirabile, dice, quali meravigliose proprietà possiedano i numeri. È come se ammirasse la regolarità di una sorta di cristallo. [L. Wittgenstein - Pensieri diversi]

    Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fai come lo scultore di una statua che deve diventare bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine; così anche tu leva il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è fosco e rendilo brillante, e non cessare di scolpire la tua propria statua finché non ti si manifesti lo splendore divino della virtù …. Se sei diventato ciò … se tu sei diventato completamente una luce vera … fissa lo sguardo e guarda: questo soltanto è l’occhio che vede la grande Bellezza. [Plotino - Enneadi]

    La Sfera avrebbe volentieri continuato le sue lezioni addottrinandomi nella conformazione di tutti i solidi … ma io mi azzardai a interromperla. Non che fossi sazio di sapere. Al contrario, avevo sete dell’acqua di fonti ancora più profonde e più ricche di quelle che mi offriva. Perdonami, dissi, o Tu a cui non devo più rivolgermi come alla Perfezione di ogni Bellezza

    Donde viene questa richiesta inopportuna, impertinente? E che vuoi dire dicendo che io non sono più la Perfezione di ogni Bellezza?

    Mio Signore, la vostra stessa sapienza mi ha insegnato ad aspirare ad Uno che è ancora più grande, più bello e più vicino alla Perfezione, di voi. Come voi stesso, superiore a ogni forma della Flatlandia, unite più Circoli in uno, così senza dubbio c’è Qualcuno al di sopra di voi che unisce più Sfere in un’Unica Esistenza Suprema, superiore persino ai Solidi della Spacelandia. E come noi, che ora siamo nello Spazio, ci chiniamo a guardare la Flatlandia e vediamo l’interno di ogni cosa, così certamente c’è ancora sopra di noi una regione più alta, più pura, dove certamente tu ti riprometti di condurmi - o Tu, che io chiamerò sempre, dovunque e in ogni Dimensione, mio Sacerdote, mio Filosofo, e Amico - uno Spazio ancora più spazioso, una Dimensionalità ancora più dimensionabile, dalla cima della quale ci chineremo insieme sull’interno rivelato delle cose solide, e dove le tue stesse viscere, e quelle delle Sfere tue sorelle, saranno esposte alla vista del povero, vagante, esule dalla Flatlandia, al quale già tanto è stato concesso. [E. Abbott - Flatlandia]

    Se tutte le bellezze di tutti gli uomini e le donne che mai furono, sono e saranno belli sussistessero in una sola persona, tutto ciò non sarebbe nulla, paragonato alla bellezza del più infimo degli angeli … gli Angeli corrono, gli Arcangeli servono, i Principati trionfano, le Potenze si rallegrano, le Dominazioni comandano, le Virtù risplendono, i Troni brillano, i Cherubini illuminano, i Serafini ardono, e tutti cantano la gloria e la lode di Dio. [J. Delumeau - Quel che resta del paradiso]

    Lo prediligeva perché non lo vedeva mai. Il non vedere la gente permette di attribuire loro tutte le perfezioni. [V. Hugo - I miserabili]

    In coloro che l’ascoltano (la poesia), si desta un brivido di terrore, una commozione che fa piangere, un rimpianto, una nostalgia che accarezza l’anima in pena. [Gorgia - Encomio di Elena]

    Se io viaggiassi troverei la brutta copia di ciò che ho già visto senza viaggiare … gli stessi paesaggi, le stesse case, li ho visti perché io sono stato loro, fatti in Dio con la sostanza della mia immaginazione. [F. Pessoa - Il libro dell’inquietudine]

    … l’estenuata e frigida tenerezza dell’imperatrice, che la rendeva insensibile alla sessualità concreta e smaniosa di altezze e dolcezze immateriali, sino a coltivare con ascetico narcisismo la snellezza e la magrezza del suo corpo, a compiacersi del desiderio maschile senza sentire bisogno di ricambiarlo, a infatuarsi castamente della bellezza femminile, tanto da chiedere agli ambasciatori absburgici di procurarle dei ritratti delle più belle donne delle loro sedi diplomatiche. C’è in Sissi una purezza ermafrodita, che aborre la fisicità del sesso e sa amare soltanto nella sublimazione e nell’assenza. [C. Magris - Danubio]

    Lì in fondo c’era Roma, il crogiuolo ancora incandescente e fumante dal quale si erano diffuse le antiche civiltà, imprigionate nell’intrico di radici del medioevo cristiano e occidentale. Lì l’antichità classica viveva ancora in tutto il suo splendido vigore e nella sua spregiudicatezza. Mi meraviglio sempre che la gente possa andare a Roma così come potrebbe, per esempio, andare a Parigi o a Londra. Certamente anche Roma, come queste città, può essere goduta da un punto di vista estetico: ma se siete colpito fino in fondo al vostro essere, a ogni passo, dallo spirito che vi aleggia; se ogni rudere od ogni colonna vi guardano con un aspetto che riconoscete immediatamente, allora la cosa è tutt’altra. [C. G. Jung - Ricordi, sogni, riflessioni]

    Bene e male

    La cattiveria degli uomini ha una gran parte in quella dei tempi … Ma la cattiveria dei tempi ha pure una gran parte in quella degli uomini. Allora si usava così … Gran ragione, non mai apprezzata abbastanza, né quando si parla del bene, né quando si parla del male de’ tempi passati! Il Manzoni, del resto, prova che le busse non impediscono che uno diventi genio. [A. Stoppani - i primi anni di Alessandro Manzoni]

    E dove fuggire? Io non ho fatto alcun male. Ma or mi sovviene: io sono in questo basso mondo, ove il mal fare si merita spesso le lodi, e l’operare il bene è talvolta stimato una pazzia pericolosa. [W. Shakespeare - Macbeth]

    La vittoria del male è solo temporanea. È vero, il male tormenta il mondo; ma il mondo si ribella ad esso e lo respinge; e il male finisce per portare alla distruzione di se stesso. Può darsi che si possa incontrare poco bene; Cordelia non riesce a liberare il padre. Ma nessun atto materiale può colpire gli uomini giusti nella loro anima. Nel mondo si può sempre salvare l’essenziale. Alla fine del dramma noi pensiamo agli oltraggi della natura, ma anche all’eroismo della pietà, e alla giustizia di un mondo superiore. [dall’introduzione di Giancarlo Monti a: W. Shakespeare - Re Lear]

    C’è qualcosa di assai più irragionevole di quel che a voi sembra un eccesso di irragionevolezza: ed è l’inconcepibile pazzia che osa muovere accuse alla Provvidenza per le sventure di un’inesistente innocenza … Cominciamo con l’esaminare il male che è in noi, e vergogniamoci dando uno sguardo coraggioso nel fondo di questo abisso; perché è impossibile conoscere il numero delle nostre trasgressioni, ed è non meno impossibile sapere fino a che punto questo o quell’atto colpevole ha spezzato l’ordine generale e ha capovolto i piani dell’eterno legislatore … non è il delitto che noi temiamo, ma il disonore; se l’opinione toglie al delitto la vergogna o addirittura vi sostituisce la gloria, giacché essa ne è la padrona, allora noi commettiamo il delitto coraggiosamente, e l’uomo così disposto viene chiamato senz’altro giusto o almeno un uomo onesto; e chissà se costui non ringrazi anche Iddio di non essere come tutti gli altri! È un vero delirio che dovrebbe farci arrossire alla minima riflessione … infatti non può esserci una virtù propriamente detta senza la vittoria su noi stessi e tutto ciò che non costa niente non vale niente. [G. De Maistre - Le serate di Pietroburgo]

    L’umana malizia è tale che scambia l’esempio per delitto, l’edificazione per scandalo, e incrimina il bene come se fosse male. [G. E. Nieremberg - Lettere scelte]

    Ma io estimo che in tal caso debba quello a cui tocca considerar maturamente, e quasi porre in bilancia il bene e la commodità che gli è per venire del fare contra il commandamento ponendo che ’l disegno suo gli succeda secondo la speranza; dall’altra banda, contrapesare il male e la incommodità che gliene nasce, se per sorte, contrafacendo al commandamento, la cosa gli vien mal fatta; e conoscendo che ’l danno possa esser maggiore e di più importanzia succedendo il male, che la utilità succedendo il bene, dee astenersene e servar a puntino quello che imposto gli è; e per contrario, se la utilità è per esser di più importanzia succedendo il bene, che ’l danno succedendo il male, credo che possa ragionevolmente mettersi a far quello che più la ragione e ’l giudicio suo gli detta, e lasciar un poco da canto quella propria forma del commandamento; per fare come i boni mercatanti, li quali per guadagnare l’assai, avventurano il poco, ma non l’assai per guadagnar il poco. [B. Castiglione - Il libro del cortegiano]

    Il risultato generale è che a questo stadio dell’evoluzione sociale il supremo potere tende a cadere tra le mani di uomini della più acuta intelligenza e del meno scrupoloso carattere. Se potessimo fare il bilancio del male che essi fanno con la loro disonestà e dei benefìci che essi impartiscono con la loro superiore sagacia troveremmo forse che il bene sorpassa il male di molto. Perché assai più danno è stato probabilmente fatto al mondo dagli sciocchi onesti che non dagli intelligenti disonesti. [J. G. Frazer - Il ramo d’oro]

    Ah, mio caro, da un po’ di tempo a questa parte m’è diventato penoso stare a questo mondo. M’accorgo che ho cominciato a capire troppo. E non si conviene all’uomo gustare dell’albero della conoscenza del bene e del male. [L. Tolstoj - Guerra e pace]

    Questi pellegrini … erano usciti dal suo studio … più che mai decisi a non dargli retta e ad obbedire invece al proverbio millenario che esorta a preferire un male già noto ad un bene non sperimentato. [G. Tomasi di Lampedusa - Il gattopardo]

    Gli uomini sono naturalmente inclinati al bene, in modo che a tutti, quando non cavano piacere o utilità del male, piace più el bene che el male. Ma perché la natura loro è fragile e le occasione che invitano al male sono infinite, si partono facilmente per interesse proprio dalle inclinazioni naturale. Però non per violentargli, ma per ritenergli in sul naturale suo, fu trovato da’ sani legislatori lo sprone e la briglia, cioè il premio e la pena: e’ quali quando non si usano in una republica, rarissimi cittadini di quella si truovano buoni; e noi ne veggiamo in Firenze tutto dì la sperienza. [F. Guicciardini - Ricordi]

    Quando rifletto sulla distribuzione del bene e del male in questo mondo, scopro che all'uomo è stato dato molto di cui godere, ma ancora di più da soffrire. Sebbene esaminiamo il mondo intero, non troveremo un uomo così felice da non avere più nulla da desiderare; ma ogni giorno vediamo migliaia di persone che suicidandosi ci mostrano di non avere più nulla da sperare. In questa vita allora sembra che non possiamo essere del tutto benedetti, ma tuttavia possiamo essere completamente infelici ... in questa situazione l'uomo ha chiamato l'amichevole assistenza della filosofia; e il cielo, vedendo l'incapacità di questa a consolarlo, gli ha dato l'aiuto della religione. Le consolazioni della filosofia sono molto divertenti, ma spesso fallaci. Ci dice che la vita è piena di piaceri, se solo volessimo goderceli; e d'altra parte che, anche se qui inevitabilmente abbiamo delle miserie, la vita è breve e presto finiranno. Così queste consolazioni si distruggono a vicenda; perché se la vita è un luogo di conforto, la sua brevità deve essere miseria, e se è lunga i nostri dolori si protraggono. [O. Goldsmith - The vicar of Wakefield]

    Il male ci si presenta sotto tre forme: c’è il male metafisico che consiste nell’imperfezione in generale, il male fisico che consiste nella sofferenza, il male morale che consiste nel peccato … il male metafisico consiste nella privazione del bene metafisico. Così, quando un essere intelligente perde il suo buon senso, senza dolore e senza peccato e per conseguenza senza né male fisico né male morale, si verifica un male metafisico. Nel quale si può distinguere il male metafisico

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1