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Emozionarsi conviene
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E-book271 pagine3 ore

Emozionarsi conviene

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Info su questo ebook

In questo interessante saggio, l’autore esplora il mondo interiore di ogni essere umano, quello più viscerale e – apparentemente – inspiegabile: il mondo delle emozioni. Cosa sono? Come nascono? E, soprattutto, a cosa servono? Se, infatti, in prima battuta potremmo cadere nel tranello di credere che vi siano emozioni buone ed emozioni cattive, in Emozionarsi conviene scopriamo che tutte hanno un loro obiettivo e assolvono a una precisa funzione che trova le sue origini nell’inizio dei tempi, nei primi passi che l’uomo ha mosso sulla Terra. Dunque, tutte le emozioni vanno accolte, ciò che conta è non farsi sopraffare da esse. 
A tale scopo, l’autore indica anche una serie di soluzioni attinte da più discipline, per avere maggior controllo e padronanza dei propri stati interiori. 

Michele Truppi nasce in Piemonte nel 1969 e, dopo gli studi classici si laurea in Giurisprudenza presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, manifestando fin da quel tempo una personalità multipotenziale. Infatti, mentre a soli 18 anni diventa il più giovane assistente alla cattedra di Informatica Giuridica e Teoria del Diritto, trova il tempo per imparare lo Shiatsu e mette le basi per la propria visione olistica della natura. Negli anni continua a dedicarsi tanto alla professione quanto alle sue passioni; pratica diverse arti marziali e si avvicina alla meditazione zen; nell’ambito di un profondo percorso di autocoscienza diventa un esperto operatore olistico, accompagnando questa attività con l’esplorazione di molteplici tecniche di meditazione e riequilibrio energetico. Pratica lo yoga kundalini ma anche la meditazione trascendentale e la mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction), accompagnando ciò che apprende con studi sull’aromaterapia e sulla cristalloterapia. Acquisisce poi il livello di Reiki Master e approfitta del lungo percorso evolutivo per affrontare una grave patologia leucemica. La malattia, anziché abbatterlo, lo stimola ancora di più allo studio e alla pratica, frequentando corsi e seminari di Huna e Ho’Oponopono anche presso l’Aloha International della Hawaii e di kriya Yoga presso l’Isha Foundation. 
Oggi si dedica ad aiutare gli altri mettendo a frutto le sue capacità di counselor e la sua peculiare sensibilità energetica, promuovendo uno stile di vita rivolto alla consapevolezza di sé e alla riscoperta delle proprie potenzialità.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2023
ISBN9788830683624
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    Emozionarsi conviene - Michele Truppi

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    Michele Truppi

    Emozionarsi conviene

    © 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-7836-1

    I edizione aprile 2023

    Finito di stampare nel mese di aprile 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Emozionarsi conviene

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Ringraziamenti

    Molto lungo sarebbe l’elenco delle persone senza le quali questo libretto non avrebbe visto la luce.

    È giusto, allora, ringraziare chi – nel tempo – mi ha aiutato a sperimentare ogni possibile forma di emozione e, tra questi, prima di tutti la mia famiglia.

    Accanto a loro, colleghi, amici, compagni di viaggio e perfetti sconosciuti; a ciascuno di essi va la mia più profonda e sincera gratitudine per ciò che – talvolta dolorosamente e non di rado involontariamente – mi hanno consentito di provare, offrendomi l’occasione di saggiare via via nuove sensazioni e sapori: dolci o amari che siano stati, hanno arricchito il mio bagaglio emozionale in modo determinante.

    Infine, un ringraziamento sincero va ai tanti amici che, trovando utili le riflessioni comuni, riempiono di esperienze il nostro tempo, elargendo insegnamenti di gran lunga maggiori di quanto abbia potuto io offrire loro.

    Per tutto quello che è stato, che è, e che potrà essere, grazie di cuore!

    Michele

    avvertenze

    Il libro può contenere riferimenti a situazioni e condizioni riconosciute e classificate dalla scienza medica come patologiche e che, come tali, possono rendere necessaria od opportuna la valutazione di professionisti qualificati.

    I suggerimenti e le risorse contenute o citate in questo libro non possono intendersi come sostitutivi di terapie mediche di qualsiasi tipo, senza la supervisione di un medico competente.

    Si raccomanda infine di utilizzare i prodotti eventualmente suggeriti, per quanto di libera vendita, solo previa verifica di possibili intolleranze o allergie e comunque dopo preliminare informazione al proprio medico di riferimento.

    Premessa

    Chi si avvia a scrivere qualcosa a proposito delle emozioni si pone le stesse domande di chi pesca questo libretto dallo scaffale di una libreria per decidere se comprarlo oppure no: i dubbi ed i quesiti sono sempre i medesimi.

    È abbastanza sicuro, infatti, che chi si affaccia a questo tema abbia incontrato qualche genere di difficoltà con le emozioni; troppo forti per essere gestite o troppo sottili per essere comprese, in ogni caso emozioni e sentimenti restano spesso per molti di noi entità sconosciute e misteriose. Eppure, non solo ci accumunano tutti ma, dall’alba dei tempi, accompagnano l’uomo nella sua evoluzione, anzi, per molti versi ne hanno determinato, e tuttora ne determinano, lo sviluppo.

    Emozioni, sentimenti e altri vari stati interiori – un tempo definiti come umori – occupano una parte importante delle nostre vite. È impossibile non provarne, è impossibile essere indifferenti ai loro effetti ed è impossibile persino sbarazzarsene.

    Ci spingono a gesti coraggiosi o altruistici e, allo stesso modo, ad azioni davvero meschine. Grazie a loro superiamo i limiti della materia, dello spazio e del tempo e, contemporaneamente, sono capaci di gettarci nella più cupa disperazione, pronti a ogni nefandezza. Ridiamo, piangiamo, amiamo, odiamo, lottiamo e compiamo gesti di infinita compassione, o incomprensibile disprezzo, solo grazie a loro.

    Emozioni e sentimenti non soltanto determinano i nostri stati d’animo, ma incidono significativamente sulle nostre reazioni, favoriscono il maturare di certi pensieri piuttosto che di altri, così spingendoci ad agire in un modo anziché in un altro. Emozioni e sentimenti sono – che ci piaccia o no – i veri registi della nostra vita, almeno fintanto che non ce ne avvediamo!

    Questo, tuttavia, anziché indurci a meste riflessioni sulla fragilità della nostra psiche, dovrebbe stimolarci a considerare come mai l’evoluzione abbia affidato un ruolo così pervasivo a qualcosa che, obiettivamente, stentiamo a controllare e che ci sembra tanto lontano dalla patina di razza evoluta che ci siamo cuciti addosso.

    Ecco, quindi, che ragionare sulle emozioni può diventare non soltanto il modo per capire cosa siano esattamente e come funzionino, ma anche uno strumento davvero speciale, una lente che ci aiuti a osservare meglio gli effetti che producono su ciascuno di noi. In fondo la comprensione è il primo passo per la consapevolezza e senza di questa il rischio è di non essere nemmeno protagonisti delle proprie vite, ma meri figuranti di un film diretto da un regista occulto e interpretato da qualcun altro!

    Compreso questo, non possiamo che dedicarci anima a cuore all’osservazione delle emozioni, spinti dal desiderio di capire cosa succeda dentro di noi quando le sperimentiamo, ma anche dalla volontà di non esserne più schiavi.

    Tra le prime questioni da affrontare c’è senz’altro quella relativa a un pregiudizio assai diffuso sulle buone e cattive emozioni; amore, felicità, gioia sono (considerate) emozioni buone e, per contro, tristezza, rabbia odio o disprezzo sono emozioni cattive. Ciò rende le prime desiderabili e le seconde invise, ai più. Questo modo di pensare, in realtà, implica una serie di errori su cui è bene intervenire prontamente…

    Il concetto fondamentale è che non esistono emozioni (o sentimenti) buone o cattive e che tutte, anche quelle che preferiremmo non sperimentare, servono a qualcosa, anzi sono proprio essenziali per la nostra maturità emotiva (e non solo, come vedremo). Infatti, non c’è emozione o sentimento che, attraverso i propri effetti – fisiologici, sociali o psicologici – non produca qualche genere di reazione funzionale a uno o, frequentemente, più scopi utili alla sopravvivenza o al benessere dell’individuo, come singolo, gruppo o specie.

    Una volta comprese, tuttavia, non pensiamo di potercene liberare; scopriremo che il loro ruolo è talmente profondo e connesso al funzionamento dell’intero organismo da esserne, a tutti gli effetti, inseparabili, salvo rinunciare a quei tratti che distinguono l’essere umano tra le altre creature viventi.

    Ciò a cui possiamo aspirare – e che potrebbe spingerci verso un nuovo gradino dell’evoluzione – è piuttosto giungere a una serena convivenza con il nostro lato emozionale e istintivo, approfittando dei frutti che ci possono offrire senza tuttavia essere punti dalle inevitabili spine!

    Questo concetto merita tuttavia un piccolo approfondimento…

    È ormai molto diffusa l’idea secondo cui l’unico modo per sopravvivere alle emozioni sia quello di contenerle, distaccandosene e – se possibile – privandole delle proprie capacità di incidere su di noi (o meglio, su ciò che una certa scuola considera essere la nostra essenza superiore). Ritroviamo questo approccio tanto in molti metodi psicanalitici quanto in diverse visioni spirituali; ciò è a tal punto vero che spesso quando si parla di ascetismo si tende a confonderlo con uno stato di profondissimo distacco dalla materialità. Lasciando all’ambito medico le discussioni su un migliore atteggiamento nello studio della psiche, ci limiteremo a qualche considerazione sulla seconda declinazione di distacco cui si faceva poc’anzi riferimento. L’idea che l’asceta, il mistico, sia una persona completamente distaccata dalla realtà materiale – ivi compresa la cosiddetta natura umana, fatta in buona misura di passioni ed emozioni – non corrisponde esattamente alla realtà.

    L’esigenza tipica dei sistemi riduzionistici, infatti, pur se indubbiamente efficace, talora può spingere verso schematizzazioni eccessive o superficiali. Il concetto di distacco dalle emozioni può infatti essere confuso con il loro annullamento o, meglio, con l’annullamento dei loro effetti incontrollati; pur esistendo approcci spirituali votati alla compartimentazione della natura umana in componenti superiori (razionalità, autocontrollo) e inferiori (emozioni, passionalità), e che spingono al rifiuto di queste ultime a vantaggio delle prime, l’essere umano è tale proprio grazie alla sintesi di ogni sua parte. Può dunque definirsi olistico un approccio che tenti di preservare l’integrità della natura umana favorendone l’evoluzione, ovvero la consapevolezza.

    Lo spirito di questo lavoro, senza pretese di completezza, ma con il sincero auspicio di poter fungere da stimolo alla riflessione e per la crescita personale, è dunque quello di favorire la familiarizzazione con alcune delle nostre risorse più potenti, le emozioni appunto. Fin prima della nostra nascita, infatti, abbiamo ricevuto in dono strumenti tanto utili quanto potenzialmente pericolosi, senza però che alcuno ci insegnasse esattamente come usarli.

    A questo scopo, oltre a offrire alcune nozioni di base sul funzionamento fisiologico dei nostri stati interiori, cercheremo anche di sottoporre alla valutazione del lettore un certo numero di strumenti potenzialmente efficaci nel migliorare il nostro rapporto con gli stessi. Alcuni di questi provengono da tradizioni millenarie, altri sono assai più recenti, certi risentono di influenze filosofiche e religiose orientali mentre altri sono figli della cultura occidentale; tutti loro, tuttavia, sono uniti da un’unica caratteristica, cioè, come si suol dire, quella di essere alla portata di tutti.

    Tra gli strumenti offerti al lettore potremo trovare tecniche di meditazione trascendentale, di derivazione buddhista, induista, di mindfullness (ma anche, per esempio, pratiche tratte dalla tradizione hawaiiana). Senza alcun pregiudizio, e stimolando il lettore a fare altrettanto, allo yoga sono affiancati suggerimenti sportivi ma anche di aromaterapia, cristallo-pratica e per l’uso dei fiori di Bach.

    La varietà degli strumenti selezionati – oltre a stimolare una visione sinceramente olistica del funzionamento dell’essere umano – è funzionale acché ciascuno possa, attraverso la sperimentazione e la pratica, trovare per sé stesso quello realmente più efficace.

    Buona lettura!

    Emozioni, sentimenti e altri stati interiori

    Ci sono molte più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia¹

    Cosa sono le emozioni?

    In genere vengono definite come stati psicofisici associati a modificazione psicologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o artificiali… cioè?

    A proposito delle emozioni esistono diverse teorie e differenti modi di catalogarle (su cui spenderemo a brevissimo qualche parola) ma ciò non spiega, in effetti, cosa siano esattamente.

    In realtà, come molto altro che accada dentro di noi (e in particolare dentro il nostro cervello), non sappiamo molto a suo proposito². Ne è stata studiata la ricorrenza statistica, impiegandola per classificare i comportamenti anomali e distinguerli da quelli non considerati tali (e per questo spesso stigmatizzati e penalizzati). Ma come funzionino esattamente le emozioni non è possibile dirlo con certezza. Basti dire che è solo verso la fine del 1800³ che il filosofo William James⁴ e lo psicologo Carl Lange⁵ elaborarono la cosiddetta teoria periferica delle emozioni.

    In poche parole, secondo tale teoria, le emozioni nascerebbero dalle reazioni della corteccia celebrale legate al modificarsi di certe condizioni fisiologiche.

    Per fare un esempio, quando proviamo uno spavento alla vista di un animale feroce, il nostro cervello percepisce l’aumento del battito cardiaco, la sudorazione delle mani insieme al respiro affannoso e traduce tutto questo come paura. Secondo questo modo di vedere, le emozioni non sarebbero altro che una risposta di tipo cognitivo a qualcosa che accade in periferia (dal punto di vista celebrale). La teoria, che pure riscosse un notevole seguito, tuttavia non riusciva a spiegare come mai le emozioni persistessero al cessare delle condizioni fisiologiche che le avevano causate (l’animale feroce non c’è più ma continuo ad avvertire paura).

    Fu Walter B. Cannon⁶ a evidenziare con maggiore incisività le criticità della teoria periferica, giungendo nel 1927 a elaborare una nuova teoria, insieme al Philip Bard⁷, che – con scarsa fantasia – fu definita centrale, in contrapposizione a quella periferica.

    Secondo i due ricercatori, il ruolo primario nella produzione delle emozioni sarebbe da attribuire ad alcune strutture corticali, in particolare al talamo e all’ipotalamo; sarebbero loro a generare le reazioni motorie e fisiologiche tipiche delle varie emozioni. Esemplificando, quando si prova una forte paura – di conseguenza – accelera il battito cardiaco (e non viceversa).

    Soltanto negli anni Sessanta si giunse, ad opera di alcuni studiosi della Columbia University, alla formulazione di una teoria che prendesse in considerazione entrambi gli approcci. In tal senso le emozioni vennero considerate come delle interpretazioni cognitive in risposta all’accadere di determinate situazioni. Pur essendo indubbiamente un bel passo avanti rispetto al passato, questa teoria ancora non spiegava cosa rendesse alcuni eventi emozionalmente rilevanti, ovvero perché alcune circostanze causano emozioni e altre no.

    Si susseguirono quindi una serie di teorie incentrate sul momento primario di origine delle emozioni che – in modo approssimativo – si conclusero con le valutazioni di Richard Lazarus⁸; secondo lo studioso è possibile distinguere due tipi di processi cognitivi, solo uno dei quali operante nell’ambito delle emozioni. I processi cognitivi caldi sono quelli connessi alle reazioni cerebrali estremamente rapide, inconsce e istintive. Sono questi i processi precursori delle emozioni che letteralmente le precedono, innescando una complessa catena di effetti psicologici e fisiologici.

    Sono freddi invece quei processi cognitivi che operano più lentamente e consapevolmente, senza interferire con le emozioni afferendo a una sfera psicologica più razionale.

    Lo sviluppo di una visione dualistica portò successivamente Daniel Goleman⁹ a formulare la nota teoria dell’intelligenza emotiva. Secondo lo studioso l’essere umano è dotato di due menti, una destinata a pensare e l’altra a sentire. Pur coesistendo in un delicato equilibrio, in alcune circostanze l’una può prendere il sopravvento sull’altra.

    Mentre le capacità della mente razionale e pensante sono valutate in base al noto

    qi

    ¹⁰, le prerogative della mente emotiva sono più difficilmente valutabili, in quanto attengono alla sfera delle emozioni e dei sentimenti.

    Più modernamente, le emozioni sono considerate delle reazioni affettive, in genere brevi ma intense, che insorgono all’improvviso in risposta a degli stimoli ambientali o interni all’organismo, con un preciso contenuto cognitivo e funzionali a riorientare l’attenzione del soggetto che le sperimenta.

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