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Con parole mie
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E-book77 pagine58 minuti

Con parole mie

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Info su questo ebook

Ci sono momenti di relax, di pausa in cui i pensieri si manifestano in totale libertà e, in un esercizio di immaginazione, si susseguono quasi a caso. Siano essi sogni, ricordi, impressioni, idee, opinioni personali non sempre sembrano avere qualcosa in comune se non l’essersi manifestati uno dopo l’altro, rievocati alla mente dalla memoria, sollecitando una partecipazione affettiva più o meno intensa per quello che affiora. Tutto in automatico, seguendo una sua logica e lasciando una traccia che si offre di diventare la confidenziale condivisione di due chiacchiere con un amico!
LinguaItaliano
Data di uscita15 nov 2021
ISBN9788855491167
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    Anteprima del libro

    Con parole mie - Paola Mazzinari

    I

    Svegliarsi una mattina, recarsi in un punto dove si vede la linea dell'orizzonte, e là in fondo, dove non c'è più nulla, riuscire ad immaginare tutto.

    L'ho fatto!

    Ora, seduta sul limitare di un prato che dà sulla valle, con gli occhi rivolti all'orizzonte decorato dalle montagne, mi accorgo che immagino in tutte le sfaccettature che l'immaginare racchiude: sogno, concetto, apparenza, ricordo, riflesso…

    Tutto in automatico, vanno e vengono e lasciano una traccia nella mia emozione.

    "Stanotte ho sognato di aver ricevuto ed accettato, quando non addirittura di essermi proposta per un lavoro creativo: una via crucis o qualcosa di simile!

    E mentre provavo ad immaginarlo creandolo nella mia mente, la scadenza si avvicinava e non avevo ancora fatto niente e cominciavo a provare quell'ansia che conosco bene e che mi stritola cuore e polmoni. Il tempo incalzava e io non avevo fatto, materialmente, ancora nulla, anche se nella mia mente avevo già fatto e disfatto mille prove ma nessuna scelta.

    Conosco bene quest'ansia!

    Cerco di farmi sollevare dall'incarico ma ormai è troppo tardi per trovare un sostituto".

    Era solo un sogno ma è cosa vive ogni artista o almeno credo.

    Sicuramente come sta l'artista dentro di me.

    L'entusiasmo crea in continuazione, fa e disfa, cancella dentro la mia testa, è alla ricerca di quella che sarà l'idea perfetta, quella giusta, quella che aspetta di venire alla luce.

    È uno stato di euforia che logora e soddisfa allo stesso tempo, un esercizio mentale che dà risultati sempre migliori (e potrebbe durare all'infinito tanto è il piacere di questo gioco) ma che ha bisogno di tutte le mie forze, di tutte le mie sensazioni, della mia più totale attenzione a qualunque cosa mi possa suggerire quel di più che ancora manca a terminare la mia ricerca, a soddisfarmi pienamente.

    Non c'è spazio per altro nella mia testa.

    Poi, all'improvviso sarà il momento giusto: il risultato diventerà concreto e conterrà ogni particolare di quei pensieri che hanno occupato la mia mente per il tempo necessario a diventare proprio quello che al momento mi sembrerà scontato ma che, ogni volta che lo rivedrò, mi farà sorridere ed emozionare al ricordo di tutta la gestazione che l'ha preceduto.

    Quante volte ho nominato il tempo?

    Il tempo non esiste è solo una convenzione sociale e questo si scontra con la dimensione in cui nasce qualunque creazione.

    L'immaginario è intangibile, è personale, è uno spazio oltre il mentale, lontano da ogni razionalità.

    L'immaginario è come una piantina rara e delicata che regala momenti di evasione dalla realtà, è la dimensione principe del relax, del benessere psichico e non ha regole precise né scadenze. Quando arriva, arriva!

    Non lo si può indurre e neppure trattenere. Arriva, si sviluppa, si concretizza, passa e va!

    Si illumina e si spegne con dei suoi ritmi sconosciuti lasciandoti sereno, appagato, soddisfatto.

    È il tempo che non va che, almeno nel mio caso, crea aspettative e di conseguenza ansia. Le scadenze sono sconosciute alla creatività; sono delle dimensioni inconciliabili ed io, che non ho ancora imparato a creare per il solo piacere di farlo e di farlo per me, ho bisogno che mi si diano delle scadenze per vedere concretizzarsi ai miei occhi un risultato e così riordinare quello che mi è nato dentro, archiviare la ricerca per quel risultato e fare nuovo spazio affinché alla prima occasione, possa cominciarne un'altra.

    Sarà una linea, un colore, una foglia, un sorriso, un temporale, una ragnatela e tutto si rimetterà in moto dentro di me e mi porterà fuori-tempo.

    Forse è per questo che gli artisti, in genere, non piacciono alla società, sono considerati fuori, fuori di testa, fuori dal mondo, distratti, inattendibili…

    Ma nessuno si cura di vedere oltre queste apparenze la sofferenza della loro parte bambina, entusiasta, curiosa, costretta dall'età anagrafica ad essere come gli altri: omologata, soggetta a regole prestabilite, a scadenze scritte su un calendario, a essere relegata in una gabbia scelta dal mondo che la rende schiava e la soffoca tentando, con risultati - per fortuna - alterni, di spegnerla per sempre.

    II

    Che differenza c'è fra uno scultore, un pittore ed un pianista? Nessuna, sono tutti artisti con delle mani meravigliose.

    Lo scultore tocca della materia inerte e informe e la trasforma in qualcosa di assolutamente originale che appaga tutti i sensi, il pittore prende dei colori e li stende su una superficie vergine e crea un capolavoro, il pianista tocca i tasti immobili e freddi del pianoforte (chissà se i tasti del pianoforte si riscaldano durante l'uso?) e ne trae melodie coinvolgenti.

    Il pianista prende dei puntini su di un rigo e li stende sul pubblico con orecchie vergini a quel suono, perché proprio quello lì

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