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Manda araldica a Catania
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E-book413 pagine2 ore

Manda araldica a Catania

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Info su questo ebook

Il senso dell'Impresa è chiaro: testimonia l'amore per le glorie patrie

fa da pendant al valore nelle armi. Non desiderio di potere, ma segni

d'un animo nobile.
LinguaItaliano
Data di uscita29 set 2021
ISBN9791220356442
Manda araldica a Catania

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    Anteprima del libro

    Manda araldica a Catania - Roberto Costanzo

    Ringraziamenti

    Mi è grato ringraziare la dottoressa Rita Carbonaro, Direttrice delle Biblioteche Riunite Ursino Recupero e del Monastero ai Benedettini: la sua prontezza nel trovare collegamenti dotti, riferimenti bibliografici, ubicazioni di opere fantasma, non hanno eguali nella mia esperienza di cercatore di cose catanesi. Un particolare grazie devo a Don Rosario Di Martino, Arciprete della cittadina di Acate (un tempoBiscari), che mi onora della sua amicizia e il cui bel libro Biscari e il suo Martire che sorride (Acate 1996) è denso di notizie e foto interessanti per la storia dei Principi di Biscari.Mio cugino Pietro Moncada Paternò Castello, dalla Spagna dove lavora non immemore delle radici siciliane, è stato prodigo di notizie, foto, incoraggiamenti, specie quando il disordine di ciò che scrivevo mi scoraggiava a proseguire. L’ingegnere Leonardo Russo, caro amico, magod’archivio, sempre presente nonostante il proprio lavoro,è stato prodigo di notizie e consigli; il dottorElio Miccichè,autore di libri stimolanti e affabulatori, mi ha incoraggiato ospitando nel suo giornale qualche mia nota.

    Il mio debito, poi, è grande verso i Sacerdoti delle Chiesa di Sant’Agata al Carcere, di Sant’Agata alla Fornace, del Duomo di Acireale, della Chiesa Madre di Valverde, i custodi della Cattedrale di Catania e gli studenti-guida che mi hanno accolto con garbo e curiosità nelle mie ricerche. Né posso dimenticare, prodighi di consigli e gentilezze, i proprietari della Libreria Bonaccorso al Duomo, crocevia di persone colte.

    Infine ringrazio fin d’ora tutti coloro che vorranno aggiungere notizie e correggere gli erroridi cui questo libro, son certo, non è avaro. Sarei contento se questo semplice repertorio, comunicasse a chi lo legge almeno una parte del piacere che ha dato a me il comporlo.

    PRESENTAZIONE

    Il libro che avete tra le mani non è un libro sulla storia di Catania, ma un armoriale o stemmario , un repertorio che elenca gli stemmi delle Famiglie, scolpiti sui palazzi gentilizi della nostra Città. Pubblicarnele immagini ci è parso di qualche interesse anche ai fini di un censimento e rimpiangiamo che finora non se ne sia raccolta sistematica documentazione, prima che bombardamenti e boom edilizio disperdessero tante memorie. A parere di chi scrive, al pari d’ogni prova documentale, l’Araldica ha un gran rilievo nella ricerca storica, contribuendo a confermare o individuare committenza, possesso, parentele, presenza sul territorio d’una Famiglia. L’Araldica non deve rimanere la scienza esoterica di iniziati superciliosi e snob e il suo linguaggio, necessariamente simbolico, dovrebbe essere insegnato in modo semplice e con esempi (1)

    Sei palazzi catanesi mutili oggi dei loro stemmi: Piazza Manganelli, Piazzetta Scammacca, Via Gisira, Via Garibaldi, Via dei Crociferi, e ancora Via Garibaldi.

    Spesso oggi gli stemmi sono l’unico elemento di cui disponiamo per situare questo oggetti e questi monumenti nello spazio e nel tempo, per rintracciarne i committenti e i successivi possessori ...(Michel Pastoureau, Dizionario dei Colori del Nostro Tempo , (2007), tr. it. Monica Fiorini, Milano, Ponte alle Grazie, 2010, p. 26)

    Per la nostra ricerca nelle Chiese ci siamo limitati alla Cattedrale, alla Chiesetta di Santa Maria al Carcere dove è l’antico stemma della famiglia Guerrera, alla Chiesa di Santa Caterina ai Domenicani, dove, sul basamento della statua del Gagini dedicata alla Madonna delle Neve, compaiono due stemmi belli e interessanti; alla Chiesa del Carmine a Catania e alla Chiesa Madre di Valverde dove sono, rispettivamente, i sepolcri dei Paternò Castello di Biscari e quelli dei Riggio, la famiglia cui appartenne il famoso Vescovo Andrea. Infine abbiamo riportato alcuni stemmi presenti nella chiesetta di Santa Maria di Gesù che accoglie il sepolcro del celebre Alvaro Paternò. Nella speranza che questa silloge eserciti un fascino sul cultore di storie patrie e incoraggi approfondimenti storici, chiediamo al nostro Lettore di non giudicare troppo severamente l’opera di un dilettante, non fosse che per la buona volontà che la anima e per la curiosità che cerca di comunicare. Abbiamo riportato, poi, un elenco delle Famiglie accolte nell’Ordine dei Cavalieri di Malta con le blasonature delle loro armi, traendole dall’opera di A. Minutoli Memorie del Gran Prioriato di Messina , 1699), libro non facile a trovarsi sul mercato, neppure in anastatica, per confronto e aiuto nella descrizione degli stemmi,

    (1) Sull’importanza negli studi storici cfr. AAVV L’Arme Segreta, Araldica e Storia dell’Arte nel Medioevo a. c. di Matteo Ferrari, Atti del Congresso 25-26 nov. 20111, sotto gli auspici della Scuola Normale Superiore di Pisa e il Kunsthistorisches Institut in Florenz, Le Lettere, Firenze, 2015: e Michel Pastoureau, Medioevo Simbolico , Bari, Laterza, 2017, Idem, Figure dell’Araldica , Milano, 2017.

    Due esempi di Araldica Religiosa

    L’insegna degli Agostiniani, via Vittorio Emauele 138.

    Il libro è dedicato all’AraldicaSecolare, non all’Araldica Religiosa, che riguarda la Chiesa e gli Ordini Religiosi (Agostiniani, Benedettini, Domenicani, Francescani, Agostiniani...) che inalberano dei veri e propri stemmi con i loro simboli. Nell’Araldica Secolare rientrano peraltro le Armi(1) di Famiglia dei prelati che conservarono gli stemmi della propria Casa, a volte inquartati con le insegne dell’Ordine cui appartennero. Il Cardinale Dusmet, ad esempio, di nobile casato genovese, porta la propria arma di famiglia unita (partita) con l’insegna dell’Ordine Benedettino.

    Due esempi di Araldica religiosa: Sn.: lo stemma dei Domenicani , inquartato con e le armi delle congregazioni (i Predicatori, il Rosario, i RR.PP. Domenicani, le Suore Domenicane. (Dx.:gli Agostiniani : un cuore trafitto da una freccia su un libro. Il libro è il simbolo della Parola di Dio, della Veritas che Agostino ha sempre cercato. Il Cuore è il simbolo dell'amore di Dio verso gli uomini, della Charitas che ha trapassato come una freccia il cuore di Agostino.Alla fine del ‘600 il cuore trafitto (già unico simbolo agostiniano) è sostenuto da un libro e avvolto da una cintura, elemento dell'abito dei monaci che ricorda la devozione alla Madonna della cintura. Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua , hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il Tuo amore.

    (Conf.9,2).(http://www.cassiciaco.it/navigazione/iconografia/iconografia%20generalestemma/roma_ 1968 .

    (1) Arme o Arma è lo scudo con pezze araldiche, smalti, figure. Impresa: è una figura allusiva accompagnata da una sentenza (anche motto o divisa) che ne completa il significato allegorico. (Piero Guelfi Camaiani, Dizionario Araldico, Milano, 1940...)

    PREMESSA

    L’Araldica rappresenta un insieme di fonti storiche e artistiche dotate d’un proprio linguaggio. La disciplina che le studia è strumento necessario negli studi storici. La scienza araldicaAraldica ha due aspetti:

    A. una disciplina storica storico e sociale che interessa la storia delle mentalità e la sfera della comunicazione sociale con riflessi sulla storia delle istituzioni, delle classi sociale e dei ceti dirigenti

    B . l’insieme teorico delle sue regole e leggi in ambito di iconologia e simbologia(1)

    L’ Araldica nacque come un semplice, pratico, versatile sistema di identificazione che dall’origine (XIII° sec.)ebbe il fine di esprimere la collocazione di un individuo o di una famiglia nella società e rappresentare la sua posizione politica(2) Lo studio dell’Araldica coinvolge la Numismatica dato che le monete, sin dal XII sec. recano l’arma dinastica (prima assunta dalla Famiglia, poi insegna della Nazione) indicando origini, appartenenza politica, parentele, alleanze, pretese (3) . Sull’importanza dell’Araldica negli studi di Storia e Storia dell’Arte riportiamo il pensiero di due illustri studiosi: Johann Huizinga e Michel Pastoureau:

    Gli storici moderni, che nei documenti cercano di seguire lo sviluppo dei fatti e delle situazioni, alla fine del Medioevo, accordano in genere scarsa importanza alle idee cavalleresche che considerano come un mondo senza valore reale …..… ma la storia della civiltà deve occuparsi tanto dei sogni di bellezza e dell’illusione romanzesca, quanto delle cifre della popolazione e delle imposte …. l’illusione stessa in cui hanno vissuto i suoi contemporanei ha il valore di una verità. (4)

    Spesso oggi gli stemmi sono l’unico elemento di cui disponiamo per situare questo oggetti e questi monumenti nello spazio e nel tempo, per rintracciarne i committenti e i successivi possessori ... (5)

    Dice Federico Zeri, sull’errata identificazione da parte di uno storico che aveva ignorato lo stemma (notissimo!) che accompagnava il ritratto esaminato:Ma oltre ai significati religiosi, quando si esamina un quadro è bene prendere in considerazione altri indizi semantici che generalmente vengono trascurati, per esempio gi emblemi araldici. E, ancora, stigmatizza "… la cattiva abitudine di leggere la pittura senza sufficiente preparazione artistico-culturale e gli inconvenienti che può procurare (Federico Zeri, L’Inchiostro variopinto , Milano, Longanesi ed. 1988 (3. Ed.), p. 8 e p. 228)

    Chi scrive invita, poi, a guardare all’Araldicacon rispetto come il segno del desideriod’essere ricordatoda parte di chi ci ha precedutoe abbia voluto,con le parole di Dante, vivere tra coloroche questo tempo chiameranno antico (6) .

    (1) Araldica e Storia dell’Arte nel Medioevo , a c. di Matteo Ferrari, Atti delle Giornate di Studio, Firenze Pisa 25-26, Nov., 2011, Scuola Normale di Pisa e Kunsthistorisches Institut in Florenz, Firenze, Le Lettere, 2015.

    (2) Michel Pastoureau, L’Arte Araldica nel Medioevo , Torino, Einaudi ed. 2019 (1 ed. francese 2009).

    (3) G. Carrelli, Nota storico araldica su di uno scudo d’oro di di Filippo II Re di Spagna, Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, Anno XV, N.1, nuova serie, Gennaio-Giugno, 1934, XII.

    (4) Johann Huizinga, Autunno del Medioevo , Milano, Sansoni, 1978 (Herfsttij der Middeleweeuwen, 1 ed. 1919) citato da Philippe Ariès, Storia della Morte in Occidente , Milano, 1978, (1 ed. Essaissur l’Histoire de la Mort en Occident du Moyen Age à nos jours)

    (5) Michel Pastoureau, Dizionario dei Colori del Nostro tempo , (2007), tr. it. Monica Fiorini, Milano, Ponte alle Grazie, 2010, p. 26)

    (6) Dante, Paradiso XVII, 19-20.

    CENNI D’ARALDICA

    Storia. Il Blasone: Pezze Onorevoli, Smalti, Pellicce, Brisure, Scudi, il Balteo,

    le Corone. Gli Elmi, i Lambrecchini, i Cimieri, i Sostegni, le Armi Parlanti.

    Armi e Imprese

    Il Blasone è la chiave della Storia

    Gérard de Nerval, Angelique , 1854.

    citato da: Michel Pastoureau, Figures de l’Héraldique , Paris, 2006,

    Figure dell’Araldica , tr. it. di Guido Calza, Milano, 2017)

    Gli inizi

    Gli storici concordi rifiutano l’idea che l’uso dello stemma risalga alla Antichità greco-romana, alle Crociate, all’Oriente e alle invasioni germaniche: sarebbero fantasie commissionate ad hoc di memorialisti ingenui e adulatori, che ricostruivano genealogie fantastiche per esaltare il committente. La comparsa dell’ Arma, semplicemente, è legata all’evoluzione dell’equipaggiamento militare tra la fine dell’XI° secolo e la metà del XII°, quando i combattenti, resi irriconoscibili dagli elmi e dalle armature prendono a far dipingere sul proprio scudo figure geometriche, di fiori o di animali che servano da segni di riconoscimento nella mischia, durante la battaglia Si può parlare di nascita dell’Araldica solo dal momento in cui l’impiego delle stesse figure diviene costante presso gli stessi personaggi e pure la loro rappresentazione diviene costante (1) .

    Semmai, a parere di chi scrive, è interessante una coincidenza. Le iscrizioni funerarie nella Roma antica sono innumerevoli e lo sono ancora all’inizio dell’era cristiana. Rappresentano il desiderio di conservare l’identità della tomba e la memoria dello scomparso: i sarcofagi portano, insieme al nome dei defunti, il loro ritratto.

    Poi, verso il V° secolo divengono rare e in breve scompaiono. La identità del defunto non è più importante, dal momento che egli viene affidato alla Chiesa che se ne incaricherà fino al giorno del Giudizio Le sepolture diventano completamente anonime(2) . Poi, a partire del XII secolo, negli stessi anni in cui nasce l’Araldica, si afferma di nuovo la volontà, la necessità d’essere riconosciuti, di vantare la propria identità e appartenenza. Ricompaiono sulle tombe effigi e iscrizioni e una personalizzazione sempre meglio marcata. Il mutato modo

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