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Il Guardiano di fulmini e zaffiri
Il Guardiano di fulmini e zaffiri
Il Guardiano di fulmini e zaffiri
E-book339 pagine2 ore

Il Guardiano di fulmini e zaffiri

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Info su questo ebook

Un Guardiano non nasce per vivere, ma per morire difendendo il regno magico.
Ho scelto io questa vita.
Il mio destino sembrava deciso, finché una nuova missione mi ha portato nel mondo umano.
L’obiettivo era semplice: trovare la strega Scarlett Leclerc e toglierle i poteri magici prima che potesse alterare gli equilibri tra i due mondi.
Mi ero già scontrato altre volte con le streghe Leclerc e non avevo mai avuto problemi, ma nessuno mi aveva preparato a ciò che mi aspettava.
Scarlett non era come le altre. Lei era diversa, potente, spavalda e ambiziosa, ma soprattutto mi guardava.
Finire nel suo radar era come venire risucchiati al centro di un ciclone e all’improvviso da predatore ero diventato preda. Preda dei miei stessi istinti e dell’amore che Scarlett mi dava.
Mai avrei creduto che avrei rinunciato a me stesso, alla missione e al mio mondo per lei, ma l’avevo fatto.
Mi ero pentito?
Ogni santo giorno, perché avevo scoperto che a volte l’attrazione poteva essere confusa per un sentimento più profondo, generando un vuoto dentro di me, che mi faceva morire lentamente.
Ma poi qualcosa era cambiato all’improvviso e quella bellissima ragazza che avevo davanti non era più la Scarlett che conoscevo.
Che fosse la sorella gemella di cui non conoscevo l’esistenza?

Nota: questo romanzo è la versione di Vincent dell’opera “L’eredità di fulmini e zaffiri”.
LinguaItaliano
EditoreBooker
Data di uscita23 nov 2021
ISBN9791220869126
Il Guardiano di fulmini e zaffiri

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    Il Guardiano di fulmini e zaffiri - Victory Storm

    Il Guardiano di fulmini e zaffiri

    VICTORY STORM

    decoration

    Un Guardiano non nasce per vivere, ma per morire difendendo il regno magico.

    Ho scelto io questa vita.

    Il mio destino sembrava deciso, finché una nuova missione mi ha portato nel mondo umano.

    L’obiettivo era semplice: trovare la strega Scarlett Leclerc e toglierle i poteri magici prima che potesse alterare gli equilibri tra i due mondi.

    Mi ero già scontrato altre volte con le streghe Leclerc e non avevo mai avuto problemi, ma nessuno mi aveva preparato a ciò che mi aspettava.

    Scarlett non era come le altre. Lei era diversa, potente, spavalda e ambiziosa, ma soprattutto mi guardava.

    Finire nel suo radar era come venire risucchiati al centro di un ciclone e all’improvviso da predatore ero diventato preda. Preda dei miei stessi istinti e dell’amore che Scarlett mi dava.

    Mai avrei creduto che avrei rinunciato a me stesso, alla missione e al mio mondo per lei, ma l’avevo fatto.

    Mi ero pentito?

    Ogni santo giorno, perché avevo scoperto che a volte l’attrazione poteva essere confusa per un sentimento più profondo, generando un vuoto dentro di me, che mi faceva morire lentamente.

    Ma poi qualcosa era cambiato all’improvviso e quella bellissima ragazza che avevo davanti non era più la Scarlett che conoscevo.

    Che fosse la sorella gemella di cui non conoscevo l’esistenza?

    ©2021 Victory Storm

    Email: victorystorm83@gmail.com

    Sito web: www.victorystorm.com

    Editing: Valentina Giglio

    Copertina: Progetto grafico a cura di Josephine Poupilou

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell’autore.

    Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale.

    Altri libri dell’autrice:

    - Attrazione di sangue

    - Confederazione di sangue

    - Promessa di sangue

    - Profezia di sangue

    - Cenerentola di sangue

    - In Love With A Star

    - A Star in My Life

    - Ogni tuo desiderio è un ordine, bastardo

    - Una bugia per farti innamorare

    - Il dolce veleno della vendetta

    - Ti ho presa

    - Sei nelle mie mani

    - Piume Nere

    - Il mio uragano sei tu (Love Storm series #1)

    - Infrangerò le regole per te (Love Storm series #2)

    - Touch Me (Love Storm series #3)

    - Dark Desire

    - Non sono come tu mi vuoi

    - Glitter Season

    1

    decoration

    Sentivo gli stivali affondare sempre di più nel terreno fangoso. Sapevo di avere poco tempo, prima di venire risucchiato completamente in quelle sabbie mobili. Dovevo muovermi, ma era troppo presto.

    Dovevo restare fermo e aspettare.

    Aspettare che quell’arpia si avvicinasse a me abbastanza da colpirla.

    Era da un’ora che continuava a sfuggirmi, ma sentivo che ormai l’avevo in pugno, mentre le sue ali svolazzavano inquiete tra gli alberi del Bosco Oscuro.

    Anche se ero nascosto dietro a un albero, potevo quasi vederla mentre mi cercava con rabbia, decisa a uccidermi a qualunque costo.

    Sarebbe stata proprio la sua impazienza a giocare a mio favore e infatti, dopo pochi minuti, atterrò a pochi metri da me. Il suo corpo da volatile non era molto agile mentre camminava, a differenza di quando volava ed era in grado di scatenare tempeste semplicemente sbattendo le sue ali.

    Approfittai di quel momento per chinarmi, nascondendomi nel banco di nebbia grigia che aleggiava sempre in quella radura maledetta.

    La puzza di putrefazione mi assalì, ma ricacciai la nausea e proseguii.

    Mi ero cosparso di fango e sangue di quelle creature dannate per celare il mio odore all’arpia.

    Con il pensiero creai una lama di luce e fulmini tra le mie mani.

    Per non attirare la sua attenzione dovetti limitarmi a un piccolo pugnale, ma era sufficiente per ucciderla.

    Ero ormai a pochi passi da lei, pronto ad attaccarla, quando all’improvviso una potentissima sfera bianca la colpì al petto, facendola esplodere in mille pezzi.

    Mi abbassai appena in tempo, mentre budella e piume di arpia mi cadevano addosso.

    Aprii gli occhi e davanti a me trovai la testa di quel mostro.

    Era proprio quel muso tanto umano e femminile a bloccare molti Guardiani.

    Io ero uno dei pochi in grado di uccidere le arpie senza lasciarsi ingannare o incantare da quel viso di donna che sbucava sopra quel corpo da avvoltoio alto quanto me.

    «Ma che diavolo…?», m’infuriai, alzandomi in piedi alla ricerca di colui che aveva interferito con la mia caccia.

    «Vincent», mi salutò l’uomo davanti a me. Era vestito di nero e quasi si mimetizzava con l’ambiente intorno a noi. Tuttavia la sua aura così potente e magica era impossibile da non notare.

    «Non dovresti stare qui. È pericoloso», sbottai allarmato, guardando in ogni direzione. Mi ero addentrato nel Bosco Oscuro sapendo che le possibilità di uscirne vivo erano bassissime, ma non ero mai stato interessato alla mia vita. Sapevo che prima o poi sarei morto lì dentro. Tuttavia, ora davanti a me c’era l’Equilibrium, lo stregone più importante e potente del nostro mondo. Colui che dovevo proteggere a costo della vita, perché la sua morte avrebbe solo potuto portare a conseguenze catastrofiche, soprattutto se avveniva per mano di una delle creature oscure lì dentro.

    Per secoli, i Guardiani avevano lottato per far arretrare quel Bosco, mentre l’Equilibrium di quel tempo aveva creato una spaccatura nel terreno per impedire che quei mostri non prendessero possesso del regno intero e del confine tra il mondo magico e quello umano.

    Ora la situazione era sotto controllo. Il Bosco era sempre più schiacciato verso ovest, il canyon che proteggeva il nostro popolo aveva smesso di allargarsi e l’Equilibrium era di nuovo al sicuro.

    «Ho una missione per te», mi disse, senza togliermi i suoi occhi neri e gelidi di dosso. Quanto odiavo la sua indifferenza!

    «Se non te ne vai via subito, non ci sarà nessuna missione», gli risposi irritato, mentre un grosso ragno avanzava verso di noi.

    In un attimo realizzai una sfera di fuoco e la lanciai contro quella creatura.

    Appena la mia arma fu abbastanza vicina a quel mostro, con un gesto della mano la feci esplodere come un fuoco d’artificio e ricadere le scintille intorno e sopra al ragno, che urlò di dolore prima di stramazzare al suolo privo di vita.

    «Ti aspetto tra un’ora nel mio ufficio. Cerca di presentarti con un aspetto decente, per una volta», mi avvisò severo l'Equilibrium, prima di creare una porta con un gesto della mano e andarsene.

    «Piumino, per oggi il divertimento è finito», sospirai deluso, richiamando il mio famiglio.

    «Che peccato», sibilò il mio anfittero strisciando verso di me.

    Salii sul suo corpo lungo e squamoso simile a quello di un grosso serpente.

    In un attimo le sue ali fuoriuscirono dalle due fessure che aveva sul dorso.

    Con un colpo di coda, Piumino ci portò fuori dal bosco.

    «Dove andiamo?»

    «A casa.»

    In un attimo, volammo sul deserto che separava il Bosco Oscuro dal canyon.

    Vedere quella distesa arida e priva di vita mi ricordava sempre il passato, quando il Bosco Oscuro era così grande da coprire tutta quella superficie, distruggendo ogni forma di vita, avvelenandola e trasformandola in un mostro infernale, pronto a uccidere qualsiasi cosa.

    Quella piaga aveva rovinato il nostro regno. Erano stati proprio quella rabbia e quel dolore che aveva causato a spingermi a diventare un Guardiano e a rischiare la mia vita per salvare il mio mondo.

    Guardai quella pianura punteggiata qua e là da piccole oasi e specchi d’acqua.

    Quanti Guardiani erano morti per riuscire a riprendersi quel pezzo di terra?

    Moltissimi. Per ogni centimetro di terreno conquistato erano morti decine di Guardiani.

    Saremmo mai riusciti a sconfiggere completamente il Bosco Oscuro e a riportare la pace nel regno?

    No, finché quelle maledette streghe Leclerc nel mondo umano continuavano a usare la magia in modo irresponsabile.

    Quel bosco era stato il risultato del peggiore squilibrio cosmico tra i nostri due mondi, a causa della follia di un Equilibrium che aveva messo incinta una donna umana, creando così una generazione magica e incontrollata in una realtà non adatta a quel tipo di creatura.

    I risultati si erano subito fatti vedere, dato che la nascita delle due gemelle aveva prodotto quella radura avvelenata e mostruosa.

    Poi erano iniziate le guerre per il potere dell’anello dei mondi, l’oggetto magico più potente dell’Equilibrium, che lui aveva lasciato alle sue figlie.

    Ogni incantesimo, ogni morte magica, ogni squilibrio aveva reso il Bosco Oscuro sempre più forte e vasto.

    La creazione di quella crepa nel nostro regno era stata l’unica soluzione che l’Equilibrium era riuscito a trovare per fermare l’oscurità, prima di morire.

    Per fortuna il nuovo Equilibrium aveva scelto invece una strada più drastica, imponendo alle streghe Leclerc di restituire l’anello dei mondi e di tenere separate le gemelle alla nascita, affinché i loro poteri elementali non distruggessero il loro stesso pianeta.

    Erano occorsi anni e altre morti, ma alla fine le Leclerc avevano ceduto.

    L’anello era stato riportato nel nostro mondo, ma a condizione che venisse nascosto e protetto per non farlo più cadere in mani sbagliate.

    Le gemelle nate successivamente erano state costrette a separarsi perché, senza l’anello a controllare la loro magia, erano diventate instabili e capaci di fare danni.

    L’Equilibrium stesso aveva lasciato loro solo un posto dove poter stare insieme, sull’Isola Leclerc, ma le donne avevano preferito abbandonarla e vivere in mezzo agli altri essere umani.

    Grazie alle pietre preziose dell’Isola, si erano arricchite e avevano costruito un castello a Nantes, in Francia.

    Dopo secoli, quella fortezza era diventata una sorta di centro di addestramento e recupero di tutte quelle gemelle che erano state allontanate dalla famiglia.

    Spesso ero stato mandato sulla Terra per fermare le streghe più impulsive e forti che avevano provato a usare la magia fuori dalla loro dimora o dall’Isola, contravvenendo alle leggi stabilite con l’Equilibrium tempo prima.

    Togliere la magia ad ognuna di loro era sempre stato esaltante, perché ad ogni incantesimo fatto in modo irresponsabile corrispondevano centimetri di Bosco Oscuro che avanzavano verso di noi.

    Sapevo che non sempre le Leclerc erano state molto collaborative nel farsi togliere i poteri, tanto che alcuni Guardiani erano arrivati ad ucciderle, ma a me non era mai successo.

    Ora, se l’Equilibrium mi aveva chiamato era sicuramente per rimandarmi nel mondo umano. Di certo, non era venuto da me per sapere come stavo o se ero ancora vivo.

    Stavo pensando a cosa mi avrebbe ordinato di fare, quando finalmente vidi Regina, la mia casa, davanti a noi.

    Dato che amavo la privacy, avevo scelto di collocare Regina nel deserto, vicino a una piccola oasi piena di palme da dattero, in modo che Piumino avesse da mangiare senza dover andare chissà dove.

    Avevo fatto installare una finestra di vetro magico sul tetto, quindi entrammo da là.

    Appena Piumino sfiorò il vetro, sentii Regina entrare in allerta, scannerizzando l'anfittero e il sottoscritto. Avvenne tutto in una frazione di secondo, ma abbastanza da permetterle di decidere se incenerirci o lasciarci passare.

    Il vetro trasparente divenne bianco e vaporoso, come una nuvola, che attraversammo senza problemi.

    Atterrammo nell’enorme salone, dove il Cercatore venne subito da noi con un piattino con tre datteri e una divisa da ufficiale pulita per me.

    «Grazie» gli dissi, prendendo i miei abiti. Non gli chiesi neppure come facesse a sapere che ne avevo bisogno. In tanti anni, ormai avevo capito che quella creatura con l’aspetto di una scimmia scoiattolo aveva poteri che io nemmeno immaginavo. Non ero neanche sicuro che fosse muto perché una volta ero stato attaccato da un gruppo di ribelli e lui aveva emesso un urlo così acuto da lasciarmi intontito per un lungo momento, mentre quei mercenari erano caduti per terra, privi di sensi e con le orecchie sanguinanti.

    Da quella volta, compresi che dietro quell’aspetto tanto tenero, piccolo e insicuro, si nascondeva una forza violenta e devastante.

    Avevo provato a fargli alcune domande, ma a parte rivolgermi un cenno con il capo, non mi aveva mai risposto.

    Non ero riuscito nemmeno a dargli un nome o a capire il suo sesso o da quale paese provenisse.

    Era un mistero.

    Le uniche due cose che sapevo erano che gli piaceva cucinare e che aveva paura di uscire di casa.

    «Credi che tre datteri siano sufficienti per sfamarmi, piccolo insetto inutile?», lo insultò Piumino, che non perdeva mai occasione di punzecchiarlo.

    Se io mi ero arreso a non sapere nulla del Cercatore, Piumino invece l’aveva presa sul personale e non riusciva a perdonarlo per aver rifiutato tutti i nomi che lui gli aveva proposto, in modo da dargli un’identità.

    La scimmietta stava per battere le mani, ma Piumino la fermò in tempo.

    «Mi nutro da solo, grazie», gracchiò acido l’anfittero, uscendo di casa.

    Pe tutta risposta, il Cercatore prese i datteri e glieli lanciò addosso con rabbia.

    Piumino non se ne accorse nemmeno, mentre strisciava verso una palma carica di frutti freschi.

    Sapevo che la loro litigata sarebbe durata ancora a lungo, così mi avviai al piano superiore, verso la mia camera, per farmi una doccia e cambiarmi.

    2

    decoration

    Quando arrivai al palazzo reale, ero già in ritardo.

    All’entrata nessun mi fermò e io mi avviai di corsa verso l’ufficio dell’Equilibrium.

    Bussai e, senza aspettare il permesso, entrai.

    L’Equilibrium era seduto alla sua scrivania, con gli occhi fissi a leggere un documento.

    Mi avvicinai e accennai a malapena un inchino.

    Sapevo che la mia mancanza di rispetto avrebbe potuto essere pagata con una sanzione o un periodo di detenzione, ma me ne fregai.

    Quando eravamo soli, mi rifiutavo di cedere di fronte alla sua autorità.

    Erano ormai anni che avevo deciso che il suo potere non mi avrebbe più piegato al suo volere.

    «Vincent, lo sai che, anche se apparteniamo alla stessa casata, mi devi rispetto come tutti gli altri, vero?», mi ammonì pigramente lui, senza alzare lo sguardo.

    «Sono qui. Pulito e ordinato. Cos’altro vuoi?», sbottai malamente. Non lo sopportavo quando mi ricordava che eravamo due Custos e avevamo lo stesso sangue che ci scorreva nelle vene.

    «Voglio che tu segua un corso di galateo. Devi imparare a rispettare le autorità.»

    «Mi devi scusare. La colpa è di mio padre che non ha saputo compiere il suo dovere ed educarmi come si conviene.»

    Finalmente avevo la sua completa attenzione.

    I suoi occhi neri, l’unica caratteristica che ci distingueva, a parte una decina di anni di differenza, mi trafissero come due lame.

    «Portata a termine questa missione, sarà mia premura farti seguire da un insegnante», mi rispose con voce piatta. Quella sua calma aveva il potere di farmi uscire di testa. Mio Dio, quanto lo odiavo!

    «Quale missione?», domandai, cercando di contenere la voglia di ucciderlo.

    «Devi tornare nel mondo umano e togliere i poteri a una strega.»

    «No», risposi secco, guadagnandomi un’occhiata di sconcerto e disapprovazione.

    «No?»

    «No», ripetei con lo stesso tono che usava lui.

    «La mia non è una richiesta, ma non ordine.»

    «Lo so.»

    «ll fatto che apparteniamo alla stessa casata non ti dà il diritto di disubbidire a un mio ordine.»

    «Lo so, ma… No, non torno nel mondo umano.»

    «Perché?»

    «Per due motivi. Il primo è per via delle voci riguardanti il fatto che fai dei favoritismi nei miei confronti, allontanandomi dal Bosco Oscuro per inviarmi in posti lontani, dove non rischio di venire ucciso ad ogni istante.»

    «E tu pensi che queste voci siano fondate? Pensi che io cerchi di tenerti al sicuro per non rischiare di perderti?»

    «Un padre amorevole arriverebbe a tanto, ma…»

    «Non io, giusto?»

    «Esatto.»

    «Ora che sai la verità, ti basterà riferirla agli altri Guardiani», mi rispose con un sospiro, alzandosi dalla sedia e andando verso una finestra aperta.

    Non potei vedere il suo sguardo, ma la calandra, appollaiata sulla sua spalla, emise un verso triste e consolatorio.

    Passò un attimo, prima che l’Equilibrium tornasse da me. «Qual è il secondo motivo?»

    «Sto invecchiando troppo velocemente.»

    «Me ne sono accorto.»

    «Il tempo nel mondo umano trascorre troppo rapidamente, rispetto a qua. Guardaci. Sembra che abbiamo appena dieci anni di differenza, invece che diciassette. Nessuno direbbe che sei mio padre», spiegai, incespicando nell’ultima parola. Era da anni che non usavo più quella parola e, visto che lui aveva solo diciassette anni più di me, avevo sempre considerato Kyrian più un fratello maggiore che un genitore.

    «Pensavo avessi sempre desiderato di non essere più considerato mio figlio.»

    «Sì, ma non voglio nemmeno invecchiare così presto. Di questo passo, presto diventerò abbastanza vecchio e debole da non riuscire più a sconfiggere i mostri nel Bosco Oscuro.»

    «Potresti diventare un Cavaliere.»

    «Io sono un Guardiano e morirò da Guardiano.»

    «Vedremo. Altri motivi per cui dovresti rifiutare un mio ordine?»

    «No.»

    «Nemmeno quello di prenderti la soddisfazione di avermi contrariato?»

    «No.» In passato avevo provato a farlo arrabbiare, ma lui era sempre rimasto placido, distaccato e freddo, come se temesse i sentimenti e le emozioni.

    Sapevo che non era così prima di diventare un Equilibrium, ma da quando era stato scelto per ricoprire quel ruolo si era chiuso in se stesso e non aveva permesso più a nessuno di avvicinarsi abbastanza da capire cosa ci fosse dietro quella maschera di indifferenza.

    Piumino sosteneva che la solitudine facesse questo effetto in alcune persone e secondo lui, mio padre mi teneva a debita distanza trattandomi con formalità per non mettermi in pericolo. Del resto, io ero pur sempre suo figlio e chi voleva impossessarsi del potere dell’Equilibrium avrebbe sempre potuto usarmi come merce di scambio.

    Tuttavia, io non credevo che Kyrian (non lo chiamavo mai padre ) avesse questi timori, anche se era ormai famoso per non legare con nessuno e tenere le donne alla larga. Era come se temesse di avere altri punti deboli.

    Soffriva per questo?

    Non ne avevo idea.

    Leggere ciò che si celava dietro quello sguardo enigmatico era impossibile.

    Mi chiedevo se la calandra, il suo famiglio, fosse a conoscenza dei veri pensieri del suo padrone.

    Io ero un libro aperto per Piumino ma lo conoscevo da quando avevo sei anni, mentre quell’uccello non parlava e si limitava solo a stare sulla spalla di mio padre.

    Ancora mi chiedevo perché la calandra avesse scelto proprio lui come nuovo Equilibrium.

    «Bene, allora voglio che fra due ore tu parta per New York e…»

    «Ho rifiutato la missione», gli ricordai irritato.

    «Devi cercare Scarlett Leclerc», continuò lui imperterrito, indicando un punto sul soffitto della stanza.

    Alzai lo sguardo e vidi la mappa del pianeta Terra.

    C’erano due luci che risplendevano forti negli Stati Uniti d’America. Ce n’erano altre anche in Francia, ma era molto più deboli.

    Il dito di Kyrian indicò New York.

    «Ho detto di no», cercai di fermarlo.

    «Ho già indagato io per te, quindi la tua sarà una missione rapida e indolore. La ragazza è iscritta al primo anno di università. Sta usando i suoi poteri senza controllo e sta spingendo al massimo per potenziarli, ma più intensifica i suoi sforzi e più i danni diventano incalcolabili.»

    Da quando in qua mio padre lasciava il nostro mondo per quello umano?

    Non era da lui andare a cercare la strega al mio posto. In genere mi lasciava solo una piantina dettagliata dei luoghi in cui erano comparsi i picchi di magia più forti e poi toccava a me scovare la Leclerc per punirla.

    «Dato che sai già chi è, perché non le hai tolto tu i poteri?»

    «Il mio ruolo m’impedisce di creare certe interferenze.»

    «Allora perché sei andato a New York?»

    «Ero di passaggio.»

    «Da quando in qua tu vai a farti un giro nell’altro mondo?»

    «Da quando ho percepito quella», mi disse, indicando l’altra luce a nord di New York, nel Massachusetts.

    «Un’altra strega a cui togliere i poteri?»

    «No. L’incantesimo è stato fatto in un posto protetto dal Cerchio Magico delle Leclerc.»

    «Allora come hai fatto a percepirlo?»

    «Perché era così potente... Era pura energia elementale», sospirò estasiato, lasciandomi a bocca aperta. Non era da lui ammirare apertamente una strega e la sua magia.

    «Sai chi è?»

    «So solo che si chiama Hailey Evans.»

    «Le hai parlato?»

    «Veramente, non l'ho neanche vista in volto.»

    «Com’è possibile?»

    «Quando sono andato da lei, l’ho trovata dentro una libreria, seduta per terra, con le ginocchia piegate contro il petto e la fronte appoggiata ad esse. Ho solo visto i suoi capelli castani e il suo corpo tremare, scosso dal pianto. Il suo dolore era così grande e mescolato alla paura che non ho avuto il coraggio di toccarla e me ne sono andato.»

    «Le hai letto l’anima?», gli domandai curioso. Sapevo che l’Equilibrium aveva il potere di leggere le anime e dall’espressione incantata che aveva avuto poco prima, era chiaro che ne fosse rimasto colpito.

    «Sì, ma solo per un

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