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Educazione thanatolica
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E-book105 pagine1 ora

Educazione thanatolica

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Fantasy - romanzo breve (63 pagine) - Educazione: avere ideali e una solida preparazione. Ma se fosse falsa? se chi credi amica ti volesse morta? Tra necromanti, becchininja e le Sette Sette Segrete, le avventure travolgenti ed esilaranti di Suor Cimiteresa e della non-viva Cadaverica.


Dopo anni di catechismo e addestramento al combattimento, la giovane Suor Cimiteresa viene mandata tra i cimiteri di Thanatolia per compiere la più sacra missione del suo Ordine: uccidere l'immorale e morta-vivente Cadaverica. Ma dopo aver raggiunto la sua preda, Cimiteresa scopre che entrambe sono solo pedine in un piano diabolico messo in atto dalle Sette Sette Segrete con Scopi Sacrileghi. Dal Teatro dell'Opera di Tijaratur alle rovine di Urnekloster, Cimiteresa e Cadaverica devono imparare a combattere assieme e fidarsi l'una dell'altra per evitare che il mondo divenga preda della Necromadre. 


Lorenzo Davia (Trieste, 1981) è ingegnere, giramondo e topo di biblioteca. Suoi racconti sono apparsi in varie antologie. Il suo racconto Ascensione negata è arrivato secondo classificato alla prima edizione del Premio Urania Shorts, mentre  Az-Zinds è arrivato finalista al Premio Italia 2020. Ha vinto il Premio Viviani 2019 con il racconto Il tempo che occorre a una lacrima per scendere, pubblicato sul numero 4 della rivista Andromeda. Ha creato con Alessandro Forlani il progetto di scrittura condivisa Crypt Marauder Chronicles per il quale è uscita l'antologia Thanatolia (Watson), finalista al Premio Vegetti 2020. Assieme al Collettivo Italiano di Fantascienza ha pubblicato l'antologia Atterraggio in Italia. Il suo romanzo Capitalpunk è stato finalista al Premio Urania, al Premio Italia e al Premio Vegetti. Ha curato le antologie Pianeti dimenticati (assieme a Giorgio Smojver) e 2050 (assieme a Damiano Lotto). È arrivato finalista al Premio Stefano Di Marino con il racconto Lamento per protesi e spie.

LinguaItaliano
Data di uscita8 mar 2022
ISBN9788825419566
Educazione thanatolica

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    Anteprima del libro

    Educazione thanatolica - Lorenzo Davia

    Introduzione

    Il Bildungsroman, tradotto di solito come romanzo di formazione, è un genere letterario tipicamente tedesco, che si riferisce ad una serie di romanzi che in diversa maniera seguono le tracce del capostipite di questo genere, vale a dire del romanzo di Goethe Wilhelm Meisters Lehrjahre. Lorenzo Davia lo sa molto bene, non per niente è di Trieste, una città intrisa di cultura mitteleuropea. Secondo Goethe "il tedesco si serve opportunamente del termine Bildung, per indicare sia ciò che è già stato prodotto, sia ciò che sta producendosi".

    Si parva licet componere magnis questo è il Bildugsroman di Thamatolia.

    A Thanatolia, ciò che è stato prodotto è un assassino di nobili ideali; ciò che si sta producendo è una persona che mette in discussione quanto ha imparato e diffida delle persone cui ha creduto, quindi ha una possibilità di rimanere viva. La giovane suora Cimiteresa ha forse una possibilità; Cadaverica no, perché viva non è mai stata, ma almeno esiste da secoli.

    Da nemiche dichiarate, devono imparare a combattere assieme e fidarsi l'una dell'altra per sventare i piani delle Sette Sette Segrete con Scopi Sacrileghi, dal Teatro dell'Opera di Tijaratur alle rovine di Urnekloster.

    Lorenzo Davia narra un difficile percorso di maturazione, come è nel suo stile, in un susseguirsi di funamboliche avventure e humour nero. La storia non è mai seriosa, ma la crescita del personaggio è reale, e per questo io e Ambra ce ne siamo appassionati.

    Giorgio Smojver

    1

    Tanto tempo fa, in un cimitero lontano lontano…

    Il sarcofago rifletteva la luce delle torce. Realizzato nelle antiche leghe di Epburnia con tecniche dimenticate da eoni, la parte superiore era modellata sulle sembianze di una giovane donna dall’espressione severa e cupa.

    I Sette restarono immobili ad ammirarlo. Sei di loro portavano torce, spade, scalpelli; il settimo teneva ferma la custode della tomba.

    Le pareti della stanza sotterranea erano decorate con forme geometriche precise, ripetute, intervallate da cristalli spenti che le fiaccole non riuscivano a rianimare.

    Il più coraggioso dei Sette fece tintinnare la spada sul coperchio. Il suono si propagò tra i bui corridoi alle loro spalle.

    – Questo non lo apriamo con il piede di porco.

    – Ma noi abbiamo la Pergamena – disse il Secondo mostrando il tubo di legno. Ne svitò il tappo ed estrasse la cartapecora. La srotolò, ne lesse il contenuto, fece il giro del sarcofago finché non trovò quello che cercava.

    Nove simboli incisi su una scacchiera.

    Consultò di nuovo il documento e toccò il primo simbolo.

    La custode urlò, il Settimo le premette la mano sulla bocca.

    Il Secondo toccò gli altri simboli secondo l’ordine stabilito sulla pergamena.

    Per un lungo momento non successe niente, poi il coperchio si sfilacciò, le strisce di materiale ora non più solido ma simile a tessuto si arrotolarono ai lati del sarcofago.

    Dentro c’era una bara. Annullava la luce.

    Il legno nero, l’oro nero delle decorazioni e delle maniglie, il drappo nero ripiegato sul feretro sembravano inghiottire le fiamme. I tombaroli temettero che potessero spegnersi del tutto e le lasciarono al suolo, lontane.

    I Sette esitarono.

    Il Terzo sospirò e si avvicinò brandendo piede di porco e martello.

    – Questo è più facile.

    Appoggiò l’estremità appiattita al punto in cui il coperchio si univa alla bara, diede un paio di martellate per farlo entrare, fece leva.

    Il coperchio si sollevò, il Quarto e il Quinto lo fecero ruotare sui cardini.

    Bende di lino stringevano il corpo della sovrana. Inchiostri rossi, verdi e gialli disegnavano antiche rune, glifi, icone, preghiere e maledizioni.

    – E adesso? – chiese il Primo.

    – A ciascuno un pezzo – disse il Secondo, sfoderando il coltello.

    Tagliò le bende dal torace giù fino all’ombelico.

    La custode morse il Settimo, che ritrasse la mano.

    – Stupide bestie! Non sapete chi state profanando!

    – E invece lo sappiamo bene – disse il Settimo. – E non ci importa.

    Le strinse le mani sul collo. La donna lo tempestò di pugni, lui la sollevò. Lei tentò di mollargli dei calci, ma ormai stava perdendo le forze. Fece un ultimo sforzo per respirare, poi fu una bambola nelle mani del Settimo.

    Il Quarto mormorò una preghiera.

    – Perché non lo avevi fatto prima? – chiese il Quinto.

    – Perché speravo di divertirmi.

    – C’è del lavoro da fare – disse il Primo.

    In sette presero la mummia e la tirarono fuori. Spogliarono la sovrana, strati su strati di bende inscritte con scongiuri sempre più disperati, minacce sempre più sinistre. Il corpo era magrissimo ma integro. Il Terzo calò l’ascia, staccò braccia e gambe, decapitò la mummia. Gli altri mozzarono dita ed estrassero occhi. Avvolsero i resti in panni neri, se li divisero.

    Si diressero verso l’uscita. Solo il Settimo restò fermo.

    – E ora? – chiesero i Sei. Indicarono il bottino che teneva stretto in mano. – Hai la tua parte, no?

    – Voglio divertirmi.

    I Sei si guardarono tra di loro. Il Primo fece spallucce e uscì. Il Secondo sputò a terra e lo seguì. Il quarto e il quinto si guardarono tra di loro e se ne andarono. Il sesto gettò un’ultima occhiata alla tomba, al cadavere della guardiana, strizzò l’occhio al Settimo e raggiunse gli altri.

    Lo lasciarono là sotto con la custode strangolata, una torcia e un bara vuota.

    Quando il Settimo riemerse in superficie trovò gli altri Sei ad attenderlo.

    – Hai lasciato là il cadavere? – gli chiese il Quarto.

    Il Settimo lo guardò sorpreso. Avrebbe dovuto trascinarselo dietro?

    – L’ho lasciato nella bara e ho chiuso il coperchio. Così se verranno altri tombaroli penseranno che è quello il cadavere della sovrana.

    Nove mesi dopo nacque Cadaverica.

    2

    Oggi, Thanatolia.

    La dimora giaceva trascurata su una collina che dominava i vicini cimiteri. La luce delle lune, dal cielo senza stelle, scendeva come le lacrime di una prefica a irrorare la pietra scura, le imposte di legno corroso dai licheni, i comignoli come teschi spalancati.

    Osservandola non era possibile capire se era venuta prima lei o il cimitero. Se era stata costruita tra le lapidi e le urne cinerarie da qualche nobile decaduto che cercava un luogo tranquillo dove sfogare la propria pazzia o se la marea di marmi, croci

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