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Ciapoli e i semi-cuore
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Ciapoli e i semi-cuore
E-book57 pagine29 minuti

Ciapoli e i semi-cuore

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Info su questo ebook

La storia racconta di un bambino di nome Ciapoli e del suo viaggio verso il Citlaltépetl, un enorme vulcano situato tra Puebla e Veracruz, in Messico. Sua madre è molto malata e la sua unica speranza è quella di trovare un misterioso essere, chiamato il Padrone, che abita nel vulcano e che possiede il rimedio a qualsiasi malattia.
 
LinguaItaliano
Data di uscita15 mar 2022
ISBN9791280728135
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    Anteprima del libro

    Ciapoli e i semi-cuore - Norma Muñoz Ledo

    In Messico esiste un'altissima montagna chiamata Citlatépetl, si dice che sia un Monte Sacro governato da un essere divino, proprietario e protettore della Natura e di tutto ciò che esiste in essa. Nella parte più profonda si trovano delle radici che raggiungono Mictlan, il regno dei morti. Quando un essere vivente muore, la sua anima raggiunge questo regno in un piccolo seme, il seme-cuore, dove viene custodita in un paradiso abbondante e ricco in cui non esiste sofferenza o dolore, il Tlalocan. Lì è purificata e preparata a tornare sulla Terra germogliando attraverso i fiori dell'Albero Fiorito, quando il Padrone decide di farla reincarnare in un'altra creatura della stessa specie.

    VolcanExtra semillas

    Ci sono cose di quando ero molto giovane che ricordo di continuo: i costumi notturni di Citlali, mia madre; le storie di mio nonno Saturnino, che tutti chiamavamo Tinino; e il vulcano, il Citlaltépetl.

    Da che ho memoria, ogni notte, prima di andare a dormire, mia madre fa un rito: prende un guaje e ci mette dentro dei frutti appena raccolti dall'orto: mandarini, pere o pesche — a seconda della stagione — e due pagnotte di anice arrotolate su un panno di cotone. Chiama questo pasto le mattinate e lo prepara per quelli che vanno presto alla milpa di amaranto e mais blu. Quella terra appartiene alla nostra famiglia da anni, dai tempi dei bis-bis-bisnonni, se non prima.

    Poi distribuisce sulle finestre mucchietti di uvetta e semi di zucca con peperoncino, «affinché i chaneques non disturbino questa casa». Infine, mette le forbici aperte sotto il mio letto e quello delle mie sorelle «perché le streghe non vengano a prendere i bambini». Finito tutto, si addormenta in pace.

    Di mio nonno e del vulcano ho centinaia di ricordi che sono come i disegni in un libro, uno accanto all'altro. Quando sono nato hanno costruito un'altra stanza nella casa per me.

    — Che guardi a ponente — chiese Tinino. — Così ad ogni risveglio, la collina sarà la prima cosa che i suoi occhi incroceranno.

    E da allora così è stato: se la giornata è limpida, quella cima, quasi sempre innevata, è la prima cosa che vedo. Quando è nuvolosa o quando la nebbia copre le sue gambe — come chiama mia madre le falde della collina — so che è ancora lì. Anche se non la vedo, lei vede me e mio nonno. Tinino la saluta

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