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La vita camminava a piedi nudi
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E-book134 pagine31 minuti

La vita camminava a piedi nudi

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Forse non è possibile separare la poesia dall’immagine: non lo è mai stato, se gli Antichi per cercare di comprendere quale arte fosse la più nobile avevano fatto ricorso al paragone ut pictura poësis; non lo è del resto nemmeno oggi, dato che la nostra civiltà dell’immagine è declinata nell’onnipresenza di Instagram e TikTok, che però veicolano anche “poesia” (qualsiasi riferimento abbia questo termine); non lo è per Raimondo Raimondi, che ibrida le forme di esercizio poetico con riferimenti antichi e modernissimi ed alterna le immagini appunto d’arte alla parola poetica.
La vita camminava a piedi nudi è quindi, sotto questo punto di osservazione, una galleria a due piani, o se si preferisce, una vettura – comoda all’interno e però lanciata verso territori spesso esotici. Aprendo il volume infatti si fronteggiano disegni rielaborati, resi essenziali nei tratti che disseccano l’oggetto per esaltarne una carnalità diafana e però più prorompente; e i versi, che non sono intesi come didascalie di servizio dell’immagine, e chiamano una loro autonomia pur nel dialogo incessante con la figurazione.
LinguaItaliano
Data di uscita1 mag 2022
ISBN9788876068812
La vita camminava a piedi nudi

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    La vita camminava a piedi nudi - Raimondo Raimondi

    PREFAZIONE

    di Tommaso Cimino

    Forse non è possibile separare la poesia dall’immagine: non lo è mai stato, se gli Antichi per cercare di comprendere quale arte fosse la più nobile avevano fatto ricorso al paragone ut pictura poësis; non lo è del resto nemmeno oggi, dato che la nostra civiltà dell’immagine è declinata nell’onnipresenza di Instagram e TikTok, che però veicolano anche poesia (qualsiasi riferimento abbia questo termine); non lo è per Raimondo Raimondi, che ibrida le forme di esercizio poetico con riferimenti antichi e modernissimi, ed alterna le immagini appunto d’arte alla parola poetica.

    La vita camminava a piedi nudi è quindi, sotto questo punto di osservazione, una galleria a due piani, o se si preferisce, una vettura – comoda all’interno e però lanciata verso territori spesso esotici. Aprendo il volume infatti si fronteggiano disegni rielaborati, resi essenziali nei tratti che disseccano l’oggetto per esaltarne una carnalità diafana e però più prorompente; ed i versi, che non sono intesi come didascalie di servizio dell’immagine, e chiamano una loro autonomia pur nel dialogo incessante con la figurazione.

    Opere in cui i volti delle donne sono delle istantanee di certo reali, quotidiane: non solo dei ritratti, ma delle evocazioni di un altrove che si mescola con quello chiamato alla coscienza del lettore dalle poesie sulla pagina accanto.

    Qui tra i versi si alternano orizzonti vasti e lontanissimi, fatti di oggetti, nomi e fascinazioni che Siracusa ed Ortigia da sole non avrebbero potuto contenere: gli orizzonti che soltanto " il gabbiano che plana/ sulla cresta dell’onda " ( Le ragazze ) può osservare, e che sono ben diversi da quelli del " gatto soriano/ nei vicoli " ( Come un gatto soriano ) che di certo resta a guardare sornione " quando la terra è bagnata/ e l'acqua piovana inonda/ le straduzze " ( Domenica di pioggia ) o fa le fusa " alle turiste arrossate dal sole/ sedute ai tavoli del Caffè " nell’ ora d’oro del Crepuscolo , come recita il titolo di quella poesia.

    Proprio una seduzione di onde che avvincono e tornano con la risacca dal mare verso l’entroterra è l’inizio del percorso: la pororoca , che sul Rio delle Amazzoni si alza anche per alcuni metri sul pelo dell’acqua calma e dura col suo flusso per chilometri, è quasi un senhal medievale che proprio nel componimento d’apertura della raccolta scompagina ogni ordine e affastella detriti e rimescola le acque. Cosa possono invocare infatti ad argine dell’onda i lettori, se come questa " parimenti va e viene/ la passione d'amore/ entro l'alveo d'un flusso/ di contaminate parole/ e timori schizofrenici/ macerati nell'alcool/ e nei recessi oscuri/ d'un disturbo bipolare "? Raimondi perciò può costruire la sua allusione ai libri sacri come fosse un nuovo De André dell’album La buona novella : " profeti e

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