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Persona anziane e cura: Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia
Persona anziane e cura: Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia
Persona anziane e cura: Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia
E-book394 pagine4 ore

Persona anziane e cura: Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia

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Info su questo ebook

La repentinità e la gravità degli eventi causati dalla pandemia, i vissuti di malattia e di accresciute fragilità, hanno indebolito le condizioni di vita di molti anziani e reso necessario un lavoro di sensibilizzazione e di intervento condiviso tra ambiti scientifici e operativi differenti. La pedagogia non risulta esente dall’affrontare l’intensificarsi di tali problemi, ed emerge sempre più come ambito scientifico, riflessivo e formativo interpellato dalle narrazioni con le quali medici, operatori sanitari, pedagogisti e educatori contribuiscono a dar voce alle difficoltà degli anziani, in vista di formare sensibilità e generare nuove risposte ai loro bisogni. Esito interdisciplinare di riflessioni ed esperienze con al centro la persona nell’attuale quadro di emergenza umana, sociale e sanitaria, il volume propone una pedagogia degli anziani orientata al compito della cura e della responsabilità verso le persone a noi vicine negli affetti e incontrate nei diversi ambiti di cura, assistenza e accompagnamento.
Prefazione di Claudio Giuliodori
LinguaItaliano
Data di uscita2 mag 2022
ISBN9788838252211
Persona anziane e cura: Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia

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    Anteprima del libro

    Persona anziane e cura - (ed.) Musaio Marisa

    MARISA MUSAIO (ED.)

    PERSONE ANZIANE E CURA

    Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia

    Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura ed Universale sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www.edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.

    Copyright © 2021 by Edizioni Studium - Roma

    ISSN della collana Cultura 2612-2774

    ISBN Edizione cartacea 978-88-382-5118-4

    ISBN Edizione digitale 978-88-382-5221-1

    www.edizionistudium.it

    ISBN: 9788838252211

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    PREFAZIONE

    INTRODUZIONE

    PRIMA PARTE

    I. PERCHÉ LA DEMOGRAFIA È IMPORTANTE: CARATTERISTICHE ED IMPATTO DELL’INVECCHIAMENTO IN ITALIA

    1. Un paese che invecchia sempre di più

    2. L’impatto epidemiologico e sociale

    Bibliografia

    II. FRAGILITÀ E CURA DELLA PERSONA ANZIANA: UNA RILETTURA PEDAGOGICA

    Introduzione

    1. Limite, rischio, emergenza, salute, come dimensioni globali

    2. Fragilità e cura della persona anziana

    3. Fenomenologia della fragilità

    4. Il corpo fragile degli anziani

    5. Per un paradigma della cura in relazione

    Bibliografia

    III. L’ESPERIENZA DELLA PANDEMIA PER GLI ANZIANI: TRA VECCHI E NUOVI BISOGNI DI CURA

    Introduzione

    1. Bisogni di cura degli anziani durante la pandemia: tra vecchie e nuove fragilità

    Conclusioni

    Bibliografia e Sitografia

    IV. PATTI INTERGENERAZIONALI ALLA PROVA: NARRAZIONI, STRATEGIE E ITINERARI DI CURA TRA GIOVANI E ANZIANI

    1. Anziani fragili e Covid-19

    2. Alla ricerca di nuovi patti intergenerazionali

    3. Narrare per superare la crisi: tra generatività e stagnazione

    4. Giovani e anziani tra narrazioni digitali e quotidianità social

    Bibliografia

    V. ANZIANI E MALATTIA CRONICA. RIFLESSIONI, STRUMENTI E PROPOSTE PER UNA CURA EDUCATIVA AL TEMPO DEL COVID-19

    1. Introduzione

    2. La malattia cronica nell’anziano

    3. Anziani, malattia cronica e pandemia

    4. La prospettiva educativa: aver cura di un anziano affetto da malattia cronica durante la pandemia

    5. Conclusioni

    Bibliografia

    VI. L’ACCOMPAGNAMENTO EDUCATIVO E IL PROGETTO DI VITA DELLA PERSONA ANZIANA IN RSA

    1. Progettualità dell’essere umano

    2. L’accompagnamento educativo

    3. Il Progetto Educativo Personalizzato

    4. Dalla RSA alla Casa di Riposo

    Bibliografia

    VII. FRAGILITÀ ABITATIVA DELLA PERSONA ANZIANA E FORME DI PROSSIMITÀ INTERGENERAZIONALE

    1. L’Ageing in place: soluzione o rischio nell’emergenza Covid-19

    2. La casa e l’abitare in età anziana

    3. Dall’Ageing in place alla cura home-based

    4. Ripensare la cura di prossimità

    Bibliografia

    SECONDA PARTE

    VIII. PANDEMIA E NARRAZIONI SPAESANTI SULLE VECCHIAIE

    1. IORESTOACASA, da solo. Storia di Aldo

    2. RESTATEACASA, IORESTOA CASA, da solo.

    3. Tipi di vecchiaia

    4. Vecchiaie narrate in tempi di pandemia

    5. Storia di Aldo: Io sarò stato. E altre storie...

    6. Progettare la sfida da e dopo il Covid

    Bibliografia

    IX. DALLE PAROLE DEGLI ANZIANI ALL’APPROCCIO CAPACITANTE® NELLE RSA AL TEMPO DELLA PANDEMIA

    1. Le nuove consapevolezze

    2. L’ApproccioCapacitante® in tre parole

    3. Una conversazione serale, quando arrivano i pensieri di morte

    4. Sintesi

    Bibliografia

    X. AGEING-SHAMING

    Premessa uno

    Premessa due

    Si parte

    Less is more e prevenzione quaternaria

    I sacrificati e discriminati

    Ageing-Shaming

    Una sola storia per tutte

    107

    XI. HO BISOGNO DI QUEL QUARTO D’ORA: LA PRESENZA MEDICA A DOMICILIO

    1. In casa di una famiglia

    2. Le USCA

    XII. OLTRE IL MEDICO: LA RELAZIONE DELL’ÉQUIPE CON L’ANZIANO

    XIII. ANZIANI DIGITALI E SERVIZI MEDICI

    1. Chi sono gli anziani?

    2. L’inizio della pandemia e le nostre risorse tecnologiche: primavera 2020

    3. Convivere con il virus: autunno 2020. La seconda ondata

    4. Campagna vaccinale

    Conclusioni

    XIV. IL METODO PEDAGOGICO SANITARIO DURANTE LA PANDEMIA

    1. Premessa

    2. Il metodo pedagogico-sanitario

    3. Metodo e concetto di persona

    4. Il metodo pedagogico sanitario applicato nella pandemia

    5. Il significato della normalità

    6. La criticità della separazione

    7. Il valore della formazione continua nel metodo e in pandemia

    8. La dignità della morte

    Bibliografia

    XV. L’EDUCATORE ALLA PROVA TRA ESPERIENZA PANDEMICA E NARRAZIONI CON GLI ANZIANI

    1. L’alleanza educativa tra prossimità e distanza

    2. La speranza dell’incontro tanto atteso

    3. La vita in RSA tra i ricordi di ieri e la mutabilità dell’esistenza

    Bibliografia

    INDICE DEI NOMI

    GLI AUTORI

    CULTURA

    Studium

    267.

    Scienze dell’educazione, Pedagogia e Storia della pedagogia

    Marisa Musaio (ed.)

    Persone anziane e cura

    Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia

    Prefazione di Claudio Giuliodori

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    È vietata e perseguibile a norma di legge l'utilizzazione non prevista dalle norme sui diritti d'autore, in particolare concernente la duplicazione, traduzioni, microfilm, la registrazione e l’elaborazione attraverso sistemi elettronici.

    PREFAZIONE

    «Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla» affermava Papa Francesco nell’omelia di Pentecoste pronunciata il 31 maggio 2020. E in effetti, giorno dopo giorno, prima nell’irrompere dell’epidemia e poi nel suo prolungarsi, ci rendiamo conto che se è vero che nulla sarà più come prima, è altrettanto vero che questo momento costituisce anche una straordinaria possibilità di cambiamento e di rinnovamento per dare risposte efficaci alle urgenze del momento e tracciare percorsi virtuosi per il futuro. Per fare questo però occorre uscire da una visione emergenziale prigioniera del contingente per mettere in campo tutti gli strumenti di cui disponiamo per una riflessione accurata che sappia attingere alle migliori risorse scientifiche e nello stesso tempo sappia calarsi nella drammaticità delle situazioni.

    Questo volume curato dalla Prof.ssa Musaio e dedicato alla cura degli anziani, a partire dalle problematiche esplose con l’avvento della pandemia, costituisce certamente un contributo di ricerca esemplare dal punto di vista metodologico. Si rivela, inoltre, particolarmente qualificato sia per l’articolazione e la ricchezza dei contenuti sia per la concretezza e l’efficacia delle prospettive pedagogiche. Dal punto di vista metodologico ha il pregio di far dialogare in modo organico l’approccio analitico con quello narrativo, con il duplice effetto di poter contare su una accurata piattaforma scientifica e di vedere i dati concretamente riflessi nella prassi socio-sanitaria e nelle concrete situazioni esistenziali degli anziani. L’approccio interdisciplinare e il concreto obiettivo di tracciare le linee per un’azione pedagogica a tutto campo, che coinvolga gli stessi anziani, la famiglia, l’ambito socio-assistenziale e quello sanitario, rende il volume ricco di indicazioni per ripensare la condizione degli anziani in un’epoca di profondi cambiamenti e per impostare le politiche sociali future avendo ben chiari alcuni capisaldi da cui non si potrà prescindere.

    C’è un’immagine emblematica che rappresenta e riassume la condizione degli anziani e le sfide sociali che l’accompagnano: l’abbraccio con i familiari in una struttura residenziale attraverso un telo di plastica. In quell’abbraccio c’è tutto il senso di una condizione umana che ha la sua essenza nella relazione. Soprattutto nella prima fase della pandemia molti hanno sperimentato oltre agli effetti pesanti della malattia, e in alcuni casi anche letali, il dramma della separazione e dell’isolamento. Per molti è stato più lacerante non avere vicino i propri cari che dover sottostare a pesanti protocolli sanitari. L’impossibilità da parte dei familiari di assistere gli anziani malati e di non poter vivere neppure il commiato al momento del decesso è l’espressione più angosciante di quella solitudine che rischia di essere, al di là dell’epidemia, la principale sfida per una pedagogia che non solo rispetti, ma punti soprattutto a valorizzare e promuovere la dignità dell’anziano e questo non può avvenire al di fuori di un tessuto relazionale.

    In quel sottile velo di plastica trasparente che consente l’avvicinamento, l’abbraccio, lo sguardo, la comunicazione verbale e non, c’è tutto il senso di un contesto sociale che deve curare e proteggere la persona fragile dell’anziano, ma nello stesso momento deve garantire l’osmosi vitale e imprescindibile della relazione pur dovendo tener conto delle condizioni particolari, sanitarie e ancor più esistenziali, in cui la persona anziana può venirsi a trovare. I dati demografici dicono con chiarezza che la durata della vita si sta allungando e che il numero degli anziani è in costante aumento generando nuove problematiche sociali e sanitarie. Ma nello stesso tempo il tessuto delle famiglie si va sfaldando non garantendo più quel presidio primario di cura che trovava nel nucleo domestico la connaturale e più efficace assistenza. Alla luce dei profondi cambiamenti sociali in atto dobbiamo domandarci come sarà possibile garantire alle persone anziane un qualificato contesto di relazione e di cura in una società che può contare sempre meno sulla risorsa famiglia e persegue modelli individualisti chiaramente improntati al primato dell’efficienza produttiva e soggiogata dalla cultura dello scarto?

    Non sono più sufficienti piccoli aggiustamenti sociali o riorganizzazioni sanitarie che rincorrono dati demografici sempre più spiazzanti. Non si tratta solo di ripensare le politiche sociali e di riorganizzare l’ambito sanitario assistenziale. Occorre un profondo cambiamento culturale capace di far emergere una nuova consapevolezza sociale per cui tutte le questioni vanno riconsiderate in relazione ad una visione di sviluppo umano sostenibile, dove il primo fattore non è tanto l’economia, ma l’umano in quanto tale. Occorre ripensare le coordinate strutturali della società contemporanea, tenendo conto in particolare degli squilibri generazionali – con la drastica diminuzione delle nascite e l’aumento esponenziale degli anziani – e dei processi di mobilità umana che vedono crescere l’interazione di popoli, culture e religioni. È sufficiente considerare in Italia il fenomeno delle badanti per capire come sono collegati i dati demografici e generazionali con quelli sociali e interculturali.

    Questi brevi accenni possono aiutarci a capire quanto sia importante l’approccio interdisciplinare e il coinvolgimento narrativo per ridare uno spessore culturale e sociale a questioni che, come emerge ad esempio nell’area della popolazione anziana, rischiano di diventare solo espressione di sguardi specialistici e settoriali. La condizione degli anziani non potrà trovare risposte adeguate al di fuori di un ripensamento complessivo del quadro sociale e del suo sviluppo integrale. A sostegno di questa visione e per un approccio che non perda di vista il valore dell’età senile e la sua importanza nella vita sociale, Papa Francesco ha voluto offrire alla comunità ecclesiale e a tutta l’umanità un’importante occasione di riflessione e di confronto invitando tutti a celebrare ogni anno, nell’ultima domenica di luglio, la giornata dei nonni e degli anziani. Nel Messaggio in preparazione della Giornata, il Santo Padre ha rivolto un appello che sintetizza bene anche lo spirito con cui è stato redatto questo volume: «Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca (cfr. Fratelli tutti, 35). Nessuno si salva da solo. Debitori gli uni degli altri. Fratelli tutti» ( 31 maggio 2021).

    + Claudio Giuliodori

    Vescovo - Assistente Ecclesiastico Generale

    dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

    Presidente della Commissione Episcopale per

    l’educazione cattolica, la scuola e l’università.

    INTRODUZIONE

    La pandemia ha convocato alla nostra attenzione alcune parole e categorie concettuali da tempo al centro della riflessione rendendole irrinunciabili, ponendoci di fronte ad un aut aut : impegnarsi per riconoscere il significato profondo delle istanze umane di cui risultano portatrici oppure farle soccombere all’influenza dell’imprevedibile [1] . Tra queste categorie rintracciamo la fragilità, la malattia, la sofferenza, la morte, la cura, accomunate dal rimando agli aspetti percettivi, emotivi, culturali e valoriali delle nostre esperienze e, insieme, dall’assillo esercitato su noi stessi dal senso della finitudine del vivere, dall’imprevedibilità di eventi che possono raggiungerci e metterci in difficoltà, ma non privarci totalmente di esercitare l’attesa della speranza [2] .

    Gli eventi legati all’emergenza hanno incalzato in particolare l’esplorazione della fragilità esistenziale, inducendo a cercare di gettare luce su quel fenomeno indicato come dimensione dell’informe che sintetizza gli aspetti dell’esistenza vulnerabile di ognuno [3] . Parallelamente, l’emergenza ha radicalmente modificato i nostri modi di vivere per via delle misure sanitarie di protezione a cui abbiamo dovuto attenerci, del restare in isolamento, del rispettare il distanziamento sociale, sino ad essere privati della presenza degli altri e degli affetti. Gran parte delle attività sono state sospese, trasformate, con gravi ripercussioni nei diversi ambiti di vita, ma anche con la scoperta di potenzialità e risorse insperate, di soluzioni che resteranno come opportunità anche nel dopo pandemia [4] .

    Nel quadro della fragilità emersa in primo piano, la pandemia ha contributo a porre sotto i riflettori la persona anziana come destinataria di riflessioni e azioni di cura, in un momento certamente complesso nel quale diverse professioni, dall’ambito medico a quello sociale, pedagogico e formativo, provano ad affrontare l’insieme articolato delle istanze e dei compiti richiesti dalla cura.

    Nel mettere a fuoco i diversi significati della cura viene in aiuto il lavoro di natura interdisciplinare al quale si accompagna la rilettura degli eventi, delle esperienze degli operatori, le narrazioni di vissuti e difficoltà, mentre nella vita di tutti i giorni si prosegue nel sostegno agli anziani in situazioni difficili, a motivo delle conseguenze determinate dalla patologia da Covid-19. In questo caso si è trattato di lasciare spazio, accanto al pensiero riflessivo, alle narrazioni come esito di emozioni, sentimenti, vissuti che hanno accompagnato i mesi più difficili nei quali è prevalsa la dimensione medico-sanitaria della cura, anche se, parallelamente, è andato crescendo il riconoscimento di una prospettiva che potremmo definire di politica della cura [5] nei confronti della persona anziana, per cercare di ridurre l’impatto della distanza [6] in una fase della vita che rischia di risentire tanto dell’isolamento e dell’indifferenza, quanto di approcci soltanto di carattere interventistico.

    La centralità della cura nella sua valenza umana e umanizzante consente di realizzare invece una restituzione di attenzione verso la persona anziana, attingendo alla riflessione, alla ricerca, alla pratica, ad un’intenzionalità formativa orientata a identificare finalità educative e valoriali, essenziali nell’esercizio delle professioni di cura [7] .

    Le narrazioni dei medici e degli operatori nelle residenze, le storie personali di coinvolgimento con gli anziani, intrecciandosi con la cronaca dei giorni più difficili e con l’attività di informazione scientifica, rivelano il bisogno di rivedere e reinterpretare la relazione tra medico, operatori e pazienti anziani, facendo riemergere i temi di sempre della medicina, l’importanza dello sguardo da parte del medico, che prima che uomo di scienza, è soprattutto un uomo [8] , l’importanza di interrogarsi sul significato della categoria della cura dopo un lungo periodo nel quale sembrava essere contenuta soltanto negli ambiti della teorizzazione medico-scientifica, per riemergere, ora, nella sua valenza di dimensione umana con profondi rimandi antropologici ed etici.

    Uno degli obiettivi di fondo di questo volume è contribuire a delineare un paradigma pedagogico e formativo della cura recuperando quei presupposti che si innervano nelle pratiche tanto mediche quanto formative ed educative come ambiti contraddistinti da un profondo spessore riflessivo e da un’incisività rispetto agli stili di vita e agli atteggiamenti personali.

    Dal punto di vista fattuale i cambiamenti indotti dal quadro di emergenza sono diventati progressivamente la lente di ingrandimento per guardare in profondità, al di là dell’emergenza stessa, alle principali questioni che riguardano la condizione della persona anziana, già da tempo oggetto di riflessione da parte delle scienze mediche e terapeutiche, delle scienze umane e pedagogiche [9] , delle pratiche di assistenza e di cura. Tuttavia, intorno alla cura della persona anziana si avverte l’esigenza di un dialogo interdisciplinare per comprendere e saper affrontare fragilità e nuovi bisogni, ascoltare e ‘fermare’ le narrazioni sia di coloro che vivono la fragilità, sia di coloro che sono in ‘prima linea’ nell’incontrare gli anziani: medici, infermieri, operatori sanitari e dell’ambito sociale, coordinatori ed educatori nelle residenze.

    Rispecchiando un impianto interdisciplinare, il volume estende la sua attenzione tanto alle fragilità già note che colpiscono gli anziani col progressivo decadimento fisico e cognitivo, alle malattie croniche, ai problemi della permanenza nelle strutture residenziali, quanto alla ricerca di soluzioni nuove per l’accostamento ad una cura che non si sottrae al rispondere alle necessità quotidiane, alla ricerca di innovative soluzioni abitative, all’intercettare bisogni emergenti per via dell’uso sempre più esteso degli strumenti digitali o alla costruzione di pratiche di comunità che fanno della cura un compito condiviso.

    Sollecitati dalle istanze di umanizzazione del lavoro di cura, i contributi che compongono il volume sintetizzano la riflessione di studiosi e operatori impegnati in ambito demografico, medico, pedagogico, mentre condividono l’importanza di un accostamento specifico alla persona anziana, reso ancor più complesso nel tempo dell’emergenza sanitaria. In relazione alla cura viene avanzata una rilettura pedagogica che si accompagna alla narrazione di esperienze che vedono gli anziani protagonisti di una rinnovata attenzione da parte della scienza pedagogica, mentre si avvale del dialogo di natura essenziale e fondante con la riflessione teologica e antropologica, dell’apporto della medicina e della demografia.

    Percorrendo di conseguenza un tracciato a più voci, studiosi, ricercatori, medici, coordinatori pedagogici ed educatori, convergono sull’esigenza di attuare una ri-centratura della cura a partire dalla promozione della persona nella sua complessità e salute [10] , riconosciuta non solo e non più come dimensione soltanto normativa in termini di diritto alla salute, ma come attenzione di carattere esteso alla qualità della vita, all’intreccio tra dimensioni biologiche, emotive, psicologiche, relazionali ed etiche [11] , da costruire dall’interno di percorsi di vicinanza umana per dare rilievo all’incontro e alla relazione tra medico e paziente anziano [12] , tra anziani e figure professionali di aiuto come gli infermieri, le figure di assistenza, i coordinatori pedagogici delle residenze, gli educatori.

    Ma come procedere in difesa delle persone anziane nella pandemia?

    Come trasformare il tempo dell’emergenza in un tempo della (ri)umanizzazione? [13]

    Da dove e come ripartire nella cura verso la persona anziana?

    Le riflessioni proposte non hanno la pretesa di rispondere alla complessità di tali interrogativi. Cercando piuttosto di fare sintesi dei diversi accostamenti, puntano a coltivare spazi di riflessione condivisa stando sul confine e sull’intreccio tra il medico-sanitario, l’antropologico e il pedagogico. Con riferimento a quest’ultimo versante le questioni che tendono a delinearsi come prioritarie appaiono le seguenti:

    - ridisegnare la promozione dell’identità della persona anziana in relazione ai bisogni di cura e di assistenza personale e famigliare, con riferimento al contesto allargato della comunità nella quale le persone vivono e nella quale risultano collocate le residenze, ambiti, questi, nei quali la pandemia ha prodotto notevoli cambiamenti di gestione ma anche sollecitazioni a sperimentare nuove soluzioni e progettazioni;

    - formare gli operatori all’ascolto, ad una relazione umanizzante, all’esercizio della narrazione [14] , come prerequisiti essenziali per tratteggiare una rinnovata attenzione al mondo degli anziani affinché divenga lo stile di una società che li riconosce non solo come soggetti destinatari di interventi di assistenza ma protagonisti di azioni ragionate e sensibili di cura.

    La riflessione che viene sviluppandosi nelle pagine di questo volume è pertanto sia riflessiva sia narrativa ed operativa, per valorizzare funzioni specifiche e servizi per anziani [15] , delineare la risposta in relazione al prendersi cura di un anziano fragile, considerare il volto delle malattie invalidanti, delle forme di demenza, per aiutare ogni soggetto a continuare ad essere persona da curare e promuovere nelle risorse cognitive, psichiche, emotive e motorie residue, per non smettere di considerare la persona nella sua totalità, senza dimenticarci che dietro ogni forma di difficoltà vi è e rimane la persona con la propria storia, vissuti, ricordi.

    Il raggiungimento delle priorità richiamate risente inevitabilmente degli effetti di una crisi che ha trasformato la vita degli anziani sotto l’influenza del rischio, del pericolo, dell’insicurezza, dell’emergenza [16] , riversando questi tratti sulle tante fragilità della condizione anziana, sconvolta nei tempi, negli spazi e nelle modalità di vita. La considerazione di uno scenario che non ha precedenti nella storia umana, non deve però far smarrire i tracciati di una (ri)umanizzazione delle pratiche di cui sono protagonisti tanto gli scienziati e i medici, quanto le figure di aiuto e di assistenza, così come ogni cittadino e tutti coloro che svolgono ruoli di coordinamento e di gestione, di assistenza e di accompagnamento, per promuovere le potenzialità residue degli anziani, attutire le conseguenze dell’isolamento, potenziare il senso di solidarietà e l’attivazione di misure di sostegno.

    Consapevoli dell’impatto umano e sociale che il quadro di difficoltà pandemica ha determinato sulla cura degli anziani e sui conseguenti e futuri scenari ad essa collegati, i diversi contributi convergono nel riconfermare la fiducia e l’investimento nella cura come finalità primariamente etica, come prospettiva volta non solo ad affrontare e risolvere quadri problematici, ma anche a dare riconoscimento ad una fase e condizione dell’esistenza che, al di là di ogni emergenza, richiede l’attivazione di misure di protezione delle persone anziane da futuri rischi, per affrontare il progressivo invecchiamento della società, l’accostamento al problema delle malattie croniche e la promozione della salute nella sua accezione più ampia. Accanto a queste priorità, si profila anche l’esigenza di prendere in considerazione la presenza diffusa della tecnologia che, come confermano anche i medici autori dei contributi presenti nel volume, è risultata di aiuto specie durante i mesi più difficili dell’isolamento fisico e sociale, per monitorare le condizioni di salute della popolazione anziana in relazione agli andamenti della pandemia, per contenere i rischi e le conseguenze patologiche, ma anche per rispondere, al di là degli obiettivi di sorveglianza e monitoraggio, al bisogno di relazione e di superamento di una solitudine che per molti anziani si è trasformata in sindrome da reclusione, depressione, perdita di affetti, vulnerabilità, difficoltà di socializzazione, mettendo a repentaglio condizioni di salute già instabili e aggravando la risposta di cura e di supporto di cui gli anziani hanno bisogno per non rinchiudersi in esistenze destituite di significatività.

    Se da un lato il tempo della pandemia ha fatto toccare il ground zero dell’assistenza verso le persone anziane, mettendo a dura prova la possibilità di assicurare la continuità quotidiana della cura, acutizzando il distacco tra gli ambiti medici, sanitari, familiari, educativi, dall’altro ci ha indotto a comprendere il significato profondo tanto della fragilità umana, quanto il significato di un lavoro in relazione che risulta accomunare i diversi professionisti della cura. Ed è esattamente alla luce delle riflessioni e delle constatazioni indotte dalla pandemia, che appaiono non più pensabili approcci settoriali che guardano alla cura dell’anziano come ambito da esercitare secondo modalità unilaterali e distaccate.

    La condizione dell’anziano è da vedere non solo come l’esito di fattori e condizioni che richiamano il sopraggiungere di patologie ma anche come insieme di potenzialità, risorse e relazioni che sintetizzano il divenire esistenziale della persona che, così come afferma Romano Guardini, è l’esito della «tensione particolare tra l’identità della persona e il mutamento dei tratti che la qualificano» [17] , che a seguito degli eventi, modifica l’ascolto verso se stessa e la propria presenza, verso il mondo, gli altri, il modo di vivere il proprio tempo e i cambiamenti che lo contraddistinguono.

    Anche la persona anziana si trova di fronte alla necessità di affrontare l’inevitabile mutamento di sé, del proprio corpo, l’esperienza difficile della malattia e della sofferenza, la «crisi del distacco» [18] . Per l’anziano si tratta di guardare all’avvicinarsi della propria morte e alla perdita e all’assenza dell’altro alla luce di un più ampio disegno che consente di assumere la stagione della vecchiaia come momento di verifica e di cambiamento del proprio progetto di vita, in considerazione di bisogni e fragilità che inevitabilmente mutano e che concorrono ad affrontare la ri-significazione della propria esistenza.

    La considerazione della condizione personale di ogni anziano corre parallelamente alla registrazione degli attuali trend di invecchiamento insieme ai dati intorno alle malattie invalidanti e croniche, al fine di attivare la ricerca di risposte appropriate da progettare e realizzare all’insegna di un accompagnamento da esercitare alla luce dell’ ageing based e healthy ageing based, nel senso della promozione di un invecchiamento sano assicurato attraverso lo stare accanto alla persona, attraverso interventi di tipo non solo formale ma anche informale, da agire negli spazi intermedi delle esperienze di convivenza, nella sperimentazione di sé in relazione a piccole realtà abitative e sociali nelle quali la persona anziana può conservare la propria unicità e intimità, potendo accedere, in caso di difficoltà, a forme di servizi e contesti tradizionali di assistenza come le residenze [19] , ma senza rinunciare ad esperienze di messa in condivisione delle proprie fragilità dall’interno

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