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Pandemie e Karma: Riflessioni
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E-book98 pagine1 ora

Pandemie e Karma: Riflessioni

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Info su questo ebook

Queste pagine propongono riflessioni dedicate a chi non si cristallizza in canoni di pensiero e ama guardare oltre l’apparenza senza vivere di verità assolute. In esse si parla di karma, reincarnazione, percorso evolutivo degli esseri.
Pandemie, guerre, tragedie e dolori personali vengono collocati in un succedersi di esistenze dove mai nulla è sbagliato e non ci sono colpevoli ma solo esseri il cui agire, a causa di un livello evolutivo insufficiente, non è in armonia con le leggi che governano il nostro Cosmo. 
Alcuni temi, trattati in questo saggio, vengono approfonditi nei libri dello stesso autore Le sette regole del Karma e La Vita, il Dolore, le Illusioni, la Speranza.
LinguaItaliano
Data di uscita4 ott 2021
ISBN9791220852685
Pandemie e Karma: Riflessioni

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    Anteprima del libro

    Pandemie e Karma - Nico Veladiano

    Nico Veladiano

    Pandemie e Karma

    Riflessioni

    1^ edizione: aprile 2021

    ©Tutti i diritti riservati all’autore

    *******

    Questo libro è frutto di riflessioni personali e si basa su una libera e soggettiva interpretazione di quanto appreso leggendo gli insegnamenti di alcune Guide spirituali.

    Non c’è nessuna intenzione di proporre verità ma solo una visione personale degli eventi.

    *******

    e-mail dell’autore: cerchiofirenze1977@gmail.com

    GRAZIE

    a quanti, nel corso dell’ultimo trentennio, hanno partecipato a incontri utili per avvicinarci a una visione della vita e di quel che ci attende dopo, diversa e più esaustiva rispetto a quella che conoscevamo

    a tutti coloro che nei momenti difficili della nostra storia si impegnano silenziosamente, senza cercare gli onori delle cronache e le ribalte televisive, per assicurare una assistenza ricca di umanità a coloro che sono colpiti nel corpo e nello spirito dalla malattia o dal disagio

    a Pia

    per l’incoraggiamento, la comprensione e la correzione delle bozze

    alle Guide spirituali

    al cui insegnamento mi sono riferito e dal quale ho attinto

    In copertina:la terra vista dallo spazio  (Foto WikiImages da Pixabay)

    Il senso di queste parole

    Non ho nuovi messaggi da trasmettere, non perseguo particolari obiettivi ma semplicemente, come migliaia, probabilmente milioni di persone non vorrei vedere limitata, calpestata la mia libertà ed essere impedito di condurre la vita nel modo che ritengo, consapevolmente, più opportuno e nel rispetto degli altri.

    Da ormai troppo tempo un gruppo di persone ha quasi azzerato questa possibilità, affermando di agire in nome di un superiore interesse generale.

    Ancor più preoccupante l’insistente e corale campagna informativa, tesa a creare le premesse per imporre interventi coercitivi finalizzati a violare l’integrità stessa della persona, inoculandole, sostanze estranee, vaccini, con l’intento di proteggerla e, forse, salvarle la vita.

    Dal mio punto di vista ciò rappresenta la caduta di un valore fondamentale, quello del rispetto della persona, della sua integrità fisica, della sua volontà e questo in un clima di consenso diffuso, creato da una campagna informativa pressoché a senso unico dove la scienza ufficiale è divenuta l’unica verità, intollerante a qualsiasi contraddittorio. Di fatto la religione dell’uomo moderno.

    In questo clima ad essere dimenticata è l’umanità della persona, un tempo valore assoluto e conclamato. Da oltre 400 giorni, al momento in cui scrivo, gli anziani ospiti delle case di riposo, in Italia, sono privati di ogni contatto fisico con i loro cari. Da qualche settimana sono stati tutti vaccinati, compresi gli operatori. Ma allora perché continua questo isolamento? Non sarebbe forse meglio sostituire la retorica con il rispetto e l’amore per queste persone?

    Non ho competenze per esprimermi sull’efficacia o sui pericoli dei vaccini ai quali i politici, supportati dalla scienza ufficiale, affidano la nostra salvezza. Non sono quindi né pro vax né no vax.  Mi sono sempre ritenuto, nei limiti concessi e opportuni per vivere all’interno di una società civile, uno spirito libero. Una scelta talvolta rivelatasi non facile, penalizzante anche sotto l’aspetto economico e capace di creare inimicizie assolutamente non volute. Ma questo è inevitabilmente da mettere nel conto, nel momento in cui ci si scontra  con canoni di pensiero cristallizzati.

    Rimango saldamente convinto della necessità di permettere a ciascuna persona di fare le scelte più coerenti con il suo pensiero senza che ciò debba comportare sanzioni o addirittura avere conseguenze sulla sua attività lavorativa.

    La prima parte di queste riflessioni segue i tradizionali canoni di analisi degli avvenimenti mentre nella seconda propongo a chi ha la disponibilità a non scartare a priori quanto esula dalle correnti di pensiero fin qui seguite, una particolare chiave di lettura del periodo in cui sta scorrendo la nostra vita.

    Qualcuno, forse i più,  potranno ritenere le ipotesi prospettate come frutto di fantasia. Amici e conoscenti che invece, come me, seguono da un tempo più o meno lungo un interessante insegnamento etico-spirituale-filosofico, capace di dischiudere la mente a nuovi orizzonti, potranno ritenere le chiavi di lettura con cui propongo di interpretare questo tempo, come coerenti e, mi auguro, condivisibili.

    L’intento non è quello di far cambiare idea a chi la pensa diversamente da me. Sono da sempre convinto non ci siano verità assolute ma che verità sia quella che ciascuno di noi crede tale. Ci sono conseguentemente tante verità quanti sono gli uomini. Importante è agire in coerenza con ciò in cui si crede e nel rispetto degli altri.

    Nico Veladiano

    Premessa

    Nel corso della vita siamo chiamati ad attraversare momenti particolari, confrontandoci  con eventi che esulano dalla quotidianità, intesa come normalità dello scorrere dei giorni.

    Quasi sempre la diversità, rappresentata da problemi come una malattia, questioni famigliari, di lavoro, di relazione,  ci riguarda personalmente o tocca eventualmente una ristretta cerchia di persone a noi particolarmente vicine. Tutt’al più, in caso di eventi straordinari, e mi riferisco a catastrofi naturali (alluvioni, terremoti…) può riguardare una comunità più o meno vasta.

    Raramente ci troviamo protagonisti, diretti o indiretti di accadimenti che interessano l’intera nazione o addirittura più nazioni. Il caso più rappresentativo è quello delle guerre.

    Probabilmente ben pochi di noi immaginavano che nel corso della vita saremmo stati chiamati a confrontarci con una pandemia. Ad alimentare questa illusione, la certezza nelle capacità di far fronte ad ogni evenienza da parte di una società globale, protagonista, nell’ultimo mezzo secolo, di un progresso tecnologico mai visto nell’intera storia dell’umanità. A ciò si aggiunga la cieca fiducia di tantissima gente nei confronti della medicina moderna, ritenuta capace di guarire ogni male, o quasi, e di avere le conoscenze per prevenire o far fronte a quelle grandi epidemie che avevano spazzato via, in un passato nemmeno troppo lontano, quote considerevoli di umanità.

    Eccoci invece a doverci commisurare con un evento che le organizzazioni mondiali preposte a monitorare la sanità a livello planetario, hanno definito pandemia. Un coronavirus, appartenente a quelli con cui ci confrontiamo ogni anno e che fino a pochi mesi fa ci portava a parlare banalmente di influenza, si sta dimostrando capace non solo di creare consistenti problemi sanitari ma anche di sconvolgere gli equilibri politici, sociali ed economici dell’intero pianeta.

    La storia ci insegna che le pandemie, quelle vere, hanno un ciclo naturale che si sviluppa e si estingue nell’arco di un paio d’anni. Il Covid 19, in teoria, non dovrebbe fare eccezione e quindi, nel momento in cui scrivo queste riflessioni, dovrebbe essere a metà del suo cammino. Uso il condizionale perché in realtà con conosciamo una data precisa di inizio. In Europa è arrivato nel primi mesi del 2020

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