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Abbraccia la tua essenza: La cura comincia da te
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E-book104 pagine1 ora

Abbraccia la tua essenza: La cura comincia da te

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Info su questo ebook

I grandi cambiamenti avvengono quando si inizia ad ascoltare davvero sé stessi. Si tratta di un gesto semplice, che troppo spesso viene sottovalutato, ma che riesce a dare una nuova luce e un nuovo senso alle azioni che portiamo avanti. È un ripartire da sé, da quello che abbiamo dentro e che per troppo tempo e troppe ragioni abbiamo accantonato, silenziato. Eppure, un gesto così piccolo può stravolgerci letteralmente la vita, e ci porta a sviluppare una nuova consapevolezza di ciò che siamo e che vogliamo essere, di come viviamo e di cosa sentiamo quando ci muoviamo nelle azioni quotidiane. Questa è la lezione più grande che ho tratto dall'evolversi del mio percorso.
LinguaItaliano
Data di uscita5 mag 2022
ISBN9791221330267
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    Anteprima del libro

    Abbraccia la tua essenza - Silvia Kajon

    1.

    Il benessere, questo (mis)sconosciuto)

    Conosci te stesso!

    Talete

    Che cos’è il benessere, te lo sei mai chiesto?

    Quanti, oggi, saprebbero dare risposta a una domanda del genere? Che cos’è il benessere è difficile a dirsi. È una condizione che va ben oltre la definizione che troviamo scritta sui libri o nelle riviste. Forse troppo spesso ce ne dimentichiamo, ma non pensate anche voi che sentirsi bene sia il presupposto per vivere bene?

    Io l’ho provato sulla mia pelle e, come me, tante altre persone. C’è chi si trova davanti a un bivio con la sensazione di non sapere da che parte andare, chi semplicemente sente l’esigenza di abbandonare una cattiva abitudine. E ancora, c’è chi ha difficoltà a rialzarsi, chi soffre di mal di pancia o mal di testa costante, chi non è capace di fare i conti con le proprie emozioni, chi vuole esprimere un bisogno o chiedere aiuto, ma non sa come farlo. Ci sono migliaia di situazioni diverse tra loro, ma in qualche modo simili perché tutte ci costringono a riflettere sul benessere.

    Tutto ciò che proviamo ogni giorno, nella nostra intimità, come nei rapporti con le persone, ci porta necessariamente a interrogarci su che cosa significhi stare bene con noi stessi e con gli altri.

    Se leggiamo le definizioni offerte, troviamo che il benessere è Ben-Essere, cioè lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società1. Ma soprattutto è importante che siano presi in considerazione i vari aspetti della vita di una persona. E questo non vale esclusivamente per i momenti di fragilità. Vale anche quando si sta bene e si aspira a stare meglio.

    Per raggiungere e mantenere il massimo potenziale personale è fondamentale prendere consapevolezza di noi, di chi siamo, di quali obiettivi vogliamo raggiungere e di come possiamo prenderci cura di noi stessi.

    È un po’ un meccanismo automatico, l’uomo per sua natura infatti è portato a riflettere su di sé, solo che per svariate ragioni, a volte, preferisce non farlo. Ed è in questo momento che subentra l’importanza del prendere consapevolezza in maniera strutturata.

    Oggi sentiamo citare questa parola in tutti i campi, ma abbiamo mai riflettuto davvero sul suo significato? Che valore ha per noi questo cum sapere? Come acquisisco consapevolezza sul mio corpo, sulle mie sensazioni? E come l’aumento di consapevolezza nella pratica è in grado di aumentare il benessere?

    La parola consapevolezza equivale a dire di sapere con tutti noi stessi. Con tutto me stesso, io so di cosa ho bisogno, che cosa devo allontanare, ciò su cui posso contare veramente. È un preciso istante, un qui e ora in cui sentiamo la necessità di vivere le nostre vite in modo più profondo, radicato, e di fare le cose perché le vogliamo, non perché dobbiamo. Prendere consapevolezza è un atto di cura verso il nostro corpo e la nostra mente, perché trascinati da troppe cose da gestire abbiamo smesso di ascoltarci e questo, in un modo o nell’altro, ci ha danneggiati.

    Però non è mai troppo tardi per tornare a farlo, e soprattutto non ci sono motivi validi per continuare a non farlo. Tutto ciò che ci impedisce di prenderci cura di noi stessi, infatti, non è che un ostacolo.

    È importante, per stare bene, iniziare ad ascoltare la vocina che per tanti anni abbiamo messo a tacere. Come ho detto, non ci sono ragioni abbastanza forti per rinunciare a stare bene, e allo stesso tempo, però, non ci sono ostacoli abbastanza imponenti da non poter superare.

    La ricerca del ben-essere è un percorso alla portata di tutti che possiamo compiere quotidianamente, un passo alla volta, partendo da ciò che sentiamo più vicino a noi per arrivare a ciò che non sapevamo nemmeno di essere in grado di provare.

    Ed è proprio qui che è racchiuso tutto il bello del mio lavoro, la capacità di offrire a tutti la possibilità di vivere bene, in armonia con sé stessi, con l’ambiente e le persone che ci circondano. Ho fatto delle mie esperienze il mio lavoro perché credo fortemente che tutti ci meritiamo di stare bene, e perché con i giusti mezzi la strada è meno impervia di quanto crediamo.

    Il valore del benessere

    Qual è il valore che diamo al benessere? Tra gli errori più comuni che ho visto fare e che anch’io ho fatto vi è quello di pensare che il benessere non abbia valore. Troppo spesso è percepito come un qualcosa di banale, su cui non c’è bisogno di stare a pensare e che non ci serve.

    All’università e durante il mio lavoro come Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio, ho più volte sperimentato che questo concetto ritorna anche su questioni legate all’ambiente e su altri temi astratti, come l’amore o la salute.

    Siamo talmente abituati a effettuare compravendite di beni e servizi che ci convinciamo che ciò che percepiamo come immateriale sia una cosa futile, perché se non possiamo quantificarla dandole un prezzo, questa ci sembra priva di valore.

    E portiamo avanti inconsapevolmente questo concetto finché non è troppo tardi: a quel punto ci ammaliamo fisicamente, mentalmente o perdiamo quello che vorremmo ottenere.

    Il primo atto di resistenza che incontriamo in questo processo risiede proprio nella difficoltà che proviamo quando ci mettiamo o veniamo messi in discussione. Siamo convinti di sapere già come prenderci cura di noi, di essere già a conoscenza di come siamo fatti. Tendiamo a rifugiarci in un’idea di noi che abbiamo costruito con il tempo, senza pensare che forse è proprio ciò che non conosciamo ancora che può aiutarci

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