La rivolta delle Coscienze. Siamo troppi, inutili e dannosi?
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Anteprima del libro
La rivolta delle Coscienze. Siamo troppi, inutili e dannosi? - Antonino Galloni
Antonino Galloni
LA RIVOLTA DELLE COSCIENZE
Siamo troppi, inutili e dannosi?
Storia, Religione e Moneta
Autore: Antonino Galloni
Pubblicato da
Byoblu Edizioni Srls
Via Deruta 20
20132 Milano
Copyright: © 2022 Byoblu Edizioni Srls
Tutti i diritti riservati.
ISBN: 9791280657176
Prima edizione: marzo 2022
Editing e coordinamento editoriale: Federica Prestifilippo
Tutti i diritti sono riservati ove non diversamente specificato. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, a eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.
LA RIVOLTA DELLE COSCIENZE
SIAMO TROPPI, INUTILI E DANNOSI?
(STORIA, RELIGIONE E MONETA)
Con una introduzione di Mauro Scardovelli
Introduzione
di Mauro Scardovelli
Prima parte
Posso sostenere, con ottime ragioni, che Nino Galloni sia l’economista italiano più importante del nostro secolo e che questo suo ultimo libro sia un capolavoro, destinato a segnare una svolta nell’economia italiana, e si spera, anche, per il bene di tutti, nell’economia planetaria.
Che Galloni sia l’economista italiano più importante degli ultimi tempi è oramai un fatto scontato per un pubblico sempre più vasto.
Qui voglio spiegarne i motivi:
Nino è un economista dialettico, che coniuga lo studio dell’economia, della moneta e della finanza a quello della Storia, in particolare la storia delle idee, della filosofia, della politica, della teologia, della spiritualità: la sua visione, quindi, è molto vasta e di lungo respiro; i suoi testi generano nel lettore attento un senso di leggerezza e di speranza nei confronti di un mondo più libero e giusto, il contrario del senso di oppressione, ricorrente nella lettura dei manuali classici, assai spesso ancorati a una prospettiva strettamente monodisciplinare;
fu allievo tra i prediletti di Federico Caffè, il più importante e riconosciuto economista keynesiano dell’epoca, già Presidente della Commissione dell’economia per la Costituzione; egli svolse un ruolo di primo piano nella Storia politico-economica del nostro Paese, anche negli anni ’80, per intenderci, gli anni del divorzio Tesoro-Banca d’Italia, e del tentativo del governo Andreotti dell’89 di salvare l’economia del nostro paese dalla deriva neoliberista (Caffè era già scomparso da due anni); tentativo che fu interrotto da una famosa telefonata di Helmut Kohl al ministro Guido Carli, nella quale Kohl si espresse in questi termini: «Dovete liberarvi da chi rema contro
, l’oscuro funzionario…Nino Galloni»;
non è solo un teorico, ma un divulgatore generoso che cerca di rendere comprensibile l’economia; personalmente, mentre studiavo l’economia costituzionale, Nino è stato il mio principale autore di riferimento, in particolare con il libro L’economia imperfetta, libro che ho letto e riletto una decina di volte, ritenendolo importantissimo. Ricordo che mi concentravo su quel testo anche durante le sedute di fisioterapia, alle quali dovetti ricorrere dopo la frattura del ginocchio.
Per quanto riguarda il presente libro, più sopra ho detto che è un capolavoro, destinato a segnare una svolta storica nell’economia.
Perché? Perché esso svela, senza mezzi termini, con la competenza di chi conosce molto bene la materia, il difetto fondamentale dell’economia capitalistica o del profitto: il fatto che essa si è infilata in un vicolo cieco. Non può più garantire quei benefici che un tempo le venivano quasi universalmente riconosciuti: una riduzione progressiva del costo per unità di prodotto e una continua espansione dei beni materiali, necessari o utili, a vantaggio di tutti o di una estesa maggioranza.
Oggi non è più così, come è spiegato esaurientemente nel libro.
Fortunatamente esiste un’altra economia, che Galloni definisce femminile
, basata sui beni non materiali, che può espandersi fino a raggiungere i due terzi del PIL futuro, che sarà un indicatore di Benessere, creando veri posti di lavoro e soddisfacendo tutti i bisogni di una comunità. Risultato che l’economia del profitto non è in grado di realizzare per il semplice fatto che, nei comparti di futuro sviluppo, i servizi di cura, il fatturato è inferiore al costo. In altri termini, il profitto è negativo.
Quali sono i beni non materiali? Secondo Galloni:
«I beni non materiali sono tutto ciò che è creatività, ciò che è assistenza, tutto ciò che è cura, recupero, tutto ciò che è mantenimento del patrimonio esistente. E questo è molto di più, anche in termini di occupazione. Parliamo di milioni di posti di lavoro, quindi non c’è bisogno del reddito di cittadinanza – come dissi una volta a Grillo – perché possiamo fare lavoro, lavoro vero!
Io spesso parlo di comunità perché dentro le comunità si valorizzano le persone, le capacità, il saper fare. È ovvio che la sfida è applicare le tecnologie in modo che servano a noi. La grande sfida dell’Umanità a livello globale è questa: fare in modo che le tecnologie servano agli umani e non il contrario, come accade oggi»¹.
Ora voglio aggiungere qualcosa, non più sul Galloni economista, ma sulla sua persona e sulla sua storia.
Egli è fondamentalmente un leader, capace di trascinare e conquistare l’uditorio. Figlio di un grande uomo politico che ha rivestito importanti ruoli istituzionali, ha assimilato dalla famiglia un particolare fiuto e abilità nell’intuire le dinamiche, spesso nascoste, dell’agire politico.
Diversamente dal padre, democristiano della prima ora, Nino, molto battagliero ed esuberante, sin da giovanissimo si è schierato nelle file della sinistra extraparlamentare. Marxista-leninista, insieme ai suoi compagni di lotta fu in prima linea negli scontri di piazza degli ultimi anni ’60 e dei primissimi ’70.
Si ritirò dalla lotta politica quando una parte dei suoi compagni aderì al movimento delle Brigate Rosse e un’altra si rivelò velleitaria.
In quegli anni, per reagire alla situazione, decise di studiare in modo approfondito i meccanismi dell’economia, e per questo si trasferì in Inghilterra e negli USA.
Più tardi si rese conto che coloro che stavano portando avanti davvero la rivoluzione erano i democristiani, come suo padre o Aldo Moro.
In ogni caso, Nino per tutta la vita è rimasto fedele all’ideale della vera sinistra, ideale che impone di combattere i privilegi e di schierarsi dalla parte dei più deboli e oppressi.
Conoscendolo sempre meglio, mi sono reso conto che in Nino convivono due anime: la prima pubblica, maschile, forte, coraggiosa, battagliera; la seconda più privata, tenera, femminile. Poche persone, che rivestono o hanno rivestito ruoli importanti e di potere come Nino, sono disposte a prendersi cura di persone fragili dal punto di vista psicologico, di dedicare loro del tempo, di aiutarle a risalire la china.
Un’altra caratteristica di Nino è l’ironia, lo humor, che condiscono la sua capacità di intrattenere, di raccontare avvincenti storie della sua vita e della sua esperienza professionale e privata. Doti che si rivelano al massimo livello specialmente nelle cene tra amici, accompagnate da qualche bicchiere di buon vino.
Seconda parte
Nella seconda parte di questa introduzione, farò alcuni cenni sul contenuto del libro.
A mio avviso, Galloni mette in luce una dicotomia fondamentale per comprendere la filosofia che muove il mondo di oggi.
Da una parte ci sono i tradizionali valori del cristianesimo, del socialismo e del liberalismo. Per intenderci, potremmo dire che corrispondono ai valori espressi dalla nostra Costituzione, nei fatti ormai superati.
Dall’altra ci sono valori completamente opposti, non certamente nuovi, ma travestiti come tali, portati avanti da una corrente di pensiero oggi dominante, che assume il nome di evoluzionismo
.
Che cosa si intende per evoluzionismo
?
«Si tratta di una filosofia, una cultura, una visione del tutto, nazista o neonazista che, però, abbiamo già incontrato in Klaus Schwab, nel WEF (World Economic Forum), negli ambientalismi estremi
, ecc.», ci avverte Galloni.
Quindi qualcosa di assolutamente spaventoso, totalmente disumano e antidemocratico, di cui pochissime persone oggi avvertono il vero pericolo. Qualcosa che dovrebbe essere diffusa e conosciuta da tutti, per potersene difendere.
Su questa linea Galloni cita «Una utilissima sintesi ci è offerta dallo scrittore Yuval Noah Harari che, pur con qualche semplificazione eccessiva in alcune parti della sua ricerca , tuttavia, sul punto che qui ci interessa, appare di una chiarezza sorprendente e disarmante».
In effetti lo scrittore afferma a chiare lettere che la visione evoluzionista
ritiene il genere umano destinato alla degenerazione per quanto riguarda le grandi masse e a sviluppare la tendenza al superuomo per le minoranze elette.
In altri termini «l’ebreo Harari dice del Nazismo che, se non avesse troppo insistito col delirio antisemita, si sarebbe imposto come l’unico approccio perseguibile utilmente», date le condizioni in cui ci troviamo oggi di sovrappopolazione, inquinamento, eccesso di consumi ecc. Galloni ci avverte che «la cultura economica e politica prevalente da qualche decennio in Europa, nel Nord America e non solo – che ha fortemente respinto l’antisemitismo, il razzismo e ogni discriminazione a causa di orientamento sessuale o religioso – sembra essere stata vicina al Nazismo e lontana dal Cristianesimo, dal Socialismo e, tutto sommato, anche dall’individualismo liberale». Di quale cultura si tratta? Con quale nome la conosciamo? La conosciamo con il nome di neoliberismo
, che sta alla radice della costruzione dell’Unione Europea, anticostituzionale e ademocratica, dominata dalle élites finanziarie. Sta alla radice delle politiche di austerity, del pareggio di bilancio e della distruzione della dignità del lavoro e dello Stato sociale. Politiche perseguite ormai da tutti i partiti in Parlamento, che hanno dato la fiducia a Draghi, l’uomo che ha svenduto il patrimonio pubblico italiano, ha messo in ginocchio la Grecia e sta per svendere anche il patrimonio privato degli italiani. Lodato da tutti i mass media, che lo osannano quotidianamente come il nuovo messia.
Perché allora sostengo che il libro di Galloni è destinato a generare una svolta storica? Perché Galloni è l’unico economista riconosciuto che ha il coraggio di dire fino in fondo come stanno le cose.
E quindi rendere possibile una forte e unita resistenza popolare contro la globalizzazione neoliberista, che ha impoverito tutti i popoli del mondo. Finalmente viene rivelato che il neoliberismo ha le sue vere radici non tanto in un modello economico, come quasi tutti credono, ma in una filosofia che ha prodotto i campi di sterminio, il male assoluto, il nazismo. Filosofia elementare da capire: ci sono esseri umani superiori e altri inferiori, degenerati. I secondi vanno eliminati.
È quello che sta accadendo oggi, sotto i nostri occhi, resi incapaci di vedere, accecati come sono dalla propaganda neoliberista.
Galloni ci ricorda che in Inghilterra e nei Paesi Nordici, l’idea di una superiorità di qualcosa – fossero bianchi, Ariani o più evoluti socialmente – era fortemente seguita dalle èlites e dalla gente mentre lo stesso Hitler era al potere in Germania.
«Soprattutto a partire dagli anni ’80 dello scorso secolo, si è assistito a un recupero del Liberismo - con ripudio del Cristianesimo, del Socialismo, dell’individualismo liberale – che, anche seguendo il non banale ragionamento di Harari, porta diritto verso l’umanesimo evoluzionista o neonazista».
Certo, definirsi neo-evoluzionisti risulta più agevole di neonazisti.
Ma come si spiega che il fior fiore della cultura emersa dopo la Seconda guerra mondiale presso i ceti dominanti, cultura che ha rifiutato nazionalismo, antisemitismo e razzismo, sia riconducibile a quella esperienza, si chiede Galloni?
Ed ecco la risposta: a un certo punto dell’evoluzione – ma non cambia molto se si parte da qualunque momento – si stabilisce un’alternativa radicale, una incompatibilità tra esseri inferiori (che sono decaduti ovvero in via di decadimento) ed esseri superiori
, destinati a chissà quali alti destini.
Ecco una summa divisio tra socialisti, cristiani e liberali da una parte ed evoluzionisti/nazisti dall’altra.
Dunque, l’andamento culturale, politico e religioso in corso sembra favorire l’affermarsi di un evoluzionismo nazista, magari corretto per decenza dai suoi storici e atavici aspetti razzistici e nazionalistici.
Andamento culturale che porta avanti l’idea di una minoranza di superuomini più o meno Dei
e di una maggioranza di futuri subumani
, per i quali si suggeriscono la eliminazione, la sterilizzazione, la trasformazione in utili automi
. Da questi brevi cenni, che vengono discussi approfonditamente nel testo, già si comprende quale è la posta del gioco in atto: o la completa inconsapevole resa al progetto nazista, con le sue conseguenze catastrofiche, o la nascita di un movimento planetario di liberazione, che possa sconfiggerlo.
Questo movimento, che può partire dal nostro Paese, come una sorta di nuovo Rinascimento contro le forze oscure, non può che avere una base spirituale condivisa. Lo sviluppo della coscienza individuale e collettiva è un passaggio indispensabile per unire le forze del bene, le forze della luce presenti nell’umanità, ma ancora separate tra loro.
È un passaggio che è previsto nella nostra Costituzione, all’art. 3, comma 2, e mai attuato:
«È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di natura economica e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Già dal titolo, La rivolta delle Coscienze, si capisce che questo libro si pone su tale linea.
In altri termini, è il pensiero profondo dell’economista e dell’uomo Nino Galloni.
È per tale ragione che mi onoro della sua stima e amicizia, che ricambio con eguale intensità.
Grazie, Nino!
1. Dall’intervento di Nino Galloni al convegno di Sacrofano (Roma), il 13 novembre 2021. Convegno, organizzato da UniAleph, che per la prima volta ha visto riuniti per tre giorni alcuni tra i più noti intellettuali ed esperti nelle diverse discipline, allo scopo di creare una squadra di nobili amici, radicati nei principi spirituali. Una squadra coesa, capace di esprimersi con voce unitaria, in grado di acquisire la fiducia del popolo italiano, e di transitare il Paese verso il ripristino della legalità Costituzionale.
Premessa
L’obiettivo di questo testo consiste nel contribuire a raggiungere – attraverso varie riflessioni, passaggi, stadi
– qualche conclusione circa il futuro che ci aspetta a 5, 10 e 20 anni.
Per fare questo dovremo cercare di definire, come prima cosa, il campo di indagine dei tre argomenti strumentali
(Storia, Religione, Moneta) con le loro implicazioni immediate che emergeranno via via; ma senza abbandonare un approccio caratterizzato da ragionevole approssimazione teorica, vale a dire destreggiandoci tra i luoghi comuni, da una parte, e la tentazione di giungere ad astratte definizioni – apodittiche e incontrovertibili dall’altra.
Quelle che, qui, vengono chiamate implicazioni
assurgono a una importanza primaria e riguarderanno gli aspetti politici, demografici, culturali, climatici e di sostenibilità logica – nei confronti dei fatti storici – di ciò che definiamo, in genere, Religione, con particolare riferimento (ma non esclusivo) a quella cristiana, ovvero alle varie letture
di ispirazione cristiana.
Il clima e la demografia – profondamente legati fra loro – ad esempio, influenzano le tecniche produttive (o vedremo un nesso causale inverso?); e queste ultime rilevano per quanto attiene alla organizzazione politica e alla cultura di uno o più popoli? Nel testo si sostiene che l’unico vero cambiamento, nella Storia dell’umanità, sia stata quella Rivoluzione agricola – avvenuta circa 10.000 anni fa – che ha determinato un nuovo rapporto con la Natura, caratterizzato da elementi di dominio su di essa; tale passaggio non ha subìto modificazioni sostanziali fino a pochi decenni fa, nemmeno in occasione delle varie Rivoluzioni industriali.
Ed ecco la grande sfida che si cercherà di approfondire in questo testo: siamo dentro una successiva Rivoluzione
che porterà a trovare un rapporto di collaborazione con la Natura; quindi, non più dominio, ma nemmeno ritorno a quanto avveniva con l’umanità primitiva (seppure, come si sta cominciando a capire, non così primitiva) prima della cosiddetta Rivoluzione agricola.
Su queste tematiche ha fatto un’irruzione tremenda, di recente, tutta la vicenda sanitaria: così si è scoperta
l’importanza della salute e il suo misterioso
legame col benessere.
Una scoperta veramente epocale! Come se tante culture non avessero assegnato una posizione preminente alla medicina e al benessere fin dalle origini della civiltà umana. Perché la cosiddetta pandemia ci ha trovato così impreparati? Come c’entrano la politica e l’economia con quanto è successo: ospedali paralizzati, medici che non volevano recarsi a visitare i propri assistiti, misure di prevenzione inefficaci e contraddittorie, autopsie proibite, effetti devastanti sulla vita sociale e culturale, incertezza permanente, cure semplici e tempestive neglette, vaccini che non sono tali e che possono produrre più danni della pandemia stessa se, invece, quest’ultima venisse, o se fosse stata, affrontata con i mezzi giusti ed efficaci.
Inoltre, si sosterrà che le catastrofi ambientali, con le loro drammatiche conseguenze, siano state dovute sia alla pretesa di fermare
i cambiamenti climatici stessi invece di affrontarli con le tecnologie disponibili, sia alla scarsa comprensione dei freni che l’economia e la politica hanno posto – da poco più