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L'altra moneta: Womanesimo e natura (Dall’avere all’essere) Un nuovo rapporto tra religione, economia e scienza?
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L'altra moneta: Womanesimo e natura (Dall’avere all’essere) Un nuovo rapporto tra religione, economia e scienza?
E-book148 pagine1 ora

L'altra moneta: Womanesimo e natura (Dall’avere all’essere) Un nuovo rapporto tra religione, economia e scienza?

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La moneta femminile. Statonote e sovranità monetaria senza debito.
In questo testo Galloni suddivide il pianeta in tre aree: i Paesi emergenti ed emersi come la Cina che – per prima tra di essi – sta entrando nella fase postindustriale (l’industria sarà sempre importante, ma domanderà meno risorse a favore dei servizi); i Paesi di più antica industrializzazione che tentano di rilanciare il PIL – come gli USA di Trump – invece di comprendere come occorra un mutamento di paradigmi economici e monetari (anche l’UE cambierà rotta presto, guidata dalla Germania che – in crescente difficoltà – dovrà abbandonare le politiche di Austerity e con possibili sorprese proprio dall’Italia, la più titolata a fornire l’indirizzo della svolta); i Paesi poveri e in ritardo di sviluppo (ma in forte crescita demografica) che potranno modificare il loro destino se sapranno abbandonare l’esportazione delle materie prime, dei semilavorati e delle merci ad alto contenuto di lavoro sotto- pagato per far crescere la domanda interna e sostituire le importazioni: solo così si scongiurerà una migrazione di massa verso le realtà considerate più ricche. 
Parafrasando Aldo Moro (ripubblicato a Bari “Il diritto. Lo Stato”, Cacucci 2006) si può dire che la stagione dei diritti - iniziata con le Rivoluzioni Borghesi e terminata con la svolta liberista di quarant’anni fa - si è esaurita; per dare spazio alla nuova stagione della convergenza o comunione di intenti. In ciò la prospettiva evolutiva della democrazia e dell’economia. 


Antonino Galloni è nato a Roma il 17 marzo 1953. Ha svolto attività di studio e ricerca prima e dopo la sua laurea nel 1975 in Italia e all'estero, iniziando la sua attività di docente universitario a Roma, Milano, Modena, Napoli e Cassino. Funzionario di ruolo al Ministero del Bilancio dal 1979, si è dimesso nel 1986 per insanabili contrasti con i Governi sulle politiche economiche e monetarie: durante questo periodo collabora strettamente e continuativamente col professor Federico Caffè. Nel 1989 viene richiamato ai vertici dell'amministrazione – che aveva lasciato tre anni prima – dal Presidente del Consiglio per vedersi affidato l'incarico di contribuire a cambiare l'economia italiana perché le sue previsioni sui conti pubblici, sul Debito e sull'andamento delle imprese si erano rivelate esatte. Dopo meno di due mesi di attività, a seguito di pressioni della Banca d'Italia, del Ministro del Tesoro, della Confindustria, della Fondazione Agnelli, della Fiat e, addirittura, dello stesso Helmut Kohl, deve nuovamente allontanarsi dal Ministero del Bilancio. Nel 1990 viene dunque chiama-to dal Ministro del Lavoro Carlo Donat Cattin a fare il direttore generale dove resterà per oltre dieci anni, assumendo incarichi di gestione diretta della macchina amministrativa. Dal 2002 al 2010 ha svolto i controlli contabili all'Inpdap, dal 2010 al 2015 all'Inps, dal 2015 al 2018 all'Inail. È autore di numerosissimi saggi di economia che ne fanno uno degli autori più letti fra un pubblico che cerca soluzioni alternative e radicali ai mali della Società. 
 
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2020
ISBN9788899981877
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    L'altra moneta - Antonino Galloni

    mezzi.

    Introduzione

    I Perché di questo saggio: Dio economista o democrazia?

    Quando ho iniziato ad occuparmi di economia professionalmente, pensavo, tra le altre cose, che le Religioni fossero superate ovvero che dovessero, tutte, convergere verso l’Uno e l’Assoluto.

    Anche una istintitiva simpatia verso la New Age contribuiva ad una visione in cui, ad esempio, Cristo era riferimento comune – e, comunque, trascendente (il Crist-allo) – anche per le entusiasmanti Religioni Orientali: ciò era compatibile con un sostanziale annullamento della Religione stessa quale strumento di potere; concezione alla quale ci eravamo assuefatti a seguito di una visione laicista, marxiana o weberiana che fosse: ricordo un incontro, nel 1998, con l’allora Cardinale Ratzinger che – in occasione di un convegno sull’occupazione, organizzato dal Ministero del Lavoro a Cassano all’Jonio – mi corresse a proposito del Buddismo e della stessa New Age. Furono parole profetiche, ma allora non me ne resi completamente conto.

    Anche ripensando a quell’incontro, oltre vent’anni dopo, mi è sorto un dubbio: e se di una Religione, la gente, oggi, avesse ancora bisogno?

    O, meglio, per entrare finalmente nel merito della presente Introduzione: perché o cosa è la gente? Perché in tempi di complottismi e populismi ci si dovrebbe opporre alla cultura gender quale apripista di un’umanità transgender?

    I problemi economici sono così come appaiono o, invece, rap- presentazioni finalizzate, almeno, a mantenere nella paura e nella confusione la gente stessa? E i cambiamenti climatici? E l’estinzione del genere umano aiuterebbe Madre Natura a riprendersi? Quali sono i rapporti tra il massimo potere finanziario, l’opposizione a tecnologie che ci fornirebbero energia gratuita virtualmente illimitata e la decimazione degli abitanti della Terra?

    Insomma, dopo le televisioni e il Web (che prendono il posto delle religioni-strumenti-di-potere-oppio-dei popoli), ci sarà qualcos’altro per condizionare appieno le masse oppu- re queste ultime avranno modo di liberarsi, di emanciparsi psicologicamente? La democrazia è ancora attuale o rappre- senta un freno alla crescita morale perché una stragrande maggioranza di elettori-condizionati legittima una sparuta minoranza insensibile all’obiettivo del bene comune?

    C’è spazio – senza evocare il fantasma del governo dei tecnici, dei filosofi, dei migliori – per affiancare alla legitti- mazione democratica (anche nel suo aspetto demagogico) ed a quella del denaro o della proprietà, anche il peso della scienza, della logica, del buon senso, del merito, delle capa- cità messe al servizio dell’intera società?

    In varie sedi ho sostenuto il discorso dell’alternativa – e qui riprenderò il tema – tra, da una parte, ripresa di funzionamento dello Stato (che emette la moneta sovrana non a debito) e delle banche (che fanno esclusivamente credito alle attività produttive anche a tassi di interesse negativi); e, dall’altra, di reazione dei privati e dei poteri finanziari che puntano su emissioni di monete complementari e cripto valute: al momento, oltre ai bit coins e all’Ethereum (che funzionano come titoli speculativi, soggetti a forti variazioni quotative), siamo in attesa degli sviluppi della Libra, promossa da grandi gruppi privati che vorrebbero muoversi, appunto, in alternativa agli Stati Nazionali. Meno semplice sarà spiegare che ruolo vi giochino le grandi banche; ma il discorso verrà approfondito – per quello che è possibile – nel testo che segue.

    Certo, come la Religione anche lo Stato è soggetto a una doppia valutazione: strumento di potere (di una minoranza sulla maggioranza) o luogo di convergenza di interessi comuni, di difesa delle categorie più deboli, di vicinanza ai cittadini nei momenti di difficoltà, di promozione dei principi di equità, dignità e realizzazione della persona umana?

    Un nuovo Stato o il recupero di quanto dice la bellissima Costituzione italiana del 1948?

    Una nuova Religione – per venire incontro alle esigenze più profonde e, forse, ingovernabili degli esseri umani – non troppo sincretistica eppure diversa da quanto abbiamo sperimentato finora?

    Eppoi, chi volesse difendere la migliore versione dell’attuale assetto statuale (rifacendosi alla Costituzione Italiana del 1948 o alla coeva Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo) non avrebbe bisogno di una nuova Religione; ma chi volesse superare gli attuali Stati o modificarli radicalmente, probabilmente, sì.

    Comunque, cari lettori, state tranquilli: niente, credo, mi è stato rivelato dall’Alto. Dopo non essere riuscito, in oltre quarant’anni di ricerca sui temi dell’economia e della moneta, ad ottenere dalla Classe Politica, altro che numerosi e tardivi Ah, Galloni, se ti avessimo dato retta..., non credo ancora di essere divenuto né un Mosé, né un Maometto.

    A questo proposito, però, ricordo la mia prima intuizione nella materia. A otto anni (avevo da poco iniziato la quarta elementare e dovevamo studiare l’Islam dopo che l’anno prima avevamo finito con la caduta dell’Impero Romano): sostenni che l’Islam fosse iniziato come un movimento di mercanti alla ricerca di espansione; da allora mi affibbiarono l’etichetta di economista che non mi sono più riuscito a togliere. E, benché i miei interessi riguardassero più la chimica, la storia e l’astronomia...vabbeh.

    In seguito, mi accorsi dell’importanza della mia intuizione originaria, studiando i deflussi aurei dal centro dell’Impero Romano verso NordAfrica e VicinoOriente (per comperare cereali destinati alla plebe cittadina e mantenere l’esercito una volta che l’espansione predatoria si era fermata).

    Non a caso, Sud ed Est del Mediterraneo rappresentaro- no l’espansione stabile dell’Islam che, poi, avrebbe destinato l’oro stesso all’Europa (in primis le cosiddette Repubbliche Marinare italiane) contro schiavi, legname e navi.

    Il ritorno dell’oro in Europa – e qualche importante cambiamento climatico, capace di far aumentare i raccolti agricoli – fu alla base del Risveglio dell’anno Mille; da lì si partì pian pianino – considerando anche le prime Crociate – con quegli strumenti che, nel corso di circa tre seco- li (rappresentazione cartacea dell’oro e dell’argento, partita doppia, ecc.) portarono al credito moderno, alle banche ed al mutamento di funzioni monetarie.

    Quanto sosterrò nel testo, come sanno già i miei affezionati lettori, non è frutto solo di ragionamenti teorici (senza esagerare) o storici; ma anche di una (ahimè) lunghissima esperienza nelle imprese e nella pubblica amministrazione italiana.

    Diciamo teoria (con)fusa ad esperienza; che mi ha portato, però, a distinguere – questa sarà una parte importante del testo che segue – tra moneta avere e moneta essere.

    Qualcosa di molto importante, come si vedrà.

    PARTE PRIMA

    Le prime tre fasi della storia umana

    Capitolo 1

    Fino a diecimila anni fa

    La Storia e l’economia dell’umanità, fino a 10.000 anni fa, hanno subito notevoli cambiamenti, soprattutto in rapporto agli strumenti utilizzati: legno, pietra, metalli, fuoco, ecc.

    Ma, sostanzialmente, il modello economico-sociale rimase invariato: si ricavavano il cibo e gli indumenti direttamente dalla Natura; dimodoché, era la disponibilità da parte della Natura stessa, a determinare l’equilibrio demografico possibile.

    In altri termini, date le risorse, era possibile un solo equilibrio demografico massimo (ovvero quante persone potes- sero esistere su un determinato territorio).

    L’offerta – se così la si deve chiamare – poteva variare in base al clima, alla latitudine e ad altri eventi naturali; tutto questo finiva per comportare un cambiamento nel novero della popolazione sostenibile, ma il meccanismo permaneva uguale.

    L’attesa di vita sembra fosse piuttosto bassa e ciò contribuiva, probabilmente, al mantenimento dell’equilibrio demografico descritto. Quindi, caccia, pesca e raccolta di vegetali dovevano rispettare il rinnovamento delle risorse medesime; pena un abbassamento dell’intensità demografica possibile.

    In queste condizioni, la Religione non poteva che essere immanente; la scoperta dello spirito-anima anche degli animali (testimoniataci dai dipinti delle caverne) non poteva che portare all’onnipossenza della Natura; la condizione economica doveva negare la scarsità ed affermare un’abbondanza corrispondente alla situazione per noi di oggi forse incomprensibile – di sufficienza.

    Non c’era moneta perché strumenti e risorse presentavano più che altro un valore d’uso e non di scambio; quest’ultimo poteva risultare implicito nella pratica del baratto, atto estremo, dettato dall’esigenza di rifornirsi di qualcosa di necessario che né si possedeva, né si poteva produrre.

    Più complicato è cercare di capire il rapporto tra maschile e femminile.

    In una situazione di caccia, pesca e raccolta è probabile che le donne collaborassero con i maschi per le varie attività. Se è vero che il cervello umano si è sviluppato a causa della corsa (tecnica principale di inseguimento e sfinimento delle grandi prede che davano pellame, zoccoli, ossa, ecc. oltre la carne), è anche vero che il cervello femminile – in rapporto al peso corporeo – non differisce da quello dell’altro sesso. In quelle condizioni di vita estreme, fertilità e gravidanza do- vevano rappresentare più un’eccezione o un accidente e non una esclusiva funzione della femmina (un po’ diversamente rispetto agli animali, dove, pure, la funzione riproduttiva non è l’unica delle femmine, seppure la più importante per quanto riguarda la prosecuzione della specie; tuttavia, anche tra gli animali, esistono numerosissimi scambi funzionali tra i due sessi, soprattutto a proposito del primo accudimento della prole).

    Ma puerperio e parto dovevano riunire il gruppo delle donne e creare, al loro interno, una solidarietà simile a quel la fra maschi a proposito della caccia; eppure diversa, perché finalizzata alla vita ed all’allevamento dei piccoli invece che alla cattura ed alla uccisione dei grandi.

    Quindi, la femmina nutre con il latte laddove il maschio deve togliere il sangue delle sue vittime.

    Eppure, entrambi collaborano alla buona riuscita della società, per quanto primitiva: cibo, vestiario, riproduzione, sopravvivenza, allevamento dei piccoli fino, almeno, al raggiungimento della loro indipendenza, ovvero addestramento a divenire adulti e svolgere autonomamente le funzioni che furono dei precedenti adulti (il tutto accelerato, come s’è già detto, dalla ristrettezza della vita media).

    Riassumendo questo primo capitolo: immanenza di ciò che chiamiamo, in genere, Dio; rapporto diretto Uomo e Natura che è un tutt’uno, rappresenta forze terribili (benefiche o malefiche) e la cui produttività non può essere né incrementata, né depredata impunemente; assenza di economia monetaria; consapevolezza di una componente che chiameremmo anima (delle persone, delle cose, degli animali) passibile di rappresentazione, però, apparentemente, non materiale; collaborazione tra maschile e femminile, seppure con maggiore affinità di quest’ultimo alle forze

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