Napoli in versi
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Scrivere di sè è un’impresa non facile perché l’auto percezione è un atto che raramente compiamo e tendenzialmente siamo portati ad osservare più gli altri che noi stessi. E se pure ci concediamo talvolta un po’ di autocritica siamo abbastanza indulgenti verso di noi cercando giustificazioni al nostro operato rischiando l’autocelebrazione. Perciò, anche in considerazione del fatto che questa nota introduttiva di un libro di poesie edito come premio per un concorso letterario deve necessariamente essere breve, più che di me preferisco parlare di poesia.
Ognuno di noi avverte dentro di sé i sentimenti più vari che vanno da quelli istintivi dell’amore verso i propri cari a quello verso altre persone che suscitano in noi interesse o attrazione, o quello verso gli animali o altri esseri viventi come piante e fiori. Ma, oltre l’amore, ci sono la paura, la compassione, l’odio, l’orrore e tante altre suggestioni e percezioni che danno vita ad una gamma infinita di sensazioni che fanno palpitare il cuore. La stessa natura, con l’alba, il tramonto, lo sbocciare di un fiore, lo sciabordio dell’acqua del mare, panorami mozzafiato di coste frastagliate, di paesaggi lussureggianti, di cime innevate di monti e tanto altro ancora non sono interlocutori muti, ma parlano all’anima destando stupore, meraviglia, compiacimento.
Di fronte a tutto questo difficilmente si resta indifferenti. Molte persone, tuttavia, lasciano decantare queste sensazioni, forse giudicandole infantili o perché prese dal vortice dei ritmi della vita moderna. Ma c’è chi ama indugiare sullo stato d’animo, chi si ferma a guardare, chi si ferma a godere lo spettacolo naturale, chi ama evocare le sensazioni facendole rivivere nel cuore e nella mente. Ed allora nasce la voglia di descrivere ciò che si prova, si vuole dare voce al proprio sentire. Si cercano parole, assonanze, rima, ritmo. Pian piano si scrivono versi. La poesia nasce spontanea, si impone, avverte e sostiene i palpiti del cuore, reclama la sua esistenza.
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Fausto Marseglia
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Anteprima del libro
Napoli in versi - Fausto Marseglia
NOTE BIOGRAFICHE
Marseglia Fausto è nato a Napoli il 2 giugno 1944, laureato in Pedagogia con 110/110 e lode al Magistero di Salerno Dirigente scolastico in pensione Vincitore e Pluripremiato in Concorsi di Poesia nazionali ed internazionali Giurato e Presidente di giuria in Concorsi di Poesia nazionali ed internazionali Autore di diverse pubblicazioni personali fra cui: Nu poco ’e Napule… nu poco ’e me
, Rav. In Progress Editrice 2011; Comme passa ’o tiempo
, Gallina Editore 2018.
Presente in numerose antologie edite per concorsi in vernacolo e in italiano Insignito di 4 premi alla carriera, Oscar Alta Cultura Accademia Europa 2000
Onorificenza per meriti culturali Festival Internazionale della cultura Letino 2019
NOTA INTRODUTTIVA DELL’AUTORE
Scrivere di sè è un’impresa non facile perché l’auto percezione è un atto che raramente compiamo e tendenzialmente siamo portati ad osservare più gli altri che noi stessi. E se pure ci concediamo talvolta un po’ di autocritica siamo abbastanza indulgenti verso di noi cercando giustificazioni al nostro operato rischiando l’autocelebrazione. Perciò, anche in considerazione del fatto che questa nota introduttiva di un libro di poesie edito come premio per un concorso letterario deve necessariamente essere breve, più che di me preferisco parlare di poesia.
Ognuno di noi avverte dentro di sé i sentimenti più vari che vanno da quelli istintivi dell’amore verso i propri cari a quello verso altre persone che suscitano in noi interesse o attrazione, o quello verso gli animali o altri esseri viventi come piante e fiori. Ma, oltre l’amore, ci sono la paura, la compassione, l’odio, l’orrore e tante altre suggestioni e percezioni che danno vita ad una gamma infinita di sensazioni che fanno palpitare il cuore. La stessa natura, con l’alba, il tramonto, lo sbocciare di un fiore, lo sciabordio dell’acqua del mare, panorami mozzafiato di coste frastagliate, di paesaggi lussureggianti, di cime innevate di monti e tanto altro ancora non sono interlocutori muti, ma parlano all’anima destando stupore, meraviglia, compiacimento.
Di fronte a tutto questo difficilmente si resta indifferenti. Molte persone, tuttavia, lasciano decantare queste sensazioni, forse giudicandole infantili o perché prese dal vortice dei ritmi della vita moderna. Ma c’è chi ama indugiare sullo stato d’animo, chi si ferma a guardare, chi si ferma a godere lo spettacolo naturale, chi ama evocare le sensazioni facendole rivivere nel cuore e nella mente. Ed allora nasce la voglia di descrivere ciò che si prova, si vuole dare voce al proprio sentire. Si cercano parole, assonanze, rima, ritmo. Pian piano si scrivono versi. La poesia nasce spontanea, si impone, avverte e sostiene i palpiti del cuore, reclama la sua esistenza.
Io ho sempre amato la poesia. Mi piaceva leggere i classici conosciuti attraverso gli studi scolastici. Amavo e amo ancora Dante, Leopardi, Foscolo, D’Annunzio, Ungaretti, Pirandello, Montale. Amavo ed amo ancora Prèvert, Shakespeare, Garcìa Lorca, E. Dickinson, Khalil Gibran. Mi piace quella corrispondenza d’amorosi sensi
che si prova calandosi nel mondo del poeta e il retrogusto che lascia l’averne condiviso l’emozione ispiratrice. Poi ho scoperto i poeti dialettali quali Raffaele Viviani, Vincenzo Russo, Salvatore Di Giacomo, Salvator Rosa, Totò, per fermarmi a quelli napoletani, ma non disdegnando altri non napoletani come Trilussa o Belli. Ho apprezzato il linguaggio dialettale quale forma di espressione verace
, vestito calzante delle tradizioni locali, forma e contenuto al tempo stesso.
Scrivevo versi fin da piccolo ma per lo più imitando, o meglio scimmiottando, le opere dei grandi maestri. Ma è con la quiescenza dal lavoro che la poesia ha preso il sopravvento nella mia vita. Con la maturità e più tempo libero ho potuto riaprire il cassetto ove era riposto quel vago sogno di scrivere e poterlo realizzare. L’incontro è stato straordinario, come due amanti costretti ad una forzata separazione per lunghi anni e poi pronti a riabbracciarsi. La creatura
che avevo in grembo e che non osava palesarsi ha finalmente trovato spazio, tempo e disponibilità per