Mi piacciono le vecchie
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Anteprima del libro
Mi piacciono le vecchie - Vittorio Rossato
PREFAZIONE
Adoro le barzellette, amo raccontarle e ascoltarle, una storiellina nuova è un bellissimo regalo, in questa vita piena di guai è una goccia di rugiada che si posa sulle nostre povere labbra riarse facendole distendere in un sorriso.
Tutto ebbe inizio quando Adamo ed Eva furono sfrattati dal paradiso terrestre per via di quel famoso peccato vegetale e condannati a una vita terribile, pensate avrebbero dovuto lavorare loro e tutti i loro discendenti, cioè voi e me (che detto tra noi neanche mi piacciono le mele).
Dopo il fattaccio l'arcangelo Gabriele, commosso dall’enormità della punizione, pare abbia detto:
«Signore penso che tu sia stato troppo duro con loro, in fondo hanno fatto la tua volontà hanno solo morso una mela, e se mangiavano il cocomero che cosa gli facevi? Chiedo almeno per questi sventurati qualche genere di conforto».
Così ai nostri progenitori furono concesse le attenuanti e il santo arcangelo dopo averci riflettuto qualche millennio chiese a loro favore, per rendere più sostenibile l’eterno castigo, tre cose: la partita di calcio, l'evasione fiscale e la barzelletta.
Qualche sera fa, mentre nel mio letto consumavo il rito dei dieci minuti di riflessione prima di dormire, dopo aver pensato a un gatto che conosco, a un panino con il salame che mangiai qualche anno fa, decisi che non era serio meditare su cose così futili e cercai un argomento più spirituale. Dopo aver scartato le tette di una famosa diva apparsa in tivù e le promesse di un politico che aveva dichiarato al tiggì di voler ridurre le tasse, mi misi a pensare ai miei amici che quando racconti loro una barzelletta divertente ridono e immancabilmente con le lacrime agli occhi dicono:
«Questa qua è proprio carina, peccato che me le dimentico, dovrei scriverle».
A questo punto sarebbe semplice alzarsi, prendere carta e penna e mettere nero su bianco, ma ciò non avviene mai.
Così dopo aver realizzato il suddetto profondo pensiero, esclamai con convinzione:
«Ho deciso comincio subito!»
E incurante delle proteste della mia compagna di sventure che farfugliava che non era il caso di iniziare un bel niente perché non ne aveva voglia, mi alzai deciso in preda al sacro fuoco della creatività, bevvi una birra e mi rimisi a dormire rimandando il tutto a un altro momento.
Così eccomi qua con dita frementi davanti alla tastiera del mio computer a scrivere al vostro posto.
Ma per carità non mi date dello scrittore e del genio, non stracciatevi le vesti di fronte a questa incredibile impresa, e soprattutto non prendetemi sul serio. Parafrasando un cantautore caro a noi tutti non mettetemi alle strette sono solo barzellette
.
Da voi non mi aspetto medaglie e onori, nemmeno
assegni in euro o dollari, ma un sorriso sì, quello me lo dovete.
P.s. Apprendo adesso con stupore, sgranando i miei occhioni belli, che qualcuno potrebbe riconoscersi nelle storielle che mi accingo a raccontarvi. State tranquilli fatti e personaggi sono frutto della fantasia popolare, di racconti intorno al fuoco, di lazzi tra colleghi durante le pause caffè e non si riferiscono mai a cose reali.
Claudio
001. Un anziano signore nato in Italia, ma vissuto per quarant’anni in Germania, muore. Giunto alle porte dell’inferno gli chiedono, visto che possiede la doppia nazionalità, in quale settore vuole andare, se in quello italiano o quello tedesco.
«Prima di scegliere vorrei sapere qual è la differenza dell’applicazione della pena».
«Presto detto. Nell’inferno tedesco tutte le mattine sveglia alle cinque con il caffè avvelenato, vi toccano cento martellate in testa, quindi siete immersi nella benzina per due ore e infine nel fuoco per tutto il resto della giornata».
«E l’inferno italiano?»
«Sveglia alle cinque con il caffè avvelenato, cento martellate in testa, vi immergono nella benzina per due ore e infine nel fuoco fino alla sera».
«Mi sembra la stessa cosa».
«Eh no! In quello italiano un bel giorno mancano i martelli, un bel giorno c’è lo sciopero dei benzinai, un altro giorno il fuochista arriva in ritardo…».
002. «Papà, quando bevi alcolici, come fai a capire se sei ubriaco?»
«È semplice figliolo, vedi quei quattro uomini laggiù? Se io fossi ubriaco ne vedrei otto».
«Ma papà, gli uomini sono solo due!»
003. Due amici sono al bar a farsi un goccetto.
«Sai, mia moglie mi dà sempre dell’idiota, e la tua?»
«E come potrebbe se nemmeno ti conosce!»
004. Sua santità il Papa è sempre stato uno sportivo e qualche volta, in incognito, preferisce guidare lui l’auto al posto del suo autista che giudica troppo lento e che fa sedere dietro, tanto i vetri sono oscurati e nessuno li vede. Così un giorno che guidava in un modo troppo disinvolto lo ferma la polizia e mentre un agente rimane dietro di guardia, l'altro si avvicina al guidatore e gli chiede patente e libretto, ma riconosciuto il Pontefice, fa un saluto militare, si scusa e questi riparte a razzo.
«L'hai fatta la multa a quel delinquente?»
Chiede il poliziotto al suo collega.
«Vuoi scherzare, non ho visto bene chi c'era dietro ma chi sa chi era per avere come autista il Papa!»
005. «In questo modo proprio non va caro signore!» Così il medico rimprovera dopo averlo visitato un ultraottantenne «è assolutamente necessario che lei dimezzi la sua attività sessuale se vuole conservarsi in buona salute».
«Per me va bene dimezzare, che faccio smetto di parlarne o smetto di pensarci?»
006. Due giovani sposi in viaggio di nozze prenotano una stanza in un agriturismo e, una volta chiusi in camera, dedicano tutto il loro tempo a fare l'amore.
Dopo tre giorni il proprietario bussa alla porta.
«Ragazzi scendete a mangiare».
«No grazie, per ora non abbiamo appetito, noi viviamo solo dei frutti del nostro amore».
«Come volete, ma non gettate le bucce dalla finestra, è già la seconda gallina che rischia di soffocare per aver mangiato un preservativo!»
007. Un tifoso napoletano entra in sala operatoria dove, a causa di una grave patologia, devono operarlo per asportargli un testicolo.
Assecondando i nuovi metodi il medico cerca di instaurare un rapporto di fiducia con il paziente presentandogli lo staff.
«Bene signor Gennaro, io sono il dottor Rossi il suo chirurgo, questo è il dottor Verdini il suo anestesista, la signora Rossana e la signora Celestina sono le infermiere e il signor Mario il portantino».
«Caspita! Vi ci siete messi in cinque per levarmi la palla! E che sono Maradona!?»
008. E’ un bel giorno di maggio. Nel parco pubblico un giovane asino innamorato, dà mostra di attributi notevoli propri della sua specie.
Alle domande del figlio il padre imbarazzato mente:
«Lasciamolo in pace, poverino, è tanto malato».
Il giorno dopo lo stesso bambino ritorna stavolta accompagnato dalla madre.
«Guarda mamma, quell’asinello sta tanto male».
«Eh! Ce l’avesse tuo padre tutta quella salute!»
Mormora piano la signora.
009. «Dimmi, com’è tua moglie a letto?»
«Mah! Chi dice bene chi dice male».
010. Due anziani coniugi durante la loro solita passeggiata, si fermano davanti all’asilo, dove bimbetti si sono conosciuti, e si abbandonano per un po’ ai ricordi della loro infanzia.
Tornando verso casa, trovano in un angolo una borsa piena di soldi e, mentre il marito vuole a tutti i costi restituirla, la moglie non ne vuol sapere e arrivati in casa la nasconde.
Suonano alla porta due carabinieri.
«Scusateci, stiamo cercando una borsa contenente una grossa somma, si tratta di tutto l’incasso di ieri del supermercato del quartiere che ci ha chiesto di interrogare gli abitanti della zona, potete darci qualche notizia in merito?»
La donna risponde di non saperne niente e, temendo che il coniuge possa parlare aggiunge:
«Vivo sola con mio marito che non ci sta più tanto con la testa...».
Interviene il marito:
«Non è vero la borsa l’abbiamo trovata noi oggi mentre tornavamo a casa dall’asilo...».
«Sì sì, va bene abbiamo capito, arrivederci e scusate tanto per il disturbo».
Concludono i due andandosene.
011. Il padrone osserva uno dei suoi lavoranti che taglia il fieno servendosi di una falce.
«Ascolta, stavo pensando che quando tagli, il tornare indietro è un movimento inutile, mettiamo una lama
anche dall’altra parte della falce così puoi tagliare
due volte, all’andata e al ritorno».
La modifica viene effettuata.
«Sai» riprende il padrone il giorno dopo «questo movimento che fai con la schiena che così non serve a niente, si potrebbe sfruttare attaccandoci un forcone, così potresti scansare quello che tagli».
Detto fatto viene attaccato anche il forcone.
«Interessante come muovi di lato il piede destro mentre vieni avanti» continua un altro giorno, «ci potresti ammucchiare il fieno tagliato da una parte così sarebbe pronto per raccoglierlo».
Arriva il più caro amico del contadino che tutto concitato gli comunica:
«Ho visto tua moglie con un altro, tieni le corna!»
«Zitto, parla piano che se lo viene a scoprire il padrone con le corna mi ci fa raccogliere il fieno».
012. «Quest’anno una passera me s’è magnate tutte le olive».
Si lamenta un agricoltore con un suo collega.
«A me l’anno scorso una passera me s’è magnato tutto quello che tenevo in banca».
Ribatte l’altro.
013. Mario passeggiando nel parco vede avvicinarsi un suo amico che zoppica vistosamente.
«Cosa ti è successo? Hai un piede che sanguina».
«Mi ha appena morso un grosso cane».
«Ci hai messo sopra qualcosa?»
«No, gli è piaciuto così».
014. La dolce Cappuccetto Rosso sta chiacchierando amabilmente con il lupo cattivo che, travestito da nonna, finge di essere a letto malato.
«Nonna che occhi grandi che hai».
«Per guardarti meglio bambina mia».
«Nonna che mani grandi che hai».
«Per carezzarti meglio bambina mia».
«Nonna che pelacchi lunghi che hai».
«A regazzì sei venuta a farmi visita o a criticare?»
015. Alla mensa un carabiniere a un altro:
«Lo sai cosa sono questi?»
Chiede prendendo in mano due bicchieri.
«Non so... sono due bicchieri».
«No, sono due pesci perché sono I-DENTICI».
La sera il secondo carabiniere vuole raccontare la freddura alla fidanzata e prendendo due forchette tra le mani domanda:
«Cosa sono queste?»
«Sono due forchette».
«No sono due pesci perché sono U-GUALI».
016. «Marescià, allora me ne vado in ferie al mare, me sò comprato un gommone de cinque metri».
«Te sei comprato un gommone de cinque metri?! E che ce devi cancellà?!»
017. Il Signore, un giorno decide di scendere sulla terra per