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Ingresso nel Dragone: Viaggio Italiano sulle tracce dell'antico Culto Mondiale
Ingresso nel Dragone: Viaggio Italiano sulle tracce dell'antico Culto Mondiale
Ingresso nel Dragone: Viaggio Italiano sulle tracce dell'antico Culto Mondiale
E-book184 pagine2 ore

Ingresso nel Dragone: Viaggio Italiano sulle tracce dell'antico Culto Mondiale

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Info su questo ebook

Da uno Stagno a Roma, passando per le Marche, questo è il viaggio che ha portato Giorgio a conoscere il Culto del Drago che si annida tra i palazzi della politica, compiere il suo destino e risvegliare Gaia dall'incantesimo a cui è stata sottoposta. Questo, infatti, è l'unico modo per giungere alla liberazione di un mondo che sta per vivere l'apocalisse. È così che Giorgio si ritrova a dover sfruttare le caratteristiche spazio-temporali per risvegliare la principessa, interpretare i simboli della leggenda e comprenderne le vere caratteristiche. Potrà confrontarsi con i misteri che avvolgono l'umanità, conoscere le strategie dell'antico Ordine, la sua caratteristica duale ed i legami che la fazione negativa ha con le mafie e molte nazioni, scoprendo importanti informazioni che riguardano gli attentati del 1993 in Italia, i progressi della nostra tecnologia, ed infine ponendoci domande che nessuno aveva mai avuto il coraggio di fare fino ad oggi.
LinguaItaliano
Data di uscita29 nov 2022
ISBN9791221411287
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    Anteprima del libro

    Ingresso nel Dragone - Giorgio Fioravanti

    STAGNO

    Siamo a Stagno nell'aprile 2012, periferia Nord di Livorno, un ex territorio paludoso, ormai bonificato, circondato dall’autostrada, da uno stagno, il canale scolmatore del fiume Arno, una raffineria, tra le più grandi d’Italia.

    Paese attraversato dalle tracce di una delle più antiche strade che portano a Roma, l’Aurelia. La zona più antica corrisponde a Stagno Vecchio dove si trova la chiesa di San Leonardo. La zona nuova invece è quella che corrispondeva ad una palude, successivamente bonificata, dove sorge oggi il paese.

    Il tutto convive in un equilibrio quasi surreale con un modesto boschetto e molto verde sparso per il paese, che permette in primavera di poter vedere molte mimose.

    La zona è tristemente nota, come una delle più inquinate d’Italia, tanto da essere inclusa nell’elenco dei 42 siti del SIN, cioè Siti di Interesse Nazionale, in cui vengono classificati dal Ministero dell’Ambiente i siti in base alla pericolosità degli inquinanti presenti, in relazione alle conseguenze che si creano sia da un punto di vista sanitario sia ambientale, ai fini della bonifica delle zone stesse. Ma la bonifica in quel sito, come in molti altri siti, non c’è mai stata seriamente. Io sono nato e cresciuto in questo posto, ed ho provato sulla mia famiglia quello che hanno provato e provano molte altre famiglie in giro per l’Italia e nel mondo, come per esempio nella zona di Taranto, con l’ex Ilva. Il problema in comune di queste aree, di difficile soluzione, riguarda la necessità di salvaguardare la salute degli abitanti della zona, le persone e ditte che ci lavorano, e di tutelare l’ambiente. Parole su parole, promesse su promesse, gli anni passano ma i risultati sono sempre gli stessi.

    L’esperienza vissuta in questa zona non poteva fare altro che segnare profondamente la mia adolescenza, considerando anche la mia innata sensibilità caratteriale e le numerose esperienze spirituali che si sono susseguite fin dall’infanzia. La rabbia, la frustrazione, la delusione, il senso di ingiustizia mi hanno accompagnato per anni, senza mai convincermi, e spero non ci riusciranno mai, a rassegnarmi all’idea che nulla si possa fare per cambiare le cose.

    Un giorno, seduto davanti ad un computer, nella mia cameretta, sfogliando le pagine di internet, la mia attenzione venne attratta da una particolare leggenda, quella di San Giorgio e il Drago, con cui mi sono trovato fin da subito in sintonia, sia poiché porto lo stesso nome, sia perché alcune mie radici sono di Porto San Giorgio, dove la storia del megalomartire assume molta importanza.

    Il calore che provavo e che provo ancora con quella leggenda, mi lascia perplesso, figuriamoci in quel periodo, ancora adolescente. In quegli anni un ragazzo sogna, un ragazzo si illude che le leggende, i miti, metafore o non metafore, possono riapparire, in un modo o nell’altro, che le imprese compiute da uomini del passato si possano ripetere.

    Forse Giorgio, quelle erano solo illusioni, solo le fantasie di un giovane ragazzo, condizionato da una storia difficile. Ormai in questa società è più facile fantasticare con la mente, che guardare in faccia la realtà. Conviene infatti abbassare la testa, conviene piegarsi al sistema e fare finta di non vedere…

    Ma niente, non c’era nulla da fare, le immagini delle sofferenze nel volto delle persone che ho conosciuto e quelle che ho amato, non riuscivo proprio a cancellarle dagli occhi, ma soprattutto dal cuore.

    Neanche il tempo di riflettere per l’ennesima volta su quella dannata leggenda, che la porta della mia cameretta cominciò lentamente ad aprirsi, due manine si sporsero delicatamente, nell’intento di spalancare l’ingresso, da dove scorsi un bambino fare capolinea nella mia stanza.

    Nel vedere quell’immagine il mio corpo si bloccò, tranne la bocca, mentre quel bambino si muoveva verso di me.

    – Chi sei...?? – gli chiesi molto intimorito.

    – Ciao Giorgio – il bambino mi salutò, come se fosse un incontro naturale.

    – Non avere paura, ascolta quello che ho da dire – continuò il bambino con capelli ricci castani, occhi verdi, vestito con una semplice camicetta grigia e dei pantaloni blu scuri. Ma come cavolo facevo a non avere paura, ero tutto immobilizzato, tranne la bocca e mi trovavo un bambino mai visto nella stanza che continuava a fissarmi e parlarmi, senza che potessi distinguere tra sogno e realtà.

    – Sono contento di conoscerti, ho insistito molto per poterti vedere, poiché devo parlarti di un argomento importante – continuò il bambino avvicinandosi sempre di più.

    – Chiedimi quello che vuoi, ma almeno dimmi chi sei.

    – Hihihi chi sei, chi sei... tu sei un ragazzo, ma a volte ti comporti come un adulto e come molti adulti spesso sottovaluti il nostro essere bambini. Cosa ti serve sapere chi sono, se è il messaggio quello che conta, ascoltalo e poi farai le tue valutazioni.

    Rispose guardandomi con un misto tra l’essere divertito, ed il volermi istruire, in qualche modo...

    – Non senti che la principessa è in pericolo? Non senti che ha bisogno di aiuto?

    Dopo quelle sue parole, mi venne proiettata nella mente una scena surreale, in cui vidi una ragazza, in abito da sposa, attraversare un piccolo laghetto, camminando lentamente su un modesto ponte di legno addobbato a nozze per l’occasione. Ad aspettarla, sulle sponde opposte, una fitta schiera di soldati, comandati da un uomo, con indosso una corazza, capelli rossi, gli occhi neri da fare paura, accanto a quello che sembrava essere il Re, avendo il classico mantello rosso, lo scettro e la corona adornata con brillanti diamanti blu.

    – Solo voi la potete salvare, tu appartieni alla famiglia dei Draghi, quella che un tempo viveva sul pianeta alla luce del Sole, a differenza di oggi che sta vivendo nell’ombra. Se riuscirai a trovare l’antico Culto e le tue origini, potrai contribuire a far risvegliare Gaia dall’incantesimo a cui è stata sottoposta.

    – Quale incantesimo? – chiesi sempre più incuriosito.

    – Lo scoprirai nel tuo percorso, per ora posso dirti che è stata ingannata ed obbligata a sposarsi con il principe del male, alleato con il Re, in una alleanza che va avanti da tanto, troppo tempo ormai, che si concluderà con il matrimonio definitivo. Solo voi potete, come avete fatto all’inizio della vostra storia, riscaldare il gelido cuore della principessa.

    Ritrova il Culto, compi il tuo destino, e contribuisci a fare risvegliare Gaia, dopodiché aspettate che sia lei e soltanto lei, quando se lo sentirà, con tutta la sua Volontà, ad intonare il Canto Magico. Solo allora vi libererete in volo e la salverete.

    Con queste parole, scandite come fossero una supplica ed un ammonimento, il bambino mi sorrise, mi salutò con la manina, prima di uscire velocemente da quella stanza.

    Riuscii a riprendere le forze ed il controllo del corpo, prima di inseguirlo, quando ormai era già sparito.

    Non riuscirò mai a capire se quello che ho vissuto era un sogno, una visione o la realtà, fatto sta che quelle sue parole risvegliarono in me dei ricordi ormai offuscati.

    La famiglia del Drago... il Culto del Serpente... il principe del male, il Re, Gaia, mi ricordavano qualcosa in più rispetto alla leggenda, anche se non riuscivo a focalizzare. Forse prima che l’invasione sconvolse la nostra vita, qualcuno si è separato e infiltrato tra gli esseri umani, diventando come loro, forse quel filo invisibile che li lega indissolubilmente è destinato a perpetuarsi nel tempo, fino a quando il cerchio si chiuderà di nuovo.

    Quello che non capivo, era la scena proiettata nella mia mente, sembrava che ormai nulla si potesse fare affinché Gaia non raggiungesse la sponda opposta del laghetto, quando mi vennero in mente alcune intuizioni. Tra queste ricordai come gli incantesimi fanno parte di uno spazio-tempo e che sfruttando la caratteristica atemporale, sarebbe stato possibile comunicare con l’inconscio della principessa, fermare il tempo, facendole ripercorrere una storia che potesse risvegliarla.

    L’intuizione mi ha regalato un barlume di speranza, falsando lo spazio-tempo, sarebbe stato possibile agire nell’inconscio. Anche se i margini di riuscita non erano molti, credevo che quella potesse essere la migliore strategia. Tutto questo ebbe inizio proprio da uno stagno. Mi accorsi infatti, con delle semplici ricerche, che molte sono le zone stagnanti o nelle periferie delle città dove si trovano paesi o chiese dedicate a San Giorgio.

    Come non ricordare Roma, la sua periferia, quei quartieri che un tempo si chiamavano proprio Dragone, che oggi corrispondono a Dragona e Dragoncello, in quel di San Giorgio ad Acilia. Ma anche quella che si trova in Sardegna, a Perfugas, nella periferia nord del paese chiamata chiesa di San Giorgio. Oppure la chiesa di San Giorgio al Velabro che è stata realizzata a Roma in una zona fondamentale dal punto di vista storico.

    E perché non pensare agli alchimisti intenti nel loro arduo compito di trasformare i metalli grezzi in oro e come fare a non accorgersi che tra questi metalli vili c’è anche lo stagno...

    L’aria inquinata da quella raffineria, intervallata dal profumo delle mimose, facevano da cornice a queste mie riflessioni, quando vidi scorgere da alcuni scatoloni i ricordi di famiglia, che mi fecero tornare in mente le mie radici del Nord, di Asti, del Centro, di Porto San Giorgio e del Sud, Palermo, ma soprattutto i ricordi di infanzia, vissuti nel quartiere La Rosa, accanto alla Caserma Vannucci in cui si trova la Brigata Folgore, che mi permisero di vedere la città da un punto di vista diverso, strategico, capendo l’importanza che ricoprono gli ambienti militari, tra cui l’Accademia Navale.

    Nel vivere quei ricordi, le mie radici, i miei amici, le immagini di classe, le feste di compleanno organizzate a Stagno Vecchio, l’incontro reale o immaginario con quel bambino, scatenarono in me una scintilla e il desiderio di partire. Sentivo che dovevo spostarmi verso le Marche, attratto dal richiamo della città di Porto San Giorgio.

    Intuivo che negli anni successivi l’umanità avrebbe vissuto l’apocalisse e che le Marche sarebbero state una zona ideale e strategica, dal punto di vista spirituale, dove poter far ridestare le mie origini, contribuendo al risveglio collettivo. Quella regione, infatti, è l’unica a riassumere le culture del Nord, del Sud e del Centro Italia, inoltre in quella zona si troverebbe anche un triangolo multidimensionale. Queste caratteristiche e la sua posizione rendono le Marche una zona particolare da un punto di vista vibrazionale con molto potenziale energetico da ritrovare ed utilizzare. Prima però ne approfittai per fare ancora un giro nel paese, percorrendo zone ricche di tanti ricordi, fino a quando mi soffermai sulla fontanina circondata dalle panchine, luogo di ritrovo da sempre, davanti ad una ludoteca, chiusa ormai da tanto, troppo tempo…

    Ma era giunto il momento, ed a 21 anni, nel 2012, decisi di partire.

    Ho deciso di farlo di notte, illuminandola in modo simile ad una saetta, proprio come uno dei simboli dell’ambiente militare che ho avuto la possibilità di conoscere, la Folgore, lasciando quello Stagno con un velo di nostalgia e rabbia, ma con una promessa a me stesso, dare tutto per vivere una storia impossibile, pazienza se famigliari, parenti o amici o altre persone non avrebbero capito, o mi avrebbero giudicato come un illuso, un sognatore.

    Forse dovevo abbassare la testa, arrendermi all’assunto che le cose non cambieranno mai, che è tutto inutile, che non dovevo partire per quella regione favorevole allo studio ed alla ricerca spirituale, da permettermi di ritrovare l’antico Ordine, impararne le strategie e magari un giorno contribuire alla creazione di un’era di rinascita, rinnovamento culturale.

    Molti mi direbbero tutto questo, l’ho sempre saputo e forse da un lato li capisco, ma la realtà è che non riuscivo a vivere quella vita normale e non ci riesco ancora oggi.

    Forse sono un ingenuo sognatore, allora lasciatemi sognare, ma proseguite con la lettura di questo racconto e forse un giorno si completerà il disegno, dimostrando il reale valore di questo viaggio...

    TEMPUS ET SPATIUM

    Fermare il tempo, facendo ripercorrere la propria storia alla principessa sarebbe stato l’unico modo per poterla salvare.

    Questo grazie alle qualità dello spazio e del tempo, questi due impostori, abituati come sono ad ingannare e noi, abituati come siamo, ad ingannare noi stessi.

    Ma neanche il tempo di riflettere sulla strategia da attuare che un sibilo invase improvvisamente le mie orecchie, persi lentamente la sensibilità di tutto il corpo, quando mi ritrovai in una dimensione sconosciuta.

    Passarono alcuni istanti, dopodiché, riacquistate lentamente le forze, i miei occhi vennero attratti da una grotta caratterizzata da stalattiti e stalagmiti che scendevano dalle pareti di ghiaccio, dove la temperatura si manteneva in qualche modo tiepida, il tutto circondato da un mare ghiacciato, sopra il quale scorsi una piccola barca di legno.

    Improvvisamente i miei sensi vennero attratti da un angolo della grotta dove sentivo singhiozzare una persona, mi avvicinai lentamente vedendo una ragazza seduta con le gambe piegate, in posizione rannicchiata, in abito da sposa, immersa nel pianto. Ho impiegato poco tempo per riconoscere la stessa sposa della visione che ho avuto nell’incontro con quell’anonimo bambino.

    Con molta delicatezza e sensibilità mi avvicinai.

    – Chi sei?? – mi chiese alzando lo sguardo, ancora singhiozzante. Non avevo più dubbi, era lei.

    – Mi chiamo Giorgio, tu?

    – Gaia, dove siamo? Non capisco cosa sta succedendo...

    – Credo che siamo immersi in un varco temporale.

    – Come è possibile, sto vivendo un sogno, o

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