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Nero Fumo
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E-book145 pagine1 ora

Nero Fumo

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Info su questo ebook

Aram riuscirà a scoprire cosa cela il 'Ventre' colmo di fumo nero?
È un giorno importante per Aram-Zym di Zmirrat: diventerà un uomo. Il re Ach-Noim gli ha affidato un compito semplice. Ma i pericoli da evitare sono proprio quelli entro le mura della città vecchia, detta il Ventre, su cui aleggia da sempre uno strano fumo nero. Di quel luogo non si sa nulla se non che non bisogna entrarvi. Ma Aram e i suoi amici non potranno evitarlo.
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2023
ISBN9791222044996
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    Anteprima del libro

    Nero Fumo - Andy Moore

    Andy Moore

    Nero Fumo

    Collana Fantasy n°1

    A cura di Ilaria Alleva

    © 2022 Argoo aps

    www.edizionitaliane.it

    Edizioni Italiane

    Edizione digitale: dicembre 2022

    UUID: a6a588b4-4b58-4a48-b6b7-a0350469b9df

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Andy Moore

    PARTE PRIMA: BUIO

    La prova

    Si-Far

    Alla casa di Ach-Noim

    L’attesa

    L’incontro

    A colloquio con Ach-Noim

    La mossa di Ach-Noim

    La città cambia

    Intorno alla Città

    Il quartiere orientale

    Fuori dalle mura

    Nel Ventre

    Il sotterraneo

    La piazza

    Brutti incontri

    La via perduta

    Il taverniere

    La donna del Nord

    Fuori dal Ventre

    Il demone oscuro delle sabbie

    PARTE SECONDA: ESILIO

    Addio a Zmirrat

    La Lente

    Il deserto

    La cava

    La pietra nera

    Andy Moore

    Nero Fumo

    immagine 1

    PARTE PRIMA: BUIO

    La prova

    Aram-Zym si affaccia alla finestra della camera che divide con sua sorella Myra e poggia le mani sul davanzale. Il calore che la pietra, esposta per tutto il giorno ai raggi dei quattro soli, ha accumulato sembra scottargli i palmi, ma Aram ha imparato che la sensazione è passeggera e non scosta le mani. Davanti a lui il deserto di terra rossa si stende a perdita d’occhio fondendosi con il cielo arancio-purpureo del tramonto. Un puntino scuro appare in lontananza e Aram lo fissa con i suoi occhi di colore violaceo. Una carovana in marcia verso la città dopo essersi rifornita ad una delle oasi nord-orientali , pensa Aram, che poi mormora:

    «Che cosa ci sarà nel deserto?»

    Aram aveva spesso rivolto la stessa domanda a suo padre, Kamal-Zym, cavatore e incisore di pietre e marito di Ilyam la guaritrice, e solo una volta aveva ottenuto una risposta. Myra non era ancora nata , ricorda Aram tra sé e sé, quando mio padre raccontò che un uomo trovato ai margini del deserto, prima di morire, aveva parlato di una steppa fredda oltre la quale si ergevano sette città meravigliose cadute sotto il dominio di sette streghe. Oltre le sette città, montagne alte fino a ventimila metri dove nessuno osava avventurarsi . Aram riemerge dai suoi pensieri e abbraccia con lo sguardo la stretta via che sale sulla gobba rocciosa chiamata il Colle, per poi scendere verso il deserto. La sua è una delle case che sorgono sul colle, fuori dalla cinta muraria della città.

    Case fatiscenti , pensa Aram scandagliando con lo sguardo i vecchi muri scrostati e all’apparenza così storti da fargli domandare come facciano a rimanere in piedi. Aram alza leggermente il volto per ammirare la città di Zmirrat, con le sue strade e le case di pietra rosso-giallastra: possenti mura di pietra gialla racchiudono un agglomerato di case, botteghe, taverne, che fervono di attività. Vicino alla porta Nord spicca la mole massiccia del Palazzo degli Anziani. La porta Sud è attraversata da un viavai di gente, mercanti, a giudicare dal loro aspetto. Le vie diritte sono ancora illuminate dagli ultimi raggi dei Soli, riflessi dai muri gialli delle costruzioni.

    Aram fissa lo sguardo sulle otto torri che si ergono agli angoli delle mura: sulla sommità della torre più alta, rivolta a Sud , una guardia, all’apparenza giovane, è in piedi appoggiata ai merli squadrati mentre il compagno, più anziano e massiccio, siede per terra, appoggiato al muro. La parte Nord di Zmirrat è adagiata su un’altura mentre la metà a Sud è in piano, con i quartieri Est e Ovest, al di fuori delle mura, che digradano dolcemente nel deserto. Poco distante dal quartiere Est c’è il colle dal quale Aram sta osservando Zmirrat: la strada che scende verso il deserto è desolata in confronto alla pianura, brulicante di uomini, donne, carri, animali.

    Non sono mai uscito da Zmirrat , riflette Aram, ma mi è capitato di ascoltare i racconti di mio padre o di qualche cliente capitato nella sua bottega . Le persone che vengono a Zmirrat per vendere i loro prodotti o per acquistarne provengono da piccoli agglomerati di case costruite presso le oasi, dove la presenza di acqua consente di vivere con i prodotti della terra e allevare il bestiame. Non esistono altre città all’infuori di Zmirrat, pensa Aram. A Zmirrat l’acqua sgorga da numerose vene sotterranee: gli abitanti la raccolgono e la conservano in parte in cisterne di pietra interrate sia fuori che dentro la città.

    Aram sospira e rivolge il suo sguardo verso la grande piazza che si estende tra la porta Nord e la porta Ovest, chiamata la piazza delle Tre Fontane. La piazza è collegata alla porta Sud dall’ampia via dei Mercanti e dalla stretta via del Pugnale, chiusa a Ovest dalle mura della città, a Nord dalla Fortezza di Ach-Noim, il signore di Zmirrat, e a Est dalle mura nere e senza torri che cingono il Ventre, il quartiere più vecchio della città e disabitato. Perché nessuno vuole abitare nel Ventre? Si chiede Aram e questa non è l’unica domanda che ha. Zmirrat non è una grande città ma è tutto il mondo di Aram e quel bubbone scuro proprio nel centro gli ha sempre incusso timore.

    L’ultimo Sole rimasto si è abbassato sull’orizzonte e già una cappa azzurrina inizia a invadere il cielo rivelando il luccichio delle prime stelle e le due lune. Durante la stagione secca la luce dei Soli perdura per quasi tutta la notte per cedere poi il passo ad albe accecanti, ma da quando Ach-Noim governa la città il buio cala rapido come il fendente di un guerriero e la prima ora di buio è chiamata l’ora di Ach-Mud. Aram guarda di nuovo la città, le cui strade appaiono vive e palpitanti al rosseggiare delle torce. Le vie del Ventre, ancora visibili, stanno perdendo la loro battaglia contro il buio.

    «Sembra di vedere l’intestino di un'enorme bestia» dice Aram a bassa voce per non farsi sentire. Il ricordo di quando suo padre l’aveva portato con sé a veder macellare un bue fa capolino nella sua mente. L’animale era stato sventrato e gli intestini erano fuoriusciti a terra fumando nell’aria fresca del primo mattino. Aram si era sognato la scena per mesi. Una voce dietro di lui sta dicendo qualcosa.

    «Mia madre» farfuglia Aram.

    «Aram-Zym!»

    La risata di una bambina fa eco alle parole di sua madre.

    «Myra!» esclama Aram. Quella piccola peste deve aver detto a mamma che ero affacciato alla finestra , pensa. La porta si spalanca e la piccola e tarchiata figura di Ilyam, sua madre, entra nella stanza; è vestita con una tunica marrone chiaro che le arriva ai piedi scalzi. I suoi lunghi capelli neri striati di argento sono raccolti in una treccia: Aram sente gli occhi verde smeraldo di sua madre dardeggiare su di lui mentre Myra, la sua sorellina di sei anni, ridacchia e lo guarda con aria canzonatoria. Ilyam sposta lo sguardo da Aram a Myra.

    «Bambina, rifai il letto tuo e di tuo fratello mentre io e Aram parliamo».

    «Ma Madre!»

    Myra guarda Ilyam con lo stesso sguardo supplichevole, con cui riusciva sempre a convincere il padre a risparmiarle lavori e punizioni.

    «Rifai i letti o lasciaci, a te la scelta» ribatte Ilyam guardando la figlia con un mezzo sorriso.

    Senza fiatare Myra si avvicina al proprio letto e comincia ad armeggiare con le lenzuola.

    Aram sente di nuovo lo sguardo di Ilyam su di sé e la fissa a sua volta in quegli occhi limpidi.

    «Lo sai che giorno è oggi?» gli chiede Ilyam.

    «Sì Madre».

    Ilyam abbozza un sorriso e gli carezza il volto. «Come ti senti?» gli domanda. Aram allarga le braccia. «Non lo so, è tutto così strano, non mi sembra vero».

    Ilyam lo guarda con dolcezza e controbatte: «Non è da uomini indugiare in pensieri: l’uomo ha la responsabilità della famiglia, della terra, della difesa, deve agire».

    «Vorrei solo che mio padre fosse qui…» replica Aram abbassando la testa e portandosi la mano destra agli occhi per soffocare le lacrime.

    Ilyam gli afferra il polso e gli tira giù la mano dal volto, costringendolo a guardarla negli occhi.

    «Non abbassare mai la testa Aram e soprattutto non nascondere mai le lacrime; questa è la prima cosa che devi ricordare se vuoi essere un uomo» gli dice Ilyam, «anche a me manca tuo padre» poi lo stringe a sé in un abbraccio.

    Aram sente i capelli di Ilyam solleticargli il naso e il profumo di lillà riempirgli le narici e il cuore. Ilyam si distacca da lui e asciuga una lacrima col dorso della mano, poi, voltando appena la testa all’indietro verso la bambina, dice: «Myra, vai a prendere la tunica che ho cucito a tuo fratello per questo giorno e portala qui».

    Aram incrocia di nuovo lo sguardo di sua madre e vede Myra dirigersi verso la porta e uscire dalla stanza.

    «Vieni con me alla finestra, figlio mio».

    Aram affianca Ilyam al davanzale.

    «Almeno ti sei lavato?»

    «Sì Madre» risponde Aram con deferenza.

    Ilyam appoggia il naso sulla spalla di Aram. Com’è alto , pensa, è proprio diventato un uomo.

    «Sì, ti sei lavato».

    Ilyam guarda il figlio dal basso verso l’alto e ne nota la bellezza del viso, i riccioli castano scuri che incorniciano il volto allungato nel quale brillano due occhi grandi di colore violetto. Aram ha il collo lungo, spalle esili e un fisico armonioso. Sembra fatto per la corsa , riflette Ilyam lottando contro la commozione che la assale.

    «Che cosa ti ha detto il vecchio Si-Far?»

    Aram guarda prima sua madre poi ritorna a guardare il cielo azzurro, che verso l’orizzonte sfuma in un colore arancio e infine osserva la città: le due lune sono sorte e la loro luce, insieme alle numerose lampade a olio appese fuori dalle case, fa apparire il dedalo di vie accogliente e caldo, in contrasto con il Ventre buio.

    «Aram!»

    Aram sobbalza alla voce di sua madre. Con la coda dell’occhio vede Myra entrare in camera tenendo con entrambe le mani un involto.

    «Sì Madre»

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