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La Spada e le Sette Pietre - Diamante
La Spada e le Sette Pietre - Diamante
La Spada e le Sette Pietre - Diamante
E-book173 pagine2 ore

La Spada e le Sette Pietre - Diamante

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Info su questo ebook

Trama

Mentre il vecchio metteva via la pelle consumata, Alman osservò cosa c’era al di sotto. Si allungò e toccò il più pregiato degli acciai. Incastonato nell’elsa, un diamante perfetto. Accettando la spada, Alman dovrà compiere un viaggio che mai nessuno ha osato affrontare. Deve superare le montagne dalle quali mai nessuno ha fatto ritorno. I fuochi lo terranno lontano dai pericoli lungo la strada e terranno a distanza quello che si cela nell’ombra? Riuscirà a salvare gli altri? Il Regno di suo padre dipende da lui. Con quale magia avranno a che fare?

Nicholis si pentì di quelle parole, non appena ebbero lasciato le sue labbra. Sapeva quanto il suo unico figlio potesse essere un ribelle, e adesso sapeva anche che avrebbe dovuto inviare degli uomini per tenerlo al sicuro. La tempesta non si attenuò e mentre quattro di loro facevano il loro ingresso in sala grande, gettò uno sguardo a Madeline, la ragazza del villaggio che aveva preso a palazzo, e seppe che sarebbe stata perfetta.

LinguaItaliano
Data di uscita7 lug 2016
ISBN9781507146804
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    Anteprima del libro

    La Spada e le Sette Pietre - Diamante - Karen Doherty

    La Spada e Le Sette Pietre

    Diamante

    A mio figlio Levis

    Mi hai dato la possibilità di portare in vita la storia che avevi cominciato.

    Ti voglio bene

    Prologo

    ––––––––

    In piedi in cima alla montagna, le lacrime che le scendevano lungo le gote, osservava atterrita. Mura erano state erette, legami disgregati. Le famiglie piangono per coloro che non rivedranno mai più. Che cosa ne sarebbe stato di Aries? Ahsma si voltò, allontanandosi. Non poteva impedire ciò che era già cominciato.

    Capitolo 1

    ––––––––

    Solstizio d’estate

    ––––––––

    Alman aveva già avuto quella stessa discussione con il padre e sapeva che non sarebbe andata diversamente neanche adesso. Non era semplice parlare ad un Re.

    E tu vorresti farlo? gli urlò suo padre. Nessuno dei nostri si è mai avventurato in quella parte del Regno. Camminò fino alla finestra. Dalle sue stanze private aveva la vista migliore dell’intero Reame. Il villaggio sotto le montagne in lontananza. Voltandosi verso il suo unico figlio, cercò di capire cosa gli passasse per la testa. Aveva a che fare forse con la morte della madre? No, non poteva essere questo. Si era spenta due anni prima.

    Padre, porterò degli uomini con me, se questo può servire a qualcosa. Alman osservò il padre prendere posto dietro la sua scrivania. Il tempo stava peggiorando. La tempesta sarebbe cominciata poco dopo il mezzodì. Il cielo era scuro e incominciavano ad intravedersi dei lampi. La pioggia colpì le finestre, trasportata dal vento che sembrava intensificarsi con il passare delle ore.

    Nicholis guardò suo figlio.

    Ti proibisco di andare. Non una parola di più. Quando vide Alman in procinto di dire qualcos’altro, alzò una mano, fermandolo.

    Adesso lasciami. Ho del lavoro da fare. Con la fine della conversazione, il fragore di un tuono scosse le mura del castello.

    Alman si alzò.

    Non sono venuto qui a chiedere il tuo permesso. Sono venuto a dirti che sto per partire. Detto ciò, lasciò la stanza.

    Nicholis si sedette nuovamente, osservando suo figlio varcare la porta. Nessuno nella storia di Maramar si era mai avventurato in quella parte del Regno. Lasciò cadere la piuma e gridò il nome di Gavin, il suo braccio destro.

    Gavin udì il richiamo dalle scale e camminò svelto verso la stanza.

    Qualcuno ha chiamato? Chiese con un sorriso.

    Si accomodò sulla sedia lasciata vuota da Alman e attese i comandi di sua Maestà.

    Ho bisogno che tu segua Alman. Vuole andare alla montagna dell’ovest.

    Gavin scosse la testa. Sapeva perché Alman voleva andare lì. Aveva cercato di convincere il Re che ormai era diventato un uomo. Sfortunatamente, Nicholis era prima di tutto un Re, poi un padre. Gavin osservò l’amico.

    Sai già quello che devi fare, vero? Nicholis guardò l’amico, colui che era stato al suo fianco da quando erano bambini. Gavin, non è ancora pronto. Quando lo sarà, lo incoronerò Re.

    Gavin si alzò.

    Potrebbe non esserci tempo per questo.

    Lo so, ma non c’è bisogno che lui lo sappia. C’è ancora tempo. Mentre Gavin lasciava la stanza, pregò in nome del bene che voleva all’amico, che ce ne fosse abbastanza.

    Alman tornò alla sua stanza. Un altro tuono fece tremare nuovamente le mura. Sembravano crescere di intensità. Aveva pensato di partire di mattina, ma ora che suo padre aveva deciso, decise di farlo nell’immediato. Scese le scale di servizio ed entrò in cucina. Riempì uno zaino di cibo, ben sapendo che ci sarebbero voluti giorni prima dell’arrivo. Dalla cucina, le stalle non distavano molto. Entrandovi, lo stalliere corse a preparare il suo cavallo. Gli piaceva Alman. Era gentile con lui.

    Ecco, signore. Gli disse, conducendo il cavallo. Alman lanciò un paio di monete in aria e il ragazzo le acchiappò al volo, sorridendo.

    Montò sul cavallo e lo spronò con le ginocchia. Non ci volle molto affinché fosse fuori dalle stalle, sulla strada che l’avrebbe condotto al villaggio.

    Era cominciato tutto due settimane prima. Erano andati al villaggio perché Harry voleva vedere la sua fidanzata e poiché lui non aveva niente di meglio da fare, l’aveva accompagnato. Avevano legato i cavalli e Harry aveva fatto una passeggiata fino al pozzo. Una ragazza aveva subito sorriso, vedendolo arrivare. Alman decise di fare una capatina al mercato, per vedere se gli artigiani avessero in commercio nuovi oggetti. Avvicinatosi alla bottega del maniscalco, notò qualcuno di mai visto prima. Reggeva un pezzo di ferro con la pinza mentre lo immergeva tra i carboni.

    Salve. Lo salutò Alman. Avvicinandosi, notò che l’uomo era molto vecchio. Il modo in cui maneggiava il martello e si serviva del fuoco, fecero capire ad Alman che l’uomo doveva essere stato un maniscalco per gran parte della sua vita.

    Siete nuovo di qui. Qual è il vostro nome? Il vecchio si voltò e osservò l’uomo in piedi di fronte a lui.

    Il mio nome è Ishma. Siete voi il motivo per cui sono qui. Si voltò e camminò fino al tavolo per recuperare un pezzo di pelle che giaceva proprio dietro di lui.

    Alman lo seguì incuriosito.

    L’uomo aprì l’involucro di pelle e Alman venne subito avvolto da una sensazione di calma. Le mani del vecchio scostarono la pelle e Alman poté ammirare la spada più bella che avesse mai visto. Seguì la lama con le dita. Gli intagli erano invidiabili. Mentre le sue dita poggiavano sull’elsa, il diamante brillò per un istante.

    Il vecchio sorrise, poi sollevò la spada. L’acciaio splendeva.

    Alman prese la spada dalle mani del maniscalco e poteva giurarlo, era perfetta per lui. Il peso e l’oscillazione erano giusti.

    Quanto per questa spada, maniscalco? Il vecchio guardò la spada, poi Alman.

    Questa spada non ti costa nulla, ma ciò avrà un prezzo. Se sarai disposto a pagarlo, la spada potrà essere tua. Alman osservò le incisioni.

    Come può non costarmi nulla, se c’è un prezzo, vecchio? Il maniscalco aggirò il tavolo e vi si poggiò contro.

    Portatemi un mandorlo dalla radura della foresta dell’ovest prima della luna nuova. Alman aveva sentito molte storie sulla foresta dell’ovest, come sapeva che molti uomini avevano paura di avventurarvisi, ma per quella spada avrebbe fatto qualsiasi cosa.

    Se accetto di pagare il prezzo, la spada sarà mia? Il vecchio assentì e Alman avvolse la spada nella stoffa e strinse la mano del maniscalco.

    Affare fatto.

    Il vecchio si avvicinò ai carboni con l’attizzatoio.

    Vai incontro a molte prove quando cerchi quello di cui hai bisogno. Dovrei superarle tutte per salvare coloro che ti circondano.

    Alman guardò l’involucro della spada, poi alzando lo sguardo sul vecchio, si accorse che non c’era più.

    Assicurò la spada sotto il braccio e si guardò intorno. Era di fronte all’unica uscita, quindi l’uomo doveva essere da qualche parte. Guardò in ogni stanza, ma dell’uomo nessuna traccia. La bottega del maniscalco era composta da sole tre stanze, più la piazzola esterna per lavorare. Le mura erano di pietra e argilla. Tutte le case del villaggio presentavano la stessa struttura.

    Uscì dalla stanza e si voltò sorpreso al suono che proveniva alle sue spalle.

    Salve signore, posso fare qualcosa per lei? Burtis era di fronte a lui, vestito del grembiule da lavoro con gli zoccoli di uno dei cavalli delle stalle dietro di lui.

    Burtis, hai visto il vecchio con cui stavo parlando? Il nuovo maniscalco. Burtis lo fissò. Era già stato in osteria? Era da poco passato mezzodì.

    Signore, sono l’unico maniscalco qui. Il vostro cavallo ha bisogno di una levigata agli zoccoli? Burtis poggiò gli zoccoli sul tavolo di legno. Avrebbe pensato prima al cavallo di Alman. Era il figlio del Re. Alman alzò una mano.

    Il mio cavallo è a posto. Non importa, Burtis. Alman tornò indietro al pozzo.

    Harry e la ragazza erano ancora seduti lì. Annuì nella sua direzione quando finalmente riuscì ad attirare la sua attenzione. Diede un bacio veloce sulla guancia della ragazza e corse da lui.

    Andiamo a mangiare qualcosa e poi torniamo dritti al castello. Camminarono fino all’osteria e si sedettero. Non ci volle molto prima che fossero serviti da una cameriera che cercava di attirare l’attenzione di Alman.

    Harry rise e ordinò da bere.

    Alman lo guardò.

    Abbassò la voce fino a ridurla ad un sussurro. Sono stato dal maniscalco e ho parlato con un vecchio. Non sapevo che da Burtis lavorasse qualcun altro. Questo tizio ha cacciato fuori una spada meravigliosa e mi ha detto che se fossi stato nella foresta dell’ovest, e gli avessi portato qualcosa in cambio, potevo tenermi la spada. Gli ho promesso che l’avrei fatto, perché Harry, non hai mai visto una spada del genere. Bevve un sorso della sua birra. Mi sono voltato e l’uomo era sparito, Harry. Gli spiegò di come avesse cercato dappertutto, senza risultati. Harry pensò che la cosa migliore che potessero fare era prendere Alman e la spada e andare via di lì. Se qualcuno stava origliando, avrebbero potuto finire in una trappola. Lo disse ad Alman, uscirono dal locale e montarono nuovamente sui loro cavalli.

    Non appena giunsero al palazzo, Harry lo seguì nella sua stanza. Chiusero la porta una volta entrati. Il fuoco nel caminetto rendeva la stanza confortevole, rispetto all’umidità della nebbia esterna. Alman aprì l’involucro della spada, poggiandola sul tavolo. Harry avrebbe voluto toccarla, ma prima che lo facesse, Alman lo fermò, afferrandogli il braccio. Harry lo guardò negli occhi e vi vide qualcosa di strano.

    Cosa ti è successo? Harry si liberò della stretta di Alman. Alman si accorse solo allora che stava stringendo il braccio di Harry e lo lasciò andare.

    Ho risalito la strada, sono stato dal maniscalco e poi sono tornato indietro. Camminò fino alla finestra.

    Andrò nella foresta dell’ovest, Harry. Verrai con me?

    Harry ed Alman erano amici dall’infanzia. La madre di Harry era la migliore amica di sua madre ed Harry aveva vissuto a corte fin dalla nascita.

    La pioggia scendeva copiosa, mentre ripensava a ciò che aveva detto suo padre e a cosa era accaduto due settimane prima. Sapeva, come molti altri, che questa volta avrebbe disobbedito. Non era per gioco. Era per necessità. C’era qualcosa in lui che gli impediva di tirarsi indietro. Mentre la tempesta ululava sopra le loro teste, i cavalli che spruzzavano fango nell’avanzare, Harry e Alman sapevano che il viaggio non sarebbe stato facile, ma Alman sapeva anche che si stava sacrificando per una forza superiore e non poteva tornare indietro.

    Capitolo 2

    Che vuol dire che se ne è andato? Ti avevo chiesto di fare una cosa sola, ed era farlo rimanere qui fino a quando non gli avrei parlato di questa faccenda. Gavin era furioso. Se non avesse trovato Alman, amici o no, Nicholis avrebbe voluto la sua testa. La guardia lo informò che Alman era partito tre ore prima.

    Quando Gavin raggiunse le stalle, il suo cavallo era già pronto, in sua attesa. I suoi quattro uomini migliori sarebbero andati con lui. Nelvil, Jordan, Churil e Reed. Non era mai stato in quella parte del Regno, ma aveva sentito un mucchio di storie a riguardo da uomini ubriachi. Gavin non proveniva da una famiglia ricca, era figlio di una delle dame della Regina. Era di famiglia illustre, ma non possedeva ricchezze. Mentre il Re diventava grande, Gavin era al suo fianco. Era stato Nicholis a nominarlo a capo dell’esercito del Re. Sapeva che l’amico l’aveva fatto affinché avesse un titolo.

    Afferrando le redini, mise il piede sulla staffa e portò l’altra gamba sul fianco opposto del cavallo. Mentre faceva voltare l’animale, notò che i suoi uomini lo stavano aspettando già in sella. Tutti e cinque avevano un’aria minacciosa. Sperava solo di trovare Alman il più in fretta possibile.

    Alman ed Harry si fermarono in una grotta per un po’, per ripararsi dalla pioggia. La tempesta era peggiorata nell’ultima ora. Avevano cavalcato senza sosta per cinque ore e i cavalli erano stanchi. Erano felici di essere riusciti a trovare una grotta abbastanza grande da potervi far entrare anche i cavalli. In questo modo, non sarebbero state prede dei lampi. Harry aveva trovato dei ramoscelli e del muschio secco e aveva acceso un fuoco. Avevano deciso di accamparsi lì per la notte. I cavalli sarebbero stati comunque troppo provati per proseguire. Harry attizzava il fuoco e Alman tirò fuori un po’ di cibo dallo zaino. Sapeva che avrebbero dovuto cacciare, ma per quel momento potevano mangiare il pane e il formaggio che aveva sottratto dalla cucina.

    D’accordo, quindi potrai tenerti la spada se porti a questo tizio un mandorlo? Perché non ne hai tagliato uno da queste parti? Ce ne sono a centinaia. Gli chiese Harry, mentre strappava un morso al panino che aveva ricavato con la sua porzione di cibo.

    Alman aveva pensato alla stessa cosa, ma per qualche strana ragione, quando il vecchio gli aveva detto dove trovare un albero del genere, aveva intuito che non avrebbe potuto scambiarlo con nessun altro. Il vecchio se ne sarebbe accorto.

    No, ci ho pensato, ma ho la sensazione di essere stato mandato a fare questo viaggio per un motivo. Non si tratta solo del fatto che voglio andare in quella parte del Regno, è più una necessità che avverto dentro di me. La spada è la cosa che mi spinge ad andare lì. Harry, la prima volta che ho impugnato la spada, ho sentito come se fosse parte di me. So che non ha senso. Alman scosse la testa. Non sapeva come spiegare le cose nel modo giusto al suo amico.

    Harry avrebbe voluto credergli, ma una spada che diventa parte di qualcuno era un’idea ridicola.

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