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La primula rossa: La storia di un dolcissimo amore ostacolato da una terribile maledizione
La primula rossa: La storia di un dolcissimo amore ostacolato da una terribile maledizione
La primula rossa: La storia di un dolcissimo amore ostacolato da una terribile maledizione
E-book165 pagine1 ora

La primula rossa: La storia di un dolcissimo amore ostacolato da una terribile maledizione

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Info su questo ebook

“Il vostro disperato amore si realizzerà
solo quando questa primula, bianca, rossa diventerà.”

La Primula Rossa di Luca Carucci è “la storia di un dolcissimo amore ostacolato da una terribile maledizione”, questo sottotitola lo stesso autore. In un avvincente racconto in versi, tanto da ricordare quasi una poesia, i protagonisti si trovano a dover fronteggiare magie e maledizioni, alla scoperta – e ri-scoperta – del proprio sé, spesso celato da paure e insicurezze ma sempre teso all’amore, sentimento unico e infrangibile, che in tutte le sue forme diventa la chiave per sconfiggere il male.

Mi chiamo Luca Carucci e sono nato il 24 Agosto del 1981 a Norcia. Ho conseguito il diploma di ragioneria anche se con i numeri e la matematica non sono mai andato molto d’accordo. Adoravo invece la letteratura e ogni volta che c’era un tema come compito in classe per me era una gioia. Attraverso la scrittura si possono descrivere emozioni e sentimenti che a volte a voce o per un modo o per un altro non si ha il coraggio di esprimere. Ho finito di scrivere questa fiaba moltissimo tempo fa e soltanto adesso posso finalmente realizzare il mio sogno di vederla pubblicata. Tale esperienza  mi ha fatto anche tornare, dopo ben dieci anni che non mettevo più insieme due righe di senso compiuto, l’ispirazione per scrivere il seguito di questa storia. Anche se ai tempi della scuola mi definivano un inguaribile pessimista ho imparato ben presto a guardare il mondo con occhi più positivi “cercando sempre nel cuore di ogni cosa il suo lato buono.”
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2022
ISBN9788830672895
La primula rossa: La storia di un dolcissimo amore ostacolato da una terribile maledizione

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    Anteprima del libro

    La primula rossa - Luca Carucci

    LQ.jpg

    Luca Carucci

    LA PRIMULA ROSSA

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-6672-6

    I edizione ottobre 2022

    Finito di stampare nel mese di ottobre 2022

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    LA PRIMULA ROSSA

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    PRIMA PARTE

    (LA STORIA DI UN DOLCISSIMO AMORE OSTACOLATO DA UNA TERRIBILE MALEDIZIONE)

    C’era una volta in un maestoso castello

    un servo brutto e assai poverello

    che obbediva con rispetto e devozione

    al Re sovrano, suo giusto padrone.

    Un giorno a corte arrivò un messaggero

    e il Re lo accolse con sguardo fiero:

    "Mia figlia, la principessa sta per tornare,

    è giunta l’ora e si deve maritare".

    Decine di soldati e valorosi combattenti

    furono scelti allora come pretendenti,

    ma solo il vincitore di una battaglia sanguinosa

    avrebbe avuto l’onore di prenderla come sposa.

    Il servo disse: "Anch’io voglio provare,

    non sono molto abile con la spada, ma me la so cavare".

    La sua proposta fu subito bocciata:

    non solo non era bello,

    ma non apparteneva neanche a una nobile casata.

    Ci rimase molto male,

    è vero, per lei non era l’uomo ideale,

    ma avrebbe almeno potuto sperare

    in quel sogno che dal suo cuore ora doveva cancellare.

    E venne il giorno tanto atteso,

    un grande tappeto rosso dalle scalinate fu sceso.

    Nobili e servi erano venuti ad aspettare

    la carrozza che sferragliando stava per arrivare.

    Il cocchiere fermò i cavalli e tese una mano,

    elegantemente la prese la figlia del sovrano.

    La folla commentava con voce sommessa

    la bellezza e la grazia della loro principessa.

    Dal suo ripostiglio il servo la ammirava rapito

    erano lontani, ma quegli occhi già lo avevano colpito.

    E più la guardava più si era fissato

    che in qualche modo lei facesse parte del suo passato.

    Con rabbia e con orgoglio decise allora di conquistare il suo cuore,

    ma non poteva certo farlo con l’amore.

    Uscì furtivamente dal castello indossando un paio di stivali neri

    e prese una stradina per il bosco in preda a strani pensieri.

    Intanto il Re abbracciava sua figlia,

    dopo dieci anni ritornata in famiglia.

    "Il destino ci ha portata via tua madre prima che tu diventassi una sposa, sarebbe stata felice di vederti così gioiosa.

    Sai, ho organizzato proprio una bella festa

    per colui che dopo una battaglia ancora vivo resta,

    ma tu di chi sia non ti devi preoccupare

    perché avrà sicuramente un titolo nobiliare".

    "Ecco padre, proprio del matrimonio ti volevo parlare,

    io con un nobile non mi ci voglio sposare

    perché il mio cuore appartiene già a una persona a te molto vicina

    con cui giocavo a nascondino da bambina.

    Il tuo servo Jack mi è sempre stato molto vicino

    e prima che io partissi abbiamo parlato tanto in giardino.

    È per lui che sono tornata...

    Perché ne sono innamorata...".

    Re Ottavio guardò sua figlia con sospetto

    mettendosi dolorosamente una mano sul petto.

    "Ariel, non parlare in questo modo che mi fai soffrire,

    sono malato di cuore e potrei anche morire...".

    "Mi dispiace papà, ma è questa la verità,

    solo con lui potrò trovare la felicità.

    Non mi scorderò mai il giorno della nostra promessa

    e da allora, la speranza di mantenerla è rimasta sempre la stessa".

    "Ma voi all’epoca eravate solo dei bambini!

    Oh, non si dovevano mai incrociare i vostri destini!

    Mi pento amaramente di avervi fatto frequentare,

    ma mai avrei pensato che di uno stolto, brutto e povero ti potevi innamorare!".

    "Dolcezza e nobiltà d’animo sono le doti migliori,

    non le carrozze, i lussi e i forzieri pieni di ori.

    Rispetta padre la mia scelta,

    dammi la tua benedizione, ma ti prego fallo alla svelta.

    Sono desolata, ma ho bisogno di raggiungere

    colui che tanto voglio rivedere.

    Lasciami andare, non mi trattenere

    perché è con lui che il resto della mia vita voglio dividere".

    Il Re si infuriò e gridò alla figlia:

    "Con queste parole disonori la nostra famiglia,

    ed è per questo che io ti disconosco.

    Vattene via! Fuggi nel bosco...

    Corri da quel demente

    e diventerai una pezzente,

    da me non avrai più nessuna ricchezza,

    perché ora mi hai lasciato nella tristezza".

    "Avevo bisogno solo di un po’ d’amore

    e della comprensione del mio genitore,

    ma tu non sai nemmeno cosa significa amare

    e le vite degli altri sai solo comandare!".

    Ariel lasciò suo padre da solo

    e uscì dal castello come una rondine che prende il volo.

    Prima però si vestì di stracci

    e andò a cercare Jack tra i poveracci.

    Ignaro di tutto Jack giunse a destinazione

    e si trovò di fronte ad un enorme portone.

    Tutto intimorito si fece aprire

    non immaginando minimamente di doversene poi pentire.

    Si presentò al cospetto di un mago potente

    capace di far innamorare la gente.

    Questo Jack lo sapeva,

    ecco perché, di farsi aiutare da lui, l’ora non vedeva.

    Gli spiegò in fretta la situazione

    credendo che Ariel

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