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Sedotta per sfida: Harmony Collezione
Sedotta per sfida: Harmony Collezione
Sedotta per sfida: Harmony Collezione
E-book155 pagine2 ore

Sedotta per sfida: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Quando in un attimo il fascino di un uomo trasforma una donna in una regina. Dell'amore.

Zara Evans non ha nulla in comune col dorato mondo dell'alta società, almeno fino a quando non si ritrova inaspettatamente a quella festa esclusiva, e cattura l'attenzione dell'uomo più affascinante e ambito della sala: l'oligarca russo Nikolai Komarov. Per Nikolai c'è qualcosa nella bellezza di Zara che la distingue da tutte le donne che ha conosciuto. La vita gli ha insegnato che ogni cosa ha un prezzo, ma non aveva mai incontrato una come lei: troppo orgogliosa, troppo indipendente, troppo caparbia per essere comprata. E la cosa lo alletta non poco.
LinguaItaliano
Data di uscita9 feb 2018
ISBN9788858977613
Sedotta per sfida: Harmony Collezione
Autore

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Anteprima del libro

    Sedotta per sfida - Sharon Kendrick

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Too Proud to be Bought

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Sharon Kendrick

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-761-3

    1

    Le sembrava di vedere un’estranea.

    Un’incantevole, sensuale estranea.

    Ancora incredula, Zara sbatté le palpebre alla figura che ricambiava il suo sorriso dall’enorme specchio, un misto di curve, ombre e luminosa pelle insolitamente scoperta. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che si era vista così - una vera donna piuttosto che una cameriera?

    L’abito di satin verde acido le avvolgeva il corpo per poi scivolare a terra in una serica coda. Era lontano anni luce dai jeans e dalle magliette informi che indossava di solito, ma le differenze non si limitavano a questo. I suoi occhi risplendevano enormi sopra gli zigomi sapientemente evidenziati e l’abituale coda con cui raccoglieva i capelli era stata sostituita da uno chignon che lasciava al collo scoperto una curiosa sensazione di vulnerabilità.

    Una collana di diamanti fasulli le illuminava il decolleté richiamando le scintillanti cascate che le impreziosivano le orecchie. Socchiuse gli occhi preoccupata. Non era forse un po’ troppo... pretenziosa?

    Soffocando l’impulso di rosicchiare le unghie perfettamente laccate, Zara fissò l’amica che si stava inginocchiando ai suoi piedi.

    «Emma, non posso...» gracchiò con voce stridula.

    «Non puoi, cosa?» La ragazza diede un’ultima sistemata all’orlo del vestito.

    «Non posso imbucarmi a quella festa... sono una cameriera, non una donna di mondo! Non posso puntare un misterioso milionario russo solo perché tu lo ritieni utile ai tuoi affari. E non riesco a indossare un abito che mi fa sentire come se non avessi niente addosso!»

    «Sciocchezze! Certo che puoi. Stai semplicemente facendo un favore a entrambe. Io mostrerò uno dei miei abiti a uno degli uomini più ricchi del pianeta, e tu trascorrerai una serata fuori. Credimi, Zara, occasioni come queste non capitano molto spesso. Nikolai Komarov possiede negozi nelle più grandi città del mondo ed è un vero intenditore in fatto di belle donne. Tra poco mi chiederà di disegnare per lui un’intera collezione o di vestire l’ultima delle sue conquiste... il problema è che non lo sa ancora!»

    Zara gettò l’ennesima occhiata alla rivista di gossip che riportava una foto in bianco e nero dell’oligarca russo e un’ulteriore serie di dubbi la fece rabbrividire, come se gli occhi dell’uomo trafiggessero realmente i suoi, simili a due raggi laser. «E suppongo che dovrò anche riuscire a dargli il tuo biglietto da visita, vero?»

    «Perché no?»

    «Perché... perché è come procacciare affari in un’occasione mondana.»

    «E allora? Lo fanno tutti. È così che funziona il mondo degli affari. Credimi, non farai del male a nessuno, e comunque riuscirai perfettamente nell’impresa. Quanto tempo è che non ti diverti davvero?»

    Divertirsi?

    Effettivamente sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che era uscita per andare da qualche parte che non fosse una drogheria o la farmacia in fondo alla strada. La malattia dell’adorata madrina si era trascinata talmente a lungo che il sopraggiungere della morte era parso una vera e propria liberazione dal dolore e dalle offese insorte durante il cammino.

    Per mesi la vita di Zara era stata dominata dalla tristezza mentre accudiva una donna con cui non era nemmeno imparentata. Eppure, la lealtà nei confronti della persona che l’aveva accolta dopo la morte dei genitori l’aveva indotta ad abbandonare gli studi senza pensarci due volte per prendersi cura di lei.

    Giorno e notte aveva dispensato pasti e medicine - e lavorato per l’agenzia di catering della madre di Emma ogni qualvolta le era stato possibile.

    E quando tutto era finito si era ritrovata sola e abbandonata, come fossero accadute fin troppe cose per poter tornare alla spensierata vita da studente di un tempo.

    C’erano ancora debiti da saldare, e la ferrea determinazione a non perdere la piccola casa che le era stata lasciata sembrava dominare tutti i suoi pensieri.

    «Quindi perché non divertirsi un po’, Zara? Perché non essere Cenerentola, per una notte, e dimenticare ogni preoccupazione? Sai benissimo che mi faresti un enorme favore.»

    Zara rivolse all’amica un sospiro.

    Davvero avrebbe potuto? Se solo fosse stato possibile dimenticare quelle preoccupazioni con tanta facilità, come sarebbe stata più facile la vita! Ma forse Emma aveva ragione. Cosa la tratteneva dal concedersi quel semplice diversivo?

    «Okay» concluse girandosi di spalle per un’ultima occhiata. «Ci andrò. Mi godrò questo splendido abito e il fatto di essere, una volta tanto dall’altra parte del vassoio e berrò dello champagne, invece di servirlo! Poi mi avvicinerò a questo famigerato oligarca russo e gli consegnerò il tuo biglietto da visita. Come ti sembra?»

    «Perfetto. Ho avvertito le altre cameriere e la reputano un’ottima idea, anche se dubito che potrebbero obiettare, considerato che lavorano per mia madre! Ma adesso vai, coraggio!»

    Afferrati i soldi che l’amica le aveva allungato, Zara uscì dallo studio su dei tacchi fin troppo alti e fermò un taxi senza neppure avere il tempo di riflettere su uno schema che appariva sempre più folle di minuto in minuto.

    La serata estiva era ancora chiara e ogni fiore nella capitale sembrava sul punto di sbocciare eppure, quando il taxi si fermò davanti all’ambasciata, il cuore di Zara prese a battere all’impazzata. Cosa sarebbe successo se fosse stata scoperta? Una semplice cameriera mascherata da ospite? L’avrebbero sbattuta fuori con un’indimenticabile scenata? Tuttavia l’uomo che raccoglieva i biglietti all’entrata si limitò a rivolgerle un’occhiata di ammirazione, permettendole così di dirigersi all’interno con un sospiro di sollievo.

    L’immensa sala da ballo era semplicemente spettacolare. Candelieri scintillanti illuminavano con i propri riflessi una miriade di vasi di rose scarlatte, mentre un quartetto d’archi suonava su una pedana rialzata.

    Zara osservò gli altri ospiti e non poté fare a meno di pensare a quanto fossero sorprendenti. Soprattutto le donne.

    I loro diamanti sì che erano autentici, e questo si notava da lontano. Davvero il ricchissimo oligarca russo sarebbe rimasto colpito da ciò che indossava? Un abito da sera realizzato a mano da una giovane e ambiziosa studentessa di moda, quando nella stanza trionfavano costosissimi abiti di alta sartoria?

    Notò un paio di uomini voltarsi a guardarla e le loro compagne seguirli a ruota. Chissà se si erano accorti di quanto fosse a disagio in quell’ambiente? A un tratto il folle piano di Emma le parve destinato a fallire e, nervosamente, Zara afferrò un bicchiere di champagne dal vassoio di una ragazza con cui aveva lavorato infinite volte. Un sorso di vino l’aiutò a rilassarsi; tuttavia c’era qualcosa di strano. Una sorta di sesto senso le disse che era osservata.

    Adesso stai diventando paranoica, ammonì se stessa, tuttavia quella strana sensazione continuò a dominarla, almeno fino a quando non scoprì su di sé gli occhi di un uomo sul lato opposto della sala da ballo.

    E improvvisamente non riuscì più a distogliere lo sguardo da lui.

    Fu come scoprire una goccia di sangue sulla neve bianca. Era diverso da chiunque altro in quella stanza. I suoi capelli erano luminosi quanto l’oro battuto, gli occhi gelidamente blu e la bocca severa e arrogante parlava di esperienza e sensualità.

    Quegli zigomi scolpiti e lo sguardo penetrante apparivano però stranamente familiari e a un tratto Zara ne comprese la ragione. Era Nikolai Komarov, l’uomo che avrebbe dovuto avvicinare, il motivo della propria presenza a quella festa.

    Il primo pensiero fu che la foto sulla rivista non gli avesse reso giustizia, considerato che di persona era ancora più affascinante di quanto sembrasse. Il suo viso, con quegli angoli scolpiti e i freddi occhi scintillanti, le faceva pensare a un diamante. Quanto al resto del corpo...

    Zara soffocò un’insolita sensazione di bramosia. Poteva anche essere un ricco e potente magnate ma, più di qualunque altra cosa, era pura e incontenibile mascolinità.

    Uno splendido abito lo avvolgeva enfatizzandone le spalle ampie, il torace scolpito e i fianchi stretti sulle gambe lunghe e muscolose. Era talmente immobile e dritto da sembrare quasi una statua di cera... eppure gli occhi di una statua non brillavano di luce propria, né fissavano un bersaglio con l’insistenza che invece lui le stava dimostrando.

    Dalla sua posizione all’estremità opposta della stanza, Nikolai vide la donna incrociare il suo sguardo e si irrigidì all’istante, sebbene fosse ormai una consuetudine essere ammirato. Ma non in quel modo, ammise. Come una piccola lepre spaventata che ha appena scorto nella foresta il cacciatore cattivo...

    Chi diavolo era quella donna? L’aveva notata nell’attimo stesso in cui era entrata nella sala e da allora non era riuscito a toglierle gli occhi di dosso. L’espressione si fece sempre più pensosa. C’era qualcosa che la distingueva dalle altre ospiti, eppure non riusciva a capire cosa. Come poteva ignorare chiunque a quella festa e sorridere invece nervosamente alle cameriere?

    Con lo sguardo esperto del conoscitore, gli occhi di Nikolai si posarono su di lei in una sorta di pigra valutazione. A differenza della maggior parte delle donne presenti quella sera, il suo viso non era irrigidito dal botulino e i capelli mostravano la naturale luminosità della gioventù. Ma era il corpo il vero protagonista.

    Un improvviso brivido di eccitazione lo sfiorò nell’attimo esatto in cui si rese conto di quanto esso fosse sbalorditivo.

    Le accarezzò con gli occhi le spalle nude e la pelle che sembrava di seta, permettendo al proprio sguardo di scivolare fino al punto in cui i seni formavano un profondo incavo rivelandosi un vero e proprio invito alle labbra di un uomo.

    Appoggiò il bicchiere di champagne appena toccato sul vassoio di una cameriera, poi le rivolse uno dei soliti, parchi sorrisi e attese l’inevitabile. Una manciata di secondi e la sconosciuta si sarebbe diretta verso di lui con una speranzosa espressione sul viso.

    Ma così non fu.

    All’inizio la donna parve esitare, poi si voltò e prese a camminare nella direzione opposta. Per un attimo Nikolai stentò a credere ai propri occhi.

    Gli aveva addirittura voltato le spalle!

    Ora il suo interesse era definitivamente allertato. Tutti gli istinti predatori che solitamente giacevano dormienti, resi inutile dalle donne moderne che ormai preferivano dare la caccia per prime, gli infiammarono le vene.

    Lo stava facendo apposta? Si era voltata semplicemente per dargli l’opportunità di ammirare il sensuale ondeggiare del suo fondoschiena? Lo sguardo di Nikolai ne fu irresistibilmente attratto... perché nessuno poteva negare che avesse un fondoschiena strepitoso...

    Poi, come una marionetta mossa da fili invisibili, iniziò a seguirla.

    Zara sentì un brivido percorrerle la schiena e il cuore accelerare il battito, ma questa volta non si trattava di paranoia... lui la stava seguendo davvero!

    Deglutì. L’aveva forse smascherata? Intuito che fosse un’imbrogliona senza alcun diritto di presenziare a quella festa?

    Azzardando un’occhiata indietro si accorse che era stato risucchiato dalla folla e ne approfittò per allungare

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