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Sfumature riflesse
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E-book109 pagine51 minuti

Sfumature riflesse

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[…] Definirei invece lo stile del Forlani come dotato di forti tratti impressionistici, tanto che si potrebbe quasi parlare di “acquerelli verbali”, almeno nella volontà di rappresentare i misteri della natura attraverso il colore e il suono, capaci di evocare sensazioni visive, olfattive e tattili, rese tali dall’utilizzo di sinestesie e sintagmi nominali (mare di seta o onde perlate). La sua tecnica di disegno della natura e degli oggetti è solo in apparenza realistica: lontano dalla tradizione razionalista, che ama rappresentare la realtà in tutti i suoi aspetti e in maniera ordinata e composta, l’autore sembra suggerirci che le cose nascondono sempre un significato che non si può indagare con la fredda logica della coscienza. È come se gli oggetti contenessero un magma misterioso, che il poeta intuisce e riferisce per frammenti, con pennellate rapide sgorganti dalle acque pure dell’inconscio. Ma i dettagli della natura non esprimono qualcosa di preciso, manca un centro di gravità, i punti di vista si sdoppiano e i particolari prevalgono sulla totalità, per comunicare spesso solitudine, angoscia dell’io e il mistero insolubile del creato. […]

Antonio Forlani risiede a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, dove è nato nel 1957. Ha conseguito un diploma tecnico. Negli anni ‘70-’80 ha praticato il calcio a livello professionistico. Dal 1986 è sposato con Monica; hanno un figlio, Fulvio Mario. Nella sua vita professionale ha svolto l’attività di funzionario commerciale. Ha scritto e pubblicato il suo primo libro nel 2018 dal titolo Dentro I Riflessi, una raccolta di cinquanta riflessioni e poesie, a cui fa seguire questa nuova e più ampia raccolta, proseguendo un percorso di sensazioni ed emozioni intense tra la bellezza della natura e l’amore profondo per la vita.
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2022
ISBN9788830673557
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    Sfumature riflesse - Antonio Forlani

    Prefazione

    Antonio Forlani si propone con un prosimetro, ovvero un’opera in cui prosa e versi si alternano in modo equilibrato. L’esempio più celebre, per quanto concerne l’uso di tale genere all’interno della nostra tradizione letteraria, è la Vita Nova di Dante Alighieri. Però, mentre nell’opera del Sommo Poeta le parti in prosa fungevano da raccordo narrativo, da cornice esplicativa delle varie liriche, l’autore si svincola da questo schema e dispone parole e versi su due piani differenti, temporali e semantici. Inoltre, mentre nelle prose è rispettata la prassi della punteggiatura, nelle liriche essa è quasi totalmente abolita, per lo meno nell’uso della virgola. Tale caratteristica, che si richiama alla tradizione futurista o allo stile di alcuni poeti stranieri come Apollinaire, crea un andamento ritmico assai ‘accelerato’, che asseconda il movimento ‘vivo’ indicando la sua direzione, senza le soste forzate imposte dai segni di interpunzione convenzionali; e tale effetto è amplificato dal ricorrente uso di enjambements (ovvero la mancata coincidenza sintattica fra l’unità della frase e quella del verso), che tengono alta l’attenzione del lettore, costringendolo a rincorrere il concetto al rigo successivo. Sbalorditiva è anche la molteplicità delle soluzioni adottate, linguistiche prim’ancora che metriche. Si può parlare, in effetti, di atteggiamento sperimentale, quantomeno per la volontà di provare a fondere un lessico d’uso comune con contributi più aulici. Sempre però salvaguardando la libertà del verso, lontano dalle gabbie della metrica classica e dai vuoti formalismi retorici.

    Definirei invece lo stile del Forlani come dotato di forti tratti impressionistici, tanto che si potrebbe quasi parlare di acquerelli verbali, almeno nella volontà di rappresentare i misteri della natura attraverso il colore e il suono, capaci di evocare sensazioni visive, olfattive e tattili, rese tali dall’utilizzo di sinestesie e sintagmi nominali (mare di seta o onde perlate). La sua tecnica di disegno della natura e degli oggetti è solo in apparenza realistica: lontano dalla tradizione razionalista, che ama rappresentare la realtà in tutti i suoi aspetti e in maniera ordinata e composta, l’autore sembra suggerirci che le cose nascondono sempre un significato che non si può indagare con la fredda logica della coscienza. È come se gli oggetti contenessero un magma misterioso, che il poeta intuisce e riferisce per frammenti, con pennellate rapide sgorganti dalle acque pure dell’inconscio. Ma i dettagli della natura non esprimono qualcosa di preciso, manca un centro di gravità, i punti di vista si sdoppiano e i particolari prevalgono sulla totalità, per comunicare spesso solitudine, angoscia dell’io e il mistero insolubile del creato (Atmosfere ed emozioni uniche sospese / nei miraggi immaginati ed ammirati / nelle suggestioni e nei colori di un sole / arancio accarezzato da un velo leggero / di sabbia alzata dalla brezza del libeccio / che svanisce nella sua luce per lasciare / lo spazio infinito ad un cielo blu notte / trapuntato da miriadi di stelle d’argento). Potremmo dire che le cose non vengono riportate per come ‘sono’, ma per come il poeta le ‘sente’, accostando l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande senza gerarchie di valore.

    Accanto a tutto ciò, sopravvive un lato più intimista nella lirica del Forlani, che indaga il senso intrinseco della vita, che disvela la zona fragile della nostra psiche che costituisce la nostra essenza, l’angusto angolino dei nostri sogni ‘troppo umani’, in cui ognuno spera di trovare se stesso ai confini della vita cosmica e spirituale. In che maniera poteva essere risolto il mistero di un dolore così potente come la morte, se non con un movimento pacato e armonioso d’immagini, in grado di sfiorare gli archetipi del sentimento?

    Rileggete a tal proposito le accorate righe dedicate alla defunta Anna.

    E qui dobbiamo rinvenire la grandezza e l’universalità della parola poetica: in questo far del sentimento un qualcosa di non esclusivamente ‘suo’, ma piuttosto ‘nostro’. Senza dover abbandonare se stesso, l’autore ci mostra come nel proprio sentire vibrano le corde dell’anima di tanti altri, e che il suo cuore canta una melodia corale.

    Probabilmente, è in questo preciso spazio che nasce la poesia.

    A cura di Giuseppe Palladino

    I PARTE

    COVID 19, QUANDO L’UNICA

    CERTEZZA ERA IL DUBBIO

    L’attesa…

    Nasce fin dal primo istante

    quando una carezza materna

    scivola piano, d’istinto lungo il ventre.

    Ed è subito attesa da fuori

    ed è subito attesa da dentro,

    la vita è da subito attesa.

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