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Trattato di Sociologia: dalla Distopia all’Utopia. Volume 4/4
Trattato di Sociologia: dalla Distopia all’Utopia. Volume 4/4
Trattato di Sociologia: dalla Distopia all’Utopia. Volume 4/4
E-book436 pagine5 ore

Trattato di Sociologia: dalla Distopia all’Utopia. Volume 4/4

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Il Trattato di Sociologia è la Magnum Opus di Mirco Mariucci. L’Opera è suddivisa in 4 volumi ed in 7 parti: Teoria ed Ecologia [Vol. 1]; Lavoro [Vol. 2]; Economia [Vol. 3]; Società, Utopia ed Esoterismo [Vol. 4]. Al loro interno l’autore espone per la prima volta le leggi fondamentali della sociologia, formula un nuovo paradigma economico ed illustra la sua concezione di società ideale: l’Utopia Razionale. Argomento dopo argomento l’immaginario collettivo viene decostruito. Analisi, previsioni e soluzioni si susseguono delineando un quadro unitario. Il fine è di donare all’umanità una nuova visione del mondo da impiegare come motore ideale per trasformare la realtà sociale in senso rivoluzionario...
LinguaItaliano
Data di uscita27 ott 2019
ISBN9788835324607
Trattato di Sociologia: dalla Distopia all’Utopia. Volume 4/4

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    Trattato di Sociologia - Mirco Mariucci

    Trattato di Sociologia

    Volume 4/4

    Dalla Distopia all'Utopia

    28 ottobre 2019

    Mirco Mariucci

    Introduzione

    Il Trattato di Sociologia è la Magnum Opus di Mirco Mariucci.

    L’Opera è suddivisa in 4 volumi ed in 7 parti: Teoria ed Ecologia [Vol. 1]; Lavoro [Vol. 2]; Economia [Vol. 3]; Società, Utopia ed Esoterismo [Vol. 4].

    Al loro interno l’autore espone per la prima volta le leggi fondamentali della sociologia, formula un nuovo paradigma economico ed illustra la sua concezione di società ideale: l’Utopia Razionale.

    Argomento dopo argomento l’immaginario collettivo viene decostruito. Analisi, previsioni e soluzioni si susseguono delineando un quadro unitario.

    Il fine è di donare all’umanità una nuova visione del mondo da impiegare come motore ideale per trasformare la realtà sociale in senso rivoluzionario...

    Sintesi dei Contenuti

    1 contenuti athanor

    L’Opera contiene:

    I risultati di ricerca conseguiti dall’autore dell’Opera nell’ambito della sociologia adottando un approccio multidisciplinare. [Vol. 1 - 2 - 3 - 4]

    Uno spaccato dell’odierna società con un’ampia collezione di dati, analisi, critiche, idee, previsioni e soluzioni riguardanti: alimentazione; automazione; capitalismo; controllo sociale; decrescita; democrazia; demografia; denaro; disoccupazione; disuguaglianza; ecologia; economia; energia; esoterismo; felicità; filosofia della scienza; giustizia; guerra; inquinamento; lavoro; libertà; migrazioni; occultismo; povertà; profitto; ricchezza; salute; spiritualità; trasporti; utopia... e molto altro ancora. Il tutto è arricchito da oltre 1.500 fonti consultabili on-line. [Vol. 1 - 2 - 3 - 4]

    La definizione di sociologia, così come intesa dall’autore dell’Opera. [Vol. 1]

    L’enunciazione delle leggi fondamentali della sociologia scoperte dall’autore dell’Opera e delle loro principali conseguenze in ambito sociale. [Vol. 1]

    Un approfondimento in merito alla questione ecologica condotto affrontando le seguenti tematiche principali: demografia; inquinamento; riciclaggio; energia; trasporti; consumismo. [Vol. 1 - 3]

    Una critica all’odierna ecologia, con particolare riferimento all’economia circolare, volta ad individuare le migliori soluzioni per risolvere la questione ecologica. [Vol. 1]

    Un’analisi della filosofia vegana e delle sue potenziali conseguenze a livello sociale. [Vol. 1]

    Un’analisi comparativa delle principali classi di soluzioni da impiegare per risolvere i problemi del mondo del lavoro: creazione di nuovo lavoro; redistribuzione del lavoro; riduzione del lavoro; reddito di cittadinanza condizionato; reddito di esistenza incondizionato; riorganizzazione del mondo del lavoro in senso rivoluzionario. [Vol. 2]

    Una critica radicale all’odierna economia capitalistica volta ad individuare le problematiche da risolvere e superare tramite la formulazione e l’adozione di un nuovo paradigma economico. [Vol. 3]

    L’esposizione dei tratti essenziali dell’Econofisica: un innovativo paradigma economico fondato sulla fisica che non ha bisogno né del mercato, né del denaro, per funzionare. [Vol. 3 - 4]

    Una critica all’odierna concezione della democrazia rappresentativa con delle soluzioni concepite per implementare una vera forma di democrazia che non rischi di trasformarsi nell’ennesimo strumento utilizzato dal Potere a danno dell’umanità. [Vol. 4]

    Un’analisi relativa a come gli odierni gruppi di potere stiano impiegando la tecnologia per implementare un nuovo sistema di controllo sociale globale al fine di instaurare una tecnodittatura. [Vol. 4]

    Un’analisi geopolitica che guarda al futuro dell’umanità effettuata sulla base delle criticità dovute all’incompatibilità tra la finitezza delle risorse del pianeta ed il mantenimento dell’odierno modello economico basato sulla continua ricerca della crescita. [Vol. 4]

    Un nuovo modello socio-economico-culturale, denominato Utopia Razionale, concepito dall’autore dell’Opera per risolvere le principali problematiche dell’odierna società. [Vol. 4]

    Idee, linee guida e soluzioni concrete per migliorare la società e realizzare un mondo ideale, passando dall’odierna Distopia Capitalistica all’Utopia Razionale. [Vol. 1 - 2 - 3 - 4]

    L’esposizione di una scala, concepita dall’autore dell’Opera, per misurare il livello di evoluzione sociale di una società di esseri umani. [Vol. 4]

    La discussione di alcune verità esoteriche inerenti all’ambito della sociologia. [Vol. 4]

    Un messaggio occulto che soltanto gli iniziati alla tradizione ermetica riusciranno a cogliere... [Vol. 1 - 2 - 3 - 4]

    Indice dell’Opera

    2 indice labirinto

    Volume 4/4

    Dalla Distopia all’Utopia

    Parte V: Società

    7 fuoco con stella societàOsho

    «Tutti i sistemi di credenze non sono altro che un processo di condizionamento.

    Credenza significa che non sai, eppure credi, invece il mio impegno è nel far sì che tu non creda mai a meno che tu non sappia, non conosca veramente.

    Quando conosci, la questione del credere non si pone nemmeno: lo sai!

    Io distruggo tutti i sistemi di credenze e non vi do niente con cui sostituirli. Il mio lavoro è decondizionare la gente, deprogrammarla.

    Questo è uno dei miei capisaldi fondamentali: la via verso la verità non è basata sul credere, ma sul dubbio. Non la fede, ma l’indagine, la ricerca.

    Io sono libero, privo di qualsiasi gabbia, nulla che mi imprigioni.

    E voglio distruggere tutte le vostre gabbie, in modo che possiate spaziare in un cielo sconfinato.

    La società ti ha ipnotizzato; ha ottuso i tuoi sensi, ti ha avvelenato.

    Ha bisogno di macchine abili ed efficienti; non vuole esseri umani: ti ha ridotto a una macchina.

    Tu sei un ottimo impiegato, un bravo soldato, un abile capostazione o un preciso burocrate: sei stato ridotto a qualcosa di utile, sei una merce.

    La società non vuole la tua intelligenza, la tua consapevolezza; ha bisogno di persone efficienti, ma prive di intelligenza; permette l’esistenza dell’intelligenza solo in funzione dell’efficienza, ma non permette mai alla tua intelligenza di crescere fino al massimo delle sue potenzialità; in quel caso sarebbe così ribelle, così rivoluzionaria da infiammare gli animi!

    E la società è così marcia che non può permettere l’esistenza di un simile fuoco nelle persone, non può concedere tanta libertà alla gente.

    Ha bisogno di persone morte, ottuse e prive di intelligenza, solo così potranno continuare a lavorare per favorire gli interessi di altri: dei preti, dei politici!

    La società ha bisogno di milioni di schiavi. E tu devi ribellarti contro questo stato di cose. Sii autentico, sii sincero con te stesso!

    Dichiara la tua verità, qualsiasi sia il prezzo da pagare. Perfino se la vita diventa un rischio, rischia; poiché la verità è di gran lunga più preziosa di qualsiasi cosa: la verità è la vita reale.

    Rischia ogni cosa, ma sii autentico! Qualsiasi cosa sei rispettala! Non permettere a nessuno di manipolarti, non permettere a nessuno di renderti schiavo.

    L’uomo che si rispetta è autentico; non può scendere a compromessi: preferirà morire, ma resterà fedele alla sua verità.

    Rischia tutto ciò che hai, poiché tu non possiedi nulla; credi solo di possedere: in realtà tu sei un nulla.

    Qualsiasi cosa tu abbia fatto finora, e tutto ciò che stai facendo è futile; lascia che questo sedimenti nel tuo cuore il più profondamente possibile.

    Il denaro non sarà d’aiuto, la fama non servirà, il potere sarà del tutto inutile: la morte verrà e tutto ciò ti verrà portato via.

    E cosa importa quanto denaro avrai accumulato? Nel mondo, la sola cosa reale è quanto essere hai conseguito.

    Siamo arrivati a un punto in cui l’umanità deve decidere se morire rimanendo con i politici, commettere un suicidio globale, o se espellere i politici e salvare l’umanità, la civiltà, la cultura, la vita.

    Voi potreste essere l’ultima generazione a cui è possibile ribellarsi.

    Se non vi ribellate potrebbero non esserci più opportunità: l’umanità potrebbe essere ridotta allo stato di robot.

    Quindi ribellatevi, finché siete in tempo».

    Osho Rajneesh

    Nota: collage di citazioni di Osho Rajneesh.

    Fonti:

    https://it.wikiquote.org/wiki/Osho_Rajneesh

    https://www.frasicelebri.it/frasi-di/chandra-mohan-jain/

    https://qcgonv.wordpress.com/2015/10/15/osho/?fbclid=IwAR2Cs81vlWedviYqm6DgZEubfz1wTOSMIGKrXWbzzwOSwKko6R9IGkOvEZ8

    Sulla democrazia

    È incredibile quanta importanza diano gli esseri umani a delle questioni insignificanti e quanto invece ignorino le cose fondamentali.

    Pensate: la maggior parte delle persone è convinta di poter cambiare le proprie condizioni esistenziali tracciando una X su di un pezzo di carta una volta ogni 5 anni, per poi tornare a condurre esattamente la stessa identica vita che faceva prima delle votazioni, senza modificare una sola virgola nelle proprie azioni.

    Eppure, è cambiando il modo di agire nella quotidianità che si può migliorare sia la propria esistenza che quella degli altri. Ma votare è fondamentale, invece modificare i propri comportamenti no: questo è quanto il Potere vorrebbe farvi credere.

    Ma che senso ha votare in una dittatura mascherata da democrazia?

    Prima di rispondere a questa domanda, ci sono un paio di punti che intendo discutere, per cercare di far comprendere, a chi non ne fosse consapevole, una parte dell’inganno che caratterizza l’odierna società.

    L’illusione della libertà

    In molti sono convinti di vivere in una democrazia e di essere liberi.

    Nonostante la loro evidente falsità, queste credenze sono profondamente radicate nella popolazione e fanno parte del meccanismo di controllo sociale adottato nelle cosiddette democrazie occidentali.

    In realtà, ogni mente sveglia riesce a rendersi perfettamente conto da sé che non esiste una vera democrazia e che, al suo interno, la maggior parte degli individui non è affatto libera.

    Oggi vige una moderna forma di totalitarismo mascherata da democrazia che si avvale dell’illusione della libertà per esercitare il controllo sociale.

    Si tratta della dittatura capitalistica, che impiega le logiche del mercato e la metafisica del denaro per schiavizzare l’umanità. Questo è quanto.

    Nel tempo è cambiata la forma ma non la sostanza. Di recente, si è passati dalle dittature esplicite dei primi decenni del Novecento, alle attuali dittature camuffate, perché i potenti hanno compreso che in questo modo avrebbero potuto imporre il proprio volere in modo ancor più efficace.

    Come? Facendo credere al popolo di essere libero, avendo l’accortezza d’istruire le masse affinché svolgessero autonomamente ciò che, in realtà, era già stato predisposto dalle élites, alimentando il generale convincimento che quella gamma di scelte precondizionate, tutte funzionali al sistema, fossero il frutto dell’intima volontà dei singoli individui.

    Che cos’è, dunque, l’illusione della libertà?

    È il vitello che, invece di pascolare libero nelle verdi praterie, sceglie la stalla più accogliente dove farsi imprigionare, si nutre d’un mangime gustoso per ingrassare e, una volta arrivato a maturazione, si reca perfino al macello senza porre alcuna resistenza, perché si fida dello stalliere.

    Gli esseri umani frequentano la scuola dell’obbligo e già lì cominciano ad essere addomesticati, introiettando valori e conoscenze utili al sistema. Ma ciò non basta.

    Per mantenere in essere l’ordine sociale, nel corso dell’intera esistenza, ogni individuo è sottoposto ad un continuo processo di condizionamento mentale che avviene attraverso la diffusione di apposite informazioni.

    Perché per rendere tollerabile l’intollerabile, equo l’iniquo, giusto l’ingiusto, vero il falso, si deve continuamente indottrinare, mentire, distrarre, manipolare, corrompere e, quando ciò non basta, costringere, con il ricatto o la forza.

    Non a caso, gli individui sono obbligati a svolgere per quasi tutto il giorno un lavoro a prescindere dal loro vero essere, dalle passioni che essi nutrono e dalla loro felicità, e al tempo stesso gli viene inculcata l’etica del lavoro, vale a dire l’etica degli schiavi.

    È il sistema che ha bisogno di masse di lavoratori soggiogate all’economia, non l’umanità.

    Ma il condizionamento mentale è così efficace che la maggior parte degli individui si sono illusi che la propria vita sia il frutto d’un loro desiderio e non d’una costrizione!

    Eppure, più mi guardo intorno e meno riesco a scorgere veri esseri umani: io vedo individui senz’anima privi di consapevolezza che collaborano con il sistema che li opprime conducendo delle vite eterodirette.

    Io vedo false esistenze senza significato, ripetitive, standardizzate, meccaniche, al pari di quelle che potrebbero essere condotte da dei robot.

    Ma com’è possibile che gli oppressi collaborino con gli oppressori? Che gli schiavi ambiscano alla schiavitù? Che esseri umani ridotti in catene credano di essere liberi? Che chi vive in una terribile dittatura sostenga di far parte d’una benevola democrazia?

    La grande efficacia della dittatura camuffata da democrazia risiede nella seguente strategia: condizionare il pensiero, per poi lasciar agire gli attori sociali in condizione di libertà, fin quando l’azione di qualcuno di essi non minacci effettivamente il dominio dei reggenti e non entri in contrasto con le finalità e gli interessi delle élites.

    È solo a quel punto che i detentori del potere, o altri che operano per conto loro, interverranno in modo specifico con i provvedimenti che riterranno più opportuni per neutralizzare i comportamenti dei devianti, valutando a seconda dei casi che gli si presenteranno.

    È così che si viene a creare una falsa libertà, una libertà controllata, nella quale si è liberi di agire fin quando ci si muove entro i confini immaginari tracciati dalle élites di potere.

    Ciò rafforza la generale convinzione di essere liberi, limita l’uso di strumenti repressivi allo stretto necessario e rende decisamente stabile il sistema, consentendo, nel suo complesso, il raggiungimento di un livello di controllo sociale assai più elevato rispetto a quello di un totalitarismo esplicito.

    Le motivazioni sono evidenti: in un sistema dittatoriale palese, tutti sono consapevoli della situazione in cui si trovano, perché l’oppressore è noto, così come lo sono i suoi metodi violenti, solitamente basati sull’uso diretto ed esplicito della forza. Chi non si adegua sa già in partenza che verrà torturato, imprigionato o ucciso. Pertanto, la totale mancanza di libertà è evidente e fortemente percepita.

    Ciò non accade nelle false democrazie, dove i manganelli e le armi vengono sostituiti dalla propaganda (fin quando possibile); la censura avviene mediante il discredito, la calunnia e la diminuzione della visibilità; il libero pensiero non è vietato ma si cerca di fare in modo che gli individui non riescano a pensare in modo libero ed autonomo; la libera iniziativa individuale è concessa a patto che segua le logiche del profitto; non v’è un lavoro forzato che ricorre alle catene ma una costrizione alla scelta d’un lavoro totalizzante imposta con un ricatto economico... e così via.

    All’interno di una dittatura velata, la totale mancanza di libertà non è percepita, fin quando uno spirito libero non sceglie di deragliare dai binari imposti dalla società, sperimentando sulla propria pelle la durezza delle contromisure che serviranno per riportarlo sulla retta via.

    A quel punto, quell’individuo potrebbe acquisire consapevolezza della realtà in cui vive, ma nel caso in cui provasse ad esporre agli altri ciò a cui è stato sottoposto o cercasse di spiegare alla massa la vera condizione in cui essa vive, non troverebbe quasi nessuno disposto a dargli credito.

    Al contrario, gli schiavi addormentati lo prenderebbero per pazzo ed il Potere non perderebbe tempo ad affibbiargli delle etichette per screditarlo ed impedire che altri individui s’interessino, approfondiscano e diffondano il suo pensiero.

    È così che il sistema mette a tacere ogni voce dissonante rispetto alla narrazione dominante, bollando arbitrariamente come complottismo, fake news, pseudo-scienza o utopia irrealizzabile, ogni genere di tesi, teoria, ideologia e argomentazione che risulti scomoda per i detentori del potere, i loro interessi economici ed il mantenimento dell’ordine costituito.

    Ciò che ne scaturisce è un sistema decisamente più subdolo, effimero ed ingannevole, ma al tempo stesso estremamente preciso e puntuale, nel quale gli individui conducono esistenze forzose al di fuori della loro volontà esattamente come nei regimi totalitari, minimizzando però la percezione della perdita di libertà.

    Le catene invisibili cinte nella mente sono assai più temibili di quelle reali, perché la difficoltà d’individuarle le rende tremendamente efficaci.

    È su questo principio che il Potere ha realizzato il moderno sistema di controllo sociale, tutt’ora in essere, i cui meccanismi di base stanno divenendo sempre più chiari in questo periodo storico, perché via via che le condizioni sociali vanno peggiorando e gli esseri umani si stanno risvegliando, il condizionamento mentale non è più sufficiente a celare l’inganno e, per contenere il dissenso, zittire le voci dissonanti e sedare i moti rivoluzionari, c’è sempre più bisogno d’intervenire in modo diretto ed esplicito, così come nelle vecchie dittature, palesando la vera natura totalitaria dell’odierna democrazia.

    Anche il meccanismo delle elezioni rientra tra gli strumenti utilizzati dal Potere per controllare le masse, ma queste ultime sono troppo addormentate per comprenderlo e vi prendono parte con ardore, schierandosi per l’una o per l’altra fazione.

    Ma che cos’è il voto? Il voto è un meccanismo concesso ai sottomessi dai loro dominatori. E soltanto un ingenuo può sperare di fronteggiare il Potere utilizzando gli strumenti del Potere.

    Voi credete di essere liberi perché vi concedono la possibilità di scegliere un partito che promette di curare i vostri interessi?

    Non fatemi ridere: la favoletta secondo la quale i membri dei partiti politici, una volta saliti al potere, si prodigheranno in modo indefesso per migliorare le condizioni di vita dell’umanità, può essere raccontata ai bambini ed ai creduloni di tutte le età, ma è stata confutata da decenni di Storia.

    I governi hanno sempre dichiarato di guardare all’interesse generale, salvo poi occuparsi dell’interesse particolare di gruppi elitari di potere, imponendo al popolo le misure richieste dai loro veri padroni.

    Se così non fosse, ed i governi avessero combattuto le élites in nome del popolo, a quest’ora l’umanità non avrebbe vissuto in una società con una struttura piramidale, caratterizzata da un ampissimo divario sociale e dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

    Al contrario, è proprio lo Stato, per mezzo dei governi, delle leggi e delle forze armate, a rendere normali e possibili simili condizioni d’ingiustizia sociale, consentendo ai ricchi d’esser ricchi ed ai poveri di essere sfruttati nella più completa legalità.

    Credete di essere liberi perché vi hanno concesso la possibilità di svolgere un lavoro compatibile con le logiche del mercato? Che ingenuità!

    Anche la narrazione secondo la quale gli esseri umani possono realizzarsi mediante il lavoro fa parte dell’inganno: per come è organizzata la società oggi, il lavoro non serve ad emanciparsi ma a diventare degli schiavi.

    L’unica possibilità concessa alla massa consiste nello scegliersi la propria tipologia di schiavitù tra quelle offerte dal sistema, sempre ammesso che nel mercato del lavoro, ovvero nella moderna tratta degli schiavi, vi sia una richiesta di schiavitù sufficiente ad assicurare la piena occupazione con dei salari dignitosi, perché in caso contrario la libertà si ridurrebbe alla possibilità di emigrare, di finire in povertà, talvolta pur lavorando, o di vivere per strada, soffrendo il freddo e la fame, a seconda dei casi.

    E mi raccomando: guai a protestare! Perché in quel caso i manganelli dati in dotazione alle forze dell’ordine colpirebbero le vostre zucche vuote per ripristinare l’ordine pubblico e ricordarvi che vivete in una democrazia.

    In verità, si vive in democrazia fin quando il volere del popolo collima con quello di chi detiene il potere e ciò che viene imposto dall’alto è accolto di buon grado dalle masse. Ma quando ciò non accade, all’improvviso la democrazia svanisce, il volere del popolo non viene rispettato e lo Stato ricorre alla propaganda, alla censura e alla violenza.

    Ciò accade perché in realtà il sistema non prevede l’esercizio di una vera forma di libertà per gli esseri umani, ma il loro asservimento alla volontà del Potere.

    Come si può parlare di libertà in una società che obbliga gli individui a svolgere soltanto quelle azioni economiche che sono in grado di generare un profitto?

    Perché mai un individuo non dovrebbe essere libero di dedicare la sua esistenza ad attività creative, gratificanti e non dannose per l’umanità, la cui pratica non consente di produrre un ritorno in termini di denaro sufficientemente elevato da giustificarle?

    Perché sprecare la vita in una fabbrica o in un’azienda come schiavo del capitale è considerata una mansione nobilitante e degna d’esser retribuita, anche quando le conseguenze di quel lavoro sono dannose per se stessi, per l’ambiente e/o per la società, mentre il dedicarsi all’arte e alla filosofia invece no, nonostante sia evidente che l’umanità abbia un maggior bisogno di bellezza e verità, piuttosto che di bombe e prodotti usa e getta?

    Come può dirsi libero un individuo che è costretto ad annullare la propria volontà per assecondare la volontà del mercato?

    Gli esseri umani sono creatori di mondi, il loro potere è sterminato, ma l’unica realtà che contribuiscono a generare è fatta a misura di capitale e al suo interno individui nati liberi per natura vengono ridotti in catene.

    Lo spettro del possibile è infinito, ma il potenziale dell’umanità è stato confinato a tal punto da ridurli ad esaudire soltanto i desideri del dio Denaro.

    E se per caso quel volere rendesse miserabile l’umanità, generando una società ingiusta ed ecologicamente insostenibile, come di fatto accade oggi, perché mai si dovrebbe esaudirlo?

    Com’è possibile che l’umanità obbedisca fideisticamente ad una sorta di aguzzino metafisico immaginario?

    Perché in realtà gli esseri umani non sono liberi, sono degli schiavi: sono ingranaggi di un sistema che da un lato li trascende e dall’altro li ingloba, travolgendoli.

    Li trascende, perché essi non comprendono fino in fondo le sue dinamiche, i suoi scopi, le sue conseguenze; li ingloba, perché sono loro stessi a rendere possibile l'esistenza di quel sistema, alimentandolo quotidianamente con azioni, sentimenti e pensieri.

    Eppure gli esseri umani hanno il potere di liberarsi, ma fin quando non diverranno pienamente consapevoli, non riusciranno ad individuare le catene invisibili utilizzate dai loro dominatori e, di conseguenza, continueranno a causare, e a subire, le distorsioni negative dovute al sistema sociale da essi generato.

    Nonostante quanto è stato fin qui sostenuto, io sono convinto che alcuni continueranno a credere di essere liberi, perché ogni tanto i potenti gli concedono di recarsi alle urne per esercitare il loro diritto di voto!

    Costoro provino a spiegare di essere liberi a quei padri che per mantenere i propri figli sono costretti a darsi per mare per andare a cercare un qualsiasi lavoro lontano dai loro cari.

    Provino a dire di essere libero a quell’operaio che deve rovinarsi la salute all’interno di una fabbrica ripetendo le medesime operazioni per tutto il giorno, o a quell’impiegato che annulla il suo essere rinchiuso in un ufficio per riempire delle scartoffie verso le quali non prova il benché minimo interesse.

    Provino ad illustrare il concetto della libertà dell’odierna democrazia rappresentativa basata sul mercato a quella massa di lavoratori mal pagati, sfruttati e precari che ciò nonostante lavorano lo stesso, perché questo è il miglior modo che il sistema economico gli ha concesso per vivere.

    E non mi si venga a dire che il sistema capitalistico offre la libertà d’inventarsi il proprio lavoro, perché oggigiorno sono le logiche economiche che dominano l’umanità, non il contrario, come invece sarebbe auspicabile che fosse.

    La medesima cosa avviene per il lavoro: nella società capitalistica non è l’umanità a controllare il lavoro, come invece dovrebbe essere, è il lavoro, con le sue logiche, anch’esse subordinate all’economia, a controllare l’umanità.

    All’atto pratico ciò significa che, anche nell’assai remota ipotesi in cui qualcuno riuscisse ad avere idee originali per generare profitto e disponesse dei fondi necessari per avviare la propria attività, costui starebbe comunque sottomettendo la propria esistenza ed il proprio agire al profitto e al mercato, trasformandosi in una sorta di burattino dell’economia.

    Nella società capitalistica, i fili del burattinaio non dirigono soltanto il mondo del lavoro, ma anche quello dei consumi, degli stili di vita, dei percorsi di studio: tutto concorre al mantenimento del sistema; se così non fosse, si commetterebbe un genere di azione controcorrente che sarebbe reputata socialmente inammissibile e, in quanto tale, verrebbe osteggiata, marginalizzata, proibita... e così via, rendendola, di fatto, ininfluente o impraticabile.

    Altro che libertà: la maggior parte delle cose che gli individui compiono nel corso della propria esistenza è dovuto ad un condizionamento mentale, ad una forzatura artificiosa, ad un obbligo, un ricatto e, guarda caso, tale insieme d’azioni risulta prettamente funzionale all’attuale ordine sociale.

    Si studia in vista del lavoro, non per passione. Si lavora per costrizione, non per volontà. Si svolge il lavoro che si riesce a trovare, non quello che si vorrebbe davvero fare. Si tollerano condizioni lavorative disumane, non di certo perché si è felici di farlo ed ancor meno perché il mondo debba essere necessariamente così.

    Si producono e si consumano beni e servizi allo scopo di generare profitto e di sostenere l’economia, non per soddisfare nel migliore dei modi le reali necessità dell’umanità. Si legittima il potere a chi sfrutterà e predisporrà le condizioni affinché avvenga il dominio e lo sfruttamento dell’umanità, non di certo perché ciò assicurerà un maggior benessere alla collettività, piuttosto in quanto gli individui non riescono neanche a comprendere l’inganno della democrazia rappresentativa.

    L’essere umano è al tempo stesso vittima e carnefice del sistema che gli viene imposto ma che può sussistere soltanto in forza della sua diretta e quotidiana collaborazione, che sia essa consapevole o inconsapevole non fa alcuna differenza: l’importante è che gli individui prendano parte ai meccanismi del sistema.

    Un sistema che continuerà ad esistere fin quando l’umanità non riuscirà a comprendere e sottrarsi alle sue logiche, rimettendole in discussione, per concepire un’altra società.

    È così che gli individui diventano i carcerieri di se stessi e del resto dell’umanità, con la complicità, con il consenso: ed è proprio a questo livello che opera il teatrino delle elezioni politiche.

    L’inganno della democrazia

    Il meccanismo di controllo sociale legato al voto ricorre ad alcuni inganni di facile comprensione.

    Il primo di essi, consiste nel convincere il popolo che sia il governo ad avere il potere, quando invece il potere è, ed è sempre stato, nelle mani del popolo, ma il sistema cerca di far credere alla massa che non sia così.

    Del resto, come può un piccolo gruppo di persone dirigere le esistenze di una massa composta da milioni d’individui?

    È evidente che può farlo fintantoché la massa collabora, consapevolmente o inconsapevolmente, con i presunti detentori del potere, mettendo in atto ciò che quella minoranza d’individui gli suggerisce di fare.

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