Jerry è meglio
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Info su questo ebook
Ma cosa succede quando due colleghi così diversi tra loro si scoprono attratti l’uno dall’altro?
Incomprensioni e cose non dette si frappongono tra i due uomini, che si troveranno costretti ad affrontare i loro dubbi per riuscire a dare un senso alla loro strana amicizia.
Erin E. Keller
Erin is Irish in her heart and soul, and she hopes she’ll move to the Emerald Island one day. She lives with her husband and their cats in a house near a wheat field. She has been writing for years, but admits she is a very undisciplined writer. The problem is that handling a couple of jobs makes it almost impossible to write every day. She loves letting her mind wander through the real world. She likes to write contemporary M/M romance because she loves love. And men. For more information, please visit erinekeller.com.
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Anteprima del libro
Jerry è meglio - Erin E. Keller
Pubblicato da
Triskell Edizioni – Associazione culturale Triskell Events
Via 2 Giugno, 9 - 25010 Montirone (BS)
http://www.triskellevents.org/edizioni/
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il frutto dell’immaginazione dell’autore. Ogni somiglianza a persone reali, vive o morte, imprese commerciali, eventi o località è puramente casuale.
Jerry è meglio
Copyright © 2013 di Erin E. Keller
Cover Art and Design di Laura Di Berardino
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma né con alcun mezzo, elettronico o meccanico, incluse fotocopie, registrazioni, né può essere archiviata e depositata per il recupero di informazioni senza il permesso scritto dell’Editore, eccetto laddove permesso dalla legge. Per richiedere il permesso e per qualunque altra domanda, contattare, l’associazione al seguente indirizzo: Via 2 Giugno, 9 – 25010 Montirone (BS)
http://www.triskellevents.org/edizioni/
Prodotto in Italia
Prima edizione – Maggio 2013
Edizione Ebook 978-88-98426-04-1
A Babyara, la mia pazientissima cartina tornasole. Grazie.
Alle mie gatte, che prima o poi metterò in un racconto.
CAPITOLO 1
La stanza del caffè era piccola ma estremamente affollata. Tutti gli avvocati dello studio avevano l’abitudine di recarsi lì, prima di prendere posto nei rispettivi uffici, e c’era sempre un gran vociare che si mescolava all’odore del caffè liofilizzato e ai profumi costosi delle persone presenti.
Aaron Philips, alto e slanciato nel suo completo perfetto, stava mescolando il suo caffè quando Jerry Morgan, un suo collega, entrò sbadigliando. Lo vide prendere la sua tazza e appoggiarsi al bancone, guardandosi attorno quasi annoiato.
«Lasciami indovinare,» iniziò Aaron avvicinandosi. «Nottata intensa?»
«Non sai quanto,» ridacchiò Jerry bevendo un sorso della bevanda scura.
«Mi chiedo come tu faccia a…»
«Non è difficile: basta che ti venga duro e il gioco è fatto,» lo interruppe l’altro facendogli l’occhiolino.
«Dio, Jerry. A volte mi fai rabbrividire!»
«Buono a sapersi,» ribatté Jerry lasciando ben intendere a cosa si riferisse.
«Ma com’è possibile che ogni cosa che ti si dica, tu la ricolleghi al sesso? Non hai altri interessi?» chiese Aaron attonito, facendo una smorfia che gli distorse il bel visino dai tratti appuntiti.
«Non è vero. Io sono un uomo dai mille interessi!»
«Che ruotano attorno a un buco.»
«Esatto. Amo le ciambelle.» Jerry aveva l’aria sognante.
Aaron alzò la mano e lo interruppe. «Vado in ufficio prima che mi venga voglia di vomitare.»
«Stitico.»
«Stronzo.»
Aaron e Jerry erano i nuovi arrivati nello studio ma, mentre Jerry con la sua faccia tosta si era già fatto un mucchio di amici, Aaron si teneva sempre un po’ in disparte, tentando di dare il meglio di sé, di fare un’ottima impressione sui superiori. Entrambi lavoravano bene e si stavano assicurando una carriera notevole: Jerry seguiva prettamente le cause di divorzio che, per motivi oscuri, lo divertivano tanto, mentre Aaron si occupava prevalentemente di questioni creditizie. I loro uffici si trovavano l’uno di fronte all’altro e a volte Aaron avrebbe preferito che non fosse così, in modo da non dover assistere ai vari tentativi di flirt di Jerry con… chiunque. In effetti, con chiunque tranne che con lui.
Erano diversi sotto ogni aspetto: Aaron era una persona pacata mentre Jerry era chiassoso ed esuberante, Aaron cercava il grande amore mentre Jerry credeva principalmente nella lussuria, meglio se a prima vista. Entrambi a proprio agio con la loro omosessualità, la vivevano però in modi diversi: Aaron con riservatezza, Jerry sfacciatamente.
Aaron non provava una forte simpatia per il collega ma, nonostante tutto, l’altro sembrava trovarsi bene con lui, o forse gli piaceva solamente sfoggiare le sue conquiste e sventolargliele sotto il naso a ogni uscita serale, dopo il lavoro.
Era un’abitudine dello studio: ritrovarsi a bere un aperitivo prima che ognuno si dedicasse al proprio tempo libero. Per quel poco che ne restava.
E quella sera non fu diversa dalle altre.
Jerry sedeva accanto ad Aaron, al bancone.
«Da quanto tempo non scopi?» gli chiese a un tratto, senza mezzi termini.
Uno spruzzo di Martini uscì dal naso di Aaron, che si era tappato la bocca per non sputarlo. Il giovane cominciò a tossire come un ossesso mentre Jerry rideva e gli dava pacche sulla schiena.
«Ma che cazzo di domande fai?» chiese Aaron quando si fu ripreso, nonostante fosse ancora cianotico in viso, con le vene sotto gli occhi bene in evidenza.
«Chiedevo. Non ti vedo mai con nessuno, non parli mai con nessuno, non esci mai con nessuno. Ne ho dedotto che non scopi mai con nessuno. Tutto qui.»
«E chi sei? Sherlock Holmes?» ribatté Aaron piccato.
«Allora?»
«Allora non sono fatti tuoi.»
«Vuoi preservarti per il matrimonio? O per l’aldilà?»
«Ho detto che non sono fatti tuoi.»
«Più insisti a non rispondere e più confermi la mia idea. Sai, un po’ mi spiace. Insomma, non sei male.»
«Oh, grazie. Detto da te, che ti faresti anche l’omino della Michelin…»
«Così mi offendi!» esclamò Jerry. Mosse una mano, stizzito, e si girò dall’altra parte, notando che un ragazzo gli si era seduto accanto. «Buonasera…» disse con voce suadente.
«Ma hai almeno un filtro, o ti butti a pesce sul primo che passa?» borbottò Aaron prendendo un altro sorso di Martini.