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A pelle nuda
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A pelle nuda
E-book180 pagine2 ore

A pelle nuda

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Info su questo ebook

Lei non avrebbe mai pensato che comportarsi male la facesse sentire così bene.

Dopo anni passati a vivere come una brava ragazza, Jen Truitt è pronta a darci un taglio e a lasciare spazio al diavoletto che è in lei. La prima follia che si concede è un tatuaggio. La seconda è sedurre l'incredibile esemplare di maschio, sexy e tenebroso, che glielo ha fatto.

Zach Jacobs non sbaglia mai quando si tratta di questioni di pelle. Ed è sicuro che il corpo flessuoso che ha tra le mani racchiuda un'energia vitale incredibile, pronta ad esplodere. Per non parlare di quella sessuale. Vorrebbe esplorare quel corpo fino a conoscerlo a occhi chiusi, e i tatuaggi non c'entrano. Ma Jen è terreno proibito. Le sue arie da seduttrice navigata non lo ingannano. E poi non sarebbe saggio spezzare il cuore alla figlia del capo della polizia.

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2015
ISBN9788858942055
A pelle nuda
Autore

Cindi Myers

Vive sulle Montagne Rocciose, in Colorado. Ha conosciuto suo marito a un appuntamento al buio; sei settimane dopo hanno fissato la data delle nozze!

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    Anteprima del libro

    A pelle nuda - Cindi Myers

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Good, Bad...Better

    Harlequin Blaze

    © 2005 Cynthia Myers

    Traduzione di Erica Sarnataro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-205-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Prima o poi, nella vita di ogni donna, arriva il momento di dare una bella scossa alle cose. Era questo il pensiero che frullava nella mente di Jennifer Truitt mentre parcheggiava il suo maggiolino Volkswagen di fronte allo studio Austin Body Art, quel martedì pomeriggio di giugno. Lanciò un’occhiata all’insegna al neon che pubblicizzava tatuaggi e si ripeté che, se il suo cuore batteva all’impazzata, era soltanto per l’eccitazione, non perché fosse spaventata.

    Per anni aveva fatto soltanto ciò che gli altri si aspettavano da lei. Era arrivato il momento di sorprendere tutti con qualcosa di veramente imprevedibile. Aveva ventitré anni e si sentiva finalmente pronta a godersi la vita, a lanciarsi in qualche avventura e assaporare un po’ di eccitazione. Un tatuaggio era senza dubbio il modo migliore per cominciare.

    Inspirò a fondo, scese dalla macchina e attraversò la strada. Il suo ingresso fu salutato da un allegro scampanellio e l’uomo dietro il bancone si voltò verso di lei. «Salve.»

    «Ehm, salve.» Jen deglutì e si sforzò di non fissarlo. Ma si trattava del genere di uomo impossibile da ignorare. La stretta T-shirt nera aderiva al torace, mettendo in evidenza i pettorali e le braccia muscolose, decorate da complessi tatuaggi: uno tribale intorno a ciascun bicipite, una piuma d’aquila sull’avambraccio e altri ancora che non riusciva a interpretare.

    Sollevò lo sguardo e osservò i capelli corvini raccolti in una treccia che creavano un forte contrasto con la carnagione pallida. Lo sguardo che scintillava in quegli occhi neri sembrò letteralmente trapassarla. «Posso aiutarti?» Il suo tono di voce era carezzevole come il velluto.

    Jen sentì le guance avvampare quando si rese conto che non aveva smesso di fissarlo. Si lambì le labbra improvvisamente secche. «Vorrei... vorrei un tatuaggio» bofonchiò imbarazzata.

    «Ma davvero?» Lui girò intorno al bancone, i tacchi degli stivali che rimbombavano sul pavimento. Indossava pantaloni di pelle nera che gli fasciavano le lunghe gambe tornite. Jen sentì che il calore che le infiammava le gote si stava propagando anche al resto del corpo, mentre il suo sguardo indugiava su di lei. Quell’uomo possedeva un’eccezionale carica sensuale.

    «Che genere di tatuaggio?» le chiese.

    «Be’, non saprei.» Aveva cambiato idea mille volte su che cosa volesse farsi tatuare. Ora che aveva finalmente trovato il coraggio di farlo davvero non riusciva a decidere il soggetto. Cercò ispirazione nei disegni appesi alle pareti, ma rimase molto sorpresa da quel che vide. Al posto delle solite aquile, serpenti e cuori vari, i bozzetti ritraevano forme di animali stilizzati, fiori e simboli tribali che le fecero pensare piuttosto a espressioni di arte moderna.

    «Wow, sono davvero splendidi.» Jen si voltò verso l’uomo. «Li hai tratti da qualche catalogo?»

    «No, niente catalogo.» L’espressione sul volto dell’uomo si fece circospetta e si avvicinò di un passo. Jen fu colpita dal suo profumo: cuoio e sandalo, con una nota pungente d’inchiostro. Un mix esotico e virile, assolutamente irresistibile. «Hai mai fatto un tatuaggio prima d’ora?» le chiese.

    Jen scosse la testa. «È la prima volta.» Trasalì alle sue stesse parole. La facevano sembrare talmente innocente. Mentre era venuta lì proprio per dimostrare a tutti il contrario.

    L’uomo incrociò le braccia sul petto, mettendo ancor più in evidenza i muscoli scolpiti. Jen si sentì le ginocchia molli. Si direbbe che io non abbia mai visto un uomo attraente. Ma non era tanto lo sguardo dell’uomo che la eccitava in quel modo, quanto il suo atteggiamento. Bastava un’occhiata per capire che non era il tipo da lasciarsi dire ciò che doveva o non doveva fare. Al contrario, era fin troppo evidente che Jen era davvero una ragazza perbene, sempre disposta a fare qualunque cosa le fosse stato chiesto.

    Jen raddrizzò le spalle e sporse il petto in avanti. Quei giorni stavano ormai per finire. Da quel momento in poi avrebbe fatto soltanto ciò che voleva. E il tatuaggio avrebbe siglato una sorta di dichiarazione d’indipendenza. «Vorrei fare il tatuaggio qui.» Indicò il seno destro, rivelato appena dalla scollatura del top. Sarebbe stato assolutamente impossibile non notarlo in una posizione simile.

    Gli occhi di lui si abbassarono all’istante sul punto che Jen indicava. Sentì i capezzoli inturgidirsi sotto il suo sguardo bruciante. «Perché vuoi farlo?»

    «Perché mi piacciono i tatuaggi.» Voleva darsi un’aria sicura, ma il tono della sua voce tradì l’incertezza.

    L’uomo scosse la testa. «Capisco.» Si avvicinò di un passo senza smettere di fissarla con quello sguardo penetrante. Il volto di lui era ormai a soli pochi centimetri da quello di Jen. «Non avrai bevuto, vero?»

    Jen scosse risolutamente la testa. «N... no. Sono astemia.»

    L’uomo sollevò un sopracciglio. «Davvero?»

    Jen si rese subito conto che doveva essergli sembrata terribilmente patetica. Tentò di mostrarsi disinvolta, ma si sentiva letteralmente sciogliere da quello sguardo penetrante.

    «Allora, qual è la vera ragione per cui vuoi farti tatuare?»

    Non era certo una domanda facile. Jen inspirò a fondo e lo guardò negli occhi. «Ho sempre voluto un tatuaggio.»

    L’uomo aggrottò le sopracciglia. «E così oggi ti sei svegliata e hai deciso che finalmente era arrivato il momento di farlo sul serio.»

    Jen assunse un’aria di sfida. «Proprio così.» A dire il vero, la lite che aveva avuto con suo padre la sera precedente poteva aver influito su quella decisione. In realtà si era finalmente resa conto che era arrivato il momento di smettere di fare soltanto ciò che gli altri si aspettavano e assumere il controllo della propria vita. «Non riuscirai a farmi cambiare idea, quindi ti consiglio di non provarci neanche.» Jen si avviò verso la poltrona al centro della stanza e vi si accomodò.

    L’uomo la seguì e rimase in piedi davanti a lei per qualche istante. «Posso chiederti quanti anni hai?»

    Jen si sforzò di sostenere il suo sguardo. «Abbastanza per sapere che cosa voglio.»

    Per la prima volta da quando era entrata nello studio, le labbra dell’uomo s’incresparono in un sorriso. «Penso che tu l’abbia saputo fin dal primo momento che hai imparato a parlare.»

    Aveva una bella bocca dalle labbra piene e sensuali... Jen distolse lo sguardo dall’uomo. Ma che diavolo le prendeva?

    Lui si accomodò su un basso sgabello accanto a lei. «Quanti anni hai?» le chiese ancora.

    «Ventitré.»

    Lui annuì. «Ancora non mi hai detto che cosa vuoi farti tatuare.»

    «Vorrei qualcosa di femminile. Che ne dici di una farfalla?»

    Lui rispose con una smorfia. «Io preferisco evitare i soliti cliché.»

    «E allora che cosa suggerisci?»

    «Be’, l’insegna dice body art, quello che faccio è arte.»

    E così era lui stesso l’autore di quegli splendidi disegni appesi alle pareti. Jen rimase affascinata dalla passione con cui parlava del proprio lavoro.

    L’uomo la studiò per qualche istante e il suo sguardo scivolò lungo le sue interminabili gambe snelle, poi su fino all’ombelico e al seno, per tornare ancora una volta al viso. Jen si sforzò di rimanere immobile, sebbene quello sguardo fosse più intimo di quanto si aspettasse. Che cosa poteva aver scorto in lei che gli interessasse tanto?

    Lui si piegò e prese da terra un blocco da disegno e una matita. Con qualche rapido movimento abbozzò qualcosa e girò il foglio per mostrarle il disegno. «Io pensavo a qualcosa del genere.»

    Era una calla stilizzata, il cui stelo terminava con degli svolazzi ornamentali molto belli. Era splendido, femminile e molto originale. I loro sguardi s’incontrarono.

    «Trovo che ti si addica. Il tuo aspetto è innocente, ma in te c’è anche qualcosa di profondamente sensuale.»

    Jen deglutì a fatica. Era riuscito a capire tutto con una sola occhiata? Faceva così con ogni cliente, oppure c’era qualcosa di speciale in lei che aveva attirato la sua attenzione? «Mi piace» disse.

    «Allora abbassati il top e cominciamo.»

    Jen fece come diceva e scoprì il reggiseno. L’uomo prese il disinfettante e si apprestò a passarlo sulla pelle da tatuare. Le sfiorò il seno con il braccio e i capezzoli di Jen s’inturgidirono immediatamente. Aveva sempre pensato che farsi tatuare sarebbe stata un’esperienza eccitante, ma non a tal punto...

    L’uomo si avvicinò un vassoio con tutti gli strumenti sterili allineati.

    Jen deglutì. «Sarà doloroso?»

    Lui scrollò le spalle. «All’inizio sì. Ma vedrai che ti abituerai subito e non sentirai più nulla.»

    Preparò l’inchiostro e uno strumento che sembrava un incrocio tra una penna e un trapano da dentista. «Sei pronta?»

    Si sentì invadere da un’ondata di eccitazione. Annuì e inspirò a fondo. «Sono pronta.»

    L’uomo si piegò sopra di lei. Le loro braccia si sfiorarono e lei aspirò il suo aroma pungente. «Bel reggiseno» commentò scostandole con un dito la biancheria di pizzo bianco. Jen ebbe la sensazione che il suo corpo prendesse fuoco e trattenne un gemito. «Molto casto.»

    Jen avvampò. «Non sono una verginella, se è questo che intendi.»

    I loro occhi si incontrarono per una frazione di secondo, poi lui distolse lo sguardo. «Ehi, non intendevo dire che c’è qualcosa di sbagliato nell’essere casti.»

    «Certo che no. È una scelta rispettabilissima.» Come le veniva in mente di dire una cosa del genere? «Ma io non sono vergine.» Non tecnicamente, almeno, anche se a essere sinceri non considerava particolarmente appaganti le sue poche esperienze intime. La maggior parte dei ragazzi era troppo intimidita da suo padre per invitarla a uscire. E gli sporadici e maldestri tentativi dei tempi della scuola non le avevano lasciato un ricordo particolarmente esaltante del sesso.

    Quando la punta dello strumento le toccò la pelle, spalancò gli occhi e rimase senza fiato, ma si rese conto immediatamente che non era doloroso come aveva temuto.

    Avrebbe voluto chiudere gli occhi e rilassarsi, ma non riusciva a smettere di guardarlo. Aveva delle mani molto belle, che si muovevano con fare esperto sulla sua pelle candida. S’interruppe un istante per passare una garza sterile sul disegno che pian piano prendeva forma. Senza nemmeno accorgersene rimase con la mano appoggiata al seno di lei, sfiorandole il capezzolo con il polso. Jen restò senza fiato e sentì un’ondata umida e calda infrangersi su di lei.

    I loro occhi si incontrarono, e lei notò uno sguardo febbricitante. Lui spense la macchinetta per i tatuaggi e si tirò indietro. «Sarà meglio che lo finisca Theresa.»

    Prima che Jen avesse il tempo di replicare, l’uomo si alzò e si sfilò i guanti, per poi sparire dietro una tenda. Pochi istanti dopo comparve una donna. Aveva capelli corvini che le arrivavano alla vita. Indossava un paio di jeans sopra a stivali con tacco a spillo e un top di pelle. Su una spalla aveva tatuata una tigre. «Ti presento Theresa» disse l’uomo. «Finirà lei il tuo tatuaggio.»

    La donna si accomodò sullo sgabello e si apprestò a riprendere il lavoro, mentre l’uomo si voltava diretto al banco.

    «Qualcosa non va con il tuo ragazzo?» chiese Jen sottovoce.

    «Zach? Non è il mio ragazzo, è mio fratello.» Le due donne si voltarono insieme a guardarlo. Era seduto dietro il banco, curvo su un blocco da disegno e sembrava ignorarle. Theresa si voltò verso Jen. «Che cosa gli hai detto?»

    «Io? Non ho detto nulla.»

    La donna sorrise. «Se non lo conoscessi bene, direi che lo hai scosso.»

    «Che intendi dire?» Se qualcuno doveva essere scosso, quella era lei. Il cuore ancora le martellava in petto al solo pensiero del suo tocco.

    «Di solito le ragazze innocenti non sono il suo tipo, ma non si sa mai.» Riaccese la macchinetta per completare il tatuaggio. «Okay, fa’ un respiro profondo e rilassati.»

    Stavolta il contatto dell’ago sulla pelle fece sussultare Jen. Forse perché non c’era più Zach a distrarla. Si voltò per lanciargli un’altra occhiata, nel tentativo di non pensare al fastidio che provava. Lui era ancora concentrato sul

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