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Eleinda - Una Leggenda dal Futuro: Romanzo Urban Fantasy con i draghi Eleinda vol. 1
Eleinda - Una Leggenda dal Futuro: Romanzo Urban Fantasy con i draghi Eleinda vol. 1
Eleinda - Una Leggenda dal Futuro: Romanzo Urban Fantasy con i draghi Eleinda vol. 1
E-book326 pagine4 ore

Eleinda - Una Leggenda dal Futuro: Romanzo Urban Fantasy con i draghi Eleinda vol. 1

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Info su questo ebook

La prima saga Urban Fantasy / Distopica con i Draghi, ambientata in Italia!
"Eleinda - Una Leggenda dal Futuro" è il primo volume (Eleinda vol. 1)


Eleonora Giusti è sempre stata una ragazza sola fino al giorno in cui un drago geneticamente modificato è piombato nella sua vita.

A lui basta guardarla per condurla in una dimensione parallela in cui entrambi percepiscono reciprocamente i pensieri più intimi; le basta sfiorarla perché la pelle della ragazza assuma lo stesso colore della sua.

Ma è un'invasione che fa sentire Eleonora come mai si era sentita prima: capita, speciale.
Amata.
Non le importa se il drago è stato creato in un laboratorio della European Technology o se si tratta di un esperimento segreto il cui vero obiettivo ancora le sfugge.

Lei vuole proteggerlo, proprio come ha fatto il drago quando sono fuggiti dalla sede della E.T. a Milano.
Vuole stare con lui, perché da quando lo ha incontrato, la sua vita ha finalmente trovato un senso.

Vuole amarlo, perché superati i vent'anni non credeva più all'esistenza di un sentimento così puro e incondizionato.
È disposta a viaggiare per ogni continente, inseguire leggende, fuggire da una realtà opprimente, vivere sogni e incubi sulla sua pelle in nome di questa passione travolgente, a dispetto di ogni logica razionale.

Ma non ha fatto i conti con il dottor Brandi: il creatore del drago è deciso a riprenderselo con ogni mezzo pur di portare a compimento i suoi eccentrici piani.
Né uomini né draghi sono al sicuro.

*** Recensioni ***

"Perfetto connubio tra fantasy classico e fantascienza, Eleinda fonde favola e modernità, avventura e impegno sociale, mito e realtà, lasciando correre la nostra immaginazione su un doppio binario."
Il flauto di Pan

"I libri della giovane autrice spaziano fra quei multi livelli di lettura che si trovano fra le righe dei grandi scrittori di fantasy.
Eleinda è più magica di Harry Potter.
L'isola del sapere

"Eleinda sembra voler raccontare del delirio di onnipotenza umano, dell'avanzamento scientifico senza freni, senza scrupoli, senza valori.
In verità, Eleinda parla della solitudine."
Le mele del silenzio

*** L'autrice ***

Valentina Bellettini è in eterno bilico tra sogno a occhi aperti e razionalità, caratteristica che si ripercuote in tutte le sue opere.
Dopo otto anni di pubblicazioni con case editrici ha deciso di passare al self-publishing per esprimere meglio sé stessa e per avere un contatto diretto con i lettori.

Ama la vita, per lei mai noiosa e ordinaria, e lavora nei mercati in piazza dove cattura temi politici e sociali. Attenta ascoltatrice, spesso intreccia legami empatici con i suoi animali.

Compra "Eleinda - Una Leggenda dal Futuro" e conoscerai un amore come non si era mai visto...
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2017
ISBN9788826466118
Eleinda - Una Leggenda dal Futuro: Romanzo Urban Fantasy con i draghi Eleinda vol. 1

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    Anteprima del libro

    Eleinda - Una Leggenda dal Futuro - Valentina Bellettini

    Valentina Bellettini

    Eleinda – Una Leggenda dal Futuro

    Romanzo Urban Fantasy con i Draghi ambientato in Italia: Eleinda vol. 1

    UUID: 99056162-0eee-11ea-b12d-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    INDICE

    RINGRAZIAMENTI

    PROLOGO

    PARTE PRIMA

    1. La ribelle

    2. Sguardi che s’incontrano

    3. E.T. il colosso dell’industria tecnologica

    4. Top secret

    5. Un luogo senza tempo

    6. Un aiuto prezioso

    7. Favole della buonanotte

    8. La dimensione infinita

    9. La lista dei desideri

    10. Pericolosamente insieme

    PARTE SECONDA

    11. Liberi solamente nel cielo

    12. Destinati

    13. Il mondo che cambia

    14. La speranza si accende nel buio

    15. Evoluzione

    16. Incandescente

    17. Quando il gallo cantò

    18. Trappola

    19. Più profondo dell’abisso

    20. Sottospecie di drago

    21. Colpo di fulmine

    22. Nascita e morte

    23. Scoperta

    24. Macchie rosse sul dipinto del sole

    25. La verità nella finzione

    26. Come una bestia

    27. L’importanza dei colori

    28. Le colpe dell’umanità

    29. Vite separate

    EPILOGO

    L'autrice

    Contatti

    " Perfetto connubio tra fantasy classico e fantascienza , Eleinda fonde favola e modernità, avventura e impegno sociale, mito e realtà, lasciando correre la nostra immaginazione su un doppio binario."

    Il flauto di Pan

    "I libri della giovane autrice spaziano fra quei multi livelli di lettura che si trovano fra le righe dei grandi scrittori di fantasy.

    Eleinda è più magica di Harry Potter."

    L'isola del sapere

    "Eleinda sembra voler raccontare del delirio di onnipotenza umano, dell'avanzamento scientifico senza freni, senza scrupoli, senza valori.

    In verità, Eleinda parla della solitudine."

    Le mele del silenzio

    "Trama avvincente. Ottimi spunti di riflessione. Personaggi adorabili."

    TrueFantasy

    "Il doppio fil rouge che lega i protagonisti del libro, con la loro approfondita introspezione, assieme all’ interessante messaggio etico rimane il punto di forza ed il maggior pregio di questo libro."

    Isola Illyon

    "Addentrarsi in questo futuro prossimo, zeppo di fantasia e avventuroso è stato straordinario. Tante sono le emozioni che arrivano al lettore durante la lettura: la rendono più vera e umana."

    Un buon libro non finisce mai

    "L’atmosfera tra Indaco e Eleonora è... come dire... patinata, velata da quell’ atmosfera privata e intima […] non fa altro che amplificare il forte legame che li unisce."

    Pagine a Merenda

    "Consiglio la saga di Eleinda agli appassionati di fantasy, sia adolescenti che non, e a coloro che amano i mondi paralleli, i draghi, un pizzico di fantascienza e le creature meravigliose.

    A chi ama lasciarsi travolgere dalla fantasia dirompente di una giovane scrittrice."

    Rivista Fralerighe

    Serie Eleinda

    Eleinda – La Vita prima della Leggenda

    Eleinda – Una Leggenda dal Futuro

    Eleinda – La Formula dell'Immortalità

    Altre pubblicazioni di Valentina Bellettini

    Profumo d'incenso

    Wordless

    Copyright © 2017 Valentina Bellettini

    Tutti i diritti riservati.

    A Jugnor, Kiki, Asso, Gea, Luce, Zorrina, Celeste, Kiwi, Dem,

    Felix e Leeloo.

    Grazie a voi ho scoperto quella preziosa alchimia

    che lega degli esseri così diversi senza bisogno di parole

    RINGRAZIAMENTI

    Eleinda – Una leggenda dal futuro è stato pubblicato per la prima volta nel 2014, ma ci voleva il passaggio all'auto pubblicazione per ringraziare tutti coloro che ho incontrato durante questo cammino!

    I primi passi risalgono addirittura alle prime bozze del 2006...

    Ringrazio chi c'è sempre stato: mio marito, il primo ad aver creduto seriamente nei miei sogni, sostenendomi anche quando mi dimenticavo di cucinare perché ero presa dalla stesura, dalla scrittura, dalla revisione (insomma, cucino poco!), capace di passare sopra alle volte in cui lo costringo a zittirsi perché sto generando un'idea e devo scriverla subito per non rischiare di dimenticarla.

    Grazie per gli infiniti modi in cui mi dimostri il tuo amore.

    Grazie alla mia beagle Leeloo che con le sue passeggiate spensierate in mezzo alla natura mi regala l'ispirazione e acutizza i miei sensi; perché il suo legame è uno stimolo continuo non solo per questa serie, ma anche per la mia vita. È stata la mia salvezza nei momenti difficili; proprio come Indaco per Eleonora.

    Grazie al Prof. Francesco Silvestri che mi ha guarito nel corpo e nell'anima, che ha riempito quel vuoto, e infine, mi ha incoraggiata a intraprendere la strada dell'auto pubblicazione; mi insegna ogni volta a essere più forte, consapevole e serena.

    Grazie a Giulia Iori per aver letto ogni versione possibile di questo libro (così come qualsiasi mia bozza, pur sapendo che cambierà fino alla settimana prima della pubblicazione!), per il sostegno e la disponibilità a elaborare le copertine; sapevo che avresti fatto un ottimo lavoro!

    Grazie a Dario De Vito, che dalla passione comune Nintendo siamo passati a quella per i draghi ed Eleinda! Uno dei primi lettori esterni che si è coinvolto al punto da sentire il bisogno di disegnare i vari personaggi. Impegno e talento gli sono valsi la nomina di illustratore ufficiale della serie; so che farai strada... e potrò dire di averti scoperto io! ;)

    Grazie a Giovanni Palomba di Scrittorevincente.com che ha curato la impaginazione di questo libro e ha inserito l'immagine del Mini Atlante Interattivo così come l'avevo sempre desiderata!

    Grazie a Letizia, la mia prima lettrice in assoluto (bozze del 2006) e che dalla stroncatura iniziale è diventata la testimone dei miei progressi; grazie alla mia insegnante di danza Erica Vandi e alle mie amiche/compagne Magie d'Oriente per gli incoraggiamenti, per il supporto, e per essere portatrici di energia positiva.

    Grazie a Sandra Morara perché ha sempre creduto in me e nelle mie creazioni; ti stimo profondamente, e penso che non ci sia nessuna autrice capace di essere ironicamente profonda come te. Nessuno deve mettere Sandy in un angolo! ;)

    Grazie a Cristina Hueller, la mia amica Elena, e a tutte quelle lettrici che con il loro entusiastico coinvolgimento mi hanno confermato che ci si può innamorare di un drago.

    Grazie ad Andrea che è il mio più giovane lettore e so che ha letto questa serie più volte di seguito: sei il lettore che ogni autore desidera!

    Grazie al forum Il Regno dei Draghi e agli utenti/lettori che mi hanno accolto senza la malizia di pensare che partecipassi alle discussioni solo per spammare il mio libro, e grazie infinite a tutti i blogger e le blogger (Miriam Mastovito, Alessandro Iascy, Andrea Storti, Linda di Pagine a Merenda, Christy, Anisa, Giusy, Nunzia, Elisa Martinetti, Giada, Ilaria di Mille e un Libro, Nali, Deb, Adele, Red Kedi, Rosa, Diletta Brizzi, Ornella Calcagnile, Daisy Raisy, Laura Buffa, Barbara, Francesca Lakedamia, Ilaria Vecchietti...) che con i loro articoli e le recensioni hanno sostenuto (e sostengono) la serie: le vostre iniziative mi stimolano, mi divertono, mi entusiasmano!

    Grazie a tutti gli iscritti alla Newsletter di Eleinda Books e a tutti i lettori che non solo mi leggono, ma ogni tanto mi scrivono!

    Grazie ai miei genitori che finalmente hanno capito che la scrittura è per me una faccenda seria, e grazie alle due Elisa della mia vita (una è cognata, l'altra è cugina) che invece lo hanno capito da un pezzo!

    Per chi ci è sempre stato, per chi se ne andato o per chi ci sarà:

    Grazie.

    Una parola che vale per sempre.

    PROLOGO

    Clack. Inizio della registrazione.

    Un anonimo, lungo ronzio.

    Ascoltando meglio, si sente respirare.

    Una voce si schiarisce.

    «Oggi, 21 dicembre 2012, è ormai chiaro che abbiamo scampato l’Apocalisse. Fuori da ogni dubbio, la società può finalmente tirare un sospiro di sollievo... sì, certo. Non sa che in realtà si è sbagliata di qualche anno».

    Qualcosa sbatte sul microfono. Poi un fruscio, come di fogli smistati freneticamente.

    «È tutto qui, sotto gli occhi di chiunque. A essere precisi, dal 1938, con i primi esperimenti... bah! Lasciamo stare che le prime tecniche portarono alla morte prematura dei soggetti, guardiamo al 1972, a quando gli scienziati californiani introdussero la clonazione del DNA». Un tonfo sulla scrivania; è la mano che sbatte. «Incredibile: la clonazione delle pecore transgeniche capaci di produrre latte con proprietà farmaceutiche!»

    Una risatina, poi un breve silenzio per riprendere controllo.

    «Andando avanti è un susseguirsi di eventi in crescendo: nel 1994 gli statunitensi Jerry Hall e Robert Stillman riuscirono a clonare diciassette embrioni umani attraverso la fecondazione in vitro; nel 1997 lo scozzese Ian Wilmut creò, prima, la pecora Dolly, utilizzando la cellula di un esemplare adulto, poi Polly, che addirittura conteneva un gene umano».

    Un sospiro.

    «Clonazione... quanti progressi grazie a essa. Creare animali transgenici, salvare specie in via d’estinzione, riprodurre tessuti e organi dell’uomo a fini terapeutici... invece no, questa scienza è ostacolata dai limiti posti dall’opinione pubblica, che teme, su tutte, la clonazione di animali da compagnia o dell’uomo a scopo riproduttivo. È per questo che il 5 marzo 1997, un’ordinanza del Ministero della Salute ha limitato la clonazione umana e animale alla produzione di farmaci, o allo scopo di preservare le specie a rischio di estinzione. Ciò nonostante, nel 2006 si sono trovati i pretesti per clonare il primo animale domestico: il gatto con proprietà anallergiche».

    Il tono di voce si fa improvvisamente alto.

    «" È impossibile riprodurre specie già estinte"; fu proprio questa frase a stimolare la mia ambizione. Certo, un DNA frammentato e danneggiato è impossibile da ricostruire, eppure io avevo un jolly da giocare. Proprio da questi appunti cominciai i miei studi: cogliendo questa sfida, il dottor Brandi iniziò una nuova vita. Nessun altro avrebbe avuto la possibilità di farlo perché io sapevo... quindi chi, se non me, poteva essere l’artefice della svolta dell’umanità, quella che comunemente chiamano Apocalisse?

    Un giorno mi ringrazierete.»

    PARTE PRIMA

    IN UN FUTURO NON MOLTO LONTANO

    1. La ribelle

    Pioveva.

    Un vento gelido si abbatteva sugli alberi spogli sparsi qua e là, solitari, per poi schiantarsi sugli edifici e sui lucidi ascensori di vetro dei tanti grattacieli. Alcune correnti risalivano fino ai canali della seggiovia catodica che trasportava, talvolta superando gli 80 km orari, coppie di sconosciuti verso destinazioni di pubblico interesse, poi il vento ridiscendeva verso le strade, cercando di occupare ogni spazio, arrivando a penetrare fin sotto i vestiti.

    Il cielo sfogava così l’inverno, esattamente come annunciato dalle previsioni meteo, ripetute, anche in quello stesso momento, dai maxischermi situati al posto dei tabelloni pubblicitari. Eleonora avrebbe dovuto ascoltarle, così quei volti asciutti non l’avrebbero scrutata da sotto gli ombrelli; senza contare il disturbo provocato dalla sua frenetica corsa.

    Eleonora fece finta di nulla e si mise in attesa davanti alla fermata. Sbirciò l’orologio sotto la manica, e appena la lancetta dei minuti coprì il numero 5 arrivò il bus. Finalmente la ragazza ebbe una tregua dalla pioggia, ma intanto che il respiro si stabilizzava, notava che nuovi sguardi si univano a quelli di chi, già da prima, l’aveva osservata con occhi di sentenza. Sforzandosi d’ignorarli, rivolse le ciglia umide — conservavano un colore marcato grazie al mascara Next-Gen — sull’unica persona che non aveva badato al suo arrivo: era un anziano seduto davanti alle porte; leggeva un quotidiano, cosa ormai rara a vedersi.

    «Mi scusi, è il giornale di oggi?»

    Il signore annuì, senza riuscire a trattenere un’espressione stupita.

    «Quando finisce di leggere, me lo potrebbe prestare? Sa com’è, la pioggia...»

    «Veramente non mi serve», sorrise sotto i baffi bianchi: «ci sono così tanti mezzi per conoscere le notizie! Quella del quotidiano è un’abitudine cui ancora non so rinunciare».

    Eleonora ricambiò il sorriso: «Allora grazie».

    «Ormai tutto quello che è su carta, diventa un pezzo da collezione», continuò. «Spero solo che quello di oggi non si riveli essere l’ultimo numero!»

    Risero, con l’atteggiamento imbarazzato tipico dei primi incontri.

    «È un collezionista?»

    «No, la mia è solo nostalgia».

    Si liberò un seggiolino accanto a quello dell’anziano, quindi Eleonora si accomodò per proseguire la discussione rinnovata di complicità: «È proprio quello che sento anch’io».

    «Ma lei è così giovane! Vuole forse farmi credere che ancora non ha l’ultimo modello di telefonia hi-tech e il portatile della nuova pubblicità?»

    «Beh, ho un cellulare e quello mi basta; il telefono serve per telefonare, punto. Discorso un po’ diverso per il computer, lo ammetto, perché mi tocca avere un hardware sempre più potente se voglio giocare ai videogiochi di ultima generazione. In fin dei conti, però, non m’interessa cambiare qualcosa che ho e che funziona, solo per essere all’ultima moda».

    L’uomo si sbilanciò: «Toh! Credevo che mio nipote fosse l’ultimo giovane sulla Terra a pensare queste cose».

    «Eppure ognuno dovrebbe essere libero di esprimersi, soprattutto quando ha idee diverse; discutere e confrontarsi migliora ciò che ci circonda, oltre che noi stessi». L’uomo chiuse il quotidiano e se lo appoggiò sulle ginocchia.

    «La verità è che esporsi costa tanto». Continuò la ragazza. «Non c’è più bisogno che intervengano le autorità; la nostra paura è così grande che ci censuriamo noi per primi. Ma di cosa dovremmo avere paura, poi? Allora, questa varietà di mezzi di comunicazione serve solo per esprimere in mille modi diversi lo stesso stato d’animo: la solitudine».

    «Sst! Faccia piano, non vorrei che attirassimo più attenzione di quanto non ne abbia già scatenata con il suo arrivo».

    Eleonora abbassò il tono, dimessa: «Ha ragione, le chiedo scusa... non volevo disturbarla con le mie riflessioni; è così raro trovare persone disposte ad ascoltare e a parlare, soprattutto di cose come queste».

    «Non mi fraintenda», si guardò intorno e si protese verso la ragazza per sussurrare: «dia un’occhiata alle persone che viaggiano in quest’autobus; io ci rifletto spesso».

    Eleonora seguì l’invito.

    Incrociava lo sguardo con ogni individuo, e ognuno, a sua volta, la squadrava da capo a piedi, per poi rivolgere le attenzioni altrove con una smorfia di disgusto ancora stampata sul viso. Il motivo di tanto orrore era dovuto a com’era conciata: i capelli resi gretti dalla pioggia, i panni inzuppati e i pantaloni schizzati dal fango; le scarpe sportive così fradice da lasciare arrivare l’umidità fino ai piedi. Freddo. Quel brivido la portò a stringere le spalle e a chiudere gli occhi: «Già, sono così diversi da me».

    «Esatto, umani ridotti come robot prodotti in serie; tutti uguali».

    Sorpresa, Eleonora si risollevò.

    «Questo perché ascoltano quell’instancabile guru che parla ventiquattro ore su ventiquattro. Ha presente? Quello che vive in salotto. Ma anche in camera, cucina, persino in bagno. E come se non bastasse, ce lo ritroviamo anche fuori casa. I suoi mantra sono trasmessi a intervalli regolari e durano circa cinque minuti, rovinando il gusto dei film», disse il signore.

    La ragazza sorrise, complice.

    «Eh! Non va bene signorina. Vedo che il suo cappotto non è grigio perla, ed è quello il colore di quest’anno...»

    «Assieme al basco, stile vintage, cosa che lei non indossa, almeno in questo momento». Replicò, ammiccando e indicando la berretta di lana del suo interlocutore.

    Risero nuovamente, attirando occhiatacce.

    «Lo sa, non è sempre stato così», disse l'anziano. «Una volta c'era l'informazione libera: con l'avvento di Internet le persone erano curiose, perciò capaci di farsi un'idea propria, esattamente come lei». La indicò, e la sua mano era ferma e decisa, non tremolante come la ragazza si sarebbe aspettata. «La conoscenza scatena discussioni, opposizioni, ribellioni; governare è più semplice quando c'è ignoranza. Per questo si sono mosse delle strategie per boicottare il web: hanno diffuso talmente tante informazioni false da confondere la verità, scatenando dubbi e incertezze; sono riusciti persino a coinvolgere dei siti che prima d'allora erano considerati attendibili, e così facendo, Internet ha perso tutta la sua credibilità».

    «Non conosco questa storia...»

    «È così che sono sopravvissute le testate giornalistiche, le radio, e i telegiornali; la rete stava diventando troppo influente, senza contare che chiunque poteva improvvisarsi conduttore televisivo, o anche attore, personaggio dello spettacolo... Dopo la delusione della scoperta che le notizie diffuso erano spesso falsità, siamo tornati ad affidarci alla televisione, che rispetto a Internet, ora, trasmette notizie belle, allegre e superficiali.

    Ecco dunque con chi ci troviamo a che fare: l'odierna società e lo specchio di quello schermo».

    Spostando lo sguardo al finestrino, Eleonora si accorse, con rammarico, d’essere arrivata alla fine del suo viaggio: «Mi farebbe piacere approfondire questo discorso, ma ora devo scendere! È stato un piacere parlare con lei».

    «Piacere mio, signorina», disse l'anziano, concludendo quello scambio con il passaggio del suo quotidiano. «Sii sempre curiosa», disse, strizzandole l'occhio.

    La calca di gente che scendeva gli stessi gradini dell'uscita consentì ai due di salutarsi, un po’ bruscamente rispetto a come avrebbero voluto.

    Appena si avvicinò alle porte, la ragazza spostò lo sguardo verso la sua destinazione e ricominciò a correre, stavolta con un riparo, sia dalla pioggia sia dagli occhi indiscreti.

    Qualche minuto dopo, Eleonora era nuovamente sotto l’acqua, ma quella calda e piacevole della doccia. La mente si era distesa, e ora tutti i pensieri erano rivolti a quell’incontro: non le era mai capitato di confidarsi con uno sconosciuto, così ora fantasticava sui possibili argomenti di cui avrebbero potuto discutere se la conversazione si fosse prolungata o se le fosse capitato d’incontrarlo ancora.

    Chiuse l’acqua, e nell’improvviso silenzio ebbe una sgradevole sensazione; si avvolse nell’asciugamano, lentamente, poi fece uno scatto in direzione del lavandino e spalancò la porta. Davide si sbilanciò e per poco non cadde.

    «Per un pelo!», esclamò.

    «Si può sapere che cosa stavi facendo? Ma certo! È evidente: mi stavi spiando!»

    «Anche se fosse? Viviamo insieme...»

    «Convivere non significa stare insieme; quante volte dovrò ancora ripeterlo?»

    «Ma se è da settembre che sei qui. Il motivo lo sappiamo... perché non vuoi ammettere che ti ho colpito sin dall’inizio?»

    Un ringhio sommesso. Eleonora cercò di ricomporsi: «L’unico motivo per cui sono qui, è perché questo è l’appartamento più vicino alla mia università. Punto».

    «Precisamente l’annuncio diceva: Milano centro, prezzo ragionevole, ragazzo bello e facoltoso cerca compagna con cui dividere l’affitto».

    Sbuffò. Uno stupido gioco di parole: compagna, non compagnia; nessun errore ortografico, hai toppato tu, Ele, pensò.

    Cominciò a venirle il mal di testa, e non era dovuto ai capelli bagnati.

    Lui si avvicinò: «Poi quando ti ho visto», le accarezzò il braccio umido, «non ho potuto fare a meno di abbassare il prezzo».

    Lei si scansò più irritata di prima.

    «Non fare la scontrosa, ti rovini quel bel faccino».

    Rassegnata, si accinse a recuperare il giornale dal tavolo: «Lasciamo stare, vado a vestirmi».

    Prima i suoi capelli castani, poi col phon asciugò il quotidiano; quando tornò in salotto, fu per dedicarsi alla lettura. Davide era occupato a esaminare la scatola della nuova ceretta — che commentò con un preferisco la mia estetista — e intanto lei aprì il giornale: l’indignazione nacque su quel titolo in grassetto, mentre gli occhi scorrevano l’articolo da sinistra a destra, sempre più veloci.

    «Ehi, non mi hai sentito?» Davide si era avvicinato e il suo sguardo aveva seguito quello di lei appoggiato sul foglio, per cui cambiò discorso per dare spazio all’entusiasmo: «Vedo che hai letto! Eh sì, è ufficiale!»

    «Sì, è ufficiale», cambiò tono di voce, «che il mondo ha aperto un percorso che lo porterà alla rovina!»

    Lui la ignorò con aria sognante: «Da domani i Migliore amico vedranno la luce in tutti i negozi del mondo».

    «Quali negozi?» Si alzò bruscamente dalla sedia: «nei negozi di animali o in quelli di elettrodomestici?»

    «Ma cosa dici? Non sono robot! Sono viventi, sono esseri che riempiranno le tasche a noi della European Technology!»

    «Già, v’interessa solo questo».

    «Non preoccuparti, a te lo regalo».

    Eleonora divenne paonazza: «Stai scherzando? Non lo voglio! Non ti permettere di farlo!»

    «Su Ele, il mondo va avanti e tu ti comporti come una vecchia, con quei tuoi stupidi ideali».

    «Vecchia? Stupidi ideali? Guarda che sono d’accordo con i progressi scientifici, specie quelli in campo medico. Ma questo, questo spazzerà via tutti i limiti posti agli scienziati! Possibile che non te ne rendi conto?»

    Seguì un momento di silenzio, tanto che Eleonora cominciò a credere che Davide si fosse fermato per un raro momento di riflessione, ma infine questi disse: «Se il mio lavoro ti schifa tanto, avresti dovuto pensarci, prima di metterti con me».

    «Io-non-sto-con-te!» gridò sillabando, poi andò a rinchiudersi nella propria stanza, sbattendo la porta.

    Camminò fino al letto e si gettò a pancia in giù, soffocando il viso tra le coperte.

    Piegò di lato quel volto stanco, mentre il materasso si adattava alla forma del suo corpo. Avrebbe voluto anche una vita su misura per lei, invece sembrava di stare in battaglia, una guerra ideologica dove lei faceva parte della misera cerchia di ribelli.

    Altro che misera. Sono sola. I ribelli sono sempre tristi, incompresi e soli, pensò.

    Inaspettatamente, le tornò in mente quell’incontro sul bus e pensò che forse non era così sola. Tuttavia, finché il pensiero comune era un altro, restare della sua opinione significava dover costantemente combattere e affrontare gli altri per far valere le proprie idee, con tutti i rischi che ne sarebbero derivati. Ma lei era stufa di replicare. Sfinita. Pensò che forse avrebbe dovuto aprire la mente come i progressisti le suggerivano, ma ancor prima, chiudere la coscienza come nessun tradizionalista avrebbe osato. Solo così, la sua vita sarebbe diventata più semplice.

    2. Sguardi che s’incontrano

    Si era svegliata stordita da incubi notturni.

    Un dolce tè caldo aveva saputo rincuorarla un po’, e ora, all’università, era concentrata su quella complessa lezione. L’insegnante disegnava strani simboli sulla lavagna e spiegava: «Il trasferimento nucleare è una tecnica che permette di sostituire il menoma di una cellula con quello derivante da un’altra. Con una pipetta si estrae il nucleo da una cellula e lo s’introduce dentro un oocita enucleato, dopodiché si utilizzano soluzioni in grado di stimolare l’oocita a dividersi e a dare luogo a un embrione...»

    Ascoltando le era nato un dubbio; in qualità d’apprendista veterinaria pensò che interessarsene fosse un dovere professionale.

    «Qualcuno ha qualche domanda?»

    Ora o mai più, pensò. Quindi alzò timidamente il dito.

    La dottoressa fece

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