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Quando diventerai grande
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E-book119 pagine1 ora

Quando diventerai grande

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Info su questo ebook

I bambini, in ogni epoca e in qualunque luogo, adorano ascoltare dalla voce dei propri genitori le fiabe. Sono dei racconti che vedono spesso protagonisti re e principesse, animali o creature fantastiche che vengono da altri mondi, i bambini stessi.
In questa raccolta di Mariastella Gelmini, scritta in occasione della nascita della figlia Emma, trovano spazio temi come l’arguzia e la furbizia, l’amore, la buona sorte e il senso di possesso. Perché se è vero che i bambini adorano giocare e hanno il diritto di divertirsi, è altrettanto vero che ogni giorno fanno un passo in avanti nel loro percorso di crescita e di scoperta del mondo, e le fiabe possono essere veicolo di messaggi positivi ed emozioni sincere.
Quando diventerai grande rielabora leggende e racconti della tradizione popolare italiana più o meno noti, e con stile semplice e accattivante invita genitori e figli a entrare in un mondo splendido dove le parole vanno a braccetto con le immagini e con la forza della fantasia.
 
Avvocato e politico, madre di Emma, Mariastella Gelmini dopo aver ricoperto incarichi amministrativi nella provincia in cui è nata (Brescia), nel 2005 è stata eletta Consigliere regionale e nominata Coordinatrice regionale di Forza Italia della Lombardia. Deputato dal 2006, è Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo Berlusconi IV (2008-2011). Nel 2016 è stata eletta Consigliere comunale a Milano. Dal 2018 ha rivestito il ruolo di Capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, incarico che ha abbandonato nel febbraio del 2021 a seguito della sua nomina a Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie nel governo guidato da Mario Draghi.
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2021
ISBN9788830650596
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    Anteprima del libro

    Quando diventerai grande - Mariastella Gelmini

    Introduzione

    Mia figlia Emma è nata il 10 aprile del 2010. Ma la mia vita cambiò già nei nove mesi prima che lei arrivasse: vi aveva fatto irruzione una girandola di sogni, emozioni, speranze. Lei lavorò con me, conobbe il mio staff, il medico che ci seguì, persino il portinaio di casa nostra. Imparai a sentire i suoi movimenti – prima timidi e appena accennati, poi decisi, a volte quasi stizzosi – e ho gioito, come ogni madre, nell’ascoltare il ritmo dolce del suo cuore.

    Dopo la sua nascita è stata lei ad ascoltare dalla mia voce il ritmo dolce di queste fiabe, che scelsi semplicemente seguendo i ricordi, la memoria del cuore, ripercorrendo storie e situazioni che mi avevano incantata da bambina e che, spero, abbiano incantato anche lei. Perché le storie che si leggono ai bambini sono sempre le stesse, in ogni tempo e in ogni luogo, alcune più conosciute e altre meno, ma sempre patrimonio comune di saggezza e divertimento.

    Ecco dunque questo libro, una raccolta di fiabe, leggende e altri racconti tratti dalla tradizione popolare del nostro Paese. Questa selezione è stata possibile grazie anche all’aiuto delle Pro Loco sparse sul territorio. A loro un ringraziamento particolare per la dedizione e il lavoro svolto, che speriamo possa contribuire a far conoscere una ricchezza locale di valori e tradizioni che non deve andare perduta.

    Tutto questo senza pretese di scientificità e intenti didattici: l’unico criterio seguito è stato il piacere di iniziare a leggere fiabe a mia figlia. Userò pertanto il termine fiaba in senso generico, proprio perché questo libro è rivolto a genitori come me e non a esperti del settore.

    Tra le fiabe che ho scelto per Emma mi auguro che possiate trovarne anche voi qualcuna da raccontare ai vostri bambini. A tal fine tutte le storie sono state riscritte per renderle adatte alla lettura ad alta voce, e non me ne vogliano gli studiosi che prima di me le hanno raccolte e trascritte.

    Non è però solo un libro da leggere, ma anche un quaderno speciale per i vostri bambini, dove potranno lasciare il loro segno, da ritrovare insieme un giorno, quando saranno ormai grandi.

    Se volete che vostro figlio sia intelligente,

    raccontategli delle fiabe;

    se volete che sia molto intelligente,

    raccontategliene di più.

    Albert Einstein

    ARGUZIA O FURBIZIA?

    Se aprite un dizionario della lingua italiana, alle voci arguzia e furbizia troverete più o meno queste definizioni:

    Arguzia: prontezza, sottigliezza e vivacità nel cogliere e nell’esprimere gli aspetti delle cose.

    Furbizia: è una parola che deriva del francese Fourbir, di etimo incerto, che significa ripulire le tasche. È propria di chi è assai abile nell’agire a suo vantaggio ripulendo gli altri.

    Nelle storie che seguono ci sono alcuni esempi di comportamenti furbi o arguti. Per esempio, il contadino della storia La furbizia del contadino ci ispira una certa simpatia e anche il re ha con lui un atteggiamento benevolo. Lo stesso vale per Chichibio – celebre personaggio di una novella del Boccaccio, tratta dal Decamerone – bravo cuoco e inguaribile donnaiolo: la sua risposta sulle zampe dei fenicotteri è diventata ormai proverbiale. Perché Chichibio e il contadino ci sembrano diversi da certi furbi che incontriamo nella vita quotidiana? Perché non hanno eluso le regole, ma hanno giocato con intelligenza sulle parole dei loro superiori, volgendole a loro favore ma senza togliere niente a nessuno.

    Tra arguzia e furbizia c’è quindi una fondamentale differenza morale: una sembra un esercizio di fine intelligenza, l’altra porta con sé la macchia di un comportamento truffaldino, attento al proprio interesse, indifferente a tutto il resto. Una dovrebbe perciò generare consenso e l’altra essere biasimata.

    Come far capire ai nostri bambini questa differenza? Io credo parlando di rispetto delle regole, a prescindere dalle ricompense. Colui che comunemente è additato come furbo nella nostra epoca in realtà è semplicemente chi non rispetta le regole per i suo scopi. Per esempio, chi non paga le tasse più che un furbo è un ladro. Chi non rispetta la fila più che un furbo è un maleducato. Chi copia il compito in classe non è un furbone, ma un imbroglione. È arguto, invece, colui che riesce, agendo con intelligenza, a volgere a proprio favore una situazione, ma senza danneggiare gli altri.

    Non fare il furbo è un modo di dire frequente, spesso rivolto ai bambini; credo che dare il buon esempio sia, per un genitore, il primo passo per cercare di trasformare questa espressione in un valore. È un concetto difficile da far capire a un bambino, anche perché spesso risulta difficile per noi adulti non cadere in tentazione. Ma è un concetto importante che, a mio avviso, ha a che fare con l’onestà: che forse, semplicemente, significa rispettare le regole per il piacere di farlo e non perché si deve. È questo il valore che ho insegnato a mia figlia fin da piccola, come penso farebbe ciascuno di voi. Proprio difficile il mestiere di genitori!

    La gallina magra e furba

    C’era una volta una gallina molto magra che non riusciva a fare le uova.

    Un giorno, mentre stava nel pollaio, sentì la sua padrona che parlava con il marito:

    «Ho deciso che domani ammazzerò la gallina magra. Almeno ci faremo un bel brodo, visto che sono mesi che non fa un uovo…».

    «Hai ragione… Domani, allora, brodo!», rispose allegro il marito.

    Udendo queste parole, la povera gallina s’impaurì e appena vide la sua padrona le disse:

    «Sai, padrona, mi farebbe bene stare un po’ all’aria aperta. Se trascorressi qualche giorno nel bosco, sicuramente ricomincerei a fare le uova…».

    «Effettivamente hai ragione, se tu facessi le uova potremmo sfamarci con quelle. Io ti lascerei andare, ma lo sai che c’è la volpe nel bosco, e sai com’è affamata…», le rispose la contadina.

    «Non preoccuparti, la volpe non mi fa paura!», la interruppe la gallina.

    La padrona allora lasciò andare la gallina nel bosco, dove, poco dopo, incontrò la volpe, che tentò di catturarla.

    «Aspetta», le disse la gallina, «non vedi come sono magra? Cosa potresti mangiare se non le ossa? Lasciami andare nel bosco, tra pochi giorni sarò bella grassottella e potrai mangiarmi».

    «Hai ragione, gallinella, allora… ti aspetterò!».

    La gallina corse via e trascorse del tempo nel bosco mangiando e respirando aria pulita. In breve, era ingrassata e stava bene, così bene che fece anche dei bei pulcini!

    Era arrivato il momento di tornare dalla sua padrona e la gallina dovette pensare a un piano per sfuggire alla volpe e mettere in salvo i suoi piccoli. Prese allora per ogni pulcino, eccetto per l’ultimo, dei ciuffetti di pelo animale che aveva trovato nel bosco e li sistemò nei loro piccoli

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