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In alto le corna: Donne, Psicanalisi e Archiviati
In alto le corna: Donne, Psicanalisi e Archiviati
In alto le corna: Donne, Psicanalisi e Archiviati
E-book134 pagine1 ora

In alto le corna: Donne, Psicanalisi e Archiviati

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Info su questo ebook

Abisso di Pochezza, Anzianotto, Bradipo, Cancellato, Defenestrato, Dissolto, Eliminato, Espulso, Farfallone, Fedifrago, Fellone, Inutile Catorcio, Inutile Ingombro, Macigno, Povero Dracula, Primate Anaffettivo, Pupone Ridicolo, Rapa Esangue, Rapa Estinta,Vampiro Affettivo, Vampiro di Energia, Vecchia Salma… comunque lo vogliate chiamare, se lui vi ha tradito, l’importante è cancellarlo per sempre dalla vostra vita, trasformandolo in Archiviato. Attraverso consigli seri e aneddoti divertenti, questo libro, che potremmo definire un ironico manuale di rinascita, vi mostrerà la strada per raggiungere questo obiettivo, aiutandovi a ridiventare padrone della vostra vita.
 
LinguaItaliano
Data di uscita24 lug 2023
ISBN9791222429182
In alto le corna: Donne, Psicanalisi e Archiviati

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    Anteprima del libro

    In alto le corna - Alice Loymar

    Alice Loymar

    IN ALTO LE CORNA

    Donne, Psicanalisi

    e Archiviati

    IN ALTO LE CORNA – Donne, Psicanalisi e Archiviati

    di Alice Loymar

    © 20 2 3 Aporema Edizioni

    Società cooperativa

    www.aporema.com

    Questo libro è opera di fantasia.

    Nomi, personaggi, luoghi, dialoghi, episodi, situazioni sono integralmente frutto della fantasia e dell'immaginazione dell’autrice, o usati in modo fittizio, e non corrispondono a persone o fatti realmente esistenti. Qualsiasi eventuale somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o decedute, vere o immaginarie è da ritenersi puramente casuale.

    Dedicato al mio prezioso dipanatore di matasse

    e amico d’anima, dottor TI,

    che ha saputo, con indefessa passione e lucidità,

    farmi innamorare di nuovo della vita sul Pianeta.

    PROLOGO

    «Eh, dottore, avrei dovuto farlo molto prima!»

    Non c’è bisogno di precisare altro al dottor TI. Il nostro rapporto terapeutico funziona così bene che, ormai, viene gestito con modalità telepatiche. È sufficiente il suo sorriso accogliente e soddisfatto di chi ha compreso che il percorso di analisi ha avuto successo.

    Mi lascio cadere come un sacco di patate in quella che, dopo tanto raccontarsi, è diventata la mia poltroncina-nido.

    «Carissima Alice, smascherare un narcisista patologico a diciassette anni non sarebbe stata un’impresa semplice. Ma sì, forse sarebbe stato quello il momento giusto per chiudere la storia.» Entrambi ridiamo sottintendendo tutto quello che ci siamo scambiati nelle nostre sedute del giovedì. «Ma è stata coraggiosa, in seguito. Lo è stata quando ne ha preso coscienza e non è da tutti trovare il coraggio e agire di conseguenza.»

    Anche in quest’ultima seduta, i miei occhi gli pongono la consueta silenziosa domanda-tormentone:

    «Tornerò a essere felice?»

    La risposta mi dà una scossa.

    Contiene tutto ciò che mi farà da guida per il futuro.

    «Il tempo del pianto è già finito. È arrivato il tempo del ridere, perché lei sa vivere nella gioia e sa amare la bellezza di questa vita. Perfino in questi anni così duri per lei, ci sono stati momenti in cui ha saputo sentire la vita nello stile romantico e poetico che le è proprio. Il tempo del pianto ha già lasciato il posto al suo danzare poetico e leggero.»

    Questo è il lascito del dottor TI.

    Ora tocca a me trasferirlo a voi con questo manuale.

    Avanti, ragazze!

    INTRODUZIONE

    Forza, ragazze, forza! Siete già a buon punto.

    Che questo manuale vi sia stato regalato da un’amica o che l’abbiate comperato, in ogni caso lo avete aperto e lo state leggendo. Siete andate avanti. Quantomeno siete uscite dal letargo paralizzante degli ultimi tempi.

    Ora non siate precipitose.

    Concentratevi su una frase e un concetto alla volta. So che nell’attuale stato d’animo non riuscireste a terminare un lungo e contorto paragrafo senza perdere il filo del discorso. Considerato che il cervello preferirebbe rimanere focalizzato sul dolore causato dal Big Bang sentimentale, userò frasi brevi: contenuti fondamentali per la rinascita, ma espressi in modo semplice. Non posso rischiare di perdere la vostra attenzione. In questa fase di torpore psichico, necessitate di pochi concetti chiari e stabilizzanti, così le sinapsi non vi trascineranno in malinconici voli pindarici.

    Fino a qui siete arrivate. Ce l’avete fatta. Brave.

    Se siete pronte, ci ritroviamo al primo capitolo.

    Se invece siete stanche, se conservate la voglia di una pausa caffè o ritenete più funzionale una tisana, una pastiglia di valeriana o un antidepressivo, fermatevi pure. Riprenderete quando ne avrete voglia, perché da oggi la regola, per tutte noi, è: farò, quasi esclusivamente, quello di cui avrò voglia, quando ne avrò voglia.

    Ecco il primo vantaggio del non avere più tra i piedi l’Inutile Ingombro.

    CAPITOLO 1

    NON SIAMO SOLE

    Non siamo sole. Proprio no. E non è un modo di dire. Sposa bagnata, sposa fortunata è un modo di dire.

    Non siamo sole non è un modo di dire. È verità.

    Affacciatevi a una finestra, uscite sul balcone, guardate dal terrazzo o attraversate il giardino e percorrete qualche strada. Ora osservate le donne che passano, scrutate dietro le cancellate dei palazzi vicini, occhieggiate tra le siepi dei giardini altrui. Anche solo nel nostro isolato, altre come noi stanno rimuginando sui loro triboli, sono preda degli stessi cupi pensieri e stanno provando emozioni simili alle nostre.

    Siamo tante. Siamo un’armata. Siamo un esercito.

    E, come tutti gli eserciti, non siamo disarmate.

    L’elenco delle armi è rimandato a un altro capitolo. Ora concentriamoci e facciamo nostra questa verità: non siamo sole. Rimandiamo anche le considerazioni sulla fortuna che ci è capitata. Non siete ancora pronte per crederci. Per ora, concentriamoci solo su questo: n on siamo sole.

    Prova ne è il fatto che, fin da quando eravamo piccole, ciclicamente, simil storie erano oggetto di conversazione tra parenti. Discorsi del tipo: Hai sentito cos’è capitato alla povera zia Gina? o Certo che zio Fernando si è comportato da vero mascalzone. Ma io lo sapevo che sarebbe finita così! Battute di questo genere, pezzi di frasi che, essendo bambine, ci arrivavano appena sussurrate e in modo frammentario. Zie, mamme, sorelle maggiori, ci tutelavano a modo loro. Non volevano toglierci il sogno del principe azzurro, perché eravamo ancora alle prese con le bambole o con il primo amore.

    Ve l’ho detto, siamo un esercito.

    Ancora non ci credete? Allora prendete quattro fogli.

    Sul primo scrivete i nomi delle mamme, delle sorelle, delle cugine, delle cognate cui è successa la simil cosa.

    Sul secondo riportate i nomi delle amiche, delle amiche di amiche, delle conoscenti e delle vicine di casa travolte dal simil lutto.

    Sul terzo elencate i nomi di tutte le donne delle quali vi hanno parlato prima che il simil fatto capitasse a voi e che, dopo un attimo di commozione distratta, avevate archiviato nella memoria.

    Sul quarto e ultimo foglio vedete di farci stare un certo numero di nomi del mondo dello spettacolo e della cultura. Donne più o meno belle, più o meno famose, più o meno ricche, protagoniste di un simil accadimento.

    Ecco. Ora, scegliete tra tutte queste signore quelle che più vi apparivano invidiabili. Un centinaio basteranno.

    Fatto?

    Prendetevi del tempo. Non passate frettolosamente al prossimo capitolo. Fatelo solo quando l’elenco sarà pronto davvero. Rileggetelo, completatelo, aggiornatelo con cura perché, con l’ansia che vi ritrovate, vi saranno sfuggiti moltissimi nomi e ricordi.

    Credetemi, questo elenco, perché abbia un minimo di completezza richiederà ore, forse giorni. Probabilmente non avrete in casa carta sufficiente. Meglio. Ecco un buon motivo per rimettersi in ordine e uscire, andare al centro commerciale e procurarsi il più bel quaderno, il più bel raccoglitore che troverete. Quello che ogni tanto avete guardato, ma non avete mai messo nel carrello perché, pur desiderandolo, avete pensato che fosse una spesa inutile. In questa fase necessitano piccole gratificazioni.

    Mi raccomando di spuntare e integrare, con estrema cura didattica, il suddetto elenco di fortunate.

    Andrà aggiornato, col passare degli anni, così da trasmetterlo di generazione in generazione allorché la fatal scoperta fulminerà altre anime belle dell’albero genealogico e lo sciame di sorelle contemporanee, che ancora non sanno, ma che si accoderanno quanto prima.

    Il flusso delle travolte è inarrestabile e va monitorato.

    Se si fosse fatto da subito, già dall’uscita dal paradiso terrestre, ci saremmo risparmiate un mare di dolore perché, consce dell’ineluttabilità della data di scadenza di ogni uomo, non ci saremmo fatte illusioni.

    Fortunatamente, poeti, cantori, prosatori e storici hanno provveduto a tramandare i nomi almeno delle più illustri tra le spianate. Attualmente, ci pensano i giornalisti di gossip e il pettegolo Web.

    A noi il compito di fissare nella memoria della storia le coordinate delle persone comuni, quelle sfuggite finora alla luttuosa cronologia ufficiale. Compiliamoli davvero, questi memoranda: saranno d’aiuto a noi e salveranno molte altre.

    Non serve inserire le guardinghe, quelle che già sanno che ormai il loro è diventato un non-amore, ma che si incaponiscono a nascondere il marcio, fingendo con ostinazione, per una serie di interessate convenienze.

    Le poverine pensano che nessuno subodori che la loro sorte, invero identica alla nostra, sia segnata. Dobbiamo provare tenerezza per loro finché decideranno di restare di propria volontà nel cupo anfratto della residua speranza. Quando scoppieranno, le accoglieremo maternamente nel nostro abbraccio e nei nostri elenchi.

    Non ora. Ora non sono da inventariare. E non vanno giudicate. Stanno prendendo coscienza più lentamente e anche loro stanno leggendo questo manuale.

    Di nascosto, però.

    Adesso vi chiedo un minuto di raccoglimento per l’ultimo gruppo, la sparuta compagine di donne-che-non sapranno mai e che moriranno come sono nate, ovvero da sprovvedute. Queste signore non sono state graziate da una diversa sorte. Semplicemente i loro

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